Credo di amarla.

di Grigio Efelante
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La mia ossessione per lei aveva superato ogni limite.
La vedevo e seguivo ovunque ormai, ma nessuno mi vedeva farlo.
Parlare di lei era diventato un vizio, come il fumo.
Ecco, sì, come il fumo! Era una dipendenza!
Dipendevo totalmente da lei. Avrei voluto abbracciarla e sentire il suo profumo, abbandonarmi tra le sue braccia.
Sarei stata curiosa di sapere a cosa pensava, come ragionava, quale sarebbe stato il suo prossimo pensiero.
Invece rimanevo ferma ad ammirarla e a sognarla ad occhi aperti.
Ogni giorno la vedevo fare cose diverse, ma quello che faceva era sostanzialmente uguale.
A volte i nostri sguardi si incrociavano e ci consumavamo le pupille a vicenda.
Le sue espressioni sono sempre state indecifrabili, ma tentavo di interpretarle comunque, per me era un sfida.
Capitava che poco prima che arrivasse il treno in stazione o mentre aspettavo che scattasse il verde per attraversare, lei girasse la testa verso di me, ma un brivido mi attraversava la schiena e non trovavo mai il coraggio di girarmi e salutarla.
"Non era il momento adatto".
Non lo era mai, ma io la desideravo troppo e mi sorprendevo di continuo a fine giornata a immaginare la sensazione di sentire le sue mani sulla mia pelle nuda.
Non avrei saputo dire come sarebbero state.
Forse, davvero, fredde come molti le immaginavano.
O forse ruvide perchè consumate dal lavoro che le impegnava ogni minuto.
Ma magari sarebbero state calde e morbide e con il suo tocco si sarebbe fatta desiderare ancora di più.
Quando lo saprò, non potrò gioire più con nessuno raccontando di lei.
Ma è questo che affascina: sapere che con lei sarà veramente la fine.
La morte e più nulla.





Ok, vorrei ripetere come già ho detto nell'introduzione che con questo non sto dicendo assolutamente che voglio suicidarmi o farmi male o simili, ma semplicemente mi affascina la morte. Spero di essermi spiegata... Beh, un saluto.




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