Questione di forza
“Non dovresti maltrattarlo con tanto astio.”
Il tono calmo e severo colse Larxene di sorpresa; era una
rara evenienza udire la voce del Silent Hero, tanto da riuscire a distoglierla
dal suo solitario monologo di acidi insulti, che verteva sull’inettitudine
dello sparring partner che le era capitato durante la sessione di allenamento
appena conclusa: ovvero, uno sfortunato musicista tutt’altro che bellicoso, e
quindi incapace di fornirle il ‘divertimento’ che cercava. Non che lei non si
fosse divertita ad accanirsi contro di lui, fisicamente e verbalmente.
La Savage Nymph si volse di scatto, fissando i suoi occhi
azzurri quanto crudeli sulla figura imponente di Lexaeus. L’unica donna
dell’Organizzazione XIII non poté evitare di chiedersi come il Numero V,
nonostante la mole massiccia, riuscisse a muoversi in modo tanto felpato da far
onore anche in quell’ambito al suo nome di battaglia.
Permalosa e vendicativa, la Numero XII scagliò una scarica
elettrica verso l’uomo, che però non fu in grado di raggiungerlo: uno scudo di
terra si era levato in difesa del suo Elementalista. La saetta s’infranse,
scaricandosi innocua nel terreno.
Larxene la considerò una provocazione, sebbene dentro di sé
il suo spirito di competizione fosse stimolato dal trovarsi di fronte un
avversario tanto temibile. Evocò i suoi kunai e li scagliò; i piccoli pugnali
da lancio avrebbero avuto l’effetto di punture di spillo contro il gigante
dell’Organizzazione, ma erano armi agili e letali come la loro proprietaria, in
grado di aggirare la petrosa difesa del suo superiore. Prima che potesse
cantare vittoria, tuttavia, vide le proprie lame intercettate dal grande
tomahawk rosso e nero, maneggiato con impressionante disinvoltura dal
fortissimo guerriero.
Lexaeus passò poi al contrattacco: scagliando la pesante
arma a terra provocò un terremoto contenuto. L’avversaria perse l’equilibrio,
rischiando di cadere nella spaccatura generatasi nel terreno; la caduta le fu
evitata da una presa salda come la roccia, che la riportò letteralmente con i
piedi per terra.
Gli occhi azzurro elettrico della biondina sembravano
lanciare folgori, contrariata per la sconfitta subita; ma quando si alzarono ad
incontrare quelli di un blu profondo e sereno dell’uomo bruno, sentì placarsi
l’ostilità che dimorava nella sua mente e nel luogo dove un tempo pulsava il
suo cuore.
“La vera forza non si dimostra con la violenza o
l’aggressività.” Sentenziò pacato il Silent Hero. Dopo un attimo di
riflessione, decise che era il caso di soffermarsi in modo un poco più
eloquente sull’argomento: “Noi Tredici abbiamo subito la perdita del nostro
cuore, eppure il nostro spirito è stato tanto forte da non arrendersi all’oblio
e continuare ad esistere, nonostante tutto. La nostra volontà ci ha permesso di
conservare il nostro corpo, la nostra memoria, la nostra anima. Ognuno di noi è
un individuo speciale e unico, e manifesta il proprio potere in forme diverse;
ma non per questo è inferiore o meno degno di rispetto. Non disprezzare chi usa
la propria forza in modo diverso dal tuo.”
La ragazza dei fulmini non poté evitare un sorriso ironico:
“Oggi sei insolitamente loquace, Numero V.”
I lineamenti duri del volto mascolino si ammorbidirono in un
sorriso condiscendente: “Ritengo che le cose più importanti siano quelle che non
vengono espresse a parole. Ma ciò non esclude che ce ne siano altre che debbano
essere discusse.”
Con un cenno di saluto, Lexaeus si congedò da Larxene,
lasciando la ragazza (per una volta) senza parole.
A.N.: Ho sempre
desiderato dare questo genere di lezioncina a Larxene ^^ E chi meglio di
Lexaeus poteva chiuderle il becco? ^___= A prescindere da tutto però, li amo
entrambi! ^___^