Un attimo di pace
Una song-fic sulle note della
famosa canzone di Ramazzotti. I personaggi invece
appartengono alla Divina Takahashi e agli aventi diritto. A me va solo il merito (se di merito si può parlare) di averli legati insieme.
-Ho deciso di partire per la Cina- questa volta il mio volto
serio deve aver convinto tutti delle mie intenzioni, perché i loro sguardi si
sono fatti pesanti mentre mi scrutano. La colazione
ancora
intatta sul tavolo.
-Non so quanto starò via, potrebbe
volerci molto tempo- ammisi.
-Ma... e il tuo fidanzamento con Akane?- Soun mi fissa
preoccupato, questa volta però non posso rassicurarlo,
non ora. Mi alzo senza rispondergli. Devo fare una cosa prima.
La guardo.
E' rimasta seduta, confusa dalla mia rivelazione.
-Ti devo parlare, in privato- mi avvio
verso la palestra. Sento i suoi passi leggeri che mi seguono, mentre ripasso il
discorso preparato per quest'occasione.
Seduta di fronte a me aspetta che io parli, forse che le dia una
spiegazione.
Prendo un respiro più profondo per farmi
coraggio.
-Voglio tornare normale, lo capisci
vero?
Lei annuisce silenziosa continuando a fissarsi le mani
appoggiate sulle gambe.
-Ma non lo voglio solo per me- non
riesco più a guardarla e volto il viso. Riesco a percepire il rossore che deve
avermi già invaso le guance.
Sento i suoi occhi su di me.
-Partirò questa sera, ma non so quando
tornerò... perciò...- la mia gola è secca, non so come dirglielo.
-Vuoi lasciarmi?- lo sussurra
appena.
-Non ho detto questo!- mi agito, non voglio che fraintenda,
non questa volta.
-Volevo... ecco, io volevo
sapere... - maledizione, devo dirglielo! -...se tu te la senti di...aspettarmi-
ci sono riuscito, ora però sento il cuore che preme contro il petto in maniera
quasi dolorosa.
Cosa farei se mi dicesse no?
Mi guarda stupita, ma non accenna a rispondere.
A cosa starà pensando?
-Puoi anche non rispondere subito- sono codardo o
masochista?
Voglio veramente rimandare per paura di ciò che mi dirà
allungandomi da solo la pena?
-Me lo dirai questa sera- in fondo è
meglio così, deve avere il tempo per riflettere.
Mi alzo.
-Ci vediamo più tardi- per il momento non
le dirò di più.
-Nabiki, vorrei parlarti- mi guarda
incuriosita mentre entro nella sua stanza.
-Cosa c'è Ranma?
-Vorrei chiederti di non dire a nessuno
della mia partenza, almeno fino a domani- questa volta nessuno deve
disturbarmi.
-Perché dovrei farlo?
-Ho bisogno di chiarirmi con Akane prima di partire, senza
che qualcuno si intrometta.
Rimane in silenzio per qualche secondo.
-D'accordo, fino a domani mattina-
non mi degna più di uno sguardo segno che per lei la discussione è conclusa.
Mi allontano sorridendo. Pensavo di doverla comprare, ma evidentemente
vuole molto bene a sua sorella.
"oggi io non ho proprio voglia
di vedere gente intorno
chiudi tutte le porte
oggi dico no a chi mi imbroglia
chi manovra ogni giorno
verità capovolte..."
Non voglio vedere nessuno, perché so già che Shan-pu, Ukyo e
Kodachi cercherebbero di fermarmi o tenterebbero di ingannarmi in qualche modo.
E noi finiremmo per litigare un'altra volta.
Ho passato il giorno con la mia famiglia e con i Tendo.
Cerco di imprimermi tutto nella mente prima di andarmene.
Akane è stata quasi sempre in
disparte, ma non importa, avrò tempo per parlare con lei.
Sto finendo di preparare lo zaino, quando sento la porta
scorrere e mi interrompo.
Akane.
-Posso entrare?- probabilmente vuole
darmi una risposta.
-Ehm, possiamo parlarne dopo?- mi alzo
guardandola.
Ora è turbata, non capisce, così mi avvicino e le sussurro
in un orecchio che sarei andato in camera sua dopo
aver salutato tutti per poterle parlare in pace.
-Lasciami la finestra aperta- non posso impedirmi di
arrossire, ma oggi non mi farò sconfiggere dalla mia timidezza.
La vedo annuire prima di lasciarmi nuovamente solo.
Questa sua serietà mi spaventa, ma andrò fino in fondo anche se mi dovessi condannare da solo.
-Ciao a tutti- sorrido guardando
ognuno di loro.
Mi mancheranno.
Soun mi mette una mano sulla spalla commosso,
Kasumi sorride e sua sorella mi fa l'occhiolino.
Mia madre mi abbraccia, mentre mio
padre si limita ad una pacca affettuosa.
Poi c'è lei.
So che la rivedrò tra poco, ma
questo momento è comunque pesante per entrambi.
-Ciao Ranma... torna presto- sorride, ma i suoi occhi sono
tristi.
-Sì- preferisco non aggiungere
altro perché tutto il resto dovrà sentirlo solo lei.
Me ne vado. Aspetterò al parco che tutti si addormentino.
La finestra è aperta.
Chissà se è ancora sveglia... non
dovrò attendere molto per scoprirlo.
-Pensavo non venissi più- è seduta sul letto nella penombra
della sua stanza.
-Sciocca, lo sai che mantengo sempre le promesse- poso a
terra l'ingombrante zaino.
Non so se riuscirò a dirle ciò che vorrei. Forse con questo
viaggio la perderò per sempre, potrebbe dimenticarmi o
semplicemente rifiutarmi.
So però che devo partire e questa volta le dirò tutto, è la
mia unica possibilità.
"me ne sto qui da solo con te
e il pericolo che c'è
lo terremo a distanza
me ne sto qui da solo con te
voglio farlo prima che
il cielo crolli sulla
stanza..."
Mi siedo a terra aspettando in silenzio la sentenza.
Lei scivola piano dal letto per mettersi di fronte a me.
-Io ti aspetterò- il suo tono è deciso
mentre mi guarda.
Tu-tum.
Dio, non mi ero accorto di aver trattenuto il fiato.
Agisco senza pensarci e l'abbraccio.
Il calore del suo corpo contro il mio mi dà sicurezza e
questa volta nessuno potrà interrompermi.
"fammi respirare solo un attimo di pace
questo sorso d'aria pura fin che
c'è
voglio dedicarmi solo agli affetti
a me più cari
specialmente se si tratta di
te"
Respiro profondamente per sentire la sua presenza contro il
mio petto. Anche lei mi stringe, le sue mani sulla mia
schiena afferrano il tessuto della mia casacca.
Teme forse che scappi?
Mi sciolgo dall'abbraccio per prenderle una mano, ma non le
lascio il tempo per parlare perché le infilo un anello nell'anulare.
Una semplice fedina bianca.
Si guarda la mano stupita e confusa. Le sorrido imbarazzato mentre alzo la mia per mostrarle lo stesso identico
anello.
Ha capito.
Si porta l’altra libera alla bocca continuando a guardare
prima la sua mano e poi la mia.
Piange.
-Posso...baciarti?- quanto mi costano queste parole, ma lo
desidero troppo.
Mi sorride tra le lacrime avvicinandosi
leggermente a me. Le prendo il volto tra le mani guardandola negli
occhi. Non mi è mai sembrata così bella.
La bacio.
Dopo tanto tempo, finalmente ci siamo trovati, ora posso tenerla tra le braccia senza la paura che mi rifiuti.
Rimaniamo stretti senza parlare, godendo solo del calore
dell'altro.
La sento trattenere un singhiozzo, poi un sussulto finché le
sue spalle cominciano ad agitarsi visibilmente.
La stringo maggiormente come per proteggerla.
-Non partire- mi supplica.
-Devo farlo- so che questo la farà
soffrire.
-Allora portami con te- mi guarda speranzosa, ma so di
doverla deludere.
-No Akane, potrebbe essere pericoloso- non voglio più che rischi la vita.
-Non mi importa!- è decisa, apre
l'armadio e tira fuori uno zaino.
-Stupida, non voglio che tu venga!- mi alzo anch'io. La vedo
bloccarsi evitando il mio sguardo.
-Già, ti sarei solo d'intralcio... E' questo che pensi di me?!- stringe i pugni dalla rabbia.
-Non riesci a capirlo? Non voglio che tu torni in Cina!-
anch'io alzo la voce.
Riusciamo a litigare anche in questo momento, è assurdo.
Mi volto frustrato evitando di aggiungere altre parole che potrebbero
peggiorare la situazione, ma lei si butta contro di me abbracciandomi da dietro
facendomi quasi perdere l'equilibrio.
-Perdonami Ranma- mi stupisco che sia così remissiva nei
miei confronti, sarà dovuto al fatto che non ci
vedremo per un po’.
Le stringo la mano appoggiata sul mio petto con la sinistra.
I nostri anelli si urtano con un leggero rumore metallico.
Torno a guardarla scivolando tra le sue braccia e la bacio nuovamente. Devo essere arrossito, ma non mi fermo. Sento
il suo respiro confondersi con il mio.
Separo le nostre labbra per incontrare i suoi occhi.
-Ora non è tempo per stare insieme, ma tornerò... te lo
prometto- il suo stupore mi fa sorridere.
Non credeva sarei mai riuscito a
dirle una cosa del genere?
"fammi assaporare questo attimo
di pace
per sentirlo fino in fondo dentro
me
oggi che anche i sogni atterrano e
chiudono le ali
perché tempo di volare... non è...
non è..."
Mi fermo ad osservare Nerima, con
lo zaino che mi pesa leggermente.
O forse è il mio cuore?
"vista la città dalla collina
sembra un gigantesco flipper
con tutte quelle luci...
anche se questo un gioco non è
le palline siamo noi
schizzate in una folle
danza..."
La mia vita è sempre stata incasinata da questa mia
maledizione, ma ora cercherò di porvi rimedio.
Per lei.
Chiudo gli occhi respirando la brezza leggera di questa
notte ripensando al calore del suo corpo stretto al mio. Ne sento già la mancanza,
ma devo resistere.
Le immagini dei momenti appena trascorsi tornano alla mia
mente facendo rivivere quelle sensazioni...
-Rimani con me stanotte- lo sussurra piano e vedo il suo
viso diventare di un rosso acceso, stupita della sua stessa audacia.
Io non devo essere da meno, sento
bruciare le guance.
-Ma.. tu vuoi...- cerco di
chiedere, ma lei mi poggia un dito sulla bocca per farmi tacere.
-Non aggiungere altro, sono già abbastanza
imbarazzata!- si agita.
Si alza in punta di piedi per baciarmi, la stringo per la
vita ed elimino la distanza che separava le nostre labbra. Questa volta però le
nostre lingue si incontrarono con più necessità, quasi
temessero di non ritrovarsi più.
Le accarezzo la schiena attraverso il sottile pigiama mentre sento il suo tocco caldo contro il mio petto.
Le sfioro la vita insinuando due dita sotto la leggera maglietta di cotone per
sentire il tepore della sua pelle.
Sospira contro le mie labbra.
Con l'altra mano l'avvicino maggiormente a me premendo sulla
sua schiena per poi lasciare che scivoli sotto il suo braccio accarezzandole la
base del seno con il pollice.
Se non dovessi lasciarla tra poco,
probabilmente non avrei mai trovato il coraggio di stringerla così.
La sento tentare incerta di slacciarmi la casacca. Le lascio
le labbra per aiutarla mentre mi concentro sul profumo
della sua pelle e dei suoi capelli.
La sua carezza sulle mie spalle mentre spinge il tessuto per
liberarmene mi fa impazzire.
Piano piano le alzo la maglietta
non interrompendo mai il contatto con il suo corpo continuando a fissarla per
accorgermi di qualsiasi sua incertezza, ma il suo
sguardo è sereno.
Gliela sfilo completamente osservandola per un attimo, sorridendo quando lei si porta imbarazzata le braccia contro
il seno per coprirsi.
Mi avvicino al suo orecchio raccogliendo tutto il coraggio
come se dovessi combattere contro un nemico potentissimo.
-Sei..sei bellissima- glielo sussurro quasi fosse un segreto che
le svelo.
-Dici davvero?- cerca i miei occhi.
Annuisco grattandomi la nuca,
probabilmente ora sulla mia fronte si potrebbe cuocere un uovo.
Mi sta baciando.
"fammi respirare solo un attimo di pace
questo sorso d'aria pura fin che
c'è
voglio dedicarmi solo agli affetti
a me più cari
specialmente se si tratta di
te"
Che strana sensazione sentire il suo corpo
nudo sotto il mio mentre sussurra il mio nome.
-Sei sicura?- sento che ha paura.
-Sì
"fammi assaporare questo attimo
di pace
via da ogni guerra che anche tu non
vuoi
dalle raffiche di immagini e
spargimenti vari
d'inchiostro velenoso intorno a
noi..."
Non credevo che l'avrei mai ammesso, ma adoro
stare con lei. Senza litigi e stupide discussioni, ma semplicemente noi.
La guardo lì al mio fianco, con il viso abbandonato sul
cuscino, i capelli disordinati e gli occhi chiusi. Le asciugo le ultime tracce
di lacrime con un dito, accarezzandole le guance.
Non volevo farle male.
I suoi occhi lasciano scivolare altre gocce di pianto mentre si aprono nuovamente per guardarmi.
-Scusa- le dico imbarazzato.
-Non piango per quello.
Lo so.
-Ma quanto sei frignona oggi!- fingo di essere seccato -Mi
pare di averti già detto che sei più carina quando
sorridi, no?- ora sono serio.
Tra poco me ne andrò.
-Già- ride tra le lacrime. Appoggia
la testa sul mio petto accarezzandolo piano.
Questi sono gli ultimi attimi di pace prima di salutarci.
"un momento così
chissà quando poi ritornerà
un momento così
io vorrei davvero fosse la
normalità"
La stringo per infonderle un po’ di coraggio. Entrambi
vogliamo godere di questa sensazione di tranquillità.
"fammi respirare solo un attimo di pace
questo sorso d'aria pura fin che
c'è
voglio dedicarmi solo agli affetti
a me più cari
specialmente se si tratta di
te"
Mi sollevo piano mentre lei si
siede coprendosi con il lenzuolo. Velocemente mi infilo
i boxer nel letto per potermi alzare.
Ancora ci imbarazza la nostra
nudità, ma avremo tempo per abituarci un giorno.
Le passo la maglietta del pigiama e finisco di vestirmi. Entrambi
rossi evitiamo di guardarci fino a quando raccolgo lo
zaino e mi avvicino alla finestra.
Un ultimo bacio triste e disperato .
"fammi assaporare questo attimo
di pace
per sentirlo fino in fondo dentro
me
oggi che anche i sogni atterrano e
chiudono le ali
perché tempo di volare... non è...
non è...
oggi che anche i sogni atterrano e
chiudono le ali
perché tempo di volare... non è...
non è..."
Le accarezzo la guancia cercando di imprimermi bene nella mente
ogni più piccolo particolare del suo viso.
-Ti aspetterò Ranma- dice come per
confermare la nostra promessa.
Le bacio la fronte per cercare un ultimo contatto con lei.
-Tornerò da te.
Salto dalla finestra e mi allontano
veloce nel buio della notte.
Tornerò e da quel momento potremo finalmente stare insieme.
Per sempre.
NOTA AUTRICE:
Questa canzone mi ha ispirato e la vicenda può concludersi così, però sarebbe mia intenzione continuarla
per raccontare il ritorno di Ranma. Voi cosa ne dite?
Un bacione,
Aky