Pregi
Harvey era seduto sul bordo del
letto. Si stava togliendo le calze, e
si massaggiava appena le caviglie.
Scott,
stravaccato su un fianco nel proprio lato di materasso, gli
osservava la schiena.
«Sai,
Harvey» disse infine, in tono indolente,
«hai davvero un bel fondoschiena, per essere un
vecchietto».
Harvey
appallottolò i calzini e li gettò sul
pavimento, girando la testa verso il compagno.
«Ma
davvero?»
Scott
gli sorrise ad occhi socchiusi, placido come un gatto che si
crogiola al sole. «Davvero» confermò.
Harvey,
allora, girò anche il busto verso di lui, e
appoggiando le mani sul materasso si chinò in avanti e gli
mordicchiò scherzosamente un orecchio.
«Questo
vecchietto» avvertì,
«ha anche altri pregi».
Scott
cambiò posizione, mettendosi a pancia in su.
«Lo credo» scherzò, aprendosi in un
sorriso luminoso, «con tutta l’esperienza che devi
avere, riesci a rimediare alla mancanza di carisma».
«Mancanza
di carisma?» ripeté Harvey,
gettandosi sopra di lui. «Ti faccio vedere io, chi ha
mancanza di carisma!»
Quando
lo baciò, Scott si mise a ridere piano contro le sue
labbra.
Era
un suono basso, piacevole, ed Harvey ebbe l’impressione
di sentirlo vibrare sotto la propria pelle.
Con
una mano, prese a carezzare i capelli ricci del compagno, poggiando
al contempo la fronte contro quella di lui.
Era
troppo vicino per vederlo bene: gli occhi socchiusi di Scott gli
sembravano due macchie sfocate… Se avesse dovuto immortalare
quell’immagine, tanti critici l’avrebbero giudicata
un disastro per la carenza di nitidezza… Eppure, a lui
sarebbe piaciuta tantissimo, una fotografia dei tratti di Scott sfumati
dalla vicinanza…
Percepì
l’altro muoversi sotto di sé,
poi sentì la sua mano nel cespuglio di capelli neri che si
ritrovava.
«Non
capisco» mormorò Scott.
«Se non è il carisma che ti manca, come mai non
riesci a vincere queste cazzo di elezioni?»
Harvey
sollevò la testa per poter mettere a fuoco il suo
viso, poi aggrottò la fronte, fingendosi immerso in una
grande riflessione.
«Non
saprei» considerò, accarezzandogli
distrattamente la guancia destra con un dito. «Forse non ho
un buon responsabile elettorale».
Scott
si accigliò. «’Fanculo»
borbottò.
«Volentieri»
replicò Harvey,
«ma poi non ti lamentare se vado con un altro, signora
Milk».
A
quel punto, Scott lo afferrò per il colletto e lo trasse
di nuovo in basso. «Tu non vai da nessuna parte» lo
informò. «Perché questa signora sa come
farsi obbedire».
Con
uno strattone, lo accostò a sé e lo
baciò.
«E
poi» aggiunse, come per un ripensamento, quando
si separarono, «veramente ero convinto che fossi tu, la
signora Smith».
«Signora
Smith» rise Harvey. «Non suona
male. Magari dovremmo scrivere questo, sui volantini, invece di menarla
tanto sul mio programma elettorale».
«Oh
sì» disse Scott, ironico, tenendolo
sempre per il colletto. «Mi sembra proprio una buona
idea… Ma io ne ho una migliore».
Harvey
aggrottò la fronte. «Ovvero?»
chiese.
«Smettila
di parlare della fottuta politica e fammi vedere se
davvero il fondoschiena non è il tuo unico pregio».
«Mmm».
Harvey si tirò di nuovo su per
fingere di soppesare quell’opzione.
Sotto
di lui, Scott lo osservava con un sorriso pigro e appena
accennato.
«Con
piacere» disse alla fine Harvey, incurvandosi
sul compagno e portando una mano al cavallo dei pantaloni.
«Con molto piacere».
Note:
Li amo troppo ♥
E un po’ li odio, perché mi sembra di non riuscire
a inquadrare bene il loro carattere. Vorrei scrivere fiumi di cose su
di loro, e invece faccio fatica a tirar fuori anche una simile
schifezzuola.
Spero che chi capiterà su questa pagina non scappi via
disgustato!
E spero che ci siano altri che li amano quanto me, ma questa
è un’altra storia…
Au revoir!
|