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L’incontro del destino
In una città come
Tokyo l’incontro con persone poco raccomandabili è all’ordine del giorno, ma
per Ryan non era affatto così. Lui era un ragazzo che frequentava la terza
Liceo in un istituto molto rinomato e le sue giornate passavano tranquille. Era
un ragazzo eccezionale nello sport e amava studiare era anche bello con
lineamenti decisamente stranieri, occhi azzurri e capelli biondi, insomma si
capiva subito che quel ragazzo non era originario di Tokyo.
Un giorno
soleggiato di Giugno, Ryan stava tornando dalla scuola, quando svoltato l’angolo
vide che due ragazzi stavano malmenando una ragazza, subito intervenne e quando
riuscì a scacciare i mal’intenzionati si chinò sulla ragazza e per un attimo
incrociò i suoi occhi, che erano di un verde intensissimo e subito senti un
brivido alla schiena. La ragazza spaventata si alzò e incominciò a correre
sparendo dietro l’angolo.
Per tre giorni non
fece altro che pensare a quegl’occhi, doveva assolutamente trovarla, non sapeva
come e non sapeva dove, ma doveva assolutamente incontrarla. In quell’istante
sopraggiunsero gli amici del ragazzo che lo bloccarono per fare due chiacchiere:
<< Hei!
Ryan come
va?>> disse un ragazzo accostategli
<< tutto.. bene!>>
<< Sei sicuro? Lo
sai che se hai bisogno noi ci siamo sempre?!>> disse una ragazza dai capelli
neri
<< Veramente
qualcosa ci sarebbe…>>
<> disse un
altro loro amico
<< Ho incontrato
una ragazza.. che mi ha trasmesso una sensazione che non riesco a capire>>
<< Ti sei
innamorato?>> disse di nuovo la ragazza dai capelli neri
<< No non è quello,
ma mi sembra di conoscerla da una vita e poi lo sai come la penso Carla!>>
<< La tua è solo
paura da quando hai perso Rose!>> disse Carla
<< Comunque se
riesci a trovarla presentacela il nostro incontro l’abbiamo spostato al giovedì
ci vediamo al Touring Bar ok?>>
<< ok! ciao
belli!>>
i ragazzi si
divisero e Ryan andò verso la zona dove tre giorni fa aveva incontrato quella
ragazza e come per incanto la rivide.
<< Fermati un
attimo non ti voglio fare del male!?>> gli gridò, ma la ragazza per la seconda
volta scappò via, ma lui la rincorse finché non arrivò ad un orfanotrofio.
Subito convinto che
fosse lì dentro entrò. Una vecchia signora si rivolse a lui con un dolce sorriso
dicendo:
<< Ragazzo hai
bisogno di qualcosa?>>
<< Sì! Cerco una
ragazza con i capelli biondi, lunghi e ondulati, con occhi verdi come due
smeraldi…>>
<< Stai parlando di
Lirin ti porto subito alla sua camera>>
<< Grazie!>>
Lungo la strada la
signora continuava a farneticare qualcosa alludendo a questioni strane, poi Ryan
gli chiese la storia della ragazza:
<< è stata
abbandonata a cinque anni e non parla da quando suo fratello è morto in un
incidente stradale… comunque è brava, è una delle più brave! Per i suoi servigi
sono 1000 Yen>>
Quando sentì tutto
ciò si fermò e capì, che la gentile vecchietta era in realtà una venditrice di
ragazze. Ryan non disse niente, perché voleva liberare Lirin e così la pagò e si
introdusse nella camera.
Appena la vide notò
che i suoi occhi erano inespressivi, lui incominciò ad avvicinarsi e subito
credendolo un cliente lei si mise in ginocchio.
<< Alzati! Senti ho
intenzione di portarti via di qua c’è una finestra?>> la ragazza non credeva
alle sue orecchie e con fare incredulo gli indicò una grata. Ryan si avvicinò
alla finestra e subito notò che era manomessa, la staccò prese in braccio Lirin
e scapparono.
La vecchia
accortasi della fuga, inviò i due mal viventi dell’altra volta e subito Ryan
capì che la ragazza quando venne salvata da lui stava scappando da quello schifo
di posto.
Corsero per un bel
po’ finché non incontrarono un poliziotto e così i due mal viventi decisero di
ritirarsi.
Dopo lo scampato
pericolo i due si diressero verso la casa del ragazzo, lì Lirin ebbe l’occasione
di fare un bagno e di riposarsi, servita dalle cameriere, che dopo averla
aiutata a vestirsi e notato quanto il suo corpo fosse segnato da cicatrici,
fecero un rapporto al loro padroncino che poco dopo entrò nella stanza di lei:
<< Allora tutto
bene ti piace la camera?>>
Lei non rispose, ma
come gesto di gratitudine si sdraiò e appoggiò delicatamente la testa sulle
gambe di lui.
Ryan tutto rosso la
guardò dicendo:
<< co..c-cosa
f-f-fai?>> la ragazza si raggomitolo e vedendo la sua mano avvicinarsi tremava
come una foglia, ma il suo delicato viso si mutò in stupore quando quella mano,
che di solito indicava per lei una punizione, quella volta le dava affetto e
comprensione tramite una carezza.
<< Domani ti
porterò dai miei amici vedrai che ti vorranno subito bene!>>
La stessa sera Ryan
raccontò la storia a Carla e nel giro di pochi minuti si estese all’intero
gruppo.
Il giorno dopo al
Touring Bar Lirin venne accolta con ogni felicità. Col passare del tempo Ryan
notava che negli occhi di Lirin si materializzava qualche sentimento e non erano
più come quando l’aveva salvata…
Il tempo passava e
Lirin diventava sempre più serena l’incontro con il gruppo di Ryan che gli aveva
voluto bene fin dal principio era una presenza che stava diventando nel suo
cuore, un abbraccio necessario per vivere e per la prima volta dopo la morte di
suo fratello sorrideva, rideva di nuovo. Al ritorno dall’ennesimo incontro Ryan
e Lirin decisero di fermarsi in un parco.
Ryan voleva
mostrare il tramonto alla ragazza e mentre gli spiegava che molti poeti avevano
tratto ispirazione da questo fenomeno, simbolo di romanticismo, Lirin gli mise
un dito sulla bocca e gli fece notare che lo spettacolo stava iniziando.
Rimasero per molto
a guardare il tramonto e poi il ragazzo si rivolse verso Lirin dicendo:
<< Sai! Con me non
c’è bisogno che parli, ti capisco al volo sei una amica preziosa e non te l’ho
mai detto ma ti voglio bene…>> Ryan abbassò lo sguardo e anche la ragazza fece
lo stesso, ma lei poco dopo si avvicinò al ragazzo l’abbracciò da dietro e
all’orecchio sussurrando disse:
<< anch’io ti
voglio bene, Grazie>> poi si scostò e lasciò lì Ryan, dirigendosi verso casa.
Per il ragazzo era impossibile che Lirin avesse parlato dopo tutto quel tempo,
per la prima volta aveva pronunciato quelle dolcissime parole e sul suo viso si
stampò un sorriso.
La sera stessa
mentre Lirin stava osservando le stelle sopra di loro, Ryan si avvicinò la
guardò per un po’. Lei notando che la stava fissando disse sorridendo al
ragazzo:
<< perché mi fissi
così?>>
<< perché mi sono
accorto che quello che provo per te non è solo amicizia,- Ryan abbassò lo
sguardo e arrossendo disse- ma è amore>> la reazione della ragazza non era come
quella che si aspettava lui.
<< non mi prendere
in giro!>>
<< mah io non ti…>>
<> il ragazzo con rammarico gli rispose
<< Sì! anche se tu
fai schifo io ti amo… e ti abbraccio! Anche se hai addosso lo schifo del
mondo!>> la ragazza corse fra le sue braccia e lui la baciò teneramente. In
quell’istante Lirin si sentiva abbracciata e voluta bene, non sapeva spiegarselo
ma sentiva intorno a se la presenza dell’amore di suo fratello che la proteggeva
dall’alto.
Da quel giorno i
due si misero insieme e nel giro di pochi anni si sposarono. L’orfanotrofio da
cui proveniva Lirin fu chiuso, la vecchia messa in prigione e le ragazze furono
tutte adottate trovando, come Lirin qualcuno, che gli voleva bene nonostante
“avessero addosso lo schifo del mondo”.
Fine
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