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(fdp)
Disclaimer: Nah. Mi
piacerebbe, ma non c'è niente di mio.
N/A: Scritta
per il Santa
Fest @ maridichallenge,
prompt “Ten/Martha
Jones, "Avrei avuto una possibilità? Una sola. Se non ci
fosse stata lei. Avrei avuto almeno una
possibilità?"” e per la maritombola,
prompt #40.
Buio/Luce.
─
Scritta anche per la Staffetta
in Piscina @ piscinadiprompt,
prompt “J'ai
vu encore tellement de voyages /Finir par faire naufrage {trad.Ho visto
ancora talmente viaggi/ Da finire per far naufragio } [La vie
passe– Le Roi Soleil OST]” e per 500themes_ita,
prompt #3.
Sprazzi di euforia.
─
...Cosa? Il crossposting salva un sacco di spazio e di neuroni!
Chiaroscuro
L'alba
del terzo sole di Marte VII è appena cominciata, ma nessuno
dei due ha il tempo di accorgersene davvero, troppo impegnati a correre
a perdifiato lungo i vicoli stretti che si diramano come tante vene
scure nel tessuto meccanico della città. E se anche non
fossero troppo presi da quella rocambolesca fuga, tutt'intorno a loro
si innalzano enormi grattacieli, neri e imponenti come grandi torri,
così alti da nascondere il cielo al di sopra di essi.
L'unica
luce che hanno a disposizione mentre corrono è quella
artificiale delle lampade, che però illumina solo a scatti
le loro falcate veloci, mentre il rombare dei motori copre i loro
respiri pesanti e il fumo scaricato dagli antichi macchinari
sotterranei crea ombre minacciose che riempiono gli angoli delle strade
di figure da incubo.
Eppure,
correndo, ridono entrambi.
Ridono
perché anche questa è un'avventura: una di quelle
avventure meravigliose e pazzesche, inaspettate e sempre più
sorprendenti, condite con quel tanto di pericolo che basta a far
battere il cuore due volte più veloce del normale. E,
naturalmente, è anche una di quelle avventure che richiedono
un ridicolo quantitativo di corse a rotta di collo.
Si
tengono per mano mentre corrono.
È
un'abitudine che nessuno dei due si è mai accorto di aver
preso, e di cui entrambi sentirebbero moltissimo la mancanza se, per
qualche motivo, dovesse venire a mancare. Ma finora
non è mai successo.
Quando
infine riescono a raggiungere il limite della città, sembra
quasi di passare da un mondo ad un altro in tre lunghi, velocissimi
passi.
Il
sole li accoglie nel suo abbraccio luminoso, troppo debole per
accecarli davvero, ma abbastanza forte da far lacrimare gli occhi dopo
tutto quel buio.
Sotto
le suole delle scarpe il rumore dei loro passi cambia,
perché cambia la superficie: dalle lastre di metallo caldo e
lucido della città, si trovano ora a correre su un prato di
erba fresca e impregnata di rugiada.
Il
Dottore urla, euforico, e la sua risata sembra riempire la pianura.
Su
una delle alture una macchia blu spicca nel verde e nell'oro della
mattina, e la TARDIS ammicca leggermente nel sole, come salutandoli.
Dei
loro inseguitori non c'è più traccia. Non si
avventureranno nell'erba, non è l'habitat ideale dei robot,
umanoidi o meno che siano.
Martha
e il Dottore continuano a correre comunque, fino a raggiungere le
sporadiche macchie di fiori che, simili a tanti piccoli campanelli
colorati, tintinnano al loro passaggio.
Il
Dottore si lascia cadere all'indietro, ancora ridendo, gli occhiali
storti sul naso e i capelli scompigliati e macchiati di olio di motore.
«Questa
volta abbiamo rischiato grosso, vero? Credevo ci avrebbero fulminati
per esserci introdotti nella sala macchine. Hai visto la faccia di quel
robot di guardia quando ci ha visti?», domanda, ansimando e
ridendo forte nel tentativo di riprendere fiato.
«Faccia?
Quale faccia? Quel coso non aveva una faccia!», replica
Martha, anche lei col respiro pesante, lasciandosi cadere seduta
accanto al Dottore.
«Certo
che aveva una faccia, Martha Jones! Era la lampada blu, come hai potuto
non riconoscerla?»
«Aveva
lampadine che gli spuntavano da tutte le parti!», ribatte
lei, quasi indignata. Poi ride, e prima che lui possa lanciarsi in una
dissertazione sull'anatomia robotica, scuote la testa e lo anticipa.
«Lascia perdere, prendo per buona la tua parola, dopotutto
sei tu l'esperto, no?»
Il
Dottore sembra abbastanza lusingato da lasciar cadere l'argomento.
Martha
sorride e gli si distende accanto, il più vicino possibile,
con la guancia che quasi poggia sulla spalla di lui. Le loro mani non
sono più unite, ma sono ancora vicine abbastanza da
sfiorarsi.
Senza
stare a pensarci troppo su, Martha prende di nuovo la mano di lui nella
sua e chiude gli occhi, assaporando il profumo della sua giacca
mischiarsi a quello dell'erba, mentre il calore del sole le scalda le
guance e fa evaporare la rugiada, e mentre il cuore le batte ancora
fortissimo nel petto.
I
momenti come questi sono i più belli ma, probabilmente,
anche i più tristi. Perché in questi momenti
Martha ha il tempo di pensare. E di immaginare. E di domandare.
«Avrei
avuto una possibilità?», chiede adesso, con gli
occhi ancora chiusi. «Una sola. Se non ci fosse stata lei.
Avrei avuto almeno una possibilità?»
Se
il Dottore è sorpreso da quell'interrogativo a bruciapelo
non lo dà a vedere affatto. Le stringe un po' di
più la mano, poi si volta verso di lei. Sta ancora
sorridendo, ma i suoi occhi sono seri e, quando incontrano quelli di
Martha, non riescono a nascondere quell'ombra di tristezza che, dal
giorno in cui lei l'ha conosciuto, sembra rimanere sempre lì
in agguato.
«Oh,
Martha Jones. Tu avresti la possibilità di conquistare il
mondo, se solo lo volessi», le risponde. «Per mia
fortuna sei una di quelle persone che il mondo vogliono salvarlo e non
possederlo», aggiunge.
Martha
sorride, ma non si lascia ingannare dalla gentilezza e dalla
convinzione delle sue parole.
Può
conquistare il mondo, ma non lui. Non adesso. Non più.
È questo quello che lei sente. E fa male. Perché
le fa capire che la risposta alla sua domanda è “Sì,
certo che sì, ma che importa, ormai?” Rose
c'è stata. Rose ci sarà sempre.
Martha
torna a fissare il sole nascente e sorride con amarezza, pensando che
nessuno le ha mai insegnato a salvare mondi (non ancora, almeno), ma
salvare le persone (anche le persone impossibili come altri Dottori)
è esattamente il suo lavoro.
E
non si arrenderà solo perché non è per
nulla facile.
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