Heartless
Era passato davvero troppo tempo.
Gli anni scivolavano via, ma le vie di Konoha erano sempre
uguali, sempre le stesse. Le avevano percorse talmente tante volte da
imparare
a memoria la disposizione di quei sassi e di quelle vecchie querce,
immutabili
nella loro inviolabilità. Tutto era inevitabile, un testo
già scritto che non lasciava possibilità di
scampo. Anche
la strada che adesso stava
percorrendo, quella per l’uscita est del villaggio, era
rimasta
identica.
<< Sasuke? >>, aveva esclamato lei,
scorgendolo, e s'era fernata di botto.
La sua voce non l’aveva sorpreso, perché quella
volta lui
l’aspettava:
la sacca appoggiata a terra, segno che si trovava lì da
diversi
minuti. Era in piedi, con la schiena appoggiata a un tronco umido e le
braccia
incrociate sul petto. Teneva il capo reclinato e gli occhi semichiusi,
in un
atteggiamento facilmente equivocabile fra il pensoso e il dormiente. Ma
appena
sentì la sua voce, aprì gli occhi di scatto,
puntandoli diritti nei suoi.
Sakura lo fissava con malcelata sorpresa, ricambiando lo sguardo fisso
e
insistente di lui.
<< Tu, qui, cosa… Tu stai…
>>, balbettò incerta,
mentre si portava una mano alla bocca, le sopracciglia aggrottate sopra
gli
occhi spalancati d’apprensione.
Ben presto la consapevolezza prese posto alla confusione,
mentre un unico, limpido pensiero si faceva spazio nella sua mente, e
le
affiorava sulle labbra. Strinse la bocca in una piega severa, e i suoi
occhi
verdi e opachi si colmarono di disprezzo.
<< Di nuovo – mormorò con studiata
lentezza – Dio mio,
sta succedendo di nuovo… >>, la sua non era
una domanda.
<< Sì. >>, rispose lui.
Sakura serrò i pugni. Lo guardò, accigliata, per
lunghi
secondi. La rabbia del suo sguardo affogò
nell’apatia di quegli occhi neri.
Prese un respiro profondo, annuendo distrattamente. Per un attimo
sembrò
volesse dire qualcos’altro. Poi, semplicemente, riprese a
camminare,
superandolo: i suoi risuonavano appena sul selciato, mentre se ne
andava, senza
voltarsi.
Uno, due, tre, quattro
passi.
Sasuke non distolse un attimo gli occhi dalla sua schiena
che s’allontanava sempre di più. Aveva raccolto la
sacca da terra, ma stava
immobile, congelato dov’era.
Cinque, sei e sette.
<< Sakura. >>, la sua voce era roca ma
chiara,
perfettamente udibile.
Otto, nove e…
Lei si fermò.
Rimasero così qualche secondo. Di spalle, senza potersi
vedere.
E poi, le spalle della kunoichi incominciarono a tremare, prima
impercettibilmente, poi sempre più forte, a scatti. Il
tremore s’accompagnava a
forti sussulti e singhiozzi soffocati.
Sasuke, impulsivamente, si trovò a tendere la mano in
avanti, verso di lei, in uno scatto goffo e indeciso. Ma immediatamente
la, consapevole che ormai erano troppo lontani per toccarsi.
Sakura continuava a tremare, sommessamente. Singhiozzava. La
lacrime bagnavano il selciato, e…
Sasuke se ne accorse
solo in quel momento.
Sentì un improvviso vuoto allo stomaco, la familiare
sensazione che lo coglieva quando veniva preso di sorpresa da qualcosa
di
orribile. Sbatté gli occhi più volte, e un
sorriso storto e incredulo gli
deformò il volto, e per un attimo ebbe voglia di voltarsi e
scappare il più
lontano possibile, o nascondere il volto dalla vergogna. Questo,
perché non
c’erano lacrime sul selciato, e Sakura non stava
affatto piangendo.
Lei rideva.
Rimase così, pietrificato, la smorfia sul volto paralizzato
in un grottesco stupore. Due volte aprì la bocca per
parlare, e altrettante
volte non uscì alcun suono. Alla fine, fu lei a rompere il
silenzio.
<< Oh, scusami, Sasuke! Davvero, non voglio prendermi
gioco di te. E’ che tutto è così
assurdo, dico davvero! >>, la sua voce
era alta e squillante, allegra.
Lui si limitò a continuare a fissarla, con occhi vacui, e
lei, finalmente si voltò: il lungo riso silenzioso aveva
lasciato evidenti
tracce sul suo volto. Le guance erano arrossate, mentre le labbra
bianche erano
dischiuse in un sorriso beffardo e sfrontato. Sugli occhi che
scintillavano di
una luce maliziosa ricadevano disordinate ciocche di capelli rosa
pallido, che
le incorniciavano il volto e le ricadevano in una massa densa sulle
spalle
nude.
Sasuke, in quel momento, non poté far a meno di pensare che
non fosse mai stata così bella.
<< Non te ne sei accorto, vero? –
riprese subito lei
con voce cristallina, incurante della sua sorpresa – Ma
dopotutto, a te non è
mai importato di nulla, cosa dico mai! Sasuke, proprio non vedi come
tutto si
stia ripetendo? Esattamente qui, solo cinque anni fa, te ne andasti
via:
ora
rammenti un poco, non è vero? Io ricordo ogni particolare,
ogni
dettaglio. Tu
stavi camminando su questa stessa strada, venivi verso di me, io ti
vedevo
arrivare, ed ero esattamente dove ti trovi tu adesso, ti aspettavo con
un’ansia
tale che sarei potuta morirne! E quando alla fine tu giungesti, mi
passasti
davanti così, senza uno sguardo o una parola, e io ti
chiamai
tanto, pur di
farti fermare un secondo solo, pur di non lasciarti fuggire via
così! Ricordo
chiaramente, piansi e pregai, non è vero? Ero patetica, non
è vero? Avrei
strisciato per terra, purché tu mi guardassi, Sasuke!
L’avrei fatto! Dio mio,
ti rendi conto? Piansi per te! Oh Dio, per te! –
ripeté
queste parola con aria
divertita, soffocando a stento le risate – Ma a te non
importava,
figuriamoci,
non t’è mai importato. Mi ringraziasti,
è vero, ma
un solo grazie non basta,
quando t’avevo praticamente regalato il mio cuore,
implorandoti
di prenderlo,
senza la minima dignità: e tu lo prendesti, come
no… Oh,
Sasuke, non fare
quella faccia, è sconveniente. Comunque, dicevo che tu lo
prendesti, ma solo
per tenerlo in mano un secondo, e poi lasciarlo cadere al suolo, come
il più
inutile degli oggetto: lo distruggesti senza pietà,
lasciando
che si rompesse
in mille pezzi! E adesso, proprio come allora, te ne stai andando via,
ma è
tutto il contrario, tutto il contrario! Sto ancora ridendo, come mi
sento sciocca.
Dopotutto me l’hai sempre detto che sono stupida e,
cos’altro era, fastidiosa
no? Ma perlomeno mi parlavi, Sasuke, tu mi parlavi! Qualsiasi cosa mi
dicevii andava bene, non m'importava quanto crudele potessi essere...
Ma adesso, mi viene in mente, stavi per fare qualcosa non è
così? T'ho interrotto, scusami! >>
La foga oratoria si interuppe di botto, il volto era luminoso,
le labbra ora lucide s'erano piegate in un sorriso ampio, che
metteva in mostra una dentatura bianca e regolare.
<< E dov'é adesso, il tuo cuore?
>>, ribatté lui cupamente, dopo un'attimo di
indecisione.
<< Non saprei. Probabilmente ancora qui, da qualche parte
-
strascicò i piedi per terra, come a voler frugare tra la
sabbia,
alla ricerca d'un piccolo oggetto che fosse caduto - perchè
io
non lo raccolsi. Quel cuore, lo lasciai a marcire lì
dov'era.
>>
Sasuke si voltò bruscamente, senza però azzardare
ancora
un passo. Sakura lo guardava, le mani intrecciate dietro la schiena,
un'espressione di genuina curiosità sul volto fresco.
<< Spero tu possa essere felice, Sakura.
>>, borbottò con voce secca.
<< Non lo sarò. >>,
replicò lei con un'alzata di spalle.
<< Come fai ad esserne certa? >>
<< E' perché non ho più quel cuore.
>>
<< Lo rivorresti? >>
<< Assolutamente no! >>, sbottò
con una smorfia di forzato disgusto sui lineamenti delicati.
<< Allora, posso prenderlo io? >>, la sua
voce era esitante.
<< Non lo troverai. >>, ribatté
con sufficienza.
Sasuke non rispose, e dopo qualche secondo di prolungato silenzio,
Sakura stava per
andarsene, quando lo vide fare un gesto strano: alzò la mano
destra verso il cielo coloro inchiostro, sul quale brillavano con
chiarezza, poche e luminose, le stelle. Lui distese il palmo contro
quel
cielo, tendendo le dita ossute, per poi richiederle con forza, e
portarsi il pugno al petto.
<< Lo prendo, allora. >>,
mormorò a voce bassissima.
<< Perché, Sasuke? >>
<< Quella volta - incominciò lentamente - il
tuo cuore lo
presi perché avrei voluto che fosse il mio. Ma appena l'ebbi
tenuto in mano un momento, mi accorsi che sarebbe mai potuto essere
così: non m'apparteneva. Allora pensai di rendertelo,
perché era giusto che tu vivessi. Ma probabilmente fui
così maldestro da lasciarlo cadere. >>
<< E adesso dici di rivolerlo, così! Come se
niente fosse!
>>, la sua voce s'era fatta stridula e tremante
d'indignazione.
<< Sì. Così. >>, si
voltò a guardarla, l'ombra di un sorriso sulle labbra.
<< Sei sleale! Lo sei sempre stato! Ridammelo,
dannazione! Rendimi
ciò che mi hai preso, e m'appartiene di
diritto! Lo rivoglio, lo rivoglio poiché è mio,
mio
soltanto! >>, era rossa in volto, gridava senza posa,
pattendo i
piedi per terra come una bambina piccola.
<< Hai appena detto di non volerlo più.
>>, rispose Sasuke con voce suadente.
<< Mentivo! >>, sibilò.
<< Perché? >>
<< Perché tanto non riuscirai a trovarlo! Mai
e poi mai!
E' andato distrutto, e non c'é possibilità che
ritorni!
>>
<< Io
tornai. >>, constatò lui con voce piatta.
<< Tu ti eri solamente perduto. >>,
sbuffò innervosita, roteando gli occhi.
<< Troverò un'altro cuore, per te.
>>
<< No! Io rivoglio il mio, quello soltanto desidero! Ah,
per
quanto sia impossibile, io ancora desidero...! Ancora... Sì,
lo
rivoglio, per quanto so che non l'avrò mai. >>
<< Lo troverò, giurò che lo
troverò, Sakura!
>>, si mise anche a lui a parlare con tono accorato,
rapito,
avvicinandosi a lei con passi impazienti.
<< Questo è impossibile. >>,
rispose freddamente la ragazza, scuotendo la testa con
severità.
<< No, io... >>
<< Non posso più riavere il mio cuore indietro
- lo
interruppe - quindi, dammi il tuo, Sasuke! Dammelo! >>, i
suoi
occhi si dilatarono, e si slanciò su di lui, le mani protese
verso il suo petto. Sasuke la afferrò per i polsi, cercando
lo
sguardo di quegli occhi spalancati e folli.
<< Io non ce l'ho. >>
Il volto di Sakura, a quelle semplici parole, si fece carica della
disperazione più profonda e sincera. Incominciò a
torturarsi le mani, e agitarsi, mormorando incessantemente.
<< No, no... No, io non ti credo! Non è vero!
>>, tentò nuovamente di liberarsi dalla sua
stretta.
<< E' così, lo giuro. E' così.
>>, lui la
tratteneva senza sforzo, e continuò a farlo
finché non si
fu calmata, prostrata dal tanto urlare e tormentarsi. Tremava. Sasuke
la reggeva per le spalle, non volendo vederla cadere di nuovo.
<< Non riesco neanche a piangere, lo sai? >>
<< Io non ne sono mai stato capace. >>,
mentì lui.
<< E' colpa tua. E' solo colpa tua. >>
<< Sì, lo è. >>
Restarono qualche minuto così, appoggiati l'uno contro
l'altro,
reggendosi vicendevolmente in un equilibrio precario. Erano vicini,
eppure si toccavano a malapena, rigidi nella goffaggine di
quell'abbraccio fasullo. Sasuke teneva gli occhi fissi per terra,
mentre Sakura li aveva coperti dai capelli stopposi. Avevano il respiro
irregolare, e non si muovevano.
<< Perché sei ancora qui, Sasuke?
>>, la sua voce gracchiante lo fece sussultare.
Si staccò immediatamente da lei, senza fretta e senza
sforzo,
quasi con dolcezza: un passo indietro, e rivide quegli occhi verdi e
opachi e arrabbiati che lo fissavano. E lui si sentì
bruciare da
quello sguardo.
<< Vieni con me. >>, udì la sua
propria voce pronunciare le tre semplici parole.
<< Mai. Mai e poi mai. >>, quello di lei
era un rantolo fioco e nervoso.
<< Insieme, potremmo cercare... >>
<< Non dire cose stupide! >>,
tagliò corto, con un urlo.
<< Potremmo trovarne uno nuovo, capisci? Noi due.
>>
<< No, no! Io non ti sento tanto, non sento niente! Parla
pure,
non sento, non sento nulla! >>, esclamò
scuotendo la testa
a scatti, mentre si schiacciava i palmi delle mani sulle orecchie,
<< Ma perché non vuoi ascoltarmi?
>>, sbottò lui, al limite dell'esasperazione.
<< Non ti sento, non ti sento! Sei stupido Sasuke, troppo
stupido! Solo
uno stupido stupido stupido! E io non ascolto le cose stupide, non le
ascolto. Quindi parla ma io non ti ascolto, non ti sento!
>>,
Sasuke tentò di allentare la presa delle mani sul cranio,
senza
risultati. Continuava a muoversi convulsamente, ripetendo un ossessivo
'no, no', finché non si rannicchiò per terra e
rimase
così, ferma e in silenzio per alcuni minuti, tentando di
calmare
il suo respiro erratico.
<< Vattene via, Sasuke. >>,
piagnucolò con voce improvvisamente debole, un sibilo appena
udibile.
Alzò il volto per guardarlo, e i suoi occhi verdi erano bui
e ricolmi di cattiveria.
<< Sì. Me ne vado. >>, rispose
con un'alzata di
spalle, mentre già si stava camminando verso l'uscita del
villaggio.
<< Ma ricorda, ricordati la promessa! >>,
parlò
improvvisamente Sakura, con voce bassissima, poco più di un
sussurro confuso nella notte. Sasuke l'aveva udita perfettamente. Si
fermò di nuovo.
<< Cosa?
>>, domandò senza celare
l'incredulità nella voce.
<< La promessa, Sasuke, la promessa! - la sua voce era
concitata
e febbrile, ossessiva - Hai detto che avresti ritrovato il mio cuore,
l'hai giurato. E se non lo farai...! >>
<< Mi stai minacciando, Sakura? >>
<< Sì. >>, rispose lei
guardandolo senza batter ciglio, con un sorriso beffardo.
Sasuke ricambiò quello sguardo per un istante, una breve
frazione di tempo. Poi, un ghigno sfrontato si allargò sulle
sue
labbra sottili, scoprendo un numero impressionante di denti.
<< Lo farò, e tornerò solo quando
l'avrò
trovato, per restituirtelo. Ma non solo: ne troverò uno
anche
per me. >>
"E poi, li distruggeremo insieme. Li faremo a pezzi tutti e due, in
modo che si mischino e si confondano tra loro, e tu non possa trovare
il tuo mai, mai più. Resterai incatenata a me per sempre,
perché se il tuo cuore non posso averlo io, nessun altro
dovrà."
I suoi passi si fecero via via più distanti, confusi nel
vento
gelido che s'era alzato, e che ora soffiava. Il rumore
risuonò ancora un istante, fino a che non si estinse del
tutto.
Sakura rimase lì a guardare, fino a che la sua figura non si
dissolse completamente alle prime luci dell'alba. Pensò che
lei,
un cuore, forse s'era solo illusa di possederlo, sperando
così
di poterne rubare uno più bello, più limpido del
suo, che
trovata ricolmo solo di cose deplorevoli. Quello di Sasuke l'aveva
affascinata per ragioni da lungo tempo dimenticate. Non le era
importato, neanche quando aveva capito che lui in realtà
neanche
l'aveva. Era stata ingenua. E così, quando lui aveva tentato
di
restituirle quel cuore debole e corrotto, lei semplicemente aveva
lasciato che cadesse: e questo s'era dissolto, era svanito ancor prima
di toccare il suolo.
Sasuke si sarebbe consumato nell'attesa e nelle speranze, esattamente
come aveva fatto lei. Quel cuore non l'avrebbe trovato, semplicemente
perché non esisteva. Non che avesse importanza.
Ormai, non importava più nulla.
Fu solo in quel momento, mentre percorreva la strada verso casa (il
sole si stava alzando nel cielo bianco) che s'accorse di un buffo
particolare: non si erano neanche detti addio, al contrario di
quell'altra notte. Non un saluto, neanche il più
insignificante.
Avrebbe voluto far notare quel contrasto assurdo a Sasuke, ma lui non
c'era più. Eppure era una cosa così divertente.
Questa volta, però, Sakura non rise.
Owari
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Non chiedetemi cosa significa, perché non lo so. Non era
questo che volevo scrivere, come al solito.
La dedico a Ross perché sì (se ci può
essere un motivo lei lo sa XD)
Uhn, nient'altro da dire.
A parte che, ovviamente, è nonsense.
Ja Ne,
suzako
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