Red vortex [Asuma/Kurenai/Itachi]
Quindi eri tu
[Il fiume vorticava, forte e loro si guardavano]
L’aveva incontrata nell’alba di un giorno apparentemente lontano, accanto ad
un fiume, vicino un crocevia, l’aveva incontrata nel periodo in cui non aveva
ancora dimenticato le bellezze del mondo, se mai quel periodo c’era stato
veramente.
Lei era una strada da scegliere
[E lui era un vicolo cieco]
Una di quelle strade che ti porta via, lontano, in un posto molto diverso da
quello che avevi sempre immaginato fosse il tuo posto.
Lei aveva visto lui, ed entrambi non avevano proferito parola.
Il fiume scorreva vorticoso accanto a loro: Kurenai si allenava nelle sue
illusioni ed Itachi si limitava a guardarla.
E quella, era stata l’ultima volta
[in cui loro avevano guardato veramente].
Il fumo della sigaretta impregnava la stanza, mischiandosi all’odore forte
del sesso. Era l’alba.
[la luce, quanto la odiava a volte]
Asuma era seduto sulla sponda del letto, intento a fumare la sua ennesima
sigaretta. Kurenai a volte credeva che se gli avessero chiesto di scegliere tra
loro due, lui non avrebbe esitato nemmeno un attimo. [era tornato con le armi
e la divisa insanguinate]. E l'aveva amata. [L'aveva scopata,
il che è diverso]
Le lenzuola, erano [più] sporche [di lei].
[anche il suo sesso, sapeva di sangue]
Quando avevano finito, lei si era girata immediatamente dall’altro lato e si
era coperta in fretta il seno. La sua nudità, ad un tratto, la imbarazzava
enormemente. [esser stata sotto di lui, la schifava quasi]
La stanza sembrava riecheggiare ancora dei loro gemiti, dei loro sospiri. E
le lenzuola erano davvero così sporche, così disgustose al tatto. Non voleva,
non voleva più. L’amore non significava nulla, non il quel caso. È il corpo, non
è l’anima. L’anima vola, il piacere è un verme della terra, che striscia nella
coscienza di ognuno [e che ricerca vicoli ciechi].
E lei non l’aveva più guardato. [Avrebbe voluto togliersela quella pelle,
e andare a lavarla da quell’odore rosso]
E si odiava, e se non piangeva era perché odiava profondamente l‘evidenza
della verità.
[la luce, quanto la odiava a volte]
La verità che nel volto di lui, aveva visto un altro.
E quel volto aveva gli occhi rossi come il piacere [come un orribile
tramonto di sangue].
<< Kurenai >>
Le lenzuola l’intrappolavano, stretta. I piedi erano ancora scoperti, la
linea delle caviglie sembrava brillare alla luce del sole nascente. I capelli
come il mare di notte, sparsi disordinatamente sul cuscino.
<< Ieri sono stato in missione, con Kakashi e gli altri >>
I vestiti gettati a terra furiosamente, nemmeno fossero stati degli animali.
Lui aveva scaraventato via una lampada mentre l’aveva sdraiata sul tavolo.
Compariranno dei lividi sui fianchi, più tardi. Segni bluastri di possesso.
<< Lo abbiamo ucciso >>
Kurenai sussultò. Chi? Chi avevano ucciso?
[Il fiume vorticava, forte e loro si guardavano]
<< L’Uchiha. Itachi Uchiha >>
Ci sono delle strade che si devono prendere. Direzioni da scegliere e da
seguire fino alla fine, senza indugi.
Ci sono strade da evitare. Belle, ma tanto ingannevoli.
E ci sono strade proibite, che non si possono fare a meno di percorrere [e
loro avevano sbagliato entrambi, in fin dei conti]
I kunai infilzavano la terra, il sangue si mischiava alla pioggia. Lo
sharingan vorticava e loro tenevano gli occhi bassi. Kakashi urlava che
guardassero le gambe, solo le gambe, ma Itachi ghignava e parlava di cose che
Asuma non poteva ignorare. Erano così insidiose le sue parole, così sottili,
sembravano spilloni che gli perforavano il corpo. Crudeli, crudeli, crudeli. E
dannatamente vere.
[Lei ha guardato solo me, Asuma-sensei]
E si, ero io.
***
Totalmente diversa da come l’avevo scritta. Ho conservato solo l’inizio della
parte vecchia. Però gente, wow. Ci sono riuscita. Avevo accantonato Dancing
Leaves, e di questo me ne rammarico. Dovrò darmi da fare e produrre le
altre.
Grazie per i commenti precedenti.
Tessssora *.*, je t’aime U.U