Ed eccoci giunti alla fine. E' stata la storia più bella che io abbia mai scritto, secondo me. E' stata la storia più vera, più vicina a me, più verosimile alla mia vita.
Spero che vi siate un po' affezionati a questi due Lorenzo e Rebecca, questi due ribelli divertenti capricciosi ragazzini...
Spero che vi sia piaciuta, insomma. Vi lascio il testo di una canzone che ha a che fare un po', forse, con questa storia..
Un bacio, Keyra
Io ti ho vista già, eri in mezzo a tutte le parole che
non sei riuscita a dire mai.
Eri in mezzo a una vita che poteva andare ma
non si sapeva dove...
Ti ho vista fare giochi con lo specchio
e aver fretta di esser grande
e poi voler tornare indietro quando non si può.
Quella che non sei
quella che non sei non sei
ma io sono qua e se ti basterà
quella che non sei, non sarai
a me basterà.
C'è un posto dentro te in cui fa freddo
è il posto in cui nessuno è entrato mai
quella che non sei.
Io ti ho vista già eri in mezzo a tutte le tue scuse
senza saper per cosa.
Eri in mezzo a chi ti dice "scegli": o troia o sposa.
Ti ho vista vergognarti di tua madre
fare a pezzi il tuo cognome
sempre senza disturbare che non si sa mai.
Quella che non sei
quella che non sei non sei
ma io sono qua e se ti basterà
quella che non sei, non sarai
a me basterà.
C'è un posto dentro te che tieni spento
è il posto in cui nessuno arriva mai
quella che non sei.
Ti ho vista stare dietro a troppo rimmel
dietro un'altra acconciatura eri dietro una paura
che non lasci mai.
Quella che non sei
quella che non sei non sei
ma io sono qua e se ti basterà
quella che non sei, non sarai
a me basterà.
C'è un posto dentro te in cui fa freddo
è il posto in cui nessuno è entrato mai.
Quella che non...
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Era bella, bellissima, forse più bella ancora di quanto fosse in passato. O forse, semplicemente, ora era donna.
Aveva tagliato i capelli corti, più o meno le arrivavano sotto il lobo dell’orecchio, ma era lo stesso così terribilmente affascinante.
Gli occhi grandi – sì, quegli occhi - risaltavano ancora di più su quel viso magro e sorridente.
Quando sorrideva le si formavano piccole rughe sugli occhi e sulla fronte. Ma era sempre così irresistibilmente bella.
Mi fece vedere la sua casa, il suo giardino, alcune fotografie fatte da Leòn.
- E lui, dov’è? –
- Ora? Ora è a Parigi, per una mostra –
- Capisco –
Conobbi suo figlio, il famoso Philippe.
- Si parla molto di te in Italia, sai? – gli dissi accarezzandogli i capelli.
Lei sorrise.
Mi portò in giro per Lille.
- E così questo è il mondo in cui vivi, ora –
- Già, il mondo in cui vivo.
- E’ proprio così? Come una favola?
- Chi ha mai detto che vivo in una favola?
- ...
- ...
- Non lo so.
Il giorno prima di partire facemmo l’amore.
Facemmo l’amore per la nostra prima volta insieme, e fu la volta più bella della mia vita.
Ci mettemmo così tanto sentimento da rimaner stupiti, stupiti di tutto quell’amore represso per anni scatenato all’improvviso.
Mentre facevamo l’amore quegli occhi scuri continuavano a fissarmi sorridendo.
Quegli occhi, capite?
Quegli occhi in cui ti ci potevi specchiare, se volevi.
Quegli occhi morbidi,
e così dolci. Così dolci.
Fu l’unica.
L’unica donna che amai, nella mia vita.
- Cosa faremo ora? –
- Torneremo a vivere come sempre.. Tu in Italia e io qui, a Lille –
- Non posso vivere senza di te.. Non ci riesco.
- ...
- ...
- La sai una cosa?
- No..
- .. Ti amo.
- Anch’io.
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