Emily Dikins
si svegliò di soprassalto. Aveva fatto di nuovo quel sogno.
Un giovane uomo e una ragazza le si
avvicinavano, e le dicevano di stare con loro.
Ricordava di sfuggita quei due. Avevano concluso Hogwarts
tre anni prima, dopo la morte di Cedric Diggory e il ritorno di Voldemort. Non riusciva ancora a
concepire che quell’essere orribile fosse suo padre. Era impossibile.
Eppure era così, e Tyberius Avery e Rebecca Nott, così si
chiamavano i due ragazzi, ogni notte le facevano visita, dicendole di passare
dalla loro parte.
Non sapeva se quei due fossero diventati
Mangiamorte, anche se la probabilità era altissima, ma era spaventata da quei
sogni. Era come se entrassero davvero nei suoi sogni, come se… come se
volessero davvero portarla via. Voleva solo saperne di più riguardo quei due.
Sapere perché entravano ogni notte nei suoi sogni, perché le chiedevano di
passare dalla loro parte. E perché non riusciva a non sentirsi attratta da loro
e da quello che facevano.
Emily si alzò piano dal letto.
Sapeva che, non appena fosse scesa in Sala Comune, Harry le sarebbe saltato
addosso come ogni giorno. Sì, il suo più grande sogno si era realizzato,
mettersi con Harry Potter. Ma quella mattina non aveva voglia di vederlo, né
lui, né nessun altro.
Si scostò un ciuffo dei suoi lunghi capelli biondi dalla
faccia e guardò l’orologio che era sul suo comodino. Con gioia si accorse che
era ancora presto. Sicuramente Harry stava ancora dormendo. Perciò, decise di
andare a cercare tra gli archivi della scuola. Grazie all’aiuto di Harry era
riuscita a scoprire che si trovavano in una stanza attigua a quella dei trofei.
Lì, sicuramente, avrebbe trovato informazioni su Tyberius Avery e Rebecca Nott.
Scese di corsa dal letto, si infilò veloce la divisa e corse giù in Sala Comune.
I pensieri nella sua testa si affollavano, mentre correva veloce giù per le
scale della Torre. Chissà cosa avrebbe scoperto negli archivi della scuola. Non
stava più nella pelle. Correva veloce per i corridoi della scuola, quando, ad
un tratto, si scontrò con qualcosa, o meglio, qualcuno.
“Emily!!!
Ma che ci fai in giro per la scuola a quest’ora?”
Emily, un po’ stordita dalla
botta, non riconobbe subito la voce, ma poi si accorse, dalla grossa stazza che
si trovava davanti, che aveva sbattuto contro un suo compagno di casa, Neville Paciock.
“Ehi, ciao Neville!” Emily era
nervosa, non sapeva come giustificarsi. Di solito lei era una dormigliona,
sempre l’ultima a svegliarsi.
“Emy, tutto a posto? Qualche problema con Harry?” Ancora
Potter, ancora lui che la perseguitava.
“NO, HARRY NON C’ENTRA UN BEL NIENTE, ANZI, SAI COSA TI DICO?! CHE è SOLO UN GRAN COGLIONE ROMPIPALLE!” E’ quello che avrebbe voluto urlare in faccia a Neville. Non sopportava
che tutti la legassero così tanto a lui. Lei aveva
anche una sua vita privata, dove lui non era contemplato.
“No, Neville, tranquillo. Ieri sera si vede che ho mangiato
troppa torta, sai quanto sono golosa, e non ho digerito bene. Non ho chiuso occhio tutta la notte, quindi ho preferito venire a fare una
passeggiata!” Con un sorriso tirato sulla faccia decise che quella era forse la
scusa migliore. Sembrare davanti a tutti sempre la solita piccola e dolce Emily. Anche se in verità dentro di lei c’era qualcosa che
stava cambiando, lo sentiva.
“Come al solito, Emy , non sai
proprio controllarti eh?” E Neville scoppiò in una sonora risata.
“Allora cosa dico a Harry? Se non ti vede in Sala Comune si
preoccuperà!”
“Digli semplicemente che ci vediamo in Sala Grande, ok?”
Rispose Emily con dolcezza, anche se in quel momento
lo avrebbe mandato a quel paese volentieri… le stava facendo perdere tempo
prezioso.
“Va bene.”
Emy non aspettò neanche la fine di quelle parole che aveva
già ripreso a correre per i corridoi. Doveva arrivare alla sua meta il prima
possibile, aveva già perso troppo tempo.
Nello stesso momento, a molti chilometri di distanza, tre
persone stavano complottando. In un qualche modo, erano riusciti ad entrare nei
sogni di quella ragazzina, ora mancava solo una cosa…
“Dobbiamo convincerla a mollare Potter.” Una ragazza dai
lunghi capelli neri prese la
parola. Non era molto bella, sicuramente non attirava
l’attenzione se la si vedeva in mezzo alla strada. Era
la persona perfetta per il loro piano.
“Facile a dirlo, Rebecca… quella non lo mollerebbe mai.” Un altro ragazzo, suo coetaneo, la interruppe. Aveva
uno sguardo gelido, due occhi chiarissimi che era impossibile dimenticare.
“Beh, ma se non ci proviamo, almeno in sogno… lo sai che
finché sta con Potter non riusciremo mai a convincerla.”
“Un modo ci sarebbe!” Il terzo finalmente era entrato nella
conversazione. Era un uomo molto più grande degli
altri due. Aveva lunghi capelli biondi, quasi bianchi e due profondi occhi
grigi. La sua voce era elegante quasi quanto il suo modo di comportarsi.
“Sì, Signor Malfoy? Come?” I due avevano un’aria di terrore
nel guardarlo. Lui era uno dei più fedeli e potenti seguaci del Signore Oscuro.
“Devo ricordarvi che mio figlio Draco frequenta il suo
stesso anno? Col vostro metodo dei sogni, siete riusciti a fare qualcosa, ma
bisogna passare ai fatti, non solo alle parole.”
“E cioè?” Il ragazzo prese la parola.
“E cioè, Tyberius, spingeremo Draco a portarla dalla nostra
parte…”
Tyberius e Rebecca si guardarono. Come avevano fatto a non
pensarci, prima? Lucius Malfoy aveva ragione. Bastava parlare con Draco, e
spiegargli cosa doveva fare. E il momento ideale sarebbe stato la settimana
dopo, quando i ragazzi di Hogwarts avevano la loro prima uscita a Hogsmeade.
Emily, intanto, correva
all’impazzata verso l’archivio. Scendeva e saliva scale come una furia. Non
guardava neanche chi e cosa si trovava davanti. Era arrivata all’ultimo
corridoio finalmente, svoltato l’angolo sarebbe arrivata alla sala dei trofei e,
dunque, all’archivio. Purtroppo non andò tutto secondo i suoi piani. Svoltato
l’angolo si ritrovò per terra.
“Ma che cavolo ho preso… un bisonte?!”
Alzò gli occhi e si accorse di non aver sbattuto contro un bisonte, ma ancora
peggio. Contro due serpi. Si trovava davanti a Draco Malfoy e alla sua viscida
e presunta fidanzatina Pansy Parkinson.
“Dikins, che fai… scappi da
Potter?” La serpe aveva già punto con la sua linguaccia. E quella stupida della
sua compagna non faceva altro che ridacchiare come un’oca. Il sedere le faceva
un male cane, ma non doveva fare l’errore di dimostrarsi debole davanti ai
Serpeverde. Mai fare questo errore. Così si alzò stringendo i denti.
“Oh, ma guarda che brutti incontri si posso fare di prima
mattina!” La sua lingua non era da meno di quella di Malfoy.
“Stessa cosa vale per noi!” Ecco, l’insulsa Parkinson aveva
pronunciato le sue parole. Com’era inutile quella ragazza, faceva quasi pena.
Sempre attaccata a Malfoy, ma come faceva a non accorgersi che di lei non
gliene fregava niente? Le voci a scuola correvano veloci e tutti sapevano di
Malfoy e di tutte le ragazze che si portava a letto, una diversa ogni notte.
“Mi spiace di avervi rovinato la mattina, ma io adesso ho
cose più importanti da fare… con permesso…” così Emily
si fece spazio tra le due serpi e se ne andò senza neanche degnarle di uno
sguardo.
L’archivio di Hogwarts era una stanza enorme, piena di
scaffali. I nomi degli studenti erano divisi in ordine alfabetico, quindi per Emily non sarebbe stato difficile trovare le schede di
Avery e della Nott.
Iniziò da lui. Non le ci volle molto, a trovare Avery,
Tyberius.
Non aveva bisogno della descrizione fisica del ragazzo,
visto che lo incontrava ogni notte, nei suoi sogni. Alto, quasi scheletrico,
con quei capelli castano scuro e quegli occhi verde chiarissimo, come non ne
aveva mai visti. Le piacevano i suoi occhi, quando lo vedeva si sentiva
stranamente attratta da lui.
Iniziò a sfogliare la sua scheda. Era a Serpeverde, già di questo ne era allarmata. Non portava niente di buono, la
casa di Serpeverde. Bastava vedere Malfoy.
Emily continuava a leggere. Si
ritrovava ancora più attratta da questo ragazzo, nonostante sapesse chi era.
Andava bene a scuola, ma quello lo sapeva già. Ancora adesso, il professor Piton amava parlare di quanto il carissimo Avery era bravo
a scuola, soprattutto in Pozioni, e di quanto lei e Harry erano negati.
La ragazza sorrise. Avrebbe voluto conoscere meglio quel
ragazzo. Ricordava ancora quando lo vedeva in giro per
Hogwarts, sempre insieme alla Nott, che nient’altro era che la sorella di
Theodore Nott, un ragazzo del suo anno sempre chiuso e schivo, e un gruppetto
di altri Serpeverde che, secondo lei, non avrebbero fatto niente della loro
vita.
Rebecca Nott, del resto, nient’altro era che quella che
tutti avevano spacciato per sua ragazza. Non molto alta, magrissima, con i capelli
neri e gli occhi castani, era l’unica ragazza che Tyberius frequentava, ma
nessuno sapeva se fosse o no la sua fidanzata. Dava solo segno di esserlo.
“Niente… non c’è niente!” La ragazza chiuse le schede dei
due con forza, convinta che ci sarebbe dovuto essere
qualcosa. Voleva sapere tutto di quei due, ma non aveva trovato nulla.
Scoraggiata, uscì dall’archivio, dirigendosi in Sala Grande.
**************************************************************************
Salve a tutti! Questa fic nasce dall’unione di due menti
malate come le nostre XD come vi sembra? Ce lo
lasciate un commentino positivo o negativo?
Le due pazze babyblue e _olly_