CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -
Era una fredda sera di gennaio del 1933,quando il venticinquenne Franz
Schroder arrivò davanti alla clinica di igiene mentale St.Marie.
L'autista che l'accompagnò,lo lasciò esattamente davanti al cancello
dell'istituto,una costruzione rozza e fredda a tre piani,circondata su tre lati
da un enorme parco.Il giovane,sorpassata la cancellata principale,si diresse
lungo un vialetto sterrato che portava al portone principale del palazzo.Battuti
due colpi alla porta non ebbe risposta.Altri due colpi e finalmente un ometto
sulla sessantina gli aprì,borbattando chiassosamente:
"Chi è?"
"Buonasera,il mio nome è Franz Schroder,sono il nuovo dottore"asserì il
giovane.
"Entri" sussurò il vecchio custode con aria scocciata.Franz si accomodò
nell'atrio,una grande stanza semi buia e sterile,le mura grigie e
spente."Aspetti qui,le chiamo il direttore"
Il ragazzo si sedette su una sedia magra e sgualcita di un tenue color
porpora.
Iniziando ad osservare l'ambiente che lo circondava,gli tornarono alla mente
molti ricordi.Giusto quell'estate si era laureato col massimo dei voti alla
facoltà di medicina,con le lodi del direttore e dei sui professori ed ora era
stato assegnato a questo istituto,come primo incarico.Era stato infatti un suo
professore a segnalarlo alla clinica fornendo per lui ottime referenze al
direttore del manicomio.Lo stesso direttore che adesso il ragazzo stava per
conoscere.
"Buonasera,lei deve essere il signor Schroder!Io sono Ferdinand Goebel,il
direttore della clinica"
Franz si alzò di scatto e tra i due ci fu uno scambio di formalità,come di
solito avviene tra un datore di lavoro e un neo-impiegato.
"La prego di seguirmi,le vorrei mostrare l'istituto"disse l'uomo.
Il signor Goebel era un uomo di circa cinquant'anni,capelli neri,un po' radi
sulla nuca.Aveva l'aria di chi sapeva fare il proprio lavoro,ma in giro si
sapeva che era una persona molto arrogante e che non vedeva l'ora di mollare
quell'insulso impiego che si ritrovava,per ambire a cariche più alte.
I due uomini uscirono dall'atrio e iniziarono a salire una lunga scala.
"In questa clinica vi sono tre piani:Il primo ospita la mensa e lo spazio
ricreativo per i malati,il secondo è occupato dalle loro camere e il terzo
ospita il mio ufficio e le stanze da letto per i dipendenti"disse il
direttore.Poi continuò:
"Saliamo al terzo piano,le mostrerò la sua stanza".E così fecero.
Era una camera spoglia:giusto un letto,un armadio e una piccola
scrivania.Vicino al letto vi era una grande finestra che dava sul parco,semi
nascosta da una grossa e pesante tenda grigia.Nell'insieme quella camera dava
una forte sensazione di oppressione e malinconia.
Dopo aver poggiato i propri bagagli,Franz fu condotto a fare un giro più
dettagliato dell'edificio.Ad un certo punto della visita il signor Goebel si
fermò e disse:"Signor Schroder,da ora in poi comincia il suo lavoro".
Il ragazzo lo guardò con aria sorpresa:"In che senso?"
"Il suo primo incarico sarà di occuparsi del paziente n°205,che alloggia
nella stanza che adesso le mostrerò"poi riprese:"Sarà sua premura fargli visita
ogni giorno e annotare ogni suo comportamento.Alla fine di ogni mese dovrò
trovare sulla mia scrivania un resoconto dettagliato della salute mentale del
paziente!"Franz rimase estrefatto,non erano passate neanche due ore dal suo
arrivo e già gli mettevano in mano un malato...un impeto di ansia lo assalì.
I due si inoltrarono lungo uno stretto corridoio deserto e silenzioso,tutto
sommato abbastanza inquietante.Improvvisamente un urlo rieccheggiò nell'aria.Non
sembrava un urlo umano,bensì quello di una bestia furiosa.Il direttore freddo e
impassibile si fermò davanti ad una porta,con inciso rozzamente un
numero:205.
La aprì.
Davanti agli occhi di entrambi gli uomini si mostrò uno spettacolo pietoso.Un
gruppo di tre infermieri cercava disperatamente di tener fermo un ragazzino di
circa sedici anni con lunghi e disordinati capelli neri,gli occhi penetranti
come quelli di un corvo,che si dimenava nel letto,lanciando grida cariche di
rabbia.
Franz indietreggiò per lo spavento,poi riprese un po' le forze e si fece
avanti nel tentativo di aiutare i tre uomini ad ammansire quella bestia
furiosa.Prese un braccio del ragazzo intimandolo di calmarsi,e come tutta
risposta ebbe uno spintone ed un morso alla mano.Il direttore estrasse un
astuccio nero dalla tasca della propria giacca da cui prese una fialetta e una
siringa.Gli infermieri che ormai erano riusciti a tener testa al ragazzino,lo
aiutarono a fare l'igniezione.A quel punto il ragazzo si calmò e si lasciò
andare sul letto;chiuse gli occhi e si addormentò.In un angolo il povero
Franz,con una mano sanguinante era rimasto senza fiato per lo shock.
"Non si spaventi signor Schroder"iniziò il direttore"Questo è niente,la
aspettano giorni molto più emozionanti alla clinica!"
Il ragazzo accennò un debole sorriso,poi si guardò la mano.Uno degli
infermieri gli si avvicinò:"Va tutto bene?"gli prese la mano e la guardò:"Non si
preoccupi,è una ferita superficiale!".
Dopo essere stato medicato,a Franz fu concesso di congedarsi.Chiese ad un
inserviente di poter consumare la cena nella propria stanza.E così fu.Appena
terminato di mangiare,si stese sul letto e cadde in un sonno profondo.I suoi
sogni furono un po' turbolenti,perchè si girò nel letto tutta la notte.Poi,verso
le quattro del mattino finalmente si calmò.