Pazzia.

di Yami sama
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Inferiore.
 
Mio fratello era il primo.
Non ero mai riuscito ha batterlo.
 
Inferiore.
 
Anche a corte venivo schernito.
Rasiel invece era venerato.
 
Inferiore.
 
I nostri genitori continuavano a paragonarci.
Per loro ero a malapena la ruota di scorta.
 
Inferiore.
 
La sera in solitudine piangevo il mio dolore.
Ero solo e sempre lo sarei stato.
 
Inferiore.
 
Non lo ero più finalmente. Non c’era più nessuno.
Impregnato del sangue di quegli estranei il Principe era rinato.
 
 
 
 
Entro nella mia stanza sbattendo la porta.
Abbiamo vinto.
Byakuran è morto.
Ma non mi importa.
Lui era vivo.
Rasiel era vivo.
Il boss l’ha ucciso ma se mi guardo allo specchio lo vedo.
Paura.
Mi ha sempre fatto paura.
Essendo migliore di me.
Avendo dovuto ricorrere ad un sotterfugio per “ucciderlo” non ho fatto altro che dimostrare la mia inferiorità.
E non ha nemmeno funzionato.
Mi sento debole.
SONO debole.
Inferiore.
Quella maledetta parola non mi è mai sembrata così vera.
Non ci sono specchi nella mia stanza.
Non voglio vedermi così uguale e al contempo così diverso.
Mi copro sempre gli occhi con la frangia.
Non voglio che gli altri vedano la mia tristezza.
Mi tocco le guance.
Bagnate.
Sto piangendo?
Da quanto non piangevo?
Da quanto tempo sono…
Solo?
Da sempre.
All’improvviso due braccia mi cingono la vita.
Sento un piacevole profumo di menta.
-Sempai-
-Fran- 
Perché è qui?
Vuole divertirsi a schernirmi?
-Suo fratello si è schierato con il più forte per sopravvivere, lei non si sarebbe mai abbassato a tanto- 
È un sussurro il suo.
Ma è come se avesse urlato.
Ha ragione.
E in fondo non sono solo.
Mi abbandono a quell’abbraccio e sorrido a quel calore.




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