Tra proiettili e lame affilate.

di Aiko Aislinn Jane
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Buio. Freddo. Male. Dolore. Un dolore bruciante. Sasuke abbassò lo sguardo sulla ferita al braccio, dove la pallottola l’aveva sfiorato, strappando la manica della camicia bianca e portandosi via un pezzetto di carne. Il braccio sanguinava copiosamente e la macchia rossa andava allargandosi, impregnando la stoffa. Il sibilo nell’aria lo fece scansare in tempo per evitare la lama che passò sopra la sua testa falciando alcuni dei suoi capelli scuri. Tirò un calcio all’indietro con tutta la forza che riuscì e colpì Naruto in pieno petto, scaraventandolo contro le pietre poco distanti con un tonfo sordo. Pezzi di sassi rotolarono a terra. Sasuke si concesse un istante per prendere fiato, poi partì all’attacco prima che Naruto potesse riprendere l’ossigeno che lui gli aveva fatto sputare con quel colpo al diaframma. Impugnò più saldamente la spada e si avvicinò al suo ex compagno di squadra, trascinando un po’ i piedi. Lo guardò con un odio bruciante negli occhi, impugnò la spada a due mani e la sollevò sopra la testa, preparandosi a infliggergli il colpo finale. In quell’istante le palpebre di Naruto si sollevarono appena, scoprendo gli occhi velati che vi si nascondevano dietro. Un espressione di dolore passò sul suo viso. Le braccia di Sasuke scattarono verso il basso con una frazione di secondo di ritardo e la lunga lama calò sul posto vuoto lasciato dal corpo di Naruto, proprio mentre la pallottola gli attraversava un fianco. Sasuke crollò sulle ginocchia e strinse la presa sulla spada conficcata a terra per reggersi; si portò una mano al fianco sinistro e poi davanti agli occhi, restando scocciato e orripilato alla vista del suo sangue. Tossì e sputò altro sangue mentre sentiva le forze scemare; il tentativo di utilizzare lo sharingan fu vano e servì solo ad azzerare del tutto il suo chakra. Anche Naruto sembrava accusare la stanchezza, mentre gli si avvicinava con la colt in una mano e il pugnale nell’altra, trascinando a stento la gamba destra, ferita e sanguinante. Il biondo cercò di sollevare di nuovo la pistola, ma sembrava essere diventata troppo pesante. Fece un altro passo stentato, poi cadde al suolo col ginocchio ferito, strappando la tuta. Un altro po’ di sangue contornò le pietre scure. Incapace di rialzarsi, Naruto lanciò a Sasuke uno sguardo pieno di ogni cosa, rabbia, tristezza, sofferenza. Poi, con un gesto lento, sollevò il braccio e prese l’altra pistola che portava al fianco, imitato da Sasuke, che estrasse la sua Magnum. Un altro sguardo, cripticamente ricambiato dall’Uchiha. Quasi di comune accordo, puntarono le due armi l’uno contro l’altro, al cuore, prendendo bene le mira. Un ultimo sguardo e premettero il grilletto.

 

***

 

Ma Uchiha Sasuke non poteva morire così. Con un ultimo immane sforzo di volontà, attivò il Mangekyou Sharingan e richiamò il suo Susano’o, che gli evitò la morte deviando la pallottola. Rivolse un sorriso sprezzante al ragazzo morente di fronte a lui, che lo guardava con tristezza e incomprensione, accusandolo con gli occhi. Mentre i residui del Susano’o sparivano, Sasuke crollò a terra su un fianco mentre Naruto cadeva in avanti. I loro corpi toccarono terra assieme provocando un cupo tonfo.

 

***                                                                                                           

 

Guardò il suo corpo privo di vita e lo girò con un calcio.

«Sembra proprio che non sarai tu il prossimo Hokage» mormorò sprezzante all’ex compagno morto, asciugandosi il sangue dalle labbra. Sollevò la spada e la conficcò nel petto di Naruto, che stavolta non fuggì proprio da nessuna parte. Una risata cattiva, quasi isterica, lasciò le sue labbra, andando a colmare il silenzio di quel luogo vuoto e desolato. In quel momento un gemito di dolore stroncò il suo riso di vittoria. Abbassò lo sguardo sul suo petto, trapassato da un lungo pugnale, la cui elsa gli si era fermata tra le scapole. Il suo momento di vittoria crollò a terra assieme a lui, scrigno vuoto di una vita sprecata per la vendetta.





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