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Capitolo
1: L’inizio
Volo
per la Germania, una ragazza stava seduta tranquillamente, mentre molti attorno
a lei si voltavano a guardarla, senza reprimere un giudizio a bassa voce. Tutto
perché lei era diversa da loro.
Niente vestiti eleganti, niente tailleur. No, era l’opposto
in realtà…
Indossava una maglietta dei Metallica, con un paio di
jeans neri strappati in più punti, le All Star piene di disegni e colorate in
modi impossibili, anelli particolari, gotici, in realtà, smalto nero e matita.
Gli adulti attorno a lei l’avevano già classificata come “sbagliata”.
Lei continuava ad ignorarli, d’altronde, l’esperienza d’ignorare
le persone non le mancava. Da quando aveva cominciato a vestire in un certo
modo ed ascoltare certa musica tutti la criticavano.
Anche molti “amici” si erano allontanati da lei per
questo, quindi si era creata un muro tra sé ed il resto del mondo. Continuava
ad ascoltare la musica proveniente dal suo mp3.
Stava andando 3 mesi a casa della nonna, una donna
insopportabile, che ogni volta che si vedevano cercava di cambiare qualcosa di
lei, che fossero i vestiti, la musica o semplicemente il suo modo di vivere.
L’unica cosa che poteva consolarla in quel momento era la
musica.
In un’altra classe dell’aereo, precisamente la prima,
altri 2 ragazzi affrontavano la stessa realtà della ragazza. Una realtà fatta
di sguardi carichi di significati.
Erano due fratelli, due gemelli, che tornavano a casa. Uno
diverso dall’altro, con due stili completamente diversi.
Uno aveva i rasta e aveva vestiti larghissimi, l’altro
invece aveva dei vestiti attillati ed uno stile tutto particolare, tutto suo.
Aeroporto.
Finalmente volo terminato pensò Karìn, mentre prelevava la sua valigia.
Aveva voglia di fumare una sigaretta, ma lì dentro
ovviamente non si poteva.
Se esco non incrocio Helena…ma chissene!
Helena era la nonna della ragazza ed in quel momento era l’unica
persona che non voleva incontrare…ma doveva venire a prenderla.
La ragazza uscì dall’edificio e si sedette sulla valigia.
Prese il pacchetto di sigarette e l’accendino appena acquistati all’interno e cercò
di accendersene una.
Ma che culo, ho beccato l’unico accendino che non
funziona, evvvai! E accenditi, stupido idiota!!!
Voltandosi, cercò qualcuno a cui chiedere di accendere e
vide lì accanto un ragazzo che fumava.
- “Scusa, hai da accendere?” – chiese
Il ragazzo la guardò un istante e finalmente tirò fuori l’accendino.
La ragazza accese la sigaretta ed si concesse un leggero
sospiro. Erano 3 ore che aspettava quel momento. Allora ridiede l’accendino al
legittimo proprietario e si andò a sedere sulla sua valigia, in attesa della
nonna.
Il ragazzo dell’ accendino rimase a fissarla ancora un po’,
dopo che si fu allontanata, finché non vide ricomparire il fratello, che era
andato in bagno poco prima.
-“Chi stai fissando tanto intensamente?” – chiese il
ragazzo, vedendo il fratello completamente assente.
-“Bo, una tipa.”
-“E figurati se non era una ragazza!”
-“Ma che vuoi Bill? Mica mi metto a fissare i ragazzi!” –
replicò un po’ annoiato il rastaro.
-“Scusa tanto! Be, andiamo? Gustav e Georg ci aspettano in
macchina.”
Annuì e s’incamminò con Bill, voltandosi però un’ultima
volta a guardare la ragazza.
Prima di girare l’angolo vide che si era alzata e stava
parlando con un’anziana donna.
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