Speziell Ferien
Un alto giorno come
tanti in una piccola isola del Mediterraneo.
Per quattro ragazzi di
una rock-band tedesca all’apice del loro successo è il primo giorno di meritato
riposo.
Per una ragazza normale,
fan di una rock-band tedesca di massimo successo, è invece un giorno speciale …
***
Prologo.
Un lussuoso yacht solca
il mare con tranquillità, ondeggiando solo leggermente, ma quel tanto che basta
perché un membro dell’equipaggio a bordo si precipiti verso poppa a riversare
la colazione da poco mandata giù tra la spuma bianca della scia che l’imbarcazione
si lascia alle spalle.
«Gustav, sei
impossibile! Soffri il mal di mare con una calma piatta come questa?!» lo prende in giro un diciassettenne da sotto la
visiera del suo cappellino che imprigiona una lunga coda di dread biondi. «Se fossimo nel mezzo di una tempesta cosa faresti??»
Il giovane non gli
risponde, troppo impegnato a cercare di trattenere invano un secondo conato.
Il biondo ridacchia
divertito, ma viene subito ripreso da un colpetto sul braccio da parte di una
mano ben curata, dalle unghie nere con un’ impeccabile french.
«Piantala, Tom. Non è
colpa sua se sta male.»
Bill, il gemello del
rastaro, prende subito le parti del più debole, come al solito. Tom si limita a
sbuffare, poi tira fuori da una delle tante tasche dei jeans extralarge l’ipod
e si immerge in un mondo di hip-hop sconosciuto al fratello, che invece
nasconde il viso dietro una rivista di gossip.
Georg, il più grande
della compagnia, smette di sorseggiare un succo di frutta e gli chiede se ci
sia scritto qualcosa di interessante.
«Bah! La solita
robaccia.» risponde Bill con un’alzata
di spalle. «Pensano che la sconosciuta
con cui Tom si strusciava ubriaco fradicio alla festa dell’altra notte sia la
sua nuova fiamma … che io sia gay - un po’ ripetitivi, non trovi? - … uhm,
qui dicono perfino che il nostro gruppo si è sciolto … bah!» ripete, chiudendo con malagrazia la rivista e
gettandola su un tavolino, per poi afferrarne un’altra.
«Oh, qui ci fanno i
complimenti! Ci descrivono come la “miglior rock-band emergente degli ultimi
anni, capace di trasmettere emozioni uniche e di affascinare milioni di fans,
nonostante - o forse proprio per questo - la
giovane età dei componenti”.» cita
soddisfatto, recitando la voce di un cronista. Con un sorriso a trentadue
denti, continua tra sé la lettura, commentando ogni tanto ad alta voce qualche
passo. Ormai però l’attenzione di Georg è stata catturata da Tom, che con l’ipod
in mano si è alzato e ha iniziato a ballare in modo decisamente buffo sul ponte
dell’imbarcazione.
Il suo piccolo show
personale viene interrotto da una voce che annuncia che sono quasi arrivati
alla loro meta.
«Wow, quella è l’Isola d’Elba?» chiede Gustav, appena ripresosi dall’aver
rigettato tutta la sua colazione, fissando il pezzo di terra che si vede all’orizzonte.
«Già. Però, sembra un
bel posto!» commenta Bill.
«Vacanze mie, eccomi! Ci
saranno discoteche su quell’isola??» è
-
ovviamente -la prima domanda di Tom. Suo fratello alza gli
occhi al cielo, imitato da tutti gli altri, poi ognuno torna alla sua
precedente occupazione, pensando già ai giorni di assoluto riposo che li
aspettano.
hbag
Il vecchio traghetto
della compagnia Moby Lines affronta rumorosamente il mare, sputacchiando fumo
grigio in direzione dei poveri passeggeri che hanno trovato posto sulle panche
di poppa.
In un angolino inondato
dal sole, le cuffie dell’ipod ben assicurate alle orecchie, una ragazza dai
lisci capelli castani canticchia tra sé una delle sue canzoni preferite.
«Ich schrei
in die Nacht für Dich, lass mich nicht im Stich, spring nicht. Die lichter
fangen Dich nicht, sie betrügen Dich. Spring nicht …»
D’un tratto, qualcosa si
frappone tra lei e i raggi del sole, così apre gli occhi infastidita per vedere
chi si sia permesso di interrompere il suo “bagno di luce”.
«Ehi!» esclama in direzione di sua madre, che per tutta
risposta non si muove di un centimetro, ma invece la informa:
«Siamo quasi arrivati,
Isabel. Preparati, che tra poco andiamo a recuperare l’auto di sotto.»
Detto questo, finalmente
le permette di tornare a godersi il calore del sole. Finita la canzone, con un
sospiro Isabel spegne l’ipod, vi avvolge le cuffie attorno, lo riposa nel suo
zainetto e si alza. Dà un’occhiata all’isola a cui si stanno avvicinando, e
trae un profondo respiro.
«Isola d’Elba, sto
tornando.» mormora tra sé, poi,
tirando giù la canotta nera che aveva sollevato per prendere il sole, copre il
suo nuovo piercing all’ombelico e si volta, avviandosi verso l’interno del
traghetto.
Terminate le manovre di
attracco, il portellone di prua del traghetto si abbassa per permettere alle
auto di uscire. Dopo un paio di furgoni da carico, una Volkswagen Golf nera
posa finalmente le ruote sul molo di Portoferraio e si avvia verso il centro
dell’isola. Isabel allunga una mano verso il cruscotto e accende la radio. Riconosce
immediatamente il pezzo che stanno trasmettendo, e non può fare a meno di
sorridere e cantare ad alta voce:
«I know I
have to find you now, can hear your name, I don't know how. Why can't we make
this darkness feel like home? ... Running through the monsoon, beyond the
world, to the end of time, where the rain won't hurt …!»
«Ancora?!» esclama sua madre esasperata, riconoscendo il
ritornello. «Ma non ti stancherai mai
di ascoltare questa canzone?» le
chiede, segretamente speranzosa. Isabel spalanca gli occhi incredula.
«Stai scherzando, vero?
Non mi stancherò mai di una canzone dei Tokio Hotel!» e con questa risposta, alza ancora un po’ il
volume e continua a cantare, incurante degli occhi della madre che si sono
alzati al cielo.
Dopo nemmeno quaranta minuti, hanno raggiunto la loro piccola villetta,
comprata qualche anno prima.
Scaricano i bagagli dall’auto,
e Isabel porta la sua valigia nella sua camera. La lascia sul pavimento, vicino
alla porta, poi si abbandona sul letto a braccia aperte.
Sospira.
«Prepariamoci a tre
settimane di noia mortale …» commenta
tra sé, poi volge lo sguardo alla parete alla sua destra.
«Fortuna che almeno ci
siete voi.» sussurra, fissando un
poster che ritrae quattro giovani ragazzi vicino ai loro strumenti, e un
sorriso, seppur debole, le compare sulle labbra.
hbag
Lo yacht ha finalmente
attraccato in una delle tante insenature dell’Isola. Un paio di guardie del
corpo è già sceso a terra portando con sé i bagagli dei quattro giovani
artisti, e sta aspettando che anche loro siano pronti per scortarli alla loro
nuova villeggiatura.
Gustav è il primo a
scendere dalla barca, e dalla sua faccia si direbbe ci manchi poco perché si
pieghi a baciare il terreno. Bill e Tom lo seguono, quest’ultimo senza riuscire
a trattenere le risate, e infine anche Georg sbarca, guardandosi intorno e
ammirando il paesaggio.
Un’auto dai finestrini
oscurati, arrivata da chissà dove, li sta attendendo a pochi metri da lì. Vi salgono,
e in meno di mezz’ora eccoli di fronte ad una villa su un versante di una
scogliera. Tom è il primo a lodarla:
«Wow! Adoro essere
famoso!» esclama, fissando rapito la
facciata bianca piena di ampie vetrate, tutte vista mare, e qualche metro di
una piscina ben più grande nascosta nel giardinetto dietro l’angolo. Anche sul
viso degli altri è comparso un sorriso soddisfatto, che si allarga una volta
entrati in casa, alla vista dell’ampio salotto, delle comode poltrone, dell’impianto
digitale da urlo, e di tutte le altre comodità che offre loro quell’abitazione.
«Sapete una cosa? Credo
proprio che me la comprerò.» afferma
Bill, fissando adorante la vasca idromassaggio al centro dell’immenso bagno.
«Ah, no, c’ero prima io!» protesta Tom, saltando addosso al fratello.
«Ehi, questa casa è mia!
Me la prendo io!» esclama Gustav,
unendosi alla lotta.
«Be’, tra i tre
litiganti … il quarto gode!» afferma
Georg, e con un’alzata di spalle si lancia nella mischia. I quattro ragazzi
finiscono su un divano, fanno cadere i cuscini, ridono a crepapelle ingaggiando
una lotta dove le piume iniziano a volare da ogni parte …
La loro vacanza è
iniziata.
NdA. Nuova ff a più capitoli sui Tokio Hotel! Ho scelto
l’Isola d’Elba come meta dei nostri idoli perchè adoro quel posto, e perché è
spesso visitato da personaggi famosi, quindi mi sembrava appropriato …
Detto questo,
lascio la parola a voi, sperando che commentiate in molti!
Daisy (ora FedyKaulitz!^_*)