Red Moon
Un uomo. Un soldato. Stava seduto sulla sponda di un lago a
contemplare la luna piena.
I suoi raggi argentei lo cullavano, infondendogli calore.
Il soldato chiuse gli occhi. Volle assaporare quel momento
intenso.
Una battaglia furiosa era appena finita. Molto furono i
caduti.
Il terreno si era tinto di rosso. Gli unici ad essere puri erano quel lago e il cielo, con la luna e le stelle.
Il lago rifletteva la luce della massa scura che lo
sovrastava.
Il soldato non perdeva un solo attimo di quel momento.
Aprì gli occhi. Le immagini della battaglia appena
combattuta gli si formarono davanti, senza tregua, mostrandogli tutto ciò che
ha passato.
Una battaglia sanguinaria. Tanti soldati morti.
Lui combatté con coraggio. Uccise per non essere ucciso.
Volle sopravvivere e questo è l’unico rimedio. Quando si è in guerra, tutto è lecito.
La luna lo abbagliava. La sua luce lo
copriva. I ricordi svanirono. Una tranquillità quasi
sovrannaturale lo ricoprì. Stava bene. Gli sembrò quasi di essere rinato.
“Mi-chael…”
Un voce di donna lo chiamò. Una
voce portata dal vento. Lontana. Dolce.
“Mich-ael”
La voce questa volta era più vicina. Lui si girò ma non vide nessuno.
“Michael.”
La voce gli fu dietro. La sua padrona gli appoggiò una mano
sulla spalla. Michael si girò. Osservò la donna. La conosceva.
“Michael. Finalmente sei arrivato. Non sai quanto ti ho
aspettato.”
La donna era un fantasma del suo passato. Faceva parte di un
tempo ormai lontano.
“Camille. Da quanto che non ci vediamo.
Quanto tempo è passato dalla tua morte?”
“Sono passati sei anni Michael. Per sei, lunghi anni ti ho
aspettato.”
“Adesso ti ho raggiunta Camille.”
“Questo paesaggio è uguale a quello che c’era la prima volta
che ci siamo visti.”
“Vero. Un lago, il cielo illuminato dalla luna piena, sangue
e morti. Un tipico paesaggio romantico.”
“Per me lo è stato. Quella volta ci siamo innamorati.”
“Già, mi ero perdutamente innamorato di te. Ti amavo così tanto che alla fine ti ho uccisa.”
“Non posso lamentarmi di niente. Non mi hai mai fatta
soffrire. Solo non mi aspettavo che arrivassi ad uccidermi.”
“Il mio mestiere è uccidere. Mi pagano per questo. Anche quella volta è stato uguale. Mi hanno pagato per
ucciderti. Non è colpa mia se eri un soggetto pericoloso.”
“Sapevo troppe cose e mi hanno voluto chiudere la bocca. Hai ragione, hai svolto il tuo compito. Comunque
sono morta soddisfatta. Stavi piangendo quando mi hai
sparato.”
“Era il minimo. Stavo per uccidere la mia donna. Le lacrime
erano un ringraziamento ed un addio.”
“Io ti sorrisi. Quella era la mia risposta.”
“Non porti rancore?”
“No, non porto rancore. Me lo aspettavo. Conosco troppo bene
il tuo capo. Sapevo che mi avrebbe fatto uccidere da te.”
“Sapevi già tutto. Te lo aspettavi.”
“Si, me lo aspettavo.”
“Grazie per non portarmi rancore.”
Camille e Michael stettero in silenzio. La tranquillità di
quel momento li prese di soprassalto e vollero assaporarlo del tutto.
“Michael. Oggi hai combattuto. Hai ucciso molta gente.”
“Anche oggi ho fatto il mio lavoro.
Ho ucciso i miei nemici.”
“Hai anche abbandonato i tuoi amici.”
“In guerra si bada solo a se stessi. Si uccide per non
essere uccisi. Tutto è lecito. Perfino abbandonare i propri compagni.”
“Ti sei macchiato di altro sangue.”
“Mi sono macchiato dei peccati degli altri,”
“Però nessuno si è macchiato del
tuo.”
“Il mio è un peccato troppo grande. Nessuno riuscirebbe a
tenerlo per se.”
“Sangue. La linfa che muove i corpi.
Pure quella volta la terra era coperta di sangue.”
“Già.”
“Guarda la luna. È rossa. Pure lei si è macchiata del
peccato di tutti gli uomini.”
“La luna ci guarda dall’alto. Tutti i nostri peccati
arrivano a lei. Pure i miei. Per quanto grandi siano,
lei riesce a tenerli.”
“Mi piacerebbe raggiungere la luna. Volare fin da lei.”
“Un giorno ci riusciremo.”
“Dove si trova il tuo corpo?”
“Vedi quella macchia rossa all’inizio del lago? Là sotto è
sepolto il mio corpo.”
“Alla fine sono riusciti ad ucciderti. Il lago ti ha preso
con se e la luna ti veglia dall’alto.”
“Già. La morte mi ha colpito. Almeno non sono solo. La luna
mi fa compagnia. Come sempre.”
“Come sei morto?”
“Uno sparo. Un bastardo, un piccolo verme, mi ha sparato
alle spalle. Non si può mai osservare in pace il cielo che qualcuno ti rompe le
scatole.”
“Adesso potrai osservarla tranquillamente. Nessuno ti darà
fastidio.”
“Lo spero. Ero stanco di starmene su questo mondo. Tutto era
uguale. I giorni non passavano mai. Mi annoiavo.”
“Adesso non ti annoierai più.”
Camille si alzò. Gli porse una mano. Michael la guardò e le
diede la mano. Lei gliela strinse forte.
“E’ ora di andare.”
“Mi porti all’inferno?”
“No, in paradiso. L’inferno l’hai già vissuto in vita.
Adesso ti porto in un mondo dove potrai riposare in pace.”
“Potremo stare insieme?”
“Si, potremo stare insieme.”
“Bene. Così mi sdebito. Hai aspettato troppo tempo. Dovevo
raggiungerti prima.”
“Il tempo non è altro che un fattore umano. Io non ti ho
aspettato. Io ti ho protetto.”
“Grazie per avermi protetto, allora.”
“Grazie per avermi raggiunta.”
Camille e Michael camminarono lungo la sponda del lago. Un
lieve venticello si alzò, accarezzando i due spiriti. La luna
piano, piano scomparve all’orizzonte e con lei, scomparvero le loro
anime.
Adesso, Camille e Michael, poterono vivere insieme.
Poterono avere la pace eterna.
Salve a
tutti ^^
Ecco l’ altra mia fic. Tutto questo
è nato sta notte, mi venuta in mente dormendo e l’ho messa su cartaceo.
Ringrazio taben per aver commentato la mia fic Angel. Sono
contentissima che il mio modo di scrivere e la mia fic
ti piaccia ^^ continua a seguirmi!
Spero che vi sia piaciuta.
Lasciate tanti commenti!!
Un bacio
Glo