La
QUERCIA
e
l'IRIS
CAPITOLO UNO
Casa Baggins quella sera
era più
chiassosa del solito ed il proprietario ne era oltremodo sconcertato:
non solo la sua tranquillità era stata minata, non solo la
sua
dispensa era completamente, totalmente esaurita, ma la sua cucina,
anzi, la sua intera casa era invasa da
nani! Tredici Nani!!! Più
uno stregone incontrato la mattina che conosceva a malapena e gli
aveva segnato la porta con una runa, grazie alla quale i suoi ospiti
avevano riconosciuto l'abitazione dello Hobbit. Davvero, Bilbo
Baggins non sapeva da che parte cominciare per cacciarli, ci aveva
provato da quando il primo (Dwalin, se ricordava bene) aveva varcato
la soglia rotonda, ovviamente senza venire ascoltato da nessuno di
loro; li osservò mentre pendevano dalle labbra dell'ultimo
arrivato,
Thorin Scudodiquercia, loro re: parlava di una missione pericolosa,
di una Montagna da riconquistare, di qualcosa da sconfiggere... era
tutto troppo assurdo per le povere orecchie hobbit di Bilbo, tutto
così surreale! La sua vita, monotona e solitaria fino poche
ore
prima ora stava cambiando, lo sentiva fin nelle ossa.
E non
riusciva a
comprendere se fosse positivo o meno: aveva sempre sognato
l'avventura quando era un giovane hobbit, ma ora era diverso; le mura
della sua casa erano così confortanti e sicure, ogni oggetto
era per
lui una certezza. La sua vita era lì e non l'avrebbe mai
lasciata,
nossignore!
Ad un certo punto, una
frase di Gandalf
il Grigio risvegliò la sua attenzione.
<< Perdonate
l'interruzione
amici, ma credo che dovremmo aspettare l'ultimo ospite, prima di
parlare nel dettaglio della missione >>
"Per tutta l'erba pipa, ancora?"
Tutti lo
guardarono, perplessi, poi Ori
parlò << Un altro? >>
Un fiume di domande invase
la stanza
mentre tutti ponevano interrogativi al mago che, spiazzato, cercava
di rispondere; solo l'intervento di Thorin pose fine al chiasso
creato, urlando ammonimenti nella loro lingua natia. Poi si rivolse
egli stesso allo stregone.
<< Le domande
dei miei fratelli
sono giuste, Gandalf: chi altri deve giungere? Che io sappia sono
solo questi i miei compagni >>
<< Credo
invece si rivelerà
utile anche il nuovo membro >> sghignazzò
<< due braccia
in più poi fanno sempre comodo. Bene, finché
aspettiamo propongo un
altro giro di carne salata, verdure e buon vino: che ne dite?
>>
Bilbo Baggins emise un
basso gemito. L'ennesimo
della serata.
Sbuffò. Di
nuovo.
Era in tremendo ritardo,
cosa che
odiava dal profondo del cuore; e detestava il fatto d'andare in una
casa estranea di un Hobbit di cui non conosceva l'identità,
oltretutto con una fastidiosa compagnia.
Perché quando li
avrebbe rivisti, non sarebbe stato piacevole. Tutt'altro.
Sbuffò ancora
mentre si inerpicava
lungo la stradina sterrata, oltrepassando buffe case ricoperte d'erba
dalla porta rotonda: se fosse stato giorno, un tripudio di colori
avrebbero accompagnato il suo cammino e magari, per qualche minuto,
non avrebbe pensato all'imminente incontro.
Ma il fato, beffardo, aveva
negato
anche questo privilegio; improvvisamente, una lieve luce pallida
attirò la sua attenzione: si avvicinò ad essa e,
con un tuffo al
cuore, riconobbe la runa che lo stregone aveva tracciato in modo che
tutti loro potessero vederla. Giunse nel giardino e, facendo un
profondo respiro per calmare i nervi già a fior di pelle,
bussò,
sentendo provenire dall'interno un gran trambusto e voci concitate.
La porta si aprì
improvvisamente, e fu
proprio lo stregone a riempire il suo campo visivo: si aprì
in
sorriso piuttosto compiaciuto, fiero nell'aver avuto ragione per
l'ennesima volta. Ogni mossa di Gandalf era studiata e programmata e,
chissà perché, tutto corrispondeva al piano che
aveva ideato; come facesse a funzionare ogni ingranaggio di quel
meccanismo era un
bel mistero. Eppure, per questo, non poteva non ammirarlo.
Così, dopo che
egli ebbe fatto un
cenno, entrò in quella casa accogliente e calda che odorava
di buon
cibo e vino ed era rischiarata dalla luce soffusa delle candele; lo
seguì verso una stanza piccola dove, attorno ad un tavolo,
erano
stipati tutti gli altri che, non appena intravidero l'ospite,
assunsero le espressioni più sorprese e sbalordite mai viste
prima.
Solo uno di loro si alzò in piedi così
velocemente da rovesciare lo
sgabello sul quale era seduto, irato.
<< Cosa ci fa
lei qui?
>>
CANTUCCINO
DELL'AUTRICE
Buonsalve
care/i!
Ieri sono andata al cinema a gustarmi “Lo Hobbit”
e, una volta
finito, ero talmente gasatissima che non ho resistito: DOVEVO
scrivere qualcosa in merito, una schifezza, un capitolino, qualsiasi
cosa sul film *___*, per questo è nata questa fan fiction.
In più,
l'ho fatto per essere la prima a scrivere qualcosa su quel gran bel
nano di Thorin ;) ;) heheheheeh, anzi, forse l'ho fatto
principalmente per questo motivo XD XD
E voi?
Che impatto
avete avuto col film? Vi è piaciuto, l'avete contestato
(premetto
che non ho ancora letto il libro, quindi non conosco la storia nel
dettaglio, ho solamente ammirato lo splendido lavoro di Peter
Jackson), insomma, che impressione vi ha dato?
Fatemi
sapere
attraverso le solite, vecchie recensioni, sempre gradite :): mi scuso
per il capitolo scarno di dettagli e breve, ma ho sentito la
necessità di pubblicarlo comunque, non ce la facevo a
rimandare ^^
Vi
dico purtroppo
già da ora che probabilmente non aggiornerò tanto
spesso, sia per
impegni vari della vita ç____ç, sia
perché, anche avendolo visto,
non è che me lo ricordi così bene da scriverci la
storia
completa... e giustamente penserete: ma allora perché
pubblichi
adesso??? diciamo che sarà una specie di
“prologo” per quando la
continuerò :): spero non me ne vogliate a male :( :(
Bene,
con questo è
tutto gente, vi lascio!
Buon
Natale a
tutti e Buon Anno Nuovo (se il mondo non finirà prima ;) ;) )
:* :*
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