Pesca

di None to Blame
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Dana ascoltava le sottili goccioline di pioggia picchiettare insistentemente contro il vetro. Stava seduta accanto alla finestra con due uncinetti fra le dita ed un soffice brandello di stoffa color pesca appoggiato sulle gambe, il capo morbidamente inclinato sulla destra per meglio captare il ticchettio che veniva da fuori.
Sua sorella Anja, nella stanza adiacente, aveva alzato al massimo il volume della radio – evidentemente, riteneva snervante il monotono scrosciare della pioggia – ed il notiziario della mattina riempiva le orecchie di ogni abitante della casa.
Dana sorrise, immaginandola china sulla scrivania, un mozzicone di carboncino stretto fra le dita e le unghie rosicchiate a sangue, capelli unticci e sporchi di vernice.

Poi, le sue labbra si allentarono ed una calma espressione accuratamente studiata tornò sul suo viso.
Si permise un sospiro sofferente e tornò a lavorare con i bastoncini, per tenere la mente occupata.
Era solo una semplice sciarpa, senza fronzoli né merletti. Si era trovata quel passatempo e le era parso perfetto. La lana dava alla sua pelle una gradevolissima sensazione ed il Natale si approssimava. Non aveva desiderio di uscire e girare per negozi – sebbene il suo migliore amico ne sarebbe stato entusiasta – perciò aveva deciso, quell'anno, di fabbricare ogni regalo.
Forse sua madre non avrebbe mai indossato quell'informe sciarpa color pesca, ma probabilmente suo padre si sarebbe commosso nel ricevere un paio di babbucce di lana verde.
Erano quegli uncinetti il suo unico appiglio ed erano le sue mani che ora avrebbero dato forma alla sua vita.
Mani che ora vedevano al posto dei suoi occhi, orecchie che ammiravano lo splendore della natura ed un naso sempre raffreddato le avrebbe ricordato cos'era la primavera. Un paio di bastoncini ed un pezzo di lana per non crollare in terra sotto l'indifferenza di sua madre e le lacrime di suo padre.
Color pesca, come le aveva assicurato Anja.
Prima c'erano luce e colori e ombre e poi solo buio. Ed una continua incertezza, la tendenza a non fidarsi di nessuno e di aggrapparsi a chiunque, perché ormai non poteva contare su ciò che vedeva, la verità le era preclusa e le rimanevano i rumori della vita ed il fetore del mondo.
Ma sarebbe andata avanti, sorretta dalle sue mani e da un futuro che non poteva rimanere dietro l'angolo ancora a lungo, perché il sole fa sempre capolino dietro i monti e nel suo animo restava il ricordo dell'aurora.




















NdA

Non è granché, ma volevo scrivere una storia natalizia e, invece, mi è uscita questa cosa qua. Beh, vi auguro comunque un buon Natale!

Accetto critiche costruttive e distruttive!





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