Prologo:
Intro
Si dice
che
l'alchimia sia l'arte perfetta, che può mutare, distruggere,
plasmare.
Tuttavia la
sua più grande lacuna è quella
dell'impossibilità di creare: un pezzo di ferro
non può essere evocato dal nulla...nemmeno una goccia
d'acqua può apparire come
per incanto.
Per
ottenere qualcosa si deve dare in cambio qualcosa di ugual valore,
questo è il
principio dello scambio equivalente su cui si fondano le basi
dell'alchimia.
Tuttavia
fin da quando ciò esiste le persone hanno sempre cercato
qualcosa che
permettesse loro di infrangere questa fondamentale quanto a volte
fastidiosa
legge.
Quel
qualcosa è la Pietra Filosofale, il cui potere trascende la
comprensione umana,
sarebbe così grande da riuscire a resuscitare il corpo e
l'anima dei morti.
Infatti
questo è il maggior tabù dell'alchimia, ed
infrangerlo significherebbe creare
un homunculus, una creatura semi immortale, non umana, che
può morire solo
davanti ai resti del suo originario corpo mortale e che non ricorda
nulla della
sua precedente vita.
Tuttavia il
prezzo per creare questa misera crudele imitazione di un defunto
è enorme, e se
si è fortunati consiste nella perdita di uno o
più arti, o alla morte stessa.
Però,
anche
se mutilati, da quel momento si conoscono tutti i principi ed i segreti
di
questa arcana scienza al massimo, permettendo loro di potere eseguire
una
trasmutazione senza bisogno di disegnare un cerchio alchemico.
Alcuni di
questi sono i fratelli Edward ed Alphonse Elric, oltre alla loro
insegnante
Izumi, che infransero quell'odiato tabù per riportare in
vita le persone a loro
più care.
Esistono
però anche persone che hanno queste conoscenze in mente fin
dalla loro nascita,
questi geni dell'alchimia di cui è difficile conoscere il
numero esatto sono
sparpagliati par tutto il mondo ed è attorno ad alcuni di
loro che la storia di
cui vado a narrare parla.
Siate
pronti a tutto, perché il loro viaggio si perde per le
mistiche nebbie
dell'incredibile.
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