Last Christmas I lost her, but this Christmas I've found you.
Last Christmas, I gave you my heart…
Naruto osservò
soddisfatto il frutto di un lungo giorno di lavoro: le lasagne in forno, che
emanavano in tutta la casa il loro caldo profumo; il vino rosso accanto ai
bicchieri sul tavolo, pronto per essere versato; la tavola ben apparecchiata
con i primi antipasti. E nel frigorifero, nascosto alla vista, attendeva una
dolcissima tiramisu, la torta preferita sia da lui che dalla sua ragazza.
«DIN–DOOON»
Naruto corse
all’ingresso e sollevò il citofono. «Sakura? Sei tu?» domandò.
«Si!»
«Ti apro, vieni su!»
rispose lui entuasiasta.
Aveva preparato
tutto con la massima attenzione, aveva persino ripulito la sua piccola casetta
per quell’occasione. Non c’era un solo calzino sporco in giro, niente scatole
vuote di ramen in cucina, il letto aveva lenzuola fresche e pulite, le tende
erano parzialmente tirate e le lampade ora avevano delle lampadine che
spargevano una luce calda e accogliente. Era perfetto. Anche lui stesso era ben
preparato: indossava una camicia bianca elegante e un paio di jeans scuri, ai
piedi solo un paio di calze bianche e pulite come quando le aveva indossate
qualche ora prima, visto che il suo pavimento splendeva di una pulizia che non riceveva
da anni. Accese il lumino rosso in mezzo al tavolo e corse ad aprire la porta
non appena Sakura vi picchiò le nocche. Come un vero gentiluomo, le prese la
lunga giacca color avorio e l’appese accanto alla porta, poi la prese per mano
e l’accompagnò al tavolo, invitandola ad attendere un momento assaggiando
qualche stuzzichino mentre lui controllava a che punto fosse la cottura delle
lasagne. Sakura gli rivolse un sorriso che gli illuminò il cuore e poi si
sedette, mentre lui andava al forno e indossava gli spessi guantoni per
togliere la teglia. Con una forchetta bucò la parte centrale delle lasagne e
constatò che non erano ancora pronte.
–Ancora un paio
minuti– mormorò più a se stesso che alla sua fidanzata. Nell’alzarsi qualcosa
premette contro di lui e quando si girò Sakura gli passò le braccia dietro il
collo e lo baciò con trasporto, spingendolo contro il bancone della cucina. Le
sue labbra continuarono ad assaggiare quelle del biondo fino a quando non si
fece avanti con la lingua, intrecciandola a quella del ragazzo. Naruto sentì la
sua temperatura corporea salire e salire, facendolo avvampare. Afferrò i
fianchi di Sakura e la fece voltare affinchè si trovasse al suo posto e
continuò a baciarla, facendo danzare le loro lingue che guizzavano dalla bocca
di lui a quella di lei e poi di nuovo da capo, i loro respiri veloci e spezzati.
Le sue mani corsero a sollevarle la gonna e vi s’infilarono sotto, ma quelle di
lei lo bloccarono.
«Saranno pronte,
ora» gli ricordò, le loro labbra ancora vicinissime. Naruto si domandò per un
istante a cosa si riferisse, poi si rammentò della cena che continuava a
cuocere nel forno.
«S-si, certo»
mormorò trovando l’autocontrollo necessario ad allontanarsi da lei.
Sfilò la pirofila
dal forno e lo spense, servendo in tavola la sua pietanza. Ne servì una
porzione per la fidanzata e una più abbondante per lui, e la serata proseguì
tra chiacchiere allegre e disinvolte, accompagnate dalle loro risate crescenti
di frequenza e volume mano a mano che la bottiglia di vino si svuotava. Quando
finiro la cena si scambiarono i regali. Naruto aveva scelto il suo con estrema
cura, passando ore e ore alla ricerca del regalo adatto per la sua ragazza.
Infine, quando il lumino smise di spargere la sua essenza alla rosa, fu quella
di Sakura ad avvolgere il suo mondo, forte e invadente, sensuale ed invitante.
I loro corpi s’intrecciarono per il resto della notte tra le lenzuola del letto
del giovane, scaldandosi a vicenda nel freddo dell’inverno.
But the very next
day, you gave it away…
Naruto si risvegliò
verso tarda mattinata, quando la luce fredda del 26 dicembre regnava sovrana
nella sua stanza. Con la mente ancora annebbiata dal sonno, si rigirò tra le
coperte, intuendo vagamente che qualcosa non andava e capendo cosa solo quando
non trovò accanto a sé il corpo della sua fidanzata. Senza preoccuparsene più
di tanto si alzò e si avvolse attorno una delle coperte di caldo e morbido pile
che aveva sul letto. Andò in salotto e trovò le luci spente, un buio
rischiarato dalla luce esterna ad attenderlo. L’atmosfera era fredda, troppo
fredda dopo tutta una notte senza aver acceso il riscaldamento. Si chinò per
attaccare alla corrente la spina delle lucine colorate che contornavano tutto
il soffitto della stanza. La loro luce allegra illuminò l’atmosfera.
«Sakura?» chiese con
un filo di dubbio nella voce, non sentendola muoversi per la casa. «Sakura,
dove sei?» domandò ancora, il filo di dubbio che diventava una spessa catena
che gli serrò la gola.
Le sue gambe si
mossero per andare alla sua ricerca e le sue mani tremanti aprirono la porta
della stanza da bagno, anch’essa fredda e buia, poi tornò in camera da letto,
ma ovviamente non c’era nessuno, a parte lui. A questo punto, preso dallo
sconforto, andò in salotto. A passi corti e lenti si avvicinò alla porta d’ingresso
e fece per girare la chiave nella serratura, ma questa non scattò. Era già
aperta. Atterrito, fece un passo all’indietro e qualcosa di freddo e piccolo
gli finì sotto il piede nudo, facendolo scattare sia dal male che dalla
sorpresa. Sollevò il piede e se lo massaggiò un attimo prima di abbassarsi a
raccogliere l’oggetto, indistinto nella penombra non rischiarata dalle lucine
natalizie. Nel raccoglierlo, l’oggetto fu esposto all’illuminazione delle luci.
Nonostante avesse già capito raccogliendolo di cosa si trattasse, Naruto lo
lasciò cadere, inorridito, arretrando verso il tavolo della cucina. Con le
lacrime agli occhi e una devastante consapevolezza nel petto, si lasciò cadere
su una sedia, scosso dai singhiozzi. I suoi occhi fissarono privi di ogni luce
il tavolo ancora da sparecchiare, le carte dei regali scartati solo la sera
prima. Non poteva crederci. L’aveva lasciato, e l’anello sul pavimento vicino
all’ingresso ne era la chiara prova.
This year, to save me
from tears,
I’ll give it to
someone special
“Un anno. È passato
un anno. Caspita” pensò Naruto, seduto sul suo letto, pensieroso e un po’
sorpreso. Quella notte proprio non riusciva a dormire, troppo preso da mille
pensieri che gli attanagliavano la mente. La sera, verso le ventuno, si era
fatto una lunga doccia tiepida, sperando di lavarsi via i pensieri e i timori e
godersi una notte di sonno, per prepararsi alla giornata che lo attendeva.
Inutile dire che non era servito a nulla, dato che la sveglia sul suo comodino
segnava le due di notte e lui era seduto a gambe incrociate dalle ventitre. La
sua mente vagava contro il suo volere e ricordava come l’anno passato in quel
periodo stesse ancora assieme a Sakura. Dopo che lei l’aveva lasciato, Naruto
aveva passato alcuni giorni di lacrime e dolore consumati sul cuscino del suo
letto, senza più nessuna voglia di fare niente. Quando si era poi ripreso un
po’ aveva deciso di andare a chiederle spiegazioni, ma al suo arrivo alla casa
della ragazza dai capelli rosa aveva trovato una spiacevole sorpresa:
seminascosto dalle ombre della sera del due gennaio, aveva visto una figura
vestita di scuro che suonava il suo campanello e lei che usciva dalla porta
indossando un sorriso sulle labbra e un miniabito sul corpo. Il giovane le
aveva avvolto le braccia attorno al corpo e le loro bocche si erano unite in un
bacio appassionato, mentre le mani di lui scendevano al suo sedere. Naruto si
ritrasse nell’ombra, maledicendosi per essere andato da lei.
Naruto scosse la
testa e tornò alla realtà della sua stanza. Il lato ottimista di lui lo rese
dimentico di quei brutti momenti e il viso della sua amata gli attraversò la
mente, riempiendogli il cuore. Non aveva alcun dubbio sul fatto che lei fosse
davvero la sua anima gemella. Tra loro c’era una giusta parte di amore e
passione, tenerezza e sensualità, un amore tenuto sotto controllo e che
cresceva poco alla volta grazie alla gentilezza di lui e alla timidezza di lei.
Nella sua mente, il ritratto del suo dolce viso era più reale e bello di quanto
l’avrebbe mai potuto ritrarre una fotografia. Sorrise beato. Solo e abbandonato
da quella che credeva essere la donna della sua vita, Naruto aveva trovato
accanto a sé una sola persona che gli rivolgeva frasi di apprezzamento e
incoraggiamento.
«TRIIIIN.
TRIIIIIIIN. TRIIIIIIIIIIN».
Il telefono che
suonava accanto al letto lo condusse al risveglio. Nemmeno si era accorto di
essere scivolato nel sonno, ancora seduto, con la testa appoggiata alla parete.
Si sollevò stropicciandosi gli occhi e cercò a tastoni il telefono.
«Prooonto?» rispose
sbadigliando. Una risatina delicata e un po’ nervosa lo accolse.
«Ehm… ciao,
Naruto–kun! Sono Hinata, sono fuori da casa tua. Ehm… lo so che è presto, ti
disturbo?»
La dolcezza e l’insicurezza
della sua voce gli donarono la giusta allegria per il risveglio in quel giorno
speciale. Sbadigliò ancora una volta e infine si dichiarò sveglio.
«Dimmi pure amore,
non mi disturbi» la rassicurò serenamente. Il silenzio dall’altra parte della
cornetta lo indusse a chiedersi se la giovane fosse ancora in linea, poi si
rese conto di quello che aveva detto e ricordò che certi termini la mettevano
sempre un po’ in imbarazzo.
«Hinata? Hinataaa?»
canticchiò.
«Io, s-si, ci sono.
Ehm, sono qui fuori, Naruto–kun. Ma se non è il momento giusto torno più tardi,
non c’è problema» gli rispose. Sentendo la sua voce allontanarsi Naruto intuì
che stava per interrompere la chiamata, così la chiamò ad alta voce.
«Hinata! Aspetta,
non andare, vengo ad aprirti, aspettami!»
Naruto si liberò in
fretta dalle coperte e saltò fuori dal letto, temendo che la ragazza non
l’avrebbe aspettato o non avesse sentito le sue ultime parole. Spalancò la
porta della camera e si avventò contro quella d’ingresso, girò la chiave nella
toppa e aprì la porta, trovandosi davanti la giovane che deponeva in tasca il
cellulare. Hinata alzò lo sguardo su di lui e le sue guance si tinsero d’un
rosso intenso. Guardando i suoi occhi sgranarsi e poi sbarrarsi, Naruto restò
sbalordito.
«Che c’è, Hinata?»
«N-N-Naruto… t-tu…
non sei ve-vestito» bofonchiò la giovane voltandosi dall’altra parte.
Naruto abbassò lo
sguardo su di sé e vedendosi in boxer arrossì a sua volta.
«Oh, si… perdonami,
temevo che te ne saresti andata se non fossi corso ad aprirti la porta» bofonchiò
arretrando. «Vieni dentro, vado a vestirmi e poi ti preparo qualcosa da bere».
Dopo che Hinata si
fu accomodata su una sedia al tavolo, Naruto andò ad indossare dei jeans e una
maglietta arancia a mezze maniche e tornò da lei. Mentre accendeva il gas e vi
posizionava il bollitore con l’acqua per il the, le domandò cosa ci facesse lì
a quell’ora.
«Insomma, ti
aspettavo stasera, se avessi saputi che venivi così presto avrei fatto in modo
di non farti trovare questo… scempio» si scusò allargando le braccia ad
indicare il suo soggiorno ancora sottosopra. Aveva programmato di sistemare
tutto e poi preparare la cena.
«Perdonami,
Naruto–kun, volevo aiutarti a preparare la nostra cena» gli rispose Hinata,
meno imbarazzanta ora che lui era vestito.
Naruto versò il the
per entrambi e la coinvolse nei suoi piani per la giornata, che proseguì
tranquillamente. Prepararono la cena di Natale, a base di un particolare
risotto con un ingrediente che Naruto non volle svelarle, e di champagne. Una cosa
molto semplice con un dolce molto dolce alla fine.
Mentre il risotto si
apprestava a finire di cuocere e Hinata finiva di apparecchiare la tavola,
Naruto la invitò ad andare a sedersi sul divanetto. Hinata acconsentì in
silenzio e sobbalzò quando l’Uzumaki le giunse alle spalle e le passò una benda
bianca sugli occhi.
«Na-Naruto–kun, cosa
fai?»
«Shhh, non voglio
rovinarti la sorpresa. Attendi qui, ci metterò una decina di minuti, non voglio
che tu veda quello che faccio né che tu senta, quindi ora accendo un po’ di
musica, d’accordo?» le sussurrò all’orecchio, stringendole la benda dietro la
nuca. Le posò un bacio sulla guancia e si allontanò dopo aver acceso lo stereo,
diretto alla stanza da bagnò. Aprì l’acqua della vasca da bagno e mentre questa
si riempiva tornò in cucina e versò il risotto nelle fondine, lo champagne nei
bicchieri e infine portò tutto nella stanza da bagno, dove li appoggiò sul
bordo della vasca. Trasse un lungo sospiro e iniziò a sfilarsi i vestiti, poi
li piegò e depose sull’unico mobile della stanza, in legno chiaro. Restò un
attimo dubbioso, chiedendosi se era la cosa giusta da fare. Conoscendo la
timidezza della sua fidanzata e i suoi limiti, avrebbe anche potuto scappare
sconcertata o non riuscire più a muoversi, o svenire dall’imbarazzo, o qualcosa
del genere. Tirò un sospiro e raggiunse Hinata sul divano, inginocchiandosi
davanti a lei, sfiorandole le ginocchia col petto nudo.
«Naruto–kun?» lo
chiamò a voce bassa.
Naruto le sfiorò la
frangia con le dita e si chinò in avanti per posarle un bacio sulle labbra, un
singolo bacio delicato. Si tirò indietrò e vide le sue guance tingersi di un lieve
rossore, nonostante non fosse certo la prima volta che la baciava in quei
quattro mesi passati insieme. Si alzò in piedi e la tirò su con sé afferrandole
le mani, poi la indirizzò gentilmente verso la stanza da bagno, guidandola con
le mani e con la voce.
«Naruto–kun? Dove mi
porti?» sussurrò ancora lei. Quando entrarono nella stanza da bagno espresse un
timido gradimento per il profumo del pasto che li attendeva, che aveva riempito
lo spazio con il suo forte aroma. Naruto prese un lungo respiro prima di
afferrarle la mano destra e posarsela sul petto svestito. Quando al contatto
fece per ritrarsi, lui la trattenne e la abbracciò, sentendola fremere contro
il suo corpo.
«Hinata… quando vuoi
che smetta, fermami» mormorò Naruto iniziando ad accarezzarle la pelle delle
braccia, scoperta.
Con gesti lenti e
delicati, le sollevò la maglietta per sfilarla e le mani della ragazza
scattarono per bloccarlo, ma si fermarono all’istante e invece salirono per
permettere a Naruto di togliergliela. Rabbrividì appena, riuscendo a
controllare le sue reazioni. Naruto appoggiò le labbra nell’incavo del suo
collo e salì fino alla spalla lasciandosi dietro una scia di leggeri baci che
non la lasciarono smettere di rabbrividire. Le posò un altro bacio sulle
labbra.
«Ti tolgo la benda,
ma non aprire gli occhi, okay?»
«Si» rispose Hinata
senza che la voce le tremasse, d’imbarazzo o incertezza.
Il biondò le sciolse
il nodo dietro la testa e lasciò che cadesse a terra, mentre con le dita le
sfiorò dolcemente le palpebre abbassate. Le mani di Naruto scivolarono sui suoi
jeans e li sbottonarono, poi abbassarono la cerniera e si posarono sui bordi
della stoffa iniziando a calarli. Si abbassò per farle sollevare i piedi e
levarglieli, mentre lei acconsentiva senza opporre la minima resistenza. Ancora
una volta, il ragazzo le si appoggiò e la abbracciò baciandola sulle labbra con
una dolcezza disarmante. A quel punto si domandò se dovesse continuare. Se tra
le sue braccia ci fosse stata Sakura, non avrebbe esitato, ma il suo rapporto
con quella ragazza non aveva niente in comune con quello che aveva costruito
con Hinata.
«Ti amo. E mi fido
di te».
Quelle parole gli
echeggiarono nella mente e un sorriso gli increspò le labbra. Non una minima
esitazione aveva spezzato le sue parole. Calò le mani a slacciarle il reggiseno
e in un altro gesto lieve le sfilò l’intimo inferiore, poi guidò le sue dita
dalla pelle morbida e delicata e le poggiò al bordo dei suoi boxer, invitandola
a proseguire. Hinata tremò di nuovo contro di lui, ma un istante dopo le sue
dita si mossero e gli abbassarono l’ultimo capo che gli restava addosso. Chiuse
anche lui gli occhi, avvertendo l’intensità di quel momento. Appoggiò il suo
corpo a quello di lei e le disse di aprire gli occhi. Le palpebre le tremarono
impercettibilmente prima di sollevarsi e osservare il viso arrossato del suo
compagno, che le rivolse un sorriso colmo d’amore prima di condurla alla vasca
da bagno. Vi entrò e la invitò con una mano a seguirlo, dopo di chè si sedette
accanto a lei e le spostò le gambe sulle sue, prese un piatto di riso e una
forchetta. Un altro singolo, dolce bacio a fior di labbra e le portò la
forchetta con un po’ del suo piatto speciale alla bocca, lasciando che lo
assaporasse lentamente prima di baciarla di nuovo.
«Buon Natale,
Hinata» mormorò.
«Anche a te, Naruto–kun,
buon Natale» sussurrò lei, rispondendo al bacio con estrema dolcezza.
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