To the Moon.

di Flarya
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               E poi, c'erano le notti senza luna.
Era una cosa che mi spaventava moltissimo. Sapevo che erano notti come le altre, ma era una paura irrazionale, che mi aggrovigliava lo stomaco e non andava via. Ed ogni notte senza luna mi sembrava più lunga e più buia della precedente, non mi ci abituavo mai.
Stavo appollaiato sul ramo di un albero, o su un tetto, oppure nascosto in un angolo di un giardino, ed in quei momenti tutto era di nuovo buio, e freddo, ed il mio cuore gelato batteva così forte da far male, e temevo si rompesse.

Lì, rannicchiato nell'abbraccio dell'oscurità, ero solo.
Ogni volta sembrava che il mattino non sarebbe più arrivato.

«Per favore, torna presto.
  Anche se non rispondi, va bene, davvero!


Non lasciarmi da solo...»




La sola cosa che di tanto in tanto mi confortava, in quelle notti primordiali, era quella sottile sabbiolina dorata che a volte decorava il cielo.
Non scoprii presto cosa fosse, ma guardarla attorcigliarsi e distendersi tra le stelle in qualche modo mi tranquillizzava, mi permetteva di respirare.
Splendeva, e mi placava il cuore.


 

 


 

 



 





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