No bravery
{There are children standing
here,
Arms outstretched into the sky,
Tears drying on their face.
He has been here.}
Burgess non
è in Connecticut. Lo sussurrano, i grandi, da tutto il
giorno, eppure la città si contrae come quel riccio nel
cortile dell'asilo quando Nicky ha cercato di toccargli il pancino. Si
accartoccia e si chiude, una foglia secca che non scricchiola quando la
schiacci sotto la scarpa.
È strano.
Nessuno vuole spiegarle che cosa sta succedendo. Eppure tutti
continuano a mormorare.
Burgess non è
in Connecticut, ma la prudenza non è mai troppa.
Che devastazione, se
fosse successo qui!
Con tutti i matti che ci
sono in giro.
Forse bisognerebbe
chiudere il negozio di articoli per la caccia –
a lei tanto non piace, quel posto, è pieno di cose che fanno
male: se chiudesse non le mancherebbe neanche un pochino.
Domani
tengo a casa i bambini. Per precauzione. Non si può mai
sapere.
Sophie non lo sa, ma
è una fortuna che la mamma abbia deciso di non mandarla a
scuola, il giorno dopo. Perché quella notte non
c'è Sabbia di Sogno che tenga per calmare i sonni dei
bambini. Pitch è sparito, ma c'è un'ombra
più grande – e stavolta nessun Guardiano
può rimandarla sottoterra, al suo giusto posto. Non
c'è riposo né requie: la paura ha preso forma
umana. Reale, armata. Sanguinaria.
La voce di suo
fratello bussa sui muri, intessuto del soffio freddo di Jack Frost.
Sussurrano, discutono. Si dimenticano di lei, senza cattiveria.
Sophie si gira e si
rigira sotto le coperte, sforzandosi di intendere i discorsi che
arrivano in punta di piedi. Parlano di fucili e adulti cattivi. Parlano
di bimbi tra le stelle, bimbi smarriti, ma non danno segno di volerli
andare a cercare.
Per quanto si sforzi
di comprendere perché ripetano di continuo “è troppo tardi”,
non le riesce.
Domani si
addormenterà mentre scende dal letto, già lo sa,
e la mamma non sarà in grado di spiegarsi perché
sia stata alzata tutta la notte. Un incubo, forse? Povera bambina, con
il telegiornale a trasmettere quelle terribili notizie non
c'è da meravigliarsi.
Non troverà
le tracce sabbiose lasciate dalle sue zampe, a segnare un percorso fra
la finestra e il letto. Un
balzo, due, hop, salta coniglio. Non vedrà
nemmeno i rimasugli di uova, le schegge colorate rimaste sul comodino.
Una ha ancora l'ala di una farfalla sopra, pronta a spiccare il volo. Se troverà quei
ciuffetti
di pelo grigio argento impigliati fra la lana delle coperte
penserà che
sia il solito piumino che perde piume.
Ma non fa nulla,
davvero.
Lei tufferà
il naso nel cuscino e giurerà che la ricorderà
per sempre, la notte dopo la sparatoria alla scuola elementare di Sandy
Hook. Con un dentino in mano, il primo che le sia mai caduto, e
Bunnymund rannicchiato stretto contro di lei, la pelliccia inzaccherata
e un uovo dai colori sbiaditi al riparo fra le zampe. Senza un sorriso,
senz'altra voce che per ripetere quei nomi.
Un ricordo indelebile.
*
Charlotte,
Daniel, Olivia, Josephine, Dylan, Madeleine, Catherine, Chase, Jess,
Ana, James, Grace, Emilie, Jack, Noah, Caroline, Jessica, Avielle,
Benjamin, Allison.
Sophia.
E ancora, Rachel, Dawn, Anne Marie, Lauren, Mary, Victoria.
Bambini
cresciuti, bambini che non cresceranno mai. Una ragnatela di crepe su
un guscio sempre più sottile. Burgess non è in
Connecticut, ma la distanza non ha davvero importanza.
Conta,
Bunnymund.
Ventisette
scintille spente.
Una
che, per contro, gli scalda il cuore e gli liscia il pelo sul naso.
“Andrà
tutto bene,” promette Sophie.
Al
momento giusto, come ogni cosa, vorrebbe risponderle, ma la voce non
gli viene. Si accontenta di abbracciarla stretta, allora, il profumo
dei suoi capelli contro il muso e piccole dita umane a cingergli il
collo.
Andrà
tutto bene, a tempo debito.
Come,
Bunnymund davvero non lo sa.
Non
stavolta.
*
No, la mamma non
capirebbe, Sophie già lo sa. Ma non c'è niente da
capire, in fondo. Nulla da mettere nero su bianco, nulla da
ufficializzare oltre a quelle morti.
È una legge
non scritta.
A volte anche i Guardiani hanno bisogno di piangere..
{And I see no bravery,
No
bravery in your eyes anymore.
Only
sadness. }
AN:
Coff. Ehm. Yep, è la mia prima invasione in
questo fandom. Amore a prima vista, e poi necessità di
mettere su carta un'idea che mi girava in testa da un pezzo - senza che
riuscissi a capire come buttarla giù. Spero non sia venuta
fuori una ciofeca.
A distanza di quasi un mese, perché la memoria non sbiadisca.
Kei
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