KuroFic 1
La prima cosa che vide nel cuore della notte, quando aprì
gli occhi, fu
una densa cortina di fumo che le impediva di vedere a pochi centimetri
di distanza dal suo viso. Il suo primo istinto fu quello di buttarsi ad
aprire la finestra, ma si bloccò quando due mani la
afferrarono
per le spalle e la tirarono indietro mandandola a sbattere la testa
contro lo spigolo della scrivania in mogano dove erano appoggiati
alcuni importanti documenti. Tra di questi vi riconobbe una lettera che
era sicuramente stata messa lì da poco e doveva contenere
qualcosa d'importante.
L'uomo che
l'aveva ferita, quando vide che aveva adocchiato la
lettera, infilò una manò nella tasca
della giacca e
ne estrasse un pugnale che iniziò a fendere per colpirla, la
ragazza inciampò nel tappeto finendo per terra, trovandosi
dopo
pochi secondi con un pugnale puntato alla gola, -ormai ti ho presa-
l'aggressore avvicinò ancora di più l'arma alla
ragazza,
un solo movimento e avrebbe probabilmente anzi, sicuramente, perso la
vita -non esattamente- riuscì a sussurrare afferrando la
lama
del pugnale.
Provò
un dolore lancinante alla mano ma continuò a
stringere per avere la presa ben salda, tanto che l'aggressore dovette
lasciar andare la presa, lei ghignò divertita per poi
impugnare
l'arma dalla parte del manico e colpire l'uomo che cadde a terra.
Sapeva benissimo di
non averlo ucciso però doveva
sbrigarsi ad uscire da quella casa. Afferrò la
lettera e
corse verso la porta di camera sua, per poi aprirla e trovarsi davanti
un
muro di fuoco. "Maledizione" fu quello che riuscì a pensare
prima di sentire un grido proveniente dalla stanza al piano di sotto,
quella dei suoi genitori e realizzò solo in quel momento che
l'uomo che l'aveva aggredita probabilmente non era lì da
solo.
Cercò in camera sua qualcosa che la potesse aiutarla a
spegnere
il fuoco ma non trovò niente e l'unica soluzione, dopo
quella di
gettarsi tra le fiamme sperando di riportare meno danni del previsto,
era quella di calarsi dalla finestra; da camera sua al giardino della
villa c'erano più o meno tre metri d'altezza e forse avrebbe
avuto la fortuna di atterrare in un cespuglio.
Si catapultò ad aprire la finestra, non avrebbe mai voluto
rischiare ma la villa dove abitava aveva preso fuoco e aveva una ferita
sulla tempia e una più profonda sulla mano. Poteva solo
sperare
nel meglio. Inspirò profondamente e, dopo aver preso
coraggio,
si lanciò.
L'impatto col terreno non fu minimamente paragonabile al dolore che
provava nella mano, anche se, una volta atterrata, rimase con gli occhi
serrati per paura che qualcosa potesse essere andato storto, teneva
ancora la lettera stretta saldamente per paura di perderla, decise
quindi di nasconderla nella tasca della camicia da notte per poi,
assicurandosi che non ci fossero altri banditi in giro, alzarsi in
piedi e correre verso il portone d'ingresso.
Avvicinò la mano sana alla maniglia ma, quando fece per
aprirla,
si ritrovò travolta da una figura che stava piangendo.
-Madre... perchè state piangendo?- aveva visto pochissime
volte
piangere sua madre, lei di solito era così forte, eppure ora
stava mostrando la sua debolezza. -Elodie... devi scappare, loro ti
stanno cercando per ucciderti!-
-Loro chi?- domandò cercando di non sembrare spaventata -e
perchè dovrebbero volermi morta?-
-Non ho tempo per spiegarti purtroppo, figlia mia, hai con te la
lettera?- annuì, -allora seguimi, tu devi scappare, devi
salvarti!- afferrò la figlia per il polso e
iniziò a
correre verso la carrozza.
Elodie non riusciva a pensare a niente, se non al fatto che qualcuno la
voleva morta.
La corsa fu la più breve della sua vita, anche se respirava
a
fatica sentendosi oppressa da un peso, salì sulla carrozza e
rimase in attesa mentre sua madre pagava il conducente per portare
Elodie a Londra.
-madre... perchè non venite con me?-
-eccole sono laggiù! Prendiamole prima che riescano a
scappare- "di nuovo quegli uomini" pensò Elodie,
-ascoltami bene, il conducente è disposto a portarti fino a
Londra, io servirò da esca, li tratterrò fino a
che non
sarete partiti-
-no... non potete farlo-
gli uomini si stavano avvicinando sempre di più
-Arrivederci, Elodie-
la carrozza partì nel preciso istante in cui i banditi
raggiunsero la madre di Elodie, la quale riuscì a
tenergli
testa per qualche secondo, ma era troppo debole. Uno dei due uomini la
raggiunse e, con un colpo deciso, la ferì al collo, Elodie
vide
il corpo di sua madre per terra, in una pozza di sangue, la vista
iniziò a farsi sempre più sfocata a causa delle
lacrime
che iniziarono a scendere pochi secondi dopo, -mamma-
sussurrò
tra i shinghiozzi rannicchiandosi sulla panca.
ANGOLO
AUTRICE:
Allora
come vi pare?? (va a ripararsi dietro ad una trincea con l'elmetto da
soldato)
Ho
sempre avuto abbastanza paura a pubblicare qualcosa su Kuroshitsuji...
e questa è la prima volta che pubblico!!!! (che
emozione!!)
Mi
raccomando fatemi sapere come vi pare ok?
Baci
_Ecchan_
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