Tranne lui.

di hera85
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Si era risvegliata in un posto di cui non ricordava di esservi caduta.
Una volta ripresasi, a fatica, si accorse si essere atterrata sul suo nemico: D'Artagnan.
Un flashback.
Ora ricordava!
Lei stava scappando e il ragazzo, come al solito, inseguendo. Era sul tetto di una villa quando era scivolata e D'Artagnan l'aveva afferrata in tempo, salvandola !
Sospirò.
Possibile mai che questo benedetto ragazzo fosse così... bonariamente imbecille?
Era sua nemica, eppure le aveva salvato la vita. Meno male che erano caduti entrambi sul morbido, una montagnetta di foglie secche. Controllò che il suo inseguitore non si fosse rotto niente, infatti era solo svenuto, per fortuna.
Aspettò che lui si svegliasse e per rendergli il respiro più facile, gli sbottonò i primi due bottoni della camicia. Di solito, li spogliava per fare altro e si rese conto di non aver neppure pensato a come umiliarlo.
Era sua abitudine farlo. O li umiliava facendo circolare pettegolezzi o li spogliava letteralemnete nudi come vermi. Perché, per lei, gli uomini erano vermi.
Umiliava gli uomini, li voleva umiliare. Era la sua firma. Nessuno si salvava, tutti erano da buttare. Con lui però no, LUI era diverso.
Lui non la guardava con disprezzo, anzi aveva compreso chi fosse davvero e il suo dolore. L'aveva aiutata ridandole una nuova vita che, inesorabilmente, non aveva accettato.
Le cattive ragazze rimangono tali! Cominciò ad osservarlo mentre era inerme. Si ritrovò ad accarezzargli il viso. Era quello di un ragazzo dai lineamenti dolci ma non da ragazzino, passò il pollice sul sopracciglio sinistro. Si ritrovò a pensare che le sopracciglia doppie, in un uomo, erano segno di virilità. -MA CHE CAVOLO STò PENSANDO! - fece scossa . Era diventata scema? Lei col suo nemico? - Ma siamo fuori?- le scappò ad alta voce . Scrollò la testa per scacciare quel pensiero. Purtroppo non riuscì a staccargli gli occhi di dosso. Cominciò ad accarezzargli i capelli e quel benedetto ciuffo. -Cavolo, D'Atty, hai i capelli crespi, una botta in più di pettine non ti fa male- pensò sorridendo. Cercò di sistemarglieli alla bene e meglio. Alla fine però si concentrò sulle labbra. Erano una forte tentazione. C'era una vocina dentro di lei che la spingeva a farlo. Lo baciò. Si odiò per quello che aveva fatto perché si rese conto che le piaceva quel ragazzo. Si era resa conto che "rubandogli quel bacio" era come se avesse "rubato" la sua essenza. Egli stesso. Aveva rubato molte cose in vita sua: oggetti preziosi, dignità alle persone, visibilità alle dame più facoltose e ricche e i cuori di moltio nobili. Eppure, quei furti erano poca cosa in confronto a quello che aveva rubato ora. Aveva "rubato" un ragazzo che le piaceva. Esisteva il reato di "furto di persone care o di cui si era innamorati solo baciandolo mentre questi è inerme"? Non lo sapeva ma lo aveva fatto. Aveva "rubato" D'Artagnan! Ed era una sensazione di grande soddisfazione, più della collanda di diamanti! All'improvviso, sentì un gemito. Era quello del guascone. Si stava riprendendo! Doveva sparire prima che si riprendesse del tutto ma prima, un altro bacio. Più appassionato stavolta. Milady tanto si interruppe quando i suoi occhi si persero in quelli blù del ragazzo, stupito. La donna scappò veloce come una lince. D'Artagnan rimase lì, perplesso e incredulo, come uno stoccafisso.




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