Christmas
Christmas miracles.
«Cooper
fai il bravo o chiamo tuo padre!»
Un uomo seduto su un divano con un bambino in braccio alzò
lo
sguardo a richiamare un altro bambino che stava infastidendo una
biondina seduta in un angolino a giocare con le sue bambole.
«Ma
zio!»
Il bambino sbottò e si avvicinò all'uomo,
sedendosi sul
tappeto ai suoi piedi, mettendo su un'espressione imbronciata.
«Niente
ma, e Stacy, vieni qui anche tu che adesso zio Puck vi racconta una
bella storia di natale!»
All'udire quelle parole, la bambina si avvicinò anche lei
alla poltrona,
osservando per pochi attimi la luce del camino che scoppiettava a pochi
passi da loro.
«Papà
Barbra non vuole venire ad ascoltare, dice che sono tutte sbaggiate,
baggianite, una cosa del genere..»
«Baggianate.»
Una bambina che teneva stretto al petto un libro rosa, probabilmente un
diario, scese dalle scale e guardò tutti con aria di
sufficienza, per poi sbuffare.
«Lo
sanno tutti che Babbo Natale non esiste!»
Noah mandò un'occhiata severa alla bambina, mentre una
Rachel
leggermente invecchiata le portò una mano sulla testa,
accarezzandole piano i capelli.
«Chi
ti ha detto questa cosa piccola?»
«Ma
papà ovviamente!»
La -ormai- signora Berry sospirò e scivolò con la
mano ad accarezzarle la guancia.
«Non
dare retta a quello stupido di tuo padre, Babbo Natale esiste eccome,
d'accordo?»
La bambina sbuffò e, alzando i tacchi alquanto irritata,
tornò a percorrere quelle scale, nella direzione opposta
alla
precedente.
«Dai
papà, voglio la storia!»
Il piccolo Christopher strattonò il braccio del padre che si
girò a guardarlo male, indicando il bambino che stava
dormendo
tra le sue braccia.
«Non
gridare che svegli tuo cugino..»
Il bambino abbassò lo sguardo, e istintivamente
portò una
mano ad accarezzare la guancia paffuta del bambino che dormiva beato.
«Ora
che siete tutti qui..»
Noah diede una rapida occhiata alla sua 'tribuna' contandoli, ce
n'erano sette su nove, ma contando che Barbra era di sopra a telefono
con il padre e che Steve era uscito con Sam e Blaine.. beh, c'erano
tutti.
«Inizierò
con il raccontarvi la mia storia preferita, quella di zio Kurt e zio
Blaine..»
Era il Ringraziamento a Lima, e per qualche assurda coincidenza era
anche il giorno in cui il glee club del McKinley si esibiva alle
provinciali; doveva essere una vittoria facile, avevano dalla loro
parte incredibili talenti come Blaine, Marley, Tina, Jake, nulla poteva
fermarli.
Poco prima della loro esibizione Blaine ricevette una telefonata, a
nessuno fu permesso sapere chi era dall'altra capo del telefono, ma
dalla luce nei suoi occhi tutti avevano capito chi era.
Da quel giorno, nonostante la sconfitta ingloriosa alle provinciali, il
sorriso di Blaine non si era più spento, era radioso, e dava
agli altri la forza per andare avanti nonostante la batosta.
E quell'anno si poté assistere al primo miracolo di natale
per le New Directions.
Mentre era in auditorium Finn ricevette una telefonata, era un mayday.
Ci mise poco a radunare tutti visto che la maggior parte dei ragazzi
erano lì con lui a cantare per la Sylvester, e una volta
noleggiato un pulmino con la carta di credito di Burt partirono con
destinazione New York.
New York.. l'ultima volta che erano stato lì era stato un
fiasco
pazzesco, clamoroso, e Finn ogni tanto ripensandoci si sentiva
colpevole.
Quella notte però era stata spettacolare e tutto grazie a
lui,
era riuscito a mettere insieme quel gruppo, era riuscito a recuperare
Santana per la via, era riuscito ad evitare che la sedia di Artie
restasse intrappolata nella neve, e quando Burt era corso da loro a
portargli gli spartiti era riuscito a mettere tutti d'accordo sulle
parti.
Kurt e Blaine certamente non se lo aspettavano, non si aspettavano che
il glee arrivasse fino a New York solo per cantargli una stupida
canzone di natale, nella speranza di farli.. beh, tornare insieme.
Kurt era con le lacrime agli occhi e, ad un cenno di Noah, Blaine gli
portò un braccio attorno alle spalle, per stringerlo a se, e
accarezzargli l'avambraccio con la mano libera.
But we need a little Christmas
Right this very minute,
Candles in the window,
Carols at the spinet.
Yes, we need a little Christmas
Right this very minute.
Quando la
canzone terminò,
il ragazzo con la cresta e il più alto del gruppo si
avvicinarono ai loro due spettatori, posandogli una mano sulla spalla.
«Kurt, Blaine..
sappiamo tutti che Blaine ha sbagliato ma andiamo, si vede nei suoi
occhi il pentimento..»
Il ragazzo con i capelli ingellati deglutì sentendo gli
occhi
iniziare a pizzicare, mentre lo sguardo si spostava piano sul ragazzo
al suo fianco.
«ed
è la notte di natale.. per cui.. beh, non potresti
semplicemente perdonarlo?»
Noah prese la parola, sentendo la gola secca, e anticipandosi
così da essere sicuro di non piangere a metà
battuta.
«Siete
la coppia migliore tra tutti noi.. se voi mollate.. che speranza
abbiamo noi?»
Il biondo del gruppo si avvicinò a loro e posò
entrambe le mani sulle spalle dell'amico con la cresta.
«Quello
che vuole dire Noah, è che per noi voi
siete d'esempio.. e se tu riesci a perdonare Blaine.. beh, allora tutti
noi possiamo tornare a sperare nella nostra storia d'amore, che possa
essere perfetta come la vostra..»
«E poi papà?»
Il ragazzino più vicino ai piedi di Puck lo
esortò a continuare mentre il padre si portava una mano in
volto.
Una figura si avvicinò a loro, e portò una mano
ad accarezzare la cresta di Chris.
«E
poi zia Mercedes ci ha piazzato un ramo di vischio sulla testa, e io ho
baciato zio Blaine.»
Kurt si sedette sul bracciolo del divano, e con la stessa mano di prima
avvicinò Puck a se dandogli un bacio sulla guancia.
«Dovevate
vedere questo qui: scoppiò a piangere come un bambino
mormorando 'questa è la mia OTP!'»
Noah rise con l'altro e alzò lo sguardo.
«E
lo penso ancora oggi, voi siete la mia OTP...»
«Quindi..
i miei papà si sono messi insieme a natale? Che cosa
romantica!»
Una bambina esortò mentre con le dita si stava torturando un
ricciolo.
«Beh
non proprio El.. diciamo che ci siamo solo ritrovati dopo.. alcuni
disguidi..»
Puckerman ne approfittò subito per prendere la parola.
«E
ditemi voi se non è un miracolo di natale!»
«Io
la chiamo pressione familiare..»
La bambina che prima era salita di sopra, ora era seduta sulle scale
poco lontana da loro e li guardava scettica, con il suo diario aperto
sulle gambe.
«Vorrei
vedere te zio se qualcuno guida millemila ore
per venire da te a cantarti una canzone se tu non lo fai
felice..»
Rachel riemerse nuovamente dalla cucina con una risatina.
«Sei
ancora troppo piccola per comprendere l'amore tesoro..»
«Sarà
pure come dite voi, ma per me l'amore è solo quello tra la
mia mamma e il mio papà!»
Un bambino la guardò male e tirò fuori la lingua
per farle una smorfia.
«Tsk,
i miei papà si amano tanto quanto i tuoi!»
«Dai
Cooper.. non litigate..»
Il bambino guardò Kurt con la fronte corrugata.
«Ma
papà.. è lei che ha iniziato..»
Non fece in tempo a guardare la faccia apprensiva del padre che
sentì una stretta in vita e si abbassò a vedere
la
ricciolina stringerlo.
«Pensi
che anche noi avremo una storia d'amore come quella dei nostri
papà fratellone?»
La guardò male e da subito provò a scollarsela da
dosso, mentre Hummel e Puckerman si guardavano ridendo.
«Zio
Noah perché non gli racconti anche la mia storia di natale
preferita?»
Kurt lo punzecchiò mentre il ragazzo trasaliva.
«Oh
andiamo.. devo proprio?»
I bambini lo guardarono tutti incuriositi, e ad un cenno di Kurt
annuirono, mentre il ragazzo ormai soddisfatto si alzava per tornare in
cucina.
«Uhm..
e va bene.. beh, questa storia è abbastanza recente, risale
a solo.. otto anni fa..»
La vita delle persone è sempre piena di imprevisti, di
risvolti
che uno non si aspetterebbe mai, decisioni imprevedibili, e scoperte
altrettanto sconcertanti.
Come la scoperta da parte di Noah e Finn di essere attratti l'uno
dall'altro.
In qualche modo era successo, era iniziato con una carezza, un bacio, e
ora erano lì, seduti a tavola a casa di Kurt e Blaine.
«Allora..
com'è la vita ora che avete un bambino?»
Noah sparò fuori per spezzare quel silenzio che era davvero
fin troppo imbarazzante.
Blaine restò perplesso a causa di quella domanda inaspettata.
«Suppongo..
tranquilla.. tranne per il fatto che dobbiamo svegliarci a turno la
notte per non farlo piangere..»
Finn sorrise alquanto imbarazzato, già immaginava una
semplice
cenetta a casa con Carole e Burt che si sarebbero fermati a parlare dei
lavoretti in casa da affidargli, per poi passare a casa di Noah e
restare sul divano a coccolarsi davanti ad uno dei soliti film natalizi.
E invece no, era lì a casa del suo fratellastro e di suo
marito, con un silenzio imbarazzante che li circondava.
«Ok..
non riesco ad aspettare a dopo cena.. Kurt, Blaine..»
Finn guardò il suo ragazzo confuso, mentre gli altri due si
alzavano e dopo aver fatto partire lo stereo iniziarono a cantare.
The
fire is slowly dying,
And,
my dear, we're still good-bye-ing,
But
as long as you love me so.
Let
it snow, let it snow, let it snow.
«Finn Hudson.. so che
hai
sempre reputato quest'idea stupida, dici che se due persone si amano
non hanno bisogno che il loro amore venga riconosciuto da nessuno ma
solo da loro stessi, dici che l'amore si dimostra anche soltanto con
una carezza.
E io voglio darti ragione, su tutto, ma a me non basta, io voglio poter
stringere la tua mano tra la folla e poter dire fiero 'si, lui
è
mio marito' e perché no, palparti il sedere subito
dopo.»
Deglutì e si inginocchiò ai suoi piedi dopo aver
estratto una scatoletta dalla tasca dei pantaloni.
«Finn..
mi faresti l'onore di diventare mio marito?»
Aprì la scatoletta e gli mostrò l'anello,
aspettando una
risposta che, per l'ennesima volta sarebbe stata negativa, era ormai la
quarta volta che si proponeva e Finn aveva sempre detto di no, non
perché non lo amasse, ma perché semplicemente era
dell'idea che sposarsi era una cosa stupida.
Qualcosa però aveva fatto vacillare le sicurezze di Hudson,
poteva essere stato il suo ragazzo con quelle parole, potevano essere
stati gli altri due con la loro canzone, poteva essere stato
semplicemente il fatto che fosse il 25 dicembre, ma Finn sorrise
debolmente e scosse la testa.
«s-si..
lo voglio... voglio diventare tuo marito..»
Un pianto chiuse il racconto, e no, questa volta non era Noah, ma il
bambino tra le sue braccia che si era svegliato e aveva iniziato a
frignare.
L'uomo si alzò e tenendolo in braccio lo agitò
leggermente, camminando verso la porta.
«Hei
Ry.. prenditi questo qui che avrà sicuramente
fame..»
Il ragazzo vide il cognato avvicinarsi con il figlio, e posò
il
sacchetto di sale con il quale stava sciogliendo la neve in giardino,
entrando in casa per prendere in braccio il bambino, andando poi verso
la cucina.
«Marley,
hai già lavato il biberon di Michael?»
Quando Noah tornò nel salone vide suo figlio in braccio al
fratello e si poggiò alla porta, guardandoli soddisfatto.
«Visto
che zio Noah è vecchio si è
dovuto prendere una pausa, e ora ve la racconta zio Jake una
storia..»
Il più grande guardò male l'altro, mentre i
bambini ridevano di gusto.
«Vecchio
un corno! Ti faccio vedere io se non riesco a prendervi in braccio
tutti insieme!»
«No dai, dopo, ora vieni qui e
raccontiamogli..»
«Che
ne dici del natale di sei anni fa?»
Jake ci pensò su qualche minuto, e una volta capito a cosa
si riferiva annuì e iniziò a raccontare.
Proprio come quel pomeriggio, erano tutti radunati a casa
Hudson-Hummel, ma quell'anno erano molti di più, c'erano
Tina e
Mike, Mercedes, Santana, Kitty e addirittura Sugar, mai come quella
volta c'erano tutti, dal primo all'ultimo.
Era anche vero che i bambini scarseggiavano, c'erano solo Cooper,
Christopher e Melody.
Nell'aria c'era una strana euforia; tutti erano felici, come sempre,
eppure alcuni più di altri sembravano non riuscire a
trattenere
un'aura di felicità.
La cena era stata tranquilla, tranne per Cooper che ad un certo punto
si era messo a lanciare pastina su tutta la tavola.
«Ok,
è ora di aprire i regali..»
Puck li esortò ad alzarsi e andare in salone dove c'era
l'albero, e così fecero tutti.
I regali erano i soliti, c'era Kurt che faceva regali stupidi ma che
puntualmente facevano ridere, Noah che smerciava preservativi a destra
e manca, e Rachel che aveva ricevuto una decina di abbonamenti al
teatro di Lima, ne avrebbe avuto per tutto l'anno insomma.
«Ok,
quello è il mio..»
Brittany guardò Sam con un sorriso particolarmente ampio, e
il
ragazzo le posò una mano dietro la nuca per catturarla in
un bacio.
«Vediamo
cosa mi ha regalato mia moglie, sperando che non siano altri
lucidalabbra..»
Il ragazzo scartò il pacchetto, e trovò una
scatolina
rettangolare di cartone, aprì anche questa e ci
trovò
dentro uno strano tubetto di plastica bianco.
Lo guardò perplesso e lo estrasse dal pacchetto.
«E
questo.. cos'è?»
Tutti si guardarono in faccia in quella stanza, restando meravigliati
ma felici.
«E'
un test di gravidanza.. è positivo, quindi
significa che la cicogna ha già ricevuto l'indirizzo di casa
nostra..»
Sam le poggiò le mani sulle spalle guardandola con gli occhi
sbarrati.
«S-sei
incinta!? Ommioddio.. il regalo di natale più bello di tutti
i tempi!»
La bionda annuì e tutti quanti si avvicinarono a loro
stringendoli in un abbraccio.
«E
da lì a nove mesi nacquero Tracy e Stacy..»
Noah concluse e poggiò il braccio attorno alle spalle del
fratello avvicinandoselo, mentre i bambini si erano tutti avvicinati di
più a lui.
«Ma
quindi i bambini li porta davvero la cicogna?»
Elizabeth li guardò con sguardo interrogatorio, mentre la
ragazzina sulle scale li guardava male per l'ennesima volta.
«Oh
andiamo, voi siete fuori!»
I due Puckerman si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere,
mentre una figura di affacciava all'orizzonte, dalla porta.
«Jake..
perché non ti prendi tuo figlio mentre io vado a spalare la
neve?»
Il ragazzo si alzò dal divano, e si avvicinò a
Ryder prendendogli il bambino dalle mani.
«Mi
raccomando, trattatemi bene quel vecchiaccio di zio Noah!»
Rise e andò via, verso la cucina.
Il maggiore lo guardò male, per poi sospirare e tornare a
guardare i bambini.
«Allora,
cos'altro volete che vi racconti?»
Le biondine si guardarono con un'espressione interrogativa, mentre gli
altri ci stavano pensando attentamente.
«Non
c'è nulla legato a zio Jake e zio Ry?»
Noah guardò suo figlio con aria
perplessa, mentre ragionava.
«Beh..
in realtà una storia ci sarebbe.. ma voi siete piccoli
perché possa raccontarvela..»
Come allarmata da quelle parole comparve una curiosa Marley Rose.
«Attento
a cosa racconti a mio figlio eh!»
Dopo aver dato un occhiata al piccolo bambino con gli occhiali che
più che ascoltarli era impegnato a disegnare su un quaderno,
la
ragazza sparì di nuovo in cucina.
«Visto
cosa ha detto zia? mi spiace, tabù!»
Chris sbottò, e mentre si guardava attorno il suo sguardo si
posò su Barbra.
«E
tu.. dici tanto che i tuoi genitori si amano, e poi dov'è il
tuo papà eh?»
La bambina lo guardò male e poi si alzò dalle
scale fino ad avvicinarsi a lui.
«Il
mio papà è a lavoro! E' un ballerino famoso e ha
di meglio da fare che stare qui!»
Noah si morse la lingua per evitare di parlare, ma fortunatamente
proprio in quel momento bussarono alla porta.
Il piccolo Hudson-Puckerman si affrettò ad andare ad aprire.
«Zio
Blaine!»
L'uomo subito lo zittì indicando il biondo affianco a lui.
«Steve
sta dormendo.. vieni in braccio dai, che abbiamo preparato una cosa per
voi..»
Sam si affrettò a portare il bambino di sopra, dove era al
sicuro da tutti i loro rumori.
«E'
quello che penso?»
Puck guardò il ragazzo riccio -ebbene si, da un paio di anni
non
portava più il gel- che gli sorrise e annuì.
Velocemente tutti i bambini si riunirono in salotto, e anche gli
indaffarati in cucina lasciarono il loro lavoro per andare sui divani.
«Bambini,
ecco Babbo Natale!»
Finn indicò la porta della stanza con entrambe le mani,
mentre un uomo vestito da Babbo Natale varcava la soglia.
«Oh-oh-oh!
Buon natale!»
Solo a sentire quella voce il volto di Rachel si curvò in
un'espressione divertita.
«Per
questo era così misterioso dunque..»
Kurt guardò l'amica e strizzò l'occhio.
«Sai,
si è
sentito in colpa per la vostra litigata dell'altro giorno, voleva
recuperare, e allora l'ho costretto a fare questo..»
Brody iniziò a distribuire i regali a tutti i bambini, fino
a quando non si udì un grido provenire da sopra.
Scattante Brittany andò a recuperare il piccolo che si era
svegliato, e una volta di sotto vide Weston prendere dal suo sacco due
enormi pacchi.
«Beh..
dobbiamo o non dobbiamo festeggiare il nostro miracolo di natale
più grande?»
Indicò con lo sguardo il bambino, mentre si apprestava a
prendere in braccio Michael che era già sveglio da un bel
po'.
Spensero tutte le luci nella stanza, e solo quando Ryder
arrivò
con la torta e le due candeline ai capi opposti che la illuminavano si
poté vedere nuovamente qualcosa.
Happy birthday to you..
Happy
birthday to you..
Happy
birthday to Steve and Michael..
Happy
birthday to you..
***
Colgo l'occasione con questa FF di farvi gli auguri; ci
vediamo l'anno prossimo!
|