Prologo:
Blood tears
“E
piango lacrime di sangue
Hai cercato ed
hai trovato”
Blind guardian – Blood Tears
Notte,
oscurità…
Ombre che
silenziosamente si allungano sulle strade, sulle
case, inghiottendole nel loro statico tepore.
Nero il cielo
a malapena illuminato da quella piccola stella
solitaria.
Flebile la
luce tremula propagata dal lampione fulminato ai
margini della strada, una luce che va e viene, va e viene.
Muri scrostati
da intemperie e mai ridipinti, freddi come il
buio stesso e decorati da qualche graffitaro con scritte
comprensibili solo a lui ed a pochi eletti.
Alberi che
lasciano cadere i loro rami ai lati della strada,
stanchi della giornata come le persone che li curano minuziosamente.
Un’ombra
si staccò dal muro, procedendo silenziosa per il
marciapiede sbeccato, le cui crepe si estendevano in
un’insolita ragnatela.
Portava un
mantello nero come le tenebre più profonde, con
il cappuccio tirato fino a metà viso, rivelando solo le
labbra sottili ed il
naso.
Passò
la mano sul principio di barba che gli cresceva sul
mento, fermandosi, per poi proseguire.
L’oscurità
innanzi a lui vorticò.
Due piccoli
vortici che traspiravano crudeltà infernale.
Passò
in mezzo a loro non curante mentre un luccichio
argentino rischiarava le tenebre.
I vortici si
fermarono, rivelando i corpi orrendamente
concepiti di due abitanti degli inferi.
La pelle nera
tirata sulle ossa d’ossidiana ora cominciava a
svanire in una nebbiolina fine che svanì nell’aria.
Dei demoni non
c’era più nessuna traccia.
Il ragazzo
sorrise, contento per i progressi della sua
percezione e per il suo udito.
Procedette
camminando rapido senza risparmiare gli esseri
che gli intralciavano la strada né mostrare stanchezza.
Il suo viso
era una maschera di pietra e ghiaccio, rigida e
composta, priva di espressione.
Un altro
avversario lo assalì alle spalle, riuscendo solo a
sfiorare il cappuccio, che cadde.
Alla scomparsa
della creatura si sfiorò le bende sugli
occhi, sentendo l’umidità sotto ai polpastrelli.
Se li porto
alla bocca.
Il sapore
metallico e dolce del sangue gli provocò una
smorfia annoiata.
Perché
quei dannatissimi occhi non smettevano di
sanguinare?!
Sospirò,
arresosi alla realtà che non avrebbero smesso
finché non fossero stati completi.
Aveva deciso
lui quella pena…
Pena,
insomma…non faceva male, ma portare quelle bende e
provare quella costante fastidiosa sensazione di umido ed
appiccicaticcio sul
viso era davvero spiacevole.
Sorrise
ripensando ai primi tempi, quando era stato
costretto ad andare carponi tastando le pareti per riuscire anche solo
ad
andare dalla camera al bagno.
Ora era
diverso, non poteva ancora aprire gli occhi, o
almeno così gli era stato detto, ma non ne sentiva nemmeno
un gran bisogno.
Il mondo, in
qualche maniera, riusciva comunque attraverso
le palpebre serrate e la stoffa, dipingendogli davanti figure e
paesaggi dai
colori insoliti, mentre l’udito lo guidava costantemente in
ogni singolo
istante della sua vita.
Dopo una
settimana dallo straniamento iniziale erano
iniziati a comparire i demoni.
Inizialmente
solo una macchia d’inchiostro sui quadri delle
sue percezioni, una macchia tenace tuttavia, che non svaniva ed
attirava
l’attenzione.
E pian piano
la macchia si era allargata.
Un demone
protese la mano artigliata e la lama del ragazzo
lo percorse per tutta la lunghezza , tagliando orizzontalmente
l’osso ed il
corpo del demone.
Aveva preso
sembianze macabre, lugubri e tetre, ombre nere
proiettate sul solare volto del pianeta.
Ombre che
passano sempre inosservate.
Ma non
più da lui.
Un'altra
creatura perì sotto la spada del ragazzo
Aveva capito
che loro, impalpabili, muovevano il mondo al
caos, all’estremo della distruzione.
Lo stavano
facendo marcire, e in fretta anche.
Nessuno se ne
accorgeva tuttavia; nessuno poteva accorgersene.
Soprattutto
perché se qualcuno poteva vederli, loro potevano
vederlo, e non c’era altro metodo se non morire o difendersi
con le unghie ed i
denti.
Una testa
volò, polverizzandosi nell’atmosfera.
Le luci ormai
sembravano tanto distanti, fredde, artificiali
mentre combatteva gli esseri di crudeltà e ombra.
Le luci
dell’alba apparsero in lontananza, una calda luce
soffuse il mondo, scacciando nuovamente le tenebre dal mondo ed
illuminando il
carminio liquido che macchiava le bende.
Una goccia
percorse una guancia, venendo fermata dalla
lingua del giovane quando arrivò in prossimità
delle labbra.
Fissò
senza vederle le lame della spade, i piatti incisi con
scene di lotte tra angeli e demoni.
Gli occhi di
quelle metalliche creature si illuminarono
fugacemente, vivi, pulsanti.
Ma lui questo
non lo vide…
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