i'm not afraid

di ehihutcherson
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Quando il sole è sorto, è l'ora di alzarsi, sono rimasta sveglia tutta la notte a piangere, ieri a scuola Luca mi ha preso in giro pesantemente. Non ho resistito e mi sono anche tagliata.

Questa mattina mi sento male, ho ancora il rimmel tutto colato sulle guance e gli occhi rossi, ma non posso mancare a scuola, non posso dare soddisfazione a Luca, non posso fargli capire che mi ha fatto soffrire. Indosso il mio finto sorriso e mi dirigo verso la mia 'prigione'.

 

Eccole lì, non ho fatto in tempo a varcare il cancello che già vedo Luca pomiciare con Troiette della città. A testa bassa entro a scuola, tutto mi sembra surreale, non mi sento in sintonia con i ragazzi intorno a me, credo di essere diversa. Li dentro non ho amici, preferisco starmene da sola, in un angolo a leggere. La lettura mi far star bene, riesco a rinchiudermi in un altro mondo, senza pregiudizi o insulti, in un mondo tutto mio.

La giornata passa, non riesco ad accorgermi nemmeno quando la gente mi insulta ormai, ogni insulto mi ha così tanto lacerato il cuore negli anni che ormai mi rimane solo un muscolo incapace di amare. Nella via di ritorno, mi infilo le cuffie e ascolto la musica, isolandomi da tutto e tutti.

Appena arrivo a casa apro facebook, per la prima volta nella mia vita ci sono piu di 50 notifiche. 'Cosa è successo?' mi chiedo. E poi senza nemmeno aprire le notifiche, trovo una mia foto, con sotto scritto 'Per Natale ti regalo una lametta così ci tagliamo in compagnia' e poi ne vedo un altra più sotto con scritto 'Quanto sono cessa' e un altra ancora 'non datemi fastidio, io mi taglio'.

 

Era troppo, non potevo più resistere, perchè mi facevano questo? Avevano esagerato, quelle foto avevano vagato chissà quanto su facebook. Ormai le poche persone che non sapevano che ero depressa, avranno cominciato a parlare male di me. Le lacrime cominciarono a scorrere, stavo perdendo il controllo, senza nemmeno accorgermene mi ritrovai in bagno, con la lametta in mano e il polso insanguinato. Urlavo, ma nessuno mi sentiva, nessuno capiva, nessuno percepiva il mio dolore. E io ero lì che infliggevo altro male sul mio corpo.

 

Mi risvegliai magicamente nel mio letto, con le persiane che lasciavano passare la flebile luce del sole mattutina, e mia nonna era li, vicino al letto, con gli occhi bagnati dalle lacrime. Subito la mia mano destra andò a tastare il polso sinistro, era fasciato. Ora mia nonna sapeva il mio segreto, anche se penso che l'abbia sempre saputo nel profondo. Senza nemmeno pensarci mi gettai tra le sue braccia e comincia a piangere, finchè tutte le lacrime non furono esaurite.  





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