SEALSKIN
Narrano antiche
leggende norrene di foche con strani poteri, che, a loro piacimento,
possono lasciare la loro liscia e viscida pelle nell'oceano per
trasformarsi in bellissime fanciulle.
Tali fanciulle
camminano sulla secca terra ferma, talvolta amano e/o fanno innamorare
semplici uomini, si sposano e per un pezzo vivono contente; ma poi...
La loro natura
selvatica le richiama alla libertà, al mare;
così
abbandonano tutto spezzando e spezzandosi il cuore.
In una metropoli, sulle rive dell' oceano,
all'ultimo piano di un grattacielo dimora un'agente di polizia, fa
parte della squadra del buoncostume.
E' giovane e bello: i capelli neri tagliati a spazzola, gli occhi verde
bottiglia ed il corpo muscoloso.
La mattina del dodici dicembre si reca al lavoro, determinato come
sempre.
Le strade sono deserte ed un forte vento le spazza sollevando fogli di
giornale e polvere.
Il freddo quasi polare brucia e punge le sue mani guantate ed il suo
naso,
mentre guida, nella macchina senza riscaldamento.
Sono le sei, la centrale è semi-vuota.
I suoi compagni del turno di notte sono accoccolati vicino ai
caloriferi sorseggiando cioccolate calde.
Il riscaldamento funziona male e nessuno si decide a cambiarlo.
Entra nella stanza sorridendo con il suo solito brio,
<< Salve ragazzi, Nick, sono venuto a darti il cambio...
Lo so che mi ami per questo, ma se mi guardi con quello sguardo da
maniaco sarò costretto ad arrestarti! >>
Nick, un vecchio agente alla fine della sua carriera sgignazza
stritolando con le mani artritiche il bicchierino di caffè
vuoto.
<< Allora, che è successo stanotte?
>> continua il giovane agente, Silvester, rivolto ad un
poliziotto appena arrivato in quel dipartimento.
<< Tutto tranquillo, solo qualche puttana morta per il
freddo, un'ubriaco sorpreso a cagare nel giardino di una villa... E una
pazza che stava facendo il bagno nuda nei pressi della
scogliera Delrocco. >>
<< Delrocco?! Ma non è la zona della
discarica? >>
<< Si! ... Il guardiano del turno di notte ci ha chiamato
due ore fa dicendo di aver visto qualcosa di strano vicino agli scogli,
era molto spaventato... Così una volante è andata
a fare un giro di perlustrazione... E l'abbiamo trovata. E' bella.
Davvero una bella figliola!... Un culo! Giuro che ci son rimasto quando
me la son vista entrare in centrale... Vero ragazzi che è
uno spettacolo?! >>
Un coro di fischi ed esclamazioni oscene si leva dai compagni
accoccolati ai caloriferi.
<< Tel' assicuro! Cioè... Una pazza come te la
immagini?! Vecchia, sporca, urlante... >>
Silvester lo guarda inespressivo, ma con un sorriso leggermente sbieco.
<< Magari con un paio di gatti incastrati nei capelli...
Invece questa no! Begli occhi, Dio che espressione! Una bocca
carnosa...Certe gambe... invitanti come prosciutti... E in mezzo...
>>
<< Va bene, va bene, ho capito, basta così...
>> lo zittisce Silvester con il suo sorriso, non
imbarazzato, né divertito; professionale, piuttosto.
<< Parlami dell'ubriaco adesso... >>
<< ... Brutto, senza denti e puzza... >>
continua il compagno ritornando alla realtà lavorativa.
<< Che c'è di più da dire?! Aspetta
che gli sia passata la sbornia e rispediscilo a casa! >>
<< AH AH AH >> ride Silvester; il nuovo
agente lo diverte.
Come prima cosa prende un caffè, per tenersi sveglio,
subito dopo esce dalla stanza diretto verso le carceri, il solito giro
di perlustrazione per aggiornarsi sui fatti e le persone di quella
notte.
" Le puttane morte saranno già all'obitorio... Ah, ecco
l'ubriaco! "
Difatti un'uomo sulla settantina, girato su un fianco russa e grugnisce
copiosamente, su un letto, al di là delle sbarre di ferro.
<< Ei tu! >> urla Silvester picchiettando
sul metallo co un mazzo di chiavi.
L'uomo si gira dall'altra variando il ritmo del suo russare.
<< Ei! >> Ripete l' agente.
<< Che... Chi è? >> domanda
l'ubriaco con voce sobbalzante.
Ha il naso e le guance rosso acceso.
<< Polizia! >> risponde il giovane
La figura distesa si alza, avvolta dall'ombra.
Di là dalle sbarre, barcollando si avvicina fermandosi a
pochi centimetri dalla faccia del poliziotto, poi, guardandolo con
un'occhio chiuso ed uno sguercio biascica: << Io non ...
Io non ho fatto niente ragazzo... Sbattetemi pure in cella
... Tanto io sono un'avvocato.. Di valore! Il giudice supremo! Io ti
prendo quelle chiappe sode e... E... ... Le sculaccio con la
costituzione di questo stato! E quanto è vero Iddio i topi e
i ratti ci balleranno sopra! >> Accompagna questa frase
con significativi gesti e suoni gutturali.
<< Si, è vero, e io sono una bella nepalese
con tanto di capezzoli a punta !>> Dice di rimando l'uomo
in divisa, un pò disgustato dalla visione del suo roseo
sedere in preda alla furia di quel sacco puzzolente.
<< Eeeheeh >> sghignazza l'altro
<< L' hai vista anche tu.. Che tette signori!
>> << Proprio da AUUU! Urlo!
>>
<< Si va bè, ho capito... A domani capo
>> dice Silvester sorridendo.
<< Bravo ragazzo! Allora hai capito chi comanda qui! ...
Bella sventola! Aspetta che mi liberino e poi... Auuuu! Auuuu! E
vedrai! Altro che i giovani.... .... .... >>
Si allontana tra le esclamazioni ed i deliri, del vecchio che urla,
alle pareti, le sue prestazioni sessuali.
Ora si dirige verso le celle femminili,
più per curiosità che per dovere si affaccia alla
prigione di lei...
Una testa sbuca da una grossa coperta di lana grezza blu ed azzurra,
lunghi riccioli neri contornano e racchiudono un viso un pò
selvatico.
Il naso aquilino, gli zigomi alti e la bocca scura e carnosa.
Il corpo raggomitolato in modo molto stretto.
Silvester non ha il coraggio di disturbare il suo sonno tranquillo e
soffice come una nuvola;
" Una bella figliola " ,gli tornano in mente le parole del compagno.
<< Io non torno a casa! Lasciatemi qui a marcire
piuttosto! >>
<< Su signore, sia ragionevole, pensi alla
famiglia... ai figli... >>
A parlare, con tono calmo ed indulgente, come si fà con i
bambini, è una donna poliziotto.
<< Mi vogliono sbattere all' ospizio, quei topi!
>>
<< ... A sua moglie, allora... >>
<< Chi! Quella scrofa rugosa! >> Risponde
l' uomo che quella notte era stato sorpreso ubriaco a defecare in casa
altrui.
<< Preferirei vedere Platinet nuda piuttosto! Io a casa
non ci torno! ..... >>
La piccola testa bordata di riccioli scuri e tumultuosi come il mare in
tempesta si muove impercettibilmente, le palpebre si spalancano
mostrando alle nude pareti occhi del colore dell'argento fuso.
Le grida stridule e balzane di un'uomo anziano, mescolate a quelle di
un'agente che cerca di farlo desistere le rimbombano nelle orecchie,
così si raggomitola sotto la coperta cercando un
pò di pace.
Ma nell'impossibilità di trovarla;
<< Non ci torno! Non mi convincerà mai
signorina! >> continua, infatti, a sentire.
<< Ma su, non faccia il bambino! >>
<< Io non sono ingenuo come un bambino, io sono
abbastanza furbo da scegliere due pasti gratis al giorno e un
pò di tranquillità a... Aa... Aaaaa...
>>
Il vecchio s' interrompe di scatto, rimane a bocca aperta, con un filo
di bava che comincia a colare e l' espressione che potrebbe avere l'
uomo più felice del mondo. E' in contemplazione di qualcosa
di inprecisato, al di là dalla porta aperta che li divide
dalle carceri femminili.
La ragazza sta in piedi, completamente nuda, fissando con sguardo di
ferro.
Ora anche la poliziotta è muta; sbigottita, ma prima che
possa avere una qualunque reazione, la ragazza si ridistende,
avvolgendosi nella coperta.
Ha ottenuto ciò che voleva: il silenzio;
che subito dopo viene rotto, come uno specchio da un sasso, da
esclamazioni di approvazione.
<< EEE! OOO! AAA! III! AAA! >> E' l'anziano.
<< He he! Col cavolo che ci torno a casa!
>> continua rivolto all' agente << Marameo
>> Le dice accompagnando la voce con il gesto.
<< Oddio! >> Sbuffa la promotrice della
legge, spazientita.
Dieci minuti dopo esce dalla stanza con le mani nei capelli.
<< Oddio! >> Ripete.
<< Non ne posso più! >>
<< Che c'è? >> Domanda Silvester
<< Vanni! >>
<< Che?! >>
<< Ma si! Vanni! L' ubriaco di sta notte! Si è
svegliato e ora non vuole più tornare a casa!
>>
<< ... Prova a parlargli della famiglia >>
<< Già fatto >>
<< Allora?! >>
<< Dice che i suoi figli sono dei topi e sua moglie una
scrofa. >>
<< ...Capisco ... Potresti fagli presente che se sta qui,
le uniche figliole che vedrà saranno armate e coperte fino
al collo dalla divisa... >>
<< Impossibile! >>
<< Perchè? >>
<< Perchè la nuova ospite della cella numero
cinque è appena apparsa nuda davanti ai suoi occhi!
>>
<< ...Che giornata... >> Sospira l' agente
uomo; poi guarda la collega paonazza e stravolta,
<< Vuoi che ci pensi io? >> Domanda.
<< Te ne sarei molto grata! >>
Quando entra nella stanza il vecchio è scomparso.
<< Vieni qui, hai fame? Su, tieni la caramella...
>>
Imbocca velocemente la porta che dà alla sezione femminile
del carcere ed assiste a codesta scena: il settantenne è
letteralmente spiaccicato contro le sbarre, ed anzi, sembra stia
cercando di entrarvi con la testa, tanto è premuto nello
spazio tra una sbarra e l'altra, sembra incastrato; un braccio
è teso e si protende verso l'interno, facendo con le dita il
gesto di afferrare qualcosa. Annaspando, invece, nell' aria.
Lei è inpiedi, rincagnata contro un' angolo del muro,
strettamente avvolta nella coperta, e nasconde il viso, guardando da
sotto in su, con i suoi occhioni, quell' uomo gracchiante, con la
faccia sporca. Atteggia la bocca in un broncio.
Come una bambina, ingenua ed impaurita, ma che sa di essere al sicuro.
<< Ei! sacco d' immondizia! >> proferisce
il poliziotto con voce decisa.
<< Vieni qui e smettila di importunare la ragazza!
>>
Il suo fare non è cattivo, ma autoritario. Trasmette l' idea
che se disobbedito potrebbe diventare pericoloso.
Riflette la fiducia di quell' uomo nella sua arma.
<< Ah! Chiappe sode! >> Risponde il
vecchietto sbeffeggiatore, obbedendo però all' ordine.
" Ecco, si prende confidenze che non dovrebbe... Si crede
già a casa sua, brutta zecca da levarsi, questo! " Pensa il
poliziotto, poi, con voce gentile << Salve signiorina
>>
La ragazza, per la prima volta, sorride abbassando lo sguardo, timida.
Come corre il tempo per gli innamorati!
Sgattaiola veloce dentro ogni bacio,
scivola come acqua nelle mani
e non ritorna.
Sulle prime lui, come tutti quanti alla centrale, aveva pensato che
fosse matta.
I suio modi vagamente infantili eppure, a volte, così duri e
crudi.
La sua asocialità e voglia di comunicare, avevano indotto lo
psicologo criminale a sostenere la tesi della doppia
personalità; poi, conoscendola meglio, questa tesi era
rovinosamente crollata, per far spazio a mille altre, pronunciate e
subito smentite.
Lei non ricordava, diceva << Non ricordo di avere
parenti, non ricordo il mio nome... Perchè non me ne date
uno voi? >>
Non possedeva alcun documento di riconoscimento.
Si scoprì che era mentalmente sana, e ci si
spiegò il folle gesto che l' aveva condotta lì,
insieme alla perdita della memoria, come tragiche conseguenze di uno
shock... Dovuto a che cosa? Questo non lo si seppe mai.
Intanto i mesi passavano, il clima si mitigava e gli agenti indagavano.
Niente.
Non un parente, un fidanzato... Nessuna donna scomparsa rispondeva alla
descrizione della misteriosa ragazza.
Le era stato messo nome Meteora, perchè, come esse, non si
sapeva da dove provenisse.
Poi capitò che quegli occhi ghiaccio incontrassero di
frequente quelli verde bottiglia di un certo agente, molto
professionale... Che si fece coinvolgere in un' amore appassionato e
portò a casa sua la giovane donna.
La loro prima notte insieme, guidati dalla passione diedero libero
sfogo ai loro desideri, aggiungendo così all' amore
psichico, quello fisico.
Il risveglio di Silvester, dopo quella pazza notte, fù
indimenticabilmente strano: sognò di trovarsi in mezzo ad
alte onde fredde e spumeggianti; riaprì gli occhi con la
sensazione di essere stato abbandonato.
Ma gli bastò un veloce sguardo nella luce azzurrina del
mattino per constatare che la compagna era ancora al suo fianco e
dormiva un sonno tranquillo e candido, come panna montata.
La strada sotto il grattacielo è deserta ed il vento la
spazza inplacabile e gelido.
Qualche vagabondo bestemmia la sua sorte, qualche altro la benedice.
Dipende dai punti di vista.
Anche adesso è mattino, poco prima che la sveglia suoni;
Silvester viene svegliato dal sonno irrequieto e tormentato della
moglie.
Sono passati cinque anni da quando hanno cominciato a vivere insieme;
eppure si amano ancora come se fosse il primo giorno!
Meteora ora ha un lavoro, dei documenti e stanno anche pensando di
metter su famiglia.
Va tutto bene.
Silvester la scuote leggermente.
<< Buongiorno >> le dice quando apre gli
occhi e la bacia delicatamente sulla bocca.
<< Buongiorno >> risponde lei, con gli
occhi appiccicati per il sonno.
<< Stavi facendo un brutto sogno? >> chiede
lui scimiottando i modi infantili di lei.
<< Si! >> dice lei sorridendo.
<< Che sogniavi? >>
<< Bah, acqua, acqua e onde e ancora acqua
>> risponde mentre si alza, diretta in bagno.
La mattina è un buon momento per fare l' amore.
Gli uomini si svegliano gonfi e turgidi, così le donne li
desiderano ancora di più.
Meteora blocca l' amato sotto le coperte, decisa a placare la sua
fame... E' ancora presto e per entrambi non è ancora giunto
il momento di recarsi al lavoro.
Lui è quello che se ne va per primo, in macchina, coperto da
uno spesso e scadente impermeabile nero.
Lei rassetta la stanza e la cucina, poi prende la metropolitana diretta
al suo posto di lavoro.
Mentre si trova sul mezzo, tra nugoli di folla che fluisce dentro e
fuori dai vagoni, la sua attenzione capricciosa viene catturata dalla
tabella delle fermate, in alto, sopra le porte scorrevoli.
Legge: " Porta Rovi, Via Garibaldino, Piazza Volterra, Gioia, Porto
Delrocco... Delrocco... Delrocco... E' la prossima! >>
Le porte si aprono ed in mezzo al fiume di folla un viso selvatico
sorride.
Meteora cammina con passo deciso, sale le scale, esce dai cunicoli
metropolitani.
Il freddo è polare, ma lei non lo sente.
Nella sua testa il rumore delle onde oceaniche che s' infrangono contro
gli scogli.
<< Signorina! Signorina! Che fa!? >> Grida
un' uomo a squarcia gola; << L' acqua è troppo
fredda e gli scogli sono pericolosi! Non si può fare il
bagno qui! >>
<< Ma che fa? E' matta?! >> Altre voci si
aggiungono.
Ma lei non le sente. Il rumore dell' acqua è assordante.
Salve
a tutti, possibili lettori!
...
Le solite cose... spero che la storia sia di vostro gradimento...
e...
GRADIREI
COMMENTI! ...
Ma
anche nel caso non ci dovessero essere, TRANK!
P.S.
: La leggenda delle foche che perdono la pelle trasformandosi in esseri
umani, esiste veramente.
E'
molto antica e viene dall' inghilterra. Io ne ho trovato un' accenno
nel libro "Possessione" di Antonia S. Byatt.
Comunque,
il resto della storia, viene unicamente che dal mio cervello.
HOLA.
LAFFA.
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