Yourself Through My Eyes

di Akira14
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Yourself Through My Eyes ( 光・馨 )


Fissa il telefono come se potesse ordinargli di mettersi a squillare con la sola forza del pensiero.
Può anche essere lui a scendere compromessi con il suo orgoglio e la paura che non ammetterebbe mai nemmeno d’avere, lui a prendere in mano quella dannatissima cornetta e telefonare. Sa che, però, non sarà così.
La questione non sta tanto nel non voler essere il primo a cedere, quanto nell’aspettarsi delle scuse. Spera che il fratello s’accorga del torto che gli ha fatto e questo gli basterà; non saranno necessari grandi gesti o lunghi giri di parole.
Per loro non lo sono mai stati.

Eppure la chiamata tarda ancora, insinuando in lui una tristezza infinita oltre che rabbia e frustrazione nel non capire esattamente cosa possa aver causato una tale ira nei suoi confronti. Non può essersela presa tanto alla scherzosa proposta di dividersi la Fujioka; piuttosto può darsi che l’abbia ferito perché non s’é accorto dei suoi sentimenti per la ragazza.
Ma é pur sempre l’altro il colpevole. D’essersi allontanato da lui senza chiedergli alcun parere o permesso, girando attorno a Haruhi come se non fosse successo nulla, di avergli tenuto segreta fino a pochi giorni prima l’attrazione che provava per poi prendersela con lui.
Comodo scaricare la colpa su qualcun altro!
Quindi perché dovrebbe essere Hikaru a fare il primo passo verso la riappacificazione?
Non ha il benché minimo senso. 


Sa che le loro quotazioni al Club stanno calando, che le clienti sono sinceramente preoccupate per la distanza venutasi a creare tra loro e che Kyoya minaccia di “suggerire” a Tamaki i nomi di altri due membri sostitutivi; eppure anche volendo agire, non saprebbe cosa fare o dire.

Non è che si parlino per niente tra loro, che s’ignorino vicendevolmente; altrimenti ci vorrebbe ben poco prima che uno dei due ceda. No, peggio. Si parlano, ma solo di faccende triviali, prive d’importanza.
Quando gli viene rivolta una domanda spesso Kaoru risponde, a sproposito, al posto suo e presto lui ha preso l’abitudine di fare lo stesso.

A differenza delle altre volte, dei loro numerosi “finti litigi”, dove era bastato un pugno a farli ragionare, la guerra fredda sta cogliendo impreparati tutti.
Hikaru per primo.

In classe sfruttano entrambi il fatto d’essere divisi da Haruhi, al Club s’occupano separatamente delle clienti, con una flemma che faceva invidia a quella di Mori.
E a casa…Oh be’, non ha intenzione di tornarci a breve.
In breve, il suo umore é talmente nero che le ragazze preferiscono correre da Kasanoda.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, però, é stato l’appuntamento con Haruhi.
Lui se ne sta lì, a tormentarsi sull’atteggiamento del fratello, arrivando addirittura a trovare delle sue responsabilità per l’accaduto, a dirsi che forse in virtù della loro vicinanza non accorgersi di nulla é effettivamente ottuso da parte sua, e lui se ne va allegramente al luna park come se non avesse altre preoccupazioni, addirittura baciava Haruhi!
Stupido. Idiota. Tappo malefico.

A distanza di qualche giorno si rende conto che la sensazione di fastidio non è stata data tanto dalle attenzioni che ha rivolto a quel procione di una ragazza, checché ne dica Kaoru lei non gli interessava in quel senso - affatto…o forse sì, ma solo un pochino! – quanto per la crescente consapevolezza che, in fondo, conosce sempre meno il gemello. Molto meno di quanto credesse. Non può ignorare, poi, che la distanza crescendo senza che lui possa farci nulla.
D’altronde, una volta diventati due differenti individui è mica detto che l’altro voglia rimanere al suo fianco.
Ecco un’altra eventualità per la quale non é preparato, per la quale sta esitando ad agire, paralizzato dal timore di peggiorare le cose. Si stanno accumulando; aumentando in lui la collera per la sua stessa impotenza.


Ma ora basta. Sebbene l’orgoglio gli abbia impedito d’agire fino a questo preciso istante, vede chiaramente che a forza di piangere sul latte versato sta diventando qualcuno in cui presto non si sarebbe più riconosciuto; qualcuno che avrebbe finito per disprezzare e l’autocommiserazione è qualcosa che vuole evitare come la peste.
Deve prenderla di petto e bando al pessimismo!
Niente può essere peggio della sensazione d’impotenza che prova negli ultimi tempi, qualcosa di cui si libererebbe a qualsiasi costo.
Fosse anche lo stesso Kaoru.


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N/A: Sto cercando di ritrovare la consecutio temporum perduta. Mi sembra che adesso il primo capitolo vada meglio, se notate qualche errore fatemelo sapere, sarà da anni ed anni che non scrivo niente al presente, mi sento un’analfabeta ç_ç !

 





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