Storia seconda classificata al
contest Saving
people, hunting things...
the family business indetto da adamantina sul forum
di Efp.
Storia quarta
classificata al contest Opere
Dimenticabili indetto
da Lady_Nonsense sul forum di Efp.
Nota
legale: Supernatural
© 2005, Eric Kripke. Titolo © How Many
More Times,
1969, Led Zeppelin #ciaone
Il qui presente
intreccio è da considerarsi proprietà esclusiva
dell'autrice; pertanto, non può essere riprodotto
- totalmente o parzialmente - senza il consenso di quest'ultima.
Avvertimenti: slash, angst&fluff,
droga, lemon, apocalissi varie, AU!2014verse
Note:
Siamo
nella 5x04, per intenderci.
How Many
More Times?
Well
they call me the hunter, that's my name
They call me the hunter, that's how I got my fame
Ain't no need to hide, Ain't no need to run
'Cause I've got you in the sights of my gun!
Dean si sveglia in una
cabina che non è sua, su una brandina troppo piccola anche
per una persona sola, sporca di saliva, sperma, sangue rappreso e
lacrime, forse.
Si siede appoggiando
la testa al muro, socchiudendo gli occhi e posandoli sul Dean
più giovane seduto intorno al falò accanto a
Chuck, che blatera a vanvera come negli ultimi quattro anni.
Lo guarda e si chiede
come ha fatto a ridursi così, dove siano finiti la voglia di
combattere, la determinazione, il coraggio di credere in qualcosa.
Cosa ne è
stato della sicurezza, di quella cieca speranza nella
possibilità di cambiare il mondo, alla faccia di angeli
cazzoni.
Sbuffa e si alza, le
gambe traballanti per via del troppo alcool.
Quando esce, un vento
freddo gli sferza il viso e la notte è ormai scesa sul campo.
Nell'aria risuona il
vociare sguainato degli ubriachi, risate grasse e artificiali che
tentano di sostituirsi all’angoscia e alla preoccupazione,
almeno per un po’, almeno fino al prossimo scontro, alle
future morti.
Nel frastuono delle
bottiglie rotte, e tra i flaconi di pillole vuoti, il
cacciatore si rende conto che ora tutto gli sfugge di mano
come acqua sporca.
E lui stesso scivola
via.
La sua pelle puzza, il
suo alito puzza.
È stanco,
di incazzarsi, di sistemare le cose, da fare l’eroe della
situazione, di provare emozioni.
Domani
ucciderà Sam, ma non prova rimpianto. È diventato
freddo e reale come la Colt di John.
Un ragazzo del campo
gli offre una birra e accetta per smettere di pensare.
Castiel, probabilmente
strafatto di eroina tagliata col borotalco, si è sistemato
accanto ad una biondina, un’oca forse nemmeno maggiorenne
ottima per partecipare ad un’orgia nella catapecchia new-age
dell’angelo decaduto, o forse da scoparsi la sera stessa,
pensa Dean, che è scappato lontano, tra i cassonetti lerci e
rifugi di lamiera.
Una mano lo strattona
mentre rimanda giù il vomito e la bile piegato su se stesso,
la mano di un Castiel dal volto devastato e la barba lunga, colpa del
pessimo assenzio, dell’LSD, delle anfetamine.
E poi accade qualcosa
di inaspettato: il suo angelo lo bacia, fondendo i due aliti ferrosi.
Dean sa che non è colpa sua, sono gli acidi a comandarlo,
questi maledetti allucinogeni, ma al suo sguardo spaesato risponde
quello duro e lucido dell’altro.
La Fenice risorge
dalle ceneri.
Forse i miracoli
esistono. Forse a qualcuno lassù inizia ad importare.
«Mi
sono ricordato com’eri» bisbiglia Cas, rivolgendo
il capo in direzione del Winchester di cinque anni prima.
«Anche a me
manca il vecchio moccioso» e la risata di risposta
dell’uomo che ora lo sorregge appare davvero quella di una
creatura celeste, sebbene ora sia incatenato alla mortalità.
«Ma anche da
umano, sobrio non sei tanto male» aggiunge dopo un attimo di
silenzio Dean, la tenda di perline anni ’70
dell’alloggio dell’ex fedele servo del Signore
fruscia spostata.
Castiel si getta sul
letto, guardando il cielo dietro la finestra, con gli occhi
grandi da bambino «Com’è
cadere?» l’altro steso sul tappeto della casupola
fa una domanda attesa da cinque anni.
Lo chiede
perché glielo deve, l’angelo ha rinunciato alle
sue ali per lui, ha voltato le spalle al Padre e ai fratelli, e ora
più che mai Dean, con un Inferno da pagare, non vuole
mettere a rischio anche l'amore del Paradiso.
Avvicinandosi sul
tappeto, perché, nonostante il tempo, Castiel non ha
compreso il concetto di spazio personale, descrive la perdita della
Grazia come dolce nulla, notti senza fine e silenzi soffocanti,
disegnando spirali in aria con le dita affusolate; «La parte
più dura è stato dire addio ai miei fratelli,
anche se la nostra famiglia era da tempo distrutta» e gli
occhi di Dean pizzicano, mentre una serie di immagini gli affolla la
mente.
«Questo
mondo non è fatto per una persona bella come te»
gli soffia tra le labbra, e gli schiocchi dei baci inondano il buio
pieno di terrore, rischiarato da una nuova fiducia ritrovata.
Poche ore dopo i due
uomini dovranno tentare di porre rimedio ad un altro bel casino dei
tanti in cui sono stati coinvolti.
«Ricordi
tutte le altre volte? Nessuno ti porterà mai via da
me».
How
Many More Times, barrelhouse all night long ?
How Many More Times, barrelhouse all night long?
I've got to get to you, baby, baby, please come home
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