"Che schifo..." sussurrò Asuka, lacrime di
Shinji a ricader copiose sopra d'ella, mentre il
ragazzo era ancor nella posizione di pochi
istanti prima, quando aveva tentato di
strangolarla.
Che i due avessero fallito o meno nel proprio
scopo di evitare il Third Impact, ormai importava
decisamente poco. L'umanità non c'era più.
Misato, Ritsuko...Hikari, Toji...tutti perduti per
sempre. Rimasti unicamente Asuka e Shinji, in una
sorta di crudele limbo, una Terra che ormai
apparteneva solamente a loro due. La peggior
condanna al mondo. Asuka fece per spostarsi da sotto Shinji, con le ben poche forze che le restavano.
Non una parola, non un'espressione sul d'ella
viso, mentre, mossasi dalla posizione di pochi
istanti prima, cominciò a trascinarsi, quasi
strisciando, verso il più vicino specchio
d'acqua, lasciando Shinji a versar lacrime sul
terreno rossastro. Non era una bella visione,
quella in lontananza. L'enorme viso di Rei...o,
meglio, di Lilith, sovrastava l'orizzonte, sotto
un cielo orrendamente oscurato con come unico,
macabro dono di luminosità i verdi crocifissi
d'animo, tutto ciò che restava della razza umana.
La ragazza deglutì vistosamente, fermando il
proprio "avanzare" per qualche istante. Indi
riprese a muoversi, fino ad arrivare allo
specchio d'acqua, e lì osservò il proprio
riflesso. Dentri che si strinsero per qualche
istante ad osservar la benda sull'occhio; la mano
destra della ragazza fu mossa nell'acqua, come a
voler cancellare quel riflesso stesso.
"Non una sola ragione per quest'esistenza..."
sussurrò fra se e se.
Intanto, Shinji, nel pianto, aveva ormai assunto
un'espressione di shock più totale.
Occhi sgranati verso il suolo, mani che vennero
portate a stringer le tempie.
Passò qualche ora.
Shinji era rannicchiato, viso sulle ginocchia, con la schiena poggiata alla lapide di Misato, sulla quale, poche
ore prima, egli stesso aveva "affisso" il pendente donatole dalla ragazza poco prima di
morire. Asuka, era semplicemente rimasta distesa in terra accanto allo specchio d'acqua.
Nessuno dei due pareva aver la minima intenzione di voler muovere un muscolo.
D'altronde, era la volontà stessa a mancare.
"Kaworu..." sussurrò Shinji, singhiozzando leggermente, pur senz'ancor piangere "Dove sei...?"
Asuka strinse gli occhi. Non aveva decisamente la forza di sopportare un'eventuale altra
crisi del ragazzo, e tuttavia nell'eventualità non avrebbe avuto nemmeno la forza
fisica e mentale di farlo star zitto.
D'improvviso, Shinji s'alzò in piedi, barcollando leggermente al momento, quasi stesse per ricadere in terra;
e, ciocca di capelli a coprirgli il viso, diede le spalle sia ad Asuka, che alla lapide di
Misato.
Asuka, da distesa qual'era, innalzò leggermente lo sguardo per tentar di capire cosa egli avesse
in mente. Pressochè nulla, pare; il ragazzo, sempre barcollando, prese a muovere qualche passetto
in avanti. La luce emanata dai verdi crocefissi era sin troppo forte. Quasi dava la nausea.
"Kaworu...aiutami tu..." proseguì sussurrando Shinji, sussurrando, sì, ma paradossalmente
in maniera abbastanza udibile da farsi sentire dalla ragazza in terra "Kaworu..."
No, era troppo per Asuka.
"Adesso basta!" urlò da distesa verso il ragazzo, indi tentando di alzarsi facendo leva
sulle braccia. Uno sforzo immenso, per le condizioni fisiche nelle quali si trovava "Ma sei...stupido...?
Nagisa è morto! E' morto...di sua scelta! E tu...tu vai ad invocarlo come aspettandoti che compaia
dal nulla!"
Neanche si girò verso la ragazza, Shinji, nello shock generale. Nemmeno gli passò per la testa
che era vagamente strano che Asuka sapesse della vicenda di Nagisa, dato che, durante lo
svolgimento della stessa, lei era in ricovero in una stanza ospedaliera.
"Shinji! Mi stai...ascoltando?!?" sbraitò la ragazza, ansimando per lo sforzo
"Girati, maledizione! Ti rifugi...in queste stupide crisi...ogni volta che le cose si fanno
difficili! Mi senti?!?"
Shinji non si mosse, ed anzi, continuò ad avanzare barcollando, passo dopo passo.
"Maledizione!!" urlò nuovamente Asuka, del tutto rossa in viso "Non m'importa...se hai
deciso di continuare a vivere da codardo come hai sempre fatto, ma questo dannato
pianeta...è ridotto a un deserto per causa tua, quindi smetti di rifugiarti nel tuo
mondo e affronta la realtà! StupiShi..."
Non fece in tempo a terminar la frase, Asuka, che nel giro di un istante, dopo aver barcollato, bianca in volto,
crollò in terra priva di sensi.
Shinji neanche notò la cosa. Era praticamente nel proprio mondo, ormai. E continuò ad avanzare.
"Kaworu..."
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