Pace tra marmellata e sangue

di TheREVolutionary
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Avevi appena finito la tua tortura giornaliera.

Per concederti un attimo di pace, decidi di farti pane e marmellata.

Marmellata di lamponi.

Faticosamente sali le scale, come se ti stessi sottomettendo per la discesa agli inferi. Varchi la soglia della cucina, e davanti a te un coltello piccolo e sottile.

Sulla destra, il vasetto di marmellata. Lo apri.

Il rosso ti invade gli occhi. Quel rosso versato dalle tue mani e dal tuo cuore, che per molto ti ha perseguitato e fatto dubitare della tua sanità mentale. Gocce di sangue, il quale dolore non è per niente paragonabile a quello del sangue trasparente versato numerose volte dai tuoi occhi. Hai perso il conto di quante volte è accaduto solo nelle ultime due ore.

Il pane si bagna d'acqua. La tua matrice dei sentimenti ha lasciato i tuoi occhi un'ennesima volta, alla semplice vista di una marmellata. Una marmellata rossa, rossa come il sangue, rossa come il suo cuore, e come il tuo che le appartiene.

Decidi di tornare nella tua stanza. L'occhio sinistro non ha ancora smesso. Prendi il pezzo di pane e ne stacchi un morso mentre metti il piede sul primo scalino.

Apri la porta della camera con la mano destra. Non sai se è rossa per via della marmellata o per via del sangue che ti riga la mano, quasi a formare l'impronta di un animale.

Nella tua mente, l'immagine di una foto che brucia. Assieme alla cenere, rimane la tua stanza, più buia e vuota che mai.

Quella fotografia... Mentre ci pensi, graffi il muro con la mano destra. Un'unghia si apre in due di netto. Non senti dolore. Nemmeno quando hai iniziato a prenderlo a testate e a ginocchiate. L'unica cosa che faceva male, che sanguinava, che piangeva, era il tuo cuore.





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