regretting
Titolo: Regretting
Sottotitolo(?): I'm so tired of being
here in realtà no.
Rating:
Verde, o verde/giallo.
Genere: Angst, introspettivo, romantico.
Avvertimenti: OOC
Note:
Buongiorno a tutti! Non mi presento, anche se nessuno mi conosce,
perché ugualmente a nessuno interessa: chiamatemi
semplicemente Caty, e pubblico occasionalmente oggi... Non mi
ritroverete probabilmente più! x' Di solito non gironzolo in
questo fandom, mi sono fossilizzata su un altro, e oggi, e solo
esclusivamente per oggi (offerta speciale yeah, non perdetevela! (?))
pubblico questa piccola e deprimente Worthshipping. Perché?
Sono stata malamente
(?) costretta dalla meravigliosa
e fantabolante
autrice _Spellcaster, che qui gironzola sicuramente più di
me, a pubblicare. È una grande fan della coppia, si nota,
direi, anche se dopotutto la Worth è anche la mia OTP di
ZeXal.
Altra cosa: le parti centrate in corsivo sono parti tradotte in
italiano di una canzone. Onestamente? Soffro di sclerosi multipla (?),
e non mi ricordo come si chiama la canzone. Sono quasi sicura che fosse
degli Evanescence, ma con me nulla è sicuro. Nemmeno che gli orsi
sappiano andare in monociclo.
Ora. Spero che vi siate annoiati abbastanza leggendo queste righe,
perché magari avete chiuso e vi risparmiate l'agonia di
leggere la shot! Onestamente, ho scritto altre Worthshipping
incomplete. Saranno una decina in totale, quindi forse, forse, forse, f o
r s e, c'è una vana speranza che pubblichi nuovamente.
Poi... Lo scopriremo solo vivendo.
Ci si vede, f o r s e
. . . . (?)
- Caty ♥
Ps: Ho fatto involontariamente perdere significato alla parola forse?
Pps: Per chi non lo sapesse, il titolo significa all'incirca
"rimpiangendo", e si riferisce al fatto che Fuuya rimpianga di non
essere stato vicino a Kaito prima, per proteggerlo.
Ppps:
[non leggete se siete dei piccoli bambini carini carini] Tanto per dire, alla
fine fanno sesso. Mh. Mh.
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Regretting
Sono così stanco di rimanere qua,
schiacciato da tutte le mie paure infantili
Ma ci sono semplicemente troppe cose
che il tempo non può cancellare
- Okudaira.
-
Fuuya sospirò, sentendo una mano scuotergli lievemente la
spalla.
- O-Okudaira, sono io. - Ah,
ma tanto sapeva già chi era.
Il ragazzo inizialmente grugnì con fastidio, in un modo che
fermò l'altro sia dal parlare che dal scuoterlo. Poi,
lentamente, aprì gli occhi, ritrovandosi davanti gli occhi
grigi del suo ragazzo.
Quello notò che aveva aperto gli occhi, dato che Fuuya vide
chiaramente una lacrima cadere sul materasso e formare una piccola
macchiolina scura.
- Kite... Sempre lo stesso incubo? -
- Lo portavano via. Ti portavano via. Vi portavano via. -
Fuuya sospirò e poi sorrise: domani sarebbe di nuovo
arrivato in ritardo ai set. Lentamente mise le mani sulle braccia
dell'altro e poi, con uno scatto, lo portò sotto di lui. I
suoi occhi, liquidi di lacrime, erano socchiusi, così come
le labbra. Il corpo era scosso da profondi singulti. Il più
piccolo pensò che fosse strano,
il modo in cui Kite si mostrava forte e rude all'apparenza, ma così
fragile nell'animo. Si chiese anche quante altre volte Kite aveva
dovuto sopportare la visione di quel terribile incubo. Ma soprattutto,
aveva dovuto sopportarla senza nessuno a potergli dire che sarebbe
tutto andato bene, che era un incubo, che non era vero.
Anche se nessuno avrebbe
potuto comunque dirlo. Haruto soffriva, Haruto era stato portato via
tempo prima, nulla sarebbe andato bene.
In quel momento, Fuuya aveva la possibilità di farlo.
Rimpianse il fatto di non averlo potuto fare prima.
Lentamente, ma con convinzione, gli posò una mano sulla
guancia, accarezzando le sue lacrime. Kite sollevò lo
sguardo, puntandolo in quello stanco dell'altro. Si fissarono per
qualche secondo. Kite gli chiese scusa, con gli occhi. Gli chiese scusa
per non essere abbastanza forte da superare le sue paure, per doversi
aggrappare a lui per salvarsi, per svegliarlo quasi ogni notte, ormai,
per colpa dei suoi incubi.
Si poteva dire che gli sguardi di Kite potevano essere molto eloquenti,
in momenti tesi come quelli, ma anche in momenti si assoluta gelosia,
quando Robin
veniva assalito dalle fan.
Fuuya gli sorrise, dolce, e posò piano le labbra sulle sue,
in un bacio salato.
Quante volte quelle labbra erano state salate per tutta la notte?
Naturalmente, in tutta la sua freddezza, Kite non parlava praticamente
mai di se stesso dal punto di vista psicologico. Di notte, qualche
volta, nel delirio del pianto, Fuuya aveva l'onore e l'onere di
sentirsi raccontare, immagine per immagine, il passato del
più grande dei fratelli Tenjo. La cosa che più
gli faceva tenerezza, però, era come Kite non parlasse mai
di piangere, o di gridare. Yuma gli aveva raccontato come era andato
fuori di sé, tempo prima, ed era evidente che per impazzire
così non si era mai sfogato con qualcuno di effettivo.
Fuuya era dell'idea che Kite necessitasse di qualcosa di fisico per
sfogare la sua rabbia, il suo rancore, ma anche e soprattutto la sua
tristezza, le sue domande, la frustrazione nel non capire
perché il destino serbasse per lui e per Haruto tutto
ciò che avevano dovuto sopportare.
Si fermò a pensare, fissando ad occhi socchiusi il viso di
Kite, che non aveva avuto nessuno a cui chiedere aiuto. Non un padre
buono e gentile. Non una madre dolce e disponibile. E poi, be', lui era
il fratello maggiore. Quello che doveva aiutare, non essere aiutato.
Kite aveva bisogno di un appoggio. Di una persona buona che lo amasse
come un padre e una madre, come un fratello maggiore, ma soprattutto
come un amante.
E lo aveva trovato,
pensò Fuuya, sentendo che le sue mani, già sotto
alla maglia scura del pigiama, tastavano ogni lembo di pelle, e anche con una certa bramosia.
Non perse, ovviamente, tempo, e con velocità si
liberò dell'indumento. Kite intanto si era spostato
lievemente, posando baci e morsi sulla sua mascella e sul collo. Fuuya
mugolò di piacere, spingendosi ancora contro di lui.
Un altro bacio, ma non era più salato come quello di prima.
Fuuya sentì Kite sorridere leggermente sul suo collo,
mormorando un silenziosissimo "grazie". Robin era riuscito ancora una
volta a salvare chi aveva bisogno--o forse era stato proprio Fuuya.
Le cose cattive sarebbero state mandate via. Haruto dormiva sereno
nella stanza accanto alla loro. Era stato solo in incubo. Non era vero.
Un morso poco più forte lo fece sobbalzare. Eh sì, domani sarebbe
di nuovo arrivato in ritardo ai set.
Quando piangerai, io
scaccerò
tutte le tue lacrime
E quando griderai io
combatterò
contro tutte le tue paure
Ti stringerò
la mano
per tutto questo tempo.
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