Endless love (Due gemelle scatenate II)

di San e Rachel
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PROLOGO

PROLOGO

 

L

a spuma del mare, resa dorata dagli ultimi raggi splendenti del sole, lambiva i suoi piedi ogni qual volta si avvicinava un po’ di più alla riva, le onde ormai calme dopo un lungo giorno di impeto giocavano con lei arrivando quasi a toccarla e poi ritraendosi come ad invitarla a provare a raggiungerle, e la brezza fresca e profumata di sale accarezzava piano le sue gote e i capelli mentre lei le correva incontro… In realtà, pensò, non correva incontro a niente, stava solo scappando.

La sabbia sotto i suoi piedi era bagnata e compatta, zuppa dell’acqua di mare e della pioggia che aveva portato il temporale della notte precedente, e tutto intorno le nuvole, la spiaggia, le barche, le case, tutto era illuminato appena dalla fievole luce aranciata del sole che da lì a pochi minuti sarebbe del tutto tramontato.

Gradualmente San fermò la sua corsa, rallentando un po’, passo dopo passo; si fermò, e si gettò sulla sabbia. Le cuffie continuavano a passarle musica a tutto volume, così alta da impedirle di pensare; spalancò gli occhi e il cielo immenso sembrò inghiottirla… Chiuse gli occhi… e rimase così per alcuni minuti, la musica finì, i pensieri sembravano svaniti, aprì gli occhi giusto in tempo per vedere l’ultimo spicchio di sole immergersi in acqua portandosi dietro l’ultimo raggio… Era ora di tornare a casa.

Si alzò in piedi, rivolse le spalle al mare e alla spiaggia e si incamminò verso la piccola cittadina fatta di viottoli e di case tutte uguali, dal tetto rosso e le mura bianche, adesso appena tinteggiate dell’azzurro della sera che avanzava. Salì i due gradini che portavano alla strada e l’attraversò, incamminandosi per un viottolo fatto di ciottoli e di pietre che saliva su fino alla parte più alta del paese, e arrivava proprio a casa sua. L’aria si era rinfrescata dopo il temporale, e ora che aveva corso per un paio d’ore sulla spiaggia era sudata e aveva freddo. Correre vicino al mare la rilassava sempre, la rigenerava, l’aiutava a riflettere.

Immersa nei suoi pensieri era giunta a casa, mise la chiave nella vecchia serratura del portoncino e si infilò nella palazzina, salì la scalinata stretta e fu a casa. Casa sua non era molto distante dallo stile della cittadina,aveva pareti bianche e luminose e ampie finestre che davano sul mare e dalle quali poteva vedere tutto il paese con i suoi tetti rossi. Aveva un lungo corridoio, e sui due lati si alternavano la cucina, il salottino e le camere da letto, mentre in fondo c’era il bagno. Non era molto grande,ma era molto graziosa e arredata con gusto. San l’adorava, perché erano racchiusi molti ricordi tra quelle mura, alcuni tristi, altri gioiosi, con le sue sorelle, ed i suoi genitori. Appena entrata, una forte corrente di vento le scompigliò i capelli, portandole alle narici il familiare e rassicurante odore di lavanda che caratterizzava casa sua; il suo paesino, una piccola landa situata nei pressi di Tolone, era molto tranquillo, e così quando usciva si permetteva di lasciare aperte tutte le finestre della casa. Chiuse la porta, posò il walkman sul vecchio tavolo della cucina, e subito tornò in corridoio per dirigersi verso il bagno. Aprì l'acqua della doccia, si spogliò in fretta e ci si ficcò sotto. Quel pomeriggio le era presa una strana smania, la mattina si era svegliata irrequieta, i soliti pensieri erano tornati a tormentarla e da quando si era alzata tutto quello che aveva fatto era stato un tentativo di sfogarsi, placare i pensieri, ma ancora adesso, in tardo pomeriggio,non c'era riuscita. Si rilassò un poco sotto il getto dell'acqua tiepida, poi uscì dalla doccia,avvolse un asciugamano attorno al corpo abbronzato e lasciando che i capelli castani gocciolassero lungo le spalle, si diresse nella cucina che fungeva anche da salottino.

Un dolce profumo di biscotti l’assalì; lo riconosceva bene quel profumo, erano i biscotti della gemella, che le andò incontro sorridente come al solito.

- Ti stavo aspettando, San. Sei stata sulla spiaggia tutto il pomeriggio? Ho fatto i biscotti farciti, ne vuoi uno? Volevo farti una sorpresa…-, e così dicendo le andò vicino e le posò una amorevole carezza sulla guancia, alla quale San ricambiò con un amabile sorriso. Guardò verso il tavolo a centro della stanza. Dominick, il figlio della sorella, un bimbo dolcissimo di cinque anni, dai capelli biondi e gli occhi cerulei, di un misto tra il verde smeraldo e l’azzurro acquamarina, era seduto a giocare con delle macchinine. In un angolo della stanza, invece, scorse molte valige e borsoni.

- Bentornata Rachel -, fu tutto ciò che uscì dalle sue labbra in risposta, prima di abbracciare la sorella.

 

Continua…

 

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