I
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Erba |
In
cielo le nuvole plumbee correvano instancabili e in terra il prato
verde e i tulipani rossi odoravano di pioggia, il vento soffiava dolce.
In
lontananza si udivano i piedini della piccola Rachelle scalpicciare
veloci e la voce di Geneviève, la domestica, chiamare la
bambina.
“Oh
cara, torna in casa o ti prenderai un malanno” strillava
trafelata la donna, inseguendo la protetta di corsa per poi fermarsi e
portarsi le mani ai fianchi, fiacca.
Ma
Rachelle, incurante, correva nell'erba morbida e con l'orlo dell'abito
ormai sozzo e irrimediabilmente fradicio rientrava in casa.
Aveva
sempre amato l'odore della pioggia.
[ 99
parole ]
II
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Sonno |
“Nounou, raccontami
una fiaba” aveva borbottato assonnata la bimba, mentre
Geneviève chiudeva la finestra e tirava le tende porpora.
Era
già sera inoltrata e il buio era sceso su tutta Chavagne.
“Le Petit Poucet va
bene?” aveva domandato la donna, carezzandole dolcemente i
fini capelli biondi e rimboccandole le coperte.
“Oui, nounou, va
benissimo” aveva sussurrato la bambina, al caldo sotto le
lenzuola color crema.
“
C'erano una volta un taglialegna e una taglialegna, che
avevano...” narrava pacata la voce di Geneviève,
interrompendo il tranquillo silenzio della campagna.
Rachelle
intanto scivolava fra le dolci braccia di Morfeo.
[
100
parole ]
Note:
[1] Nounou significa
tata in francese.
[2]
Le Petit Poucet
è il nome francese della fiaba di Pollicino.
[3]
Chavagne
è una cittadina francese realmente esistente.
III
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Controluce |
Rachelle,
veloce, muoveva la mano da destra a sinistra e da sinistra a destra,
intenta a salutare nella maniera più affettuosa la cara
Geneviève, a pochi metri da lei: a dividerle il treno.
Affacciandosi
dallo stretto finestrino, la ragazzina era costretta a strizzare gli
occhi per osservare adeguatamente la donna, che con il sole alle spalle
era solamente un'indistinta sagoma nera in mezzo a mille altre; di lei
distingueva con sicurezza solamente il fazzoletto.
E
quello, scuro anch'esso, si agitava pieno di aspettative e, ilare, le
augurava bon voyage et
à bientôt.
Già
contava i minuti che mancavano al ritorno.
[ 100 parole ]
Note:
[1]
Bon voyage et
à bientôt significa buon viaggio e a
presto in francese.
VI
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Crepuscolo |
La
vedeva, vedeva Chavagne.
Nella
luce del crepuscolo riusciva a distinguerla, scorgeva il campanile, la
piccola cappella, i campi ricoperti di neve che circondavano la
cittadina e la via principale, che un poco sconnessa arrivava sino alla
stazione.
E
lei era lì, proprio accanto ai binari, con un esiguo
bagaglio nella mano destra e una sciarpa attorno al collo.
Faceva
freddo e l'aria era frizzante, ma non si curava del gelo,
perché per qualche giorno le era stato permesso di lasciare
il collegio, finalmente.
Rachelle
osservò la strada e sorrise, quando il rumore di zoccoli
preannunciò l'imminente arrivo di Geneviève e
della carrozza.
[ 103
parole ]
V
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Arancia |
Il
Gateau Breton
di Geneviève era il migliore.
Era
più dolce e saporito di quello preparato da Gustave, il
cuoco dell'istituto, ed era più morbido di quello cucinato
da Clélie, la nuova domestica di Chavagne.
Il Gateau Breton di
Geneviève era il migliore e profumava incredibilmente di
arancia. E quando Rachelle lo addentava, le si scioglieva in bocca.
Per
questo la fanciulla non voleva mai servirsi il Gateau Breton del
collegio, perché non reggeva il confronto.
Così
lei non poteva sognare null'altro.
Perché
solo la sua nounou
riusciva a combinare perfettamente l'asprezza della scorza d'arancia
con la dolcezza dello zucchero.
[
100
parole ]
Note:
[1]
Il Gateau Breton
è un dolce tipico della Bretagna (regione settentrionale
della Francia), la cui ricetta prevede l'utilizzo dell'aroma di arance.
VI
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Morte |
Con
le gote arrossate dal freddo Rachelle si stringeva nel leggero cappotto
nero e, silenziosa, osservava la pietra sepolcrale.
Una
lacrima dispettosa, destinata a cadere ed asciugarsi nello scialle, le
rigava la guancia.
Non doveva
piangere, perché era quasi una donna,
si era imposta precedentemente, quando ancora in casa –
appena di ritorno dall'istituto – aveva appreso la notizia ed
aveva deciso di recarsi al cimitero.
Una
volta lì non aveva avuto però la forza di
mantenere quell'austerità che tanto avevano cercato di
insegnarle al Collège
Saint-Helier di Rennes.
Il
dolore era troppo grande: per Genèvieve avrebbe dovuto fare
un'eccezione.
[ 100 parole ]
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