Fandom:
Saint Seiya
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
Hyoga, Isaac,
Camus, Milo,
CamusxMilo
Tipologia:
OneShot
Genere:
Fluff, Slice
Of Life,
Romantico
Avvertimenti:
Shonen-ai
Disclaimer:
Personaggi,
luoghi, nomi e tutto ciò
che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente
storia, non mi appartengono.
TOGETHER
AS ONE
Nel cono di luce soffusa della lampada ad olio appesa accanto alla porta, Isaac e
Hyoga stavano seduti sul tappeto davanti al caminetto della piccola
isba nel cuore della pianura innevata che, ormai da alcuni anni, era
la loro casa e il loro rifugio.
Attorno
a loro, assieme a garze e cerotti, c'erano sparsi anche fogli
disordinatamente compilati in una stentata calligrafia cirillica.
I
compiti che il Maestro aveva loro assegnato, dal momento che, a causa
della violenta bufera che infuriava all'esterno, non sarebbe stato
loro possibile uscire neppure per allenarsi.
I
compiti che, almeno in parte, erano già stati eseguiti e
poi
abbandonati in funzione di qualcosa di molto più importante.
E
tra i fogli scritti, se si guardava con attenzione, era facile
distinguere piccoli disegni coloratissimi, piccole immagini, frutto
dell'ingenuità infantile e del bisogno di affetto, del
desiderio di
giocare...
Disegni
di bambini.
Con
le braccia rattoppate alla bell'e meglio, i due allievi di Camus
stavano in silenzio, a gambe incrociate, con gli occhi puntati sulla
finestrella quasi del tutto coperta dalla neve.
Con
una manina graffiata, Isaac accarezzò distrattamente la
caviglia
scoperta di Hyoga: “Vedrai che starà bene.
Milo-papa è forte, è
un Gold Saint come il Maestro. Una nevicata così non gli
farà
nulla.” cercò di rassicurarlo il più
grande, vedendo il biondino
estremamente cupo e silenzioso.
Questi
non rispose, non si mosse neppure, sembrava che la porta avesse
catalizzato tutta la sua attenzione.
“Ha
detto che sarebbe venuto in tempo per il nostro compleanno, vedrai
che ce la farà.”
“E
se non ce la facesse...?” pigolò all'improvviso il
piccolo russo,
stringendosi nelle spalle e abbassando la testa con aria spaventata:
“E se la tempesta... o il mare... lo portassero
via...?” sussurrò
con gli occhi sbarrati, “Se facesse la fine di
mamma...?” non
potè trattenere il singhiozzo che lo scosse da capo a piedi
con
violenza.
Il
finlandese si irrigidì sul posto, strabuzzando gli occhi con
l'impressione di annegare nella lacrima che stava scivolando lungo la
guancia del compagno, poi ne afferrò la manina con forza:
“Non
pensarci neppure!” esclamò con voce dura e severa,
“Milo-papa
non se ne andrà come la tua mamma, te lo giuro. E' troppo
scemo
per...-”
Lo
sbattere violento della porta che si spalancava e l'ululare del vento
che penetrava all'interno accompagnato dal ghiaccio interruppero le
parole del piccolo, che alzò la testa, spaventandosi per
l'apparizione inattesa sulla soglia, grande, massiccia... Eppure
così
familiare come la voce che giunse subito dopo.
“Troppo
scemo per cosa?”
Con
una risata gorgogliante, e un colpo di tosse inopportuno, la figura
mosse un passo all'interno, levandosi di dosso il pesante cappotto,
che venne abbandonato sul pavimento in legno, e spalancò le
braccia
con un sorriso: “Vi sono mancato, piccoli?” rise lo
Scorpione,
accogliendo uno scalpitante Hyoga e accarezzando sulla testa un
più
pacato e tranquillo Isaac, che si allungò sulle punte per
avvinghiarsi all'unico braccio rimasto libero: “Qualcosa mi
dice
che sì, vi sono mancato.” concluse il biondo con
evidente
soddisfazione, “Dai, su, non piangere, Hyoga... Ho fatto
tardi
perchè dovevo prendervi un regalo. Sapete com'è
Camus, fa tanto il
sostenuto ma se ti dimentichi qualche data importante o, peggio, se
non ti ricordi di fargli un regalo...”
“Com'è
che sarei?”
Con
un saltello, il bambino si districò dall'abbraccio del padre
adottivo, spingendo il ragazzino più grande dietro la porta
nell'esatto momento in cui, coi capelli rossi svolazzanti al vento
freddo, Camus dell'Acquario comparve dal corridoio che conduceva
nella piccola cucina dell'abitazione.
Dal
loro nascondiglio, ridacchiando, i due bambini restarono ad osservare
con curiosità lo svolgersi degli eventi, seguirono con lo
sguardo il
loro Maestro mentre si avvicinava alla porta, lo guardarono mentre
pareva quasi voler rimproverare Milo con la sua espressione severa
che invece nascondeva tutto l'affetto che provava per quel bizzarro
greco che i bambini amavano come un padre e infine esultarono
sottovoce nel vederli scambiarsi un bacio a fior di labbra.
Quando
si staccarono, il francese gettò un'occhiata di disappunto
verso il
disordine lasciato dai due allievi: “Uscite da dietro la
porta e
mettete tutto a posto.” ordinò, dando un colpetto
con le nocche
alla struttura in legno prima di richiudersela dietro le spalle, una
volta fatto entrare il compagno.
“Facciamo
subito!” esclamò Isaac, tirandosi dietro Hyoga.
Aquarius
scoccò un'occhiata, a metà tra l'indispettito e
il pensieroso,
all'aspetto pietoso del biondo, i cui capelli splendevano per i
cristalli di ghiaccio che vi si erano depositati sopra, poi raccolse
l'indumento ancora abbandonato a terra e gli lanciò la
coperta che
stava poggiata sulla sedia giusto lì accanto:
“Vatti a scaldare. E
stai un po' con loro, credo che tu glielo debba.” sorrise
prima di
allontanarsi verso il corridoio da cui era venuto, fermandosi
brevemente nell'ombra per sbirciare, non visto, nel piccolo salottino
dove due bambini e un uomo adulto, non uniti da un legame di sangue
ma da un legame del cuore, si scambiavano piccoli regali: un disegno,
un abbraccio, una carezza...
Quella
era la sua famiglia.
|