Gli angeli devono stare in Paradiso.

di Dreammy
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Ricordi quella notte? Quella notte in cui diventasti mia, mia e basta.
Quella notte in cui mi donasti corpo ed anima in una maniera deliziosamente da te.
Ti era anche scappata qualche lacrima, Rose.
Cercavi di nasconderlo, ma piccole gocce ti scendevano dagli occhi a causa del dolore. Le raccoglievo una ad una con un bacio e non mi sarei mai stancato di farlo.
Io lo ricordo come se fosse ieri, anche se, in realtà, non è stato proprio ieri.
Ricordo il tuo fiato sul mio collo, gli avidi baci, il modo in cui inizialmente mi provocasti e come mi donasti il consenso. Ricordo, dopo, i nostri corpi intrecciati sotto le lenzuola, le fronti sudate ed i nostri cuori. I nostri cuori battevano contemporaneamente, avevano assunto lo stesso ritmo, ed io avevo poggiato il mio petto sul tuo orecchio sinistro per fartelo notare.
Sorridesti, e mi parve che nella stanza poco illuminata fosse sorto il sole.
Quella sera di maggio capii una cosa che forse avrei dovuto capire molto tempo prima. Io, Harold Edward Styles, avevo sempre fatto sesso, sempre. Con le ragazze ci avevo giocato, me le ero portate a letto, mi ero dato piacere.
Non con te.
Quello non era sesso, quello era Amore. Ma Amore con la ‘A’ maiuscola, perché è uno di quei rari amori che, è risaputo, ti rimarranno sempre dentro.
Ti amavo, Rose Collins, e ti amo tutt’ora, persino più di prima.
Torna da me.
Te ne sei andata dieci anni fa, senza dirmi nulla, correndo e reclamando libertà. Volevi congedare i pesi che ti opprimevano, volevi goderti la vita, volevi essere serena, volevi mettere su famiglia. Tu saresti stata la mia famiglia. Volevamo sposarci e prendere una casa lontana dai nostri parenti, dall’altra parte del mondo.
Volevi, volevamo tante cose, forse fin troppe. E un giorno, senza nemmeno avvisare, sei scappata.
Ora non ci sei più, ma ho capito che forse è giusto così.
Gli angeli devono stare in Paradiso.




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