arriva come un vento, da qualche punto
cardinale non ben definito
spazza via dalla pelle i rimasugli di
sabbia della spiaggia
scalpita, scalcia, sbuffa, come un
animale impazzito
uno di quelli che si impennano, o
ruggiscono, nel sentire i tuoni lontano
sono le mille frecce di un esercito di
arcieri pronti a sfondare un'intera linea di fanti
ogni punta č imbevuta di un
liquido leggero e ambrato, che brucia
l'unico modo per liberarsene č
bere acqua, fino a svenire
purificare un corpo infetto da ogni sua
contaminazione estiva
qualche salasso ogni tanto non farebbe
schifo
gettatevi in pasto alle zanzare,
lasciatevi leccare il sangue sulla pelle dai maiali
loro ne vanno pazzi, vero?
cancella dalla mia memoria breve i
tratti del viso
la lista della spesa, le possibilitā,
gli orari
cancella i dati e gioca con i puzzle
delle facce e dei sorrisi
č un artista pop convinto che il
cielo sia viola
e gli scarafaggi volanti siano fatti di
zucchero e pepe
ha un sacco di specchi e li usa per
confonderti
sa indicarti perō, quale
forchetta usare ogni volta, partendo dall'esterno
non ti azzardare a criticare i
ricami le foglie di acanto sono gonfie di stile
sceglie le scodelle e i boccali di
volta in volta secondo chissā quale idea
poi li getta a terra e sorride
guardando i cocci
č bello, bello distruggere: dā
un enorme senso di potere.
se mi grida il mio nome non lo
riconosco
non ho idea di come mi chiami
non cerco di capire cosa c'č
alla base del tronco
non traccio linee sulla pelle, con le
dita
ho solo chiesto un po' di zucchero, per
cucinare i biscotti.
la sua ostinazione consente di
tracciare alla perfezione i fili, uno per uno
giuro che non invidio il suo tessere
č passato il tempo in cui
aspettavo il ritorno
seduta sul talamo con una coppa di vino
attico speziato.
a volte vorrei ricordare il piacere
arcadico di quelle bottiglie preziose
ma grandina forte, di questi tempi
ed č meglio tenerle al sicuro,
in cantina
non vorrei mai che si rovinassero le
ultime cose preziose
che i proci non hanno consumato.
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