Purtroppo
il nuovo capitolo di Obli è ancora in alto mare, colpa della
routine ricominciata e di quattro esami all'orizzonte.
Ma vi avevo detto che
vi avrei addolcito con qualche OS già pronta
-ad essere sincera sono mesi che ne ho sei scritte e non
ancora pubblicate-
quindi rimediamo un pò uu
Parto con questa
perché è un sequel e di questo sequel ho
già pensato un altro sequel.
Mi è venuto in mente proprio questa mattina dopo un pensiero
idiota x) quindi
potete leggerla e aspettarvi un continuo.
Di qual'è
sequel? Di 'Like
a Cage' e se non l'avete letta passate prima lì
perché, altrimenti,
non ci capirete una cippa. Se non ve la ricordate, fate lo stesso uu
Avvertiti.
Questa riparte
esattamente dalla fine di quell'altra, perciò se non sapete
di cosa si tratta è inutile che andiate avanti ;)
Detto ciò,
vi lascio alla lettura e in cambio di qualche commentino, questa volta,
vi spargo le ciabatte della divaH. Dopo averle rubato gli smalti la
volta precedente, rischio l'ergastolo se ci provo di
nuovo ;P
Grazie xoxo
Vostra
L.
Regret
Non
avevo idea di cosa diavolo fosse successo.
Varcai
la soglia di casa in fretta, seguendo mio fratello fino alla sua
stanza e fregandogli le bacchette di mano senza che se ne accorgesse,
un secondo prima che si fosse seduto alla batteria.
Si
voltò spaesato e preso alla sprovvista poi facendomi
un'espressione
contrariata.
“Ehi!”
“Cosa
diavolo gli hai detto?” non mi resi conto che il tono
salì di
troppe ottave, ma l'aver trovato lui chiuso dentro alla studio con
Colin non mi faceva pensare a niente di buono.
Rispose
alla domanda con una falsa espressione ignorante, ma lo fulminai
alzando la mano con le bacchette, spostandomi indietro alla stesso
tempo per tenergliele fuori portata e fare in modo che non le
riprendesse.
Incrociò
le braccia al petto con uno sbuffo, guardandomi male.
“E'
inutile che mi fai quello sguardo, cosa gli hai detto?
Perché
eravate chiusi lì dentro?!!” di nuovo non mi
aspettai la vera
rabbia che stavo provando, cosparsa anche di agitazione
perché lo
sguardo che mi aveva lasciato addosso Colin prima di andarsene, tanto
furtivamente che avrebbe potuto fare concorrenza a un ladro, non mi
permetteva di farmi rimanere esattamente calmo.
Shan
continuò nella sua ostinazione, dandomi le spalle un istante
per
prendere posto allo sgabello della batteria, anche se, senza
bacchette, non poté fare nulla e mantenne le braccia
incrociate al
petto.
“E'
stata colpa sua”
Lo
fulminai “Bro' non dirmi stronzate! Non avrebbe dovuto essere
lì!
Siamo usciti insieme e non mi ha detto niente sul fatto che sarebbe
tornato indietro..cosa cazzo è successo?!”
Mi
guardò spazientito “Non lo so perché
diavolo sia tornato indietro
ok? Io non ne avevo nessuna intenzione di trovarmi nella stessa
stanza con lui. Soprattutto chiusi dentro! Con la testa che ha, come
al solito, aveva dimenticato qualcosa e accidenti a te e alla tua
idea iniziale di fare quella porta apribile solo dall'esterno, porca
puttana!”
Mi
misi le mani sui fianchi “Cosa c'entra questo? Non vuol dire
che
uno debba rimanerci chiuso dentro per forza!”
Aprì
le braccia di lato “E' stato un fottuto incidente ok? Lo sai
benissimo che l'unico posto in cui non
vorrei stare è lo stesso in cui ci sia anche
Farrell!”
Inspirai,
sentendo che se non mi fossi calmato sarei esploso.
“Cosa
gli hai detto?” richiesi, tombale, con tono falsamente calmo
ma il
suo sguardo successivo bastò per farmi capire quello che
già sapevo
e, soprattutto, temevo.
Spostò
lo sguardo a lato un istante, scuotendo la testa sommessamente e
sentii mancare un battito.
“Perché?”
urlai “Perché l'hai fatto?!”
“Dio
Jared! Lo sai benissimo perché, cazzo! E sai anche che ho
ragione”
Lo
guardai fuori di me “Non sono cose che ti riguardano
dannazione!
Non avresti dovuto intrometterti, non ne avevi il diritto!”
Fu
lui a ricambiarmi lo sguardo irragionevole “Non sono cose che
mi
riguardano?!” alzò il tono a sua volta, facendo
trasparire anche
un forte senso di delusione “Ti devo ricordare chi diavolo ha
dovuto sopportare tutto quanto? Quello che si è preoccupato
a morte,
quello che avrebbe voluto spaccare la faccia a quel coglione e che lo
farebbe ancora?! Eh? Devo proprio ricordartelo?!”
Mi
morsi le labbra, cercando di trattenere il magone che stava riempendo
la mia gola, mentre abbassai lo sguardo al terreno sentendo tutta
l'amarezza e l'astio prendere possesso delle sue parole e dei suoi
occhi, ancora su di me.
“Dio!
Non so se tu ti sia reso conto dello stato in cui eri, di come ti sei
comportato e sentito per colpa sua! Ero io che continuamente cercavo
di farti capire che non potevi andare avanti così, che era
solo un
atteggiamento masochista dopo tutto quello che ti aveva fatto
passare! Sei stato uno specchio di te stesso Jared, per
colpa sua!
Ti stavi perdendo senza nemmeno accorgertene ed è solo
grazie al
tour che ti sei ripreso! Non hai idea di quante volte mi sia
trattenuto in questi cazzo di anni, di quante volte avrei voluto
distruggerlo ogni istante in cui vedevo il tuo sguardo spento, il tuo
tirarti avanti a forza solo perché dovevi...e credimi non ho
mai
capito perché tu abbia dovuto..anzi, voluto, soffrire
così a lungo.
Non ho mai capito chi te l'abbia fatto fare..per uno come lui cazzo?!
Puoi averne altre decine migliori di lui, mentre tu hai continuato
con la tua testardaggine a perdurare solo per cosa? Soffrire
ancora!”
si fermò solo perché non aveva più
fiato e io non riuscii a
guardarlo negli occhi.
Non
me le aveva mai dette quelle cose.
Dentro
di me le avevo sempre sapute, me le aveva inviate ogni santo secondo
di quegli anni con lo sguardo, sapendo che avrei capito, ma
sentirsele dire in quel modo fu molto più pesante.
“Non
hai idea di quanto fossi contento quando siamo partiti. Sapendo il
tempo che avremmo trascorso via, che non vi avrebbe permesso di
vedervi in nessun modo e ci speravo che ti sarebbe passata. Ci ho
anche creduto ad un certo punto..mentre hai distrutto tutto nel
dicembre scorso quando vi siete incontrati per il tuo
compleanno...pensavo che sarebbe stata la volta buona in cui l'avrei
ucciso davvero, invece tu eri di nuovo così felice che
nemmeno la
stessa felicità te l'avevo vista sul palco.
E
non sai quanto mi faccia male questa cosa, davvero
male, sapere
che la tua felicità è maggiore con lui che quando
canti, non lo
sopporto...ma
ho lasciato correre...non so nemmeno io come ho fatto. Ma prima quel
coglione mi ha persino chiesto perché, perché,
io lo odiassi così tanto!” strinse le mani a pugno
contenendo in
essi il nervosismo che ora era dilagante e perfettamente percepibile.
“Non
so, di nuovo, come abbia fatto a trattenermi perché, cazzo,
non se
ne rende neanche conto di quello che ti ha fatto, capisci?! E non lo
farà mai, mentre tu continui a voler per forza creare questa
tua
fantasia che non farà altro che farti sempre più
male! Perché non
lo vuoi capire Jared?! Non ti darà mai quello che vuoi
veramente!”
Cercai
di ricompormi e di non lasciar trasparire il dolore e la tristezza
nelle parole, così come qualche avvisaglia di lacrime che mi
stavano
pungendo gli occhi ormai già lucidi.
“Nessuno
ti ha mai chiesto di preoccuparti Shannon, o di prendertela
così
tanto...è la mia vita e sono mie scelte! Quello che vivo o
provo con
lui con ti riguarda..” non mi resi conto di dirlo, come non
mi ero
mai davvero reso conto di come fossi diventato o in cosa mi avesse
trasformato il mio amore malsano e ossessivo per Colin. Qualsiasi
esso fosse.
E
lo capii ora.
Arrivò
come una mazzata nel petto e nello stomaco, perché mio
fratello era
sempre stato tutto per me, un libro aperto che potevo leggere in
qualsiasi momento come lui leggeva me e lo sguardo ferito e
totalmente spaesato che gli riempì il volto, in quel
momento, mi
fecero sentire un bastardo egoista vuoto e senza più ragione.
Lo
vidi quasi sgonfiarsi, come se le fatiche, le preoccupazioni e le
sensazioni che aveva dovuto sopportare per 'causa' mia lo
abbandonarono in una volta..per sempre.
“Sei
mio fratello, cazzo..” ma lo disse sottovoce, atono facendomi
stare
ancora peggio e più conscio di ciò di
più orribile che avessi mai
potuto dire, come l'evidenza che aveva sempre avuto ragione ma che io
avrei cercato di continuare a scacciarla.
Lo
guardai incolore, deglutendo e sentendo freddo addosso.
Davvero
amare Colin valeva il gioco? Valeva quello che avevo realmente
passato e che, in diversi momenti, avevo cercato di eliminare ma
inutilmente?
Valeva
l'amore di mio fratello?
Scosse
la testa “Ho passato la mia intera vita a cercare di fare in
modo
che tu
fossi felice...ma se è questo ciò che pensi
avresti potuto dirmelo
prima, mi sarei risparmiato la fatica..” affermò
atono, con un
unico sussurro, poi si alzò di scatto uscendo di fretta e
senza
guardarmi.
Strinsi
le mani a pugno, strizzando le palpebre.
Che
diavolo stavo facendo?
Dire
che la pseudo-chiacchierata con Shannon mi aveva portato l'umore
sotto ai piedi era un eufemismo bello e buono.
Mi
sentivo uno straccio, con la testa immersa in quei continui scheletri
del passato che, in qualche modo, continuavano a farmi visita anche
quando avevo sperato di averli sconfitti tutti quanti.
Quell'ulteriore
evidenza mi fece capire che non ci sarei mai riuscito del tutto e che
sarebbero stati la mia condanna fino a che avrei avuto vita. Non
avevo voglia di fare niente o di parlare o vedere qualcuno.
Sapevo
benissimo che in quelle situazioni il mio atteggiamento diventava uno
dei più immaturi che avrebbero potuto esistere o presentarsi
su un
uomo, per così dire, adulto come potevo essere io, ma tutto
ciò che
riguardava Jared mi portava sempre a mostrare i lati peggiori di
me...come quelli migliori.
Era
lui che mi faceva provare ogni gamma delle sensazioni umane, ma non a
livelli normali, erano cosparse di mille sfaccettature diverse
portate ai massimi estremi e, di conseguenza, quando si trattava di
quelle positive mi sentivo un dio, per quelle negative stavo male il
doppio rispetto a quello che avrei potuto provare per un motivo
'ordinario'.
Ora
ero a pezzi ed era da tempo che non avevo affogato più in
quel modo,
quelle sensazioni erano quelle del passato, quelle che avevo sperato
di aver cancellato da me stesso e da noi.
Mentre
non era così.
Il
rimpianto non sarebbe mai scomparso del tutto.
Feci
fatica ad alzarmi dal divano, non volevo neanche farlo, davanti la
televisione accesa per nessuno perché non la stavo
considerando di
striscio, solo un cuscino stretto tra le braccia per un iniziale
desiderio di affondarci il viso dentro e piangere ma poi mi ero
trattenuto.
Almeno
un po' di dignità volevo conservarla ancora nonostante fossi
da
solo.
Ma
non ero riuscito a lasciarlo andare e avevo continuato a stringerlo
quasi sperando che fosse Jared, ma come quella mattina, quando ci
eravamo visti e tutto era stato perfetto e bellissimo come al solito.
Come
ogni volta che c'eravamo solo noi.
Il
campanello però non smise nella sua insistenza di trapanarmi
i
timpani e sbuffai, decidendomi ad alzarmi con malavoglia, portandomi
lo stesso dietro il cuscino. Tanto ci avrei scommesso qualsiasi cosa
che si trattasse di Claude.
Se
mi avesse visto in quello stato le avrei solo detto che stavo
dormendo.
Niente
di più sbagliato appena aprii la porta e mi trovai davanti
Jared con
un'espressione estremamente triste, quel suo sguardo stupendo ancora
più sgranato ma lucido e tirato, anch'esso vicino alle
lacrime e il
blu in esso liquido come se ci fosse stato veramente un mare in
tempesta all'interno.
Rimasi
senza fiato e gettai velocemente a terra il cuscino per quelli che
furono due secondi scarsi ma, che per le mie percezioni, sembrarono
durare di più.
“Jar?
Oddio...che..” farfugliai, ancora troppo in palla io stesso
per
rendermi capibile e soprattutto troppo preso alla sprovvista.
Ero
pessimo e non volevo che mi vedesse in quel modo, ma per lo stato in
cui si trovava lui stesso avevo idea che non ci avrebbe mai fatto
caso.
“Cosa..”
riprovai ma a vuoto quando me lo ritrovai tra le braccia dopo
essercisi buttato di peso e mi abbracciò attorno ai fianchi,
affondando la testa sul petto e lasciando uscire singhiozzi
silenziosi.
Ci
rimasi talmente di sorpresa che dovetti superare l'istante prima di
richiudere l'abbraccio, stringendolo e chiedendogli cosa fosse
successo, cercando di calmarlo.
“Ho
combinato un casino Cole” riuscì a biascicare a
fatica tra le
lacrime, poi interrotte da altri singhiozzi che non gli permisero di
parlare ancora.
Chiusi
la porta tirandolo dentro e non mi preoccupai di altro presente nella
mia testa, per dedicare tutti gli sforzi completamente a lui.
Che
diavolo c'era in quel giorno dannazione?
“Ehi...shh,
calmati dai...cos'è successo?”
Inspirò
con il naso, lasciandosi condurre nonostante non si staccò
da me
fino a che non riuscii a tornare al divano su cui feci sedere
entrambi. Non lasciò la presa, solo rimanendo leggermente
spostato
di lato sul mio petto quando mi appoggiai allo schienale portandomelo
dietro.
Gli
passai una mano sulla guancia asciugandogliela e tentando di alzargli
il viso per vederlo e capire cosa fosse successo.
Non
erano neanche due ore che ero uscito da casa sua. L'unica cosa che mi
veniva in mente era che doveva essere successo qualcosa con suo
fratello.
“Jar?”
riprovai, sentendo che però il suo corpo si stava rilassando
e non
era più scosso da brividi o singhiozzi.
“Sono
stato un'idiota..stronzo e insensibile!” affermò,
con mezzo tono
isterico e lamentato e feci un'espressione sorpresa tra me e me,
senza volerlo, perché era l'ultima cosa che mi sarei
aspettato.
“Di
cosa stai parlando?” chiesi con calma, cercando di utilizzare
tutto
il tatto possibile ma lui scosse la testa, stringendomi ancora un
istante i fianchi poi staccandosi e lasciandosi andare a sua volta
contro lo schienale, infossando la testa e asciugandosi del tutto le
guance.
“Ho
litigato con mio fratello”
Ci
avrei giurato.
Ma
non glielo dissi, continuando a guardarlo dispiaciuto e con un
sentore interno che la colpa fosse mia, e non era per egocentrismo,
ma proprio perché ero convinto che non avessero potuto
parlare di
qualcosa di diverso da quando me n'ero andato.
“E
gli ho detto delle cose orribili” continuò senza
guardarmi, la
voce che gli si incrinò di nuovo.
Sospirai
sommessamente sentendo le parole di Shannon rimbombarmi nella testa.
“E'
colpa mia vero?”
Voltò
lo sguardo, facendomi perdere un altro battito per quanto struggente
fosse e diventasse quell'espressione triste se si trovava sul suo
viso, molto di più che in qualsiasi altro essere vivente e
dovetti
contenere tutto il mio controllo per non stringermelo di nuovo
addosso.
Avevo
bisogno di un po' di sostegno morale, di forza...ma era lo stesso di
cui aveva bisogno lui. Non potevo lasciarmi andare ora.
“No..”
soffiò, cercando di deviare ma lo guardai con
ovvietà spiazzante.
“Andiamo
Jar..lo so e non mi fai del male a dirlo”
Sì
invece, ma me lo meritavo.
Mi
guardò di nuovo “Ok...un po'...” sorrisi
sommessamente
“...d'accordo, sì...ma solo perché gli
ho chiesto cos'era
successo e....” soffiò infilandosi le mani tra i
capelli per
prendersi la testa con esse dopo essersi appoggiato con i gomiti
sulle ginocchia “...non doveva dirti quelle cose”
“Non
è stata colpa sua, gliel'ho chiesto io..”
“Sì
ma non avrebbe dovuto farlo lo stesso!” mi interruppe, con
più
enfasi e guardandomi molto più deciso di com'era stato fino
a prima.
“Sono
cose nostre e......le sappiamo” aggiunse, abbassando il tono,
facendomi tornare nello stato di merda precedente quando
pronunciò
quelle due infime parole.
Eccome
se le sapevamo, soprattutto io, ma proprio per quello non riuscivo a
sentirmi meglio.
“Gli
ho detto che non avrebbe dovuto intromettersi e che non ero stato io
a chiedergli di preoccuparsi per me in questi anni..” a
quella ci
rimasi e lui stesso capì che avessi centrato il punto.
Inspirò
con il naso per non lasciarsi andare ad altre lacrime.
Quando
mai Shannon non si era preoccupato per lui? Indipendentemente che
qualcuno glielo chiedesse o meno. Lo sapevo perfettamente che avrebbe
fatto qualsiasi cosa per lui.
Tra
tutto quello che potevo non sopportare di lui, l'unica cosa di cui lo
invidiavo era proprio il rapporto con il fratello e il fatto che
condividesse qualsiasi cosa con Jared da quando erano nati. Avrebbe
ucciso per lui con un gesto...non riuscii a credere che avesse potuto
dirgli una cosa del genere.
“Io...diavolo,
non volevo dirglielo...non lo penso nemmeno...solo che non
può
capire fino in fondo quello che c'è tra di noi e che non
riesco a
lasciar perdere, nonostante gli alti e bassi”
Sospirai.
Dio quanto aveva ragione.
Sembrava
che avessi davvero rovinato la loro vita da quando ero entrato in
quella di Jared.
Non
riuscivo mai a concludere nulla di buono, se non facendo soffrire
chiunque ma, allo stesso tempo, non ero capace di andarmene, di
ritirarmi perché sapevo che un altro come lui non l'avrei
mai più
trovato ed avevo troppa paura a rimanerne senza.
E,
ogni volta, mi riducevo a non fare nulla e a non prendere nessuna
decisione...perché Shannon aveva ragione.
Mi
era comodo così.
“Non
doveva dirti quello che ha detto”
Tornai
presente e lo guardai, facendogli un cenno di negazione poi
passandogli una mano sulla guancia che portai fino alla nuca da cui
me lo tirai contro e crollò sulla mia spalla con la testa.
“Tuo
fratello ha ragione Jar...”
“Ma..”
“Non
ha detto nulla di sbagliato e gliel'ho chiesto io...il problema
è
che fa male il fatto che abbia ragione e che io non abbia fatto
ancora niente per risolverlo”
Mi
guardò sollevandosi di nuovo “Cole..”
“No,
è vero...è colpa mia, lo è sempre
stata quando non avrei mai
voluto ferirti o farti del male in nessun modo e Shannon si comporta
così solo perché ti vuole un bene dell'anima, non
puoi biasimarlo
per questo..mi odierei anch'io se fossi al suo posto”
Il
dispiacere unita all'evidenza che trasparì dal suo sguardo
mi fece
ancora più male ma era inutile, nessuno ormai avrebbe potuto
fare
nulla per cancellarlo.
Anche
lui sapeva che era vero e non disse nulla per non rientrare in quel
discorso.
“Nonostante
tutto io ci credo ancora...non so per quanto avrò questa
resistenza
ma, ti prego, non farmi perdere la voglia di crederci”
Per
un istante pensai che il cuore mi sarebbe esploso in frantumi.
Era
ora di finirla. Non potevo continuare così, nessuno dei due
poteva e
dovevo smetterla di trattarlo in quel modo.
“Non
succederà Jar..te lo prometto..e anch'io ci credo ancora, ci
ho
sempre creduto...più di ogni altra cosa”
Si
aggrappò improvvisamente alle mie spalle con le braccia,
catturando
le mie labbra in un bacio e portandomi in basso quando si
lasciò
cadere con la schiena sui cuscini. Attutii la discesa con le mani che
mantenni appoggiate ai lati della sua testa, approfondendo
l'incontro, mentre la sua bocca si aprii di più per far in
modo che
le nostre lingue potessero muoversi meglio e avere più
spazio.
No,
non potevo. Mi dava sempre troppo, anche quando non parlava.
Se
non ci fosse stato lui in tutti quegli anni e in certi episodi
specifici della mia vita, forse, non sarei più stato nemmeno
lì in
quel momento.
Non
avevo la forza di terminare ciò che mi faceva stare davvero
bene. E
lui era l'unico a riuscirci.
Approfondii
ancora e ancora, adorando il suo sapore, mordendogli le labbra e
leccandogliele, poi cercandolo di nuovo, sentendo un bisogno estremo
che non finisse e che tutto si fermasse a quel secondo.
La
sua stretta mi fece capire che provava lo stesso.
Ci
separammo lentamente, bisognosi di aria solo dopo molti minuti
successivi, guardandoci e leggendo le rispettive colpe che, ormai,
conoscevamo da anni ma che cercavamo sempre di sotterrare o
nascondere.
Shannon
le aveva risvegliate a entrambi, forse nel modo più duro
possibile
ma, senza volerlo, aveva fatto l'unica cosa giusta che lui,
consciamente, non avrebbe mai voluto fare.
Farci
superare il rimpianto di ciò che ci portavamo sulle spalle.
“Mi
dispiace Jar...per tutto...e lo so che avresti sempre avuto tutte le
ragioni per stancarti davvero di me o lasciarmi ma ti ringrazio per
non averlo mai fatto perché...” presi fiato
“...perché non
avrei mai potuto stare senza di te...non potrei”
Sorrise
sommessamente “Non lo farei mai, scemo...nemmeno volendolo
potrei
io
stare senza di te”
Ricambiai
il sorriso, strofinando piano il naso sul suo, perché per
quanto
fossimo ormai cresciuti e da tempo in mezzo a quel marasma che
definivamo storia, ogni volta riusciva a farmi sentire come se fossi
un ragazzino innamorato alla prima cotta.
E
lo ero, lo ero anche troppo perdutamente nei suoi confronti...non
sarei mai riuscito a ragionare come una persona razionale se si
trattava di lui perché tutto era distorto ma infinitamente
più
bello grazie alla sua presenza nella mia vita e nel mio cuore.
“Devi
fare pace...le colpe qui le abbiamo solo noi, lui è l'unico
che ha
sempre capito tutto davvero...e, per quanto non ci sopporteremo o lui
continuerà a odiarmi, sono geloso perché lui ha
una parte di te che
io non avrò mai”
Mi
guardò emozionato, poi dandomi un leggero pugno sulla spalla
per
sdrammatizzare.
“Siete
le due persone più importanti nella mia vita...non potreste
provare
ad andare d'accordo?”
Strizzai
i denti, fingendo un'espressione dolorosa “Mhhh la vedo
dura”
rise, dandomi un altro pugno.
“Eddai...fallo
per me”
Eccolo.
Dio. Odiavo quando arrivava a quel punto, in un certo senso,
perché
non riuscivo mai a negargli niente.
Ancora
meno con quell'espressione supplicante e addolcita in viso che me
l'avrebbe fatto stringere per giorni.
“Hai
visto cos'è successo oggi...non è possibile
ragionare con tuo
fratello se si tratta di me!”
“Almeno
provateci”
“Devi
dirlo a lui, io ci ho provato prima..”
Sbuffò
annuendo “Ok ho capito...se vorrà ancora parlarmi
soprattutto”
“Ehi..lo
sai che gli passerà, non riesce a stare arrabbiato con
te...”
roteò gli occhi ma su quello lo capivo troppo bene, anche io
ero
come Shannon da quel punto di vista.
Era
impossibile riuscire a rimanere arrabbiati con Jared per troppo
tempo.
“Però
anche tu devi scusarti” aggiunsi.
Mi
annuì di nuovo “Dio che idiota che sono
stato...non ho ragionato,
non mi sono nemmeno reso conto delle parole che ho detto”
Gli
spostai i capelli dalla fronte dandogli un bacio su di essa, poi
scendendo sul naso e infine di nuovo sulle labbra, per un bacio
calmo.
“Non
preoccuparti, sistemerete tutto”
Sospirò,
stringendomi le spalle e portandomi più in basso in modo che
mettessi la fronte a contatto sulla sua e chiudemmo gli occhi
entrambi per un secondo.
“Non
sai quanto vorrei stare qui questa notte...per rilassarmi...ma devo
sistemare subito, oppure sarà solo peggio”
“Sono
d'accordo, ti aspetterò in qualsiasi momento lo
sai..”
Tornò
a spostare lo sguardo su di me “Grazie Cole”
Negai
“Sei più tranquillo?
Annuì.
“Allora
il resto non conta”
Varcai
la soglia di casa con il nervosismo che mi aveva colpito di nuovo lo
stomaco ma stavo facendo di tutto per scacciarlo e non badarci.
Le
stanze al piano terra erano al buio, del resto della crew e nella
parte del Lab non c'era anima viva e anche dal piano di sopra non si
sentiva un rumore.
Per
un breve istante pensai che non ci fosse, poi notai il biglietto sul
tavolo in cucina e capii che Cole avesse ragione.
“Se
non hai ancora mangiato, c'è della pizza in forno...scaldala
magari”
Mi
venne da ridere e sentii di nuovo il magone in gola, ma mi trattenni
sentendo il solito caldo addosso che provavo sempre se si trattava di
qualcosa che mio fratello faceva per me, ed era successo un numero
esagerato di volte, troppe per essere contate.
Dio,
quanto ero stato idiota.
Mi
stavo odiando terribilmente e, dopo aver lasciato la giacca in camera
mia, percorsi il breve tratto di corridoio che mi separava dalla sua,
aprendo lentamente la porta che mi ributtò di nuovo al buio.
Vidi
lo stesso la sua figura sul letto, voltata su un fianco a darmi le
spalle ma ero sicuro che non stesse dormendo.
Mi
infilai all'interno, poi salendo in ginocchio sul materasso e
gattonando fino a che non presi la sua stessa posizione,
schiacciandomi alla sua schiena e abbracciandolo attorno allo
stomaco, lasciando la fronte contro la sua nuca.
Chiusi
gli occhi.
“Scusa”
fu un sussurro ma sapevo che l'aveva sentito e la stretta che sentii
pochi secondi dopo sul polso me lo confermò, così
come il leggero
sospiro rassegnato che gli fece muovere la schiena per un istante.
“Mi
dispiace moltissimo bro'...non volevo dirti quelle cose e non
è vero
che non mi interessa se ti preoccupi, è fondamentale per me
invece”
confessai, sentendo l'emozione prendermi di nuovo le parole ma lui
sospirò di nuovo, questa volta in maniera ovvia ma non
negativa.
Si
mosse, tenendomi per il polso che si portò attorno alla vita
mentre
si voltò a pancia in su e io mi appoggiai lasciando la testa
sulla
sua spalla.
“Ormai
ci ho fatto l'abitudine...quell'uomo sarà la mia
condanna” affermò
serafico.
Risi
sommessamente, sentendo una sua mano finire tra i miei capelli.
“Jar
mi dispiace ok...lo so che non dovrei ma, diamine, a volte il tuo
atteggiamento quando si tratta di Farrell mi da estremamente sui
nervi ma è solo perché...” prese fiato
e alzai la testa per
guardarlo, nonostante la penombra vidi che era in imbarazzo.
Sorrisi
dandogli una gomitata sul fianco “Solo
perché?” ripetei
incitandolo.
Sbuffò
rassegnato non guardandomi negli occhi.
“Perché
sono geloso dannazione, e perché non riesco a capire come tu
possa
esserti interessato a uno come lui quando potresti avere chiunque di
migliore!”
Sentii
lo stomaco scaldarsi ancora di più oltre che un sorriso
enorme
spingere per apparire ma lo trattenni mordendomi un labbro. Sapevo
che era difficile per lui dire quelle cose, soprattutto apertamente e
se riguardavano Colin, ma quando ci riusciva mi facevano ancora
più
piacere.
“Shan
non c'è nessuno migliore di lui credimi”
Storse
il naso, con espressione dubbiosa facendomi ridere di nuovo e
annuire.
“D'accordo
magari tu non lo noti ma per me è così”
affermai con ovvietà
totale che lo portò ad un altro sospiro, l'ultimo, finto
scocciato.
“Voglio
solo che tu non soffra...ancora..” specificò.
“Non
succederà...e io non voglio litigare per queste
cose”
Sorrise
“Diventi intrattabile quando si tratta di qualcosa che lo
riguarda”
Fui
io a sentirmi in imbarazzo, evitando il suo sguardo.
“Forse
perché ci tengo troppo”
“Già
esatto...è proprio per questo che lo invidio”
Era
assurdo che tutti e due gli uomini che amavo di più, in
maniere
diverse, provassero le stesse cose l'uno per l'altro.
Forse
era per quello che non sarebbero mai riusciti ad andare d'accordo.
“Non
devi...lo sai che non cambierà mai niente di quello che
c'è tra di
noi, sono due cose diverse e Colin non c'entra e...anzi, grazie per
tutto quello che hai fatto e fai per me...te lo dico sempre troppo
poco” confessai, sentendomi in colpa ma lui
addolcì l'espressione,
tirandomi verso di sé e stringendomi in un abbraccio.
“Non
vuoi mai che te li dia ma questo te lo prendi tutto”
Risi,
con nessuna intenzione di obbiettare e ricambiai la stretta,
scusandomi ancora ma lui mi liquidò con un verso di
negazione.
Decisi
di zittirmi e mi lasciai andare nello stesso calore che sentivo da
quando Shan mi aveva preso in braccio la prima volta ai suoi due
anni.
Colin
aveva molto più che ragione.
Tutto
quello che Shan faceva era per il mio bene e tendevo a dimenticarmelo
troppo spesso, forse perché lo ritenevo scontato, quando
invece non
lo facevo solo stare bene ma anche preoccupare e soffrire se qualcosa
in me non andava.
Non
avrei potuto fare nulla senza entrambi, erano parte della mia
vita...forse in maniera diversa, ma nessuno come loro avrebbe mai
potuto inciderla a tal punto da farmi valere la pena di viverla.
(n.d.a) ah giusto,
sopra mi stavo dimenticando...sono degenere anche nelle risposte alle
recensioni in questo periodo. Scusate uu appena il tempo
sarà più clemente mi farò perdonare,
ma sappiate sempre che vi ringrazio in ogni modo dal profondo del cuore
e che ogni pensiero, anche piccino, è sempre ben accetto,
come lo scambio di opinioni quando ne avrete voglia ;)
a presto :*
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