Sono un grande uomo

di Bale
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Osservava la luna e i suoi occhi sembravano quelli di un bambino.

Un bambino a cui è stata portata via l’infanzia.

Un bambino a cui troppo spesso era stato detto di non avere gli attributi per andare avanti, per fare qualcosa di significativo, per diventare un grande uomo.

E invece ora era lì, su quell’isola, a dimostrare esattamente il contrario.

Era diventato il leader di quella comunità.

Non lo aveva chiesto a nessuno, non lo aveva voluto lui.

Era diventato un punto di riferimento e basta.

Chiuse gli occhi e pensò a suo padre, il suo Coniglio Bianco.

Christian Shephard, il primario.

Il padre che spesso lo aveva messo in imbarazzo, ma che nonostante tutto gli aveva voluto un gran bene.

A modo suo.

Il padre che se ne era andato così, senza dire nulla a nessuno, gettato in un vicolo come un sacco dell’immondizia.

Suo padre.

Provò ad immaginare la sua faccia, l’espressione che avrebbe fatto nel sentire quelle parole che avrebbe tanto voluto vomitargli addosso.

“Sono uno dei candidati”   pensò riaprendo gli occhi   “Sono un grande uomo”


 





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