E se Goku fosse nato femmina?
E se Goku fosse nato femmina?
Era una mattina soleggiata, e Gohan, un signore anziano, era
andato a fare la solita passeggiata che faceva dopo colazione. Con le mani
dietro alla schiena, camminava guardando il cielo terso, e ascoltava la dolce
melodia del canto degli uccellini.
Chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dalla pace e dalla
quiete circostante, quando il pianto isterico di un bambino giunse alle sue
orecchie. Incuriosito, si avviò verso il luogo da cui sembravano provenire i
lamenti, e si trovò un bambino senza vestiti steso per terra. Si agitava,
piangeva e scalciava, ma nonostante tutto Gohan lo prese tra le mani con
dolcezza.
Era una bambina.
La strinse a se, facendole sentire il calore che il suo corpo
emanava. Sentendo la presenza dell’uomo, la piccola si era calmata. Lo guardava
in volto, con gli occhietti spalancati, pieni di vivacità. Lui sorrideva, senza
perdere la felicità dal viso neanche per un istante.
Si diresse nuovamente verso la casa in cui viveva, saltando la
passeggiata. Arrivato, posò la piccola sul letto, e cercò qualche vestito che le
andasse minimamente bene. Trovò solo un pezzo di stoffa, ma mentre la piccola
dormiva, lui ne approfittò per cucirle un abito. Notò solo in quel momento la
coda, che fuori usciva dal profondo della schiena della piccola. Lui, senza
timore, con un paio di forbici la tagliò, intuendo che potesse essere
pericolosa. Poi, osservando accuratamente la testa mora della bambina, vide un
grosso bernoccolo sulla testa. Doveva aver battuto il capo, ma nonostante questo
la creatura sembrava allegra, e lui non si preoccupò più di tanto.
I giorni passarono, e la bambina sembrava felice di stare li
con lui. Gohan la chiamava sempre Herion, ed ormai questo era diventato il suo
nome. Camminava a gattoni, e si arrampicava dappertutto, tanta era la sua voglia
di scoprire.
Ed una sera arrivò la luna piena.
Si erano messi, come ogni sera, sull’erba che circondava
l’abitazione, e ammiravano le stelle.
Gohan iniziò a raccontare ad Herion un sacco di cose
interessanti sulle stelle e sulla luna. Lei ascoltava meravigliata, anche se non
capiva proprio tutto. Le piaceva ascoltare la voce profonda e dolce del nonno,
perché per lei Gohan era quello.
Il suo occhio cadde sulla luna piena. Lei la guardò ammirata.
La indicò con la manina, ed il nonno le prese delicatamente il dito. Avvicinò la
mano della piccina alla sua bocca, e le diede un lieve bacio.
- Quella è la luna piena, principessa. -
Lei sorrise per l’ennesima volta, serena.
Passarono gli anni, e la vita si faceva sempre più interessante
per la bambina.
Raccoglieva la frutta sugli alberi, e andava in città per fare
la poca spesa che serviva. Era un periodo molto bello per lei.
Ma finì quando, tornando dal mercato, trovò il nonno steso a
terra.
- Nonno! NONNO! Svegliati! – scuoteva la sua spalla, ma lui non
dava segni di vita.
Lei lo girò, con una forza assurda per la sua età. Lo guardò in
viso, era pallido. Freddo al tocco.
Chissà da quanto era li.
Lei pianse tutte le lacrime che aveva in corpo, continuando a
strillare il nome dell’uomo. Restò li varie ore, fino a quando non si addormentò
vicino al corpo del suo caro nonno.
Lo seppellì appena sveglia. Era troppo doloroso per lei dare
l’ultimo addio all’uomo che l’aveva cresciuta, all’uomo a cui voleva così
bene.
L’unica cosa che le rimaneva di lui era una sfera arancione,
che stava sempre appesa al cappello del vecchio. La strinse forte, posò una rosa
bianca sulla tomba e tornò in casa.
Ora era sola. Cosa avrebbe fatto senza la sua guida, il suo
appoggio? Cercò di pensare al da farsi, ma i ricordi felici del nonno le
offuscavano la mente. Non riusciva a pensare ad altro che non fosse Gohan.
Inoltre, le lacrime le impedivano di vedere bene cosa succedesse intorno a lei.
Difatti si accorse a malapena dell’entrata di una ragazza con i
capelli azzurri. Quest’ultima, salutò cordiale, ma dopo aver visto lo stato
pietoso della bambina si era avvicinata.
- Ehi, stai bene? – le chiese comprensiva.
Herion annuì.
- Ciao, io mi chiamo Bulma! – si presentò, cercando di tirarla
su di morale.
- Io sono Herion. – si presentò la padrona di casa, con gli
occhi umidi.
Bulma osservò a lungo la bambina. Era molto bella, aveva i
capelli neri e lunghi, e dei ciuffi più corti le incorniciavano il viso.
- Sono in viaggio. Sto cercando le sfere del drago, ed il mio
radar ne ha indicata una in questa casa! è per questo che sono entrata qui! Ma
ho bussato, e nessuno mi rispondeva. Perciò scusa se ho disturbato… - si scusò
la ragazza con i capelli turchini. E dopo che la mora ebbe annuito, continuò. –
Quanti anni hai? Io ne ho 16. -
- 12. – rispose triste l’altra.
Bulma non sapeva che fare. La ragazzina era sempre più triste,
e lei non riusciva a rallegrarla.
D’un tratto Herion alzò di scatto il capo.
- Sfera del drago? -
Bulma annuì, perplessa. Poi la bambina si alzò, e si avvicinò
ad un mobile, da cui prese in mano una cosa circolare.
- Cercavi questa per caso? -
Vedendo la ragazza esultare felice, intuì che la risposta era
si.
- Me la potresti dare, Herion? – chiese con gli occhi sbarrati
dall’euforia.
- Solo se mi porti con te. Non sembra, ma sono piuttosto forte.
E questo è l’unica cosa che ho di mio nonno. –
Ripensando a Gohan, abbassò la testa, pronta a piangere di
nuovo. Ma sentì una mano sulla spalla.
- Vieni pure, io viaggio da sola, mi farà piacere un po’ di
compagnia! –
Entrambe si sorrisero: tutte e due avevano trovato un amica, ed
in più avevano una sfera del drago.
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Sono Sirene Chan, l’autrice di questa fic. Devo ammettere che
non mi piace molto, anche se l’idea secondo me è buona. Però non credo di essere
la persona adatta a scrivere una cosa del genere. Perciò i lettori (ma se
nessuno leggerà questa fan fiction?) devono dirmi se continuarla, perché
sinceramente non vedo neanche un buon motivo per farlo…
Comunque credo che metterò anche il secondo capitolo, anche se
per ora non so di cosa tratterà.
Sirene Chan
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