Disclaimer : non conosco Frank e Gerard (che sfiga...), e ciò che
scrivo non rispecchia assolutamente la verità o è a scopo di lucro. Detto
questo, have fun!
-Dai, ripetimelo! Un'altra volta, solo una!-. Frank Iero, un "grande"
chitarrista, capace di urlare in modo fantastico. Ma anche un grande
rompicoglioni. Se si fissava su una cosa non c'era modo di togliergliela dalla
testa. Ed era capace di romperti per giorni interi, sempre e a qualsiasi ora del
giorno.
Proprio quello che stava succedendo.
-Buon giorno, Frank. è facile. Buon- Giorno-. Gerard Way sapeva che Frank non
si sarebbe fermato.
-Bon jorno-.
-Buon giorno, Frank, BUON GIORNO-. La testa iniziava a dolergli. Cazzo,
perchè aveva detto quella parola? Perchè l'aveva detta davanti a lui? Era stata
la sua rovina, la sua vita era finita nello stesso istante in cui l'aveva
pronunciata.
-Buon giorno-. Era l'ultima volta. Basta. Gerard voltò le spalle al suo
chitarrista e se ne andò, lasciandolo lì imbronciato a ripetere quelle due
fottutissime parole.
***
-Bon jorno!-. Merda.
Frank era spuntato da dietro un angolo urlando quelle due parole, e Gerard
era quasi saltato in aria.
Frank sorrise e guardò Gerard con quei suoi occhioni da cucciolo.
L'altro lo guardò, truce, e scese in cucina per prepararsi un caffè.
***
-Bon jorno!-.
Cazzo, neanche potevi andare in bagno che ti ritrovavi Frank pronto a urlarti
quelle due parole, pronunciandole male, per giunta.
Gerard Way sentiva che presto sarebbe impazzito. E sentiva anche che il suo
esaurimento nervoso stava avanzando.
***
-Bon jorno!-.
Frank, sempre Frank, solo Frank, ancora Frank con quelle due dannatissime
parole.
Maledizione a lui che gliele aveva insegnate!
Non poteva neanche fare colazione in pace, adesso, perchè Frank sbucava da
tutte le parti, con le sue parole preferite.
***
Il concerto era iniziato.
-Bon jorno!!!-. Ecco, ci risiamo. è sera e questo cretino urla "buon giorno".
Ma come si può???
Sì, Gerard Way stava ufficialmente impazzendo...
***
-Bon jorno...-. Gerard si strofinò gli occhi e li aprì, lentamente. Si
strinse di più sotto le coperte, e le braccia di Frankie lo circondarono. C'e
l'aveva ancora col buon giorno...
Gerard sentì le labbra del suo amante poggiarsi delicatamente sulle sue, e
ricambiò il bacio.
-Bon jorno...-. Oh dio santo...
-Buon giorno, Frankie...-.
-Gerard, spiegami un pò una cosa... cosa vuol dire "bon jorno"?-.
Gerard lo guardò, stupito. Ma poi pensò che non avrebbe dovuto stupirsi più
di tanto. Era Frank, dopotutto. Il suo Frank, con i suoi occhioni da cucciolo e
la capacità di farti impazzire in meno di un nanosecondo. Il suo Frankie, con la
sua assurda capacità di romperti i coglioni in modo assolutamente naturale e non
premeditato.
-Buon giorno vuol dire Good morning, Frankie-. Il ragazzo sembrò rifletterci
un pò su, quindi baciò il suo amante ancora semi-addormentato.
-E come si dice Good evening?- chiese.
-Buona sera-.
-Bonna serra-.
-No Frank, buona sera-.
-Bonna serra...-.
Gerard alzò gli occhi al cielo: lo aspettavano interi, interminabili giorni
di agguati improvvisi e urla di parole con la pronuncia sbagliata. E il suo
esaurimento nervoso era pronto ad assalirlo.
Pazienza. Frank era pur sempre il suo Frank. E lo avrebbe sopportato.
O lo avrebbe strozzato dopo i primi agguati.
***
Un grazie a Mika e Idra, che hanno letto questa storia insieme
a me, proprio adesso che ho finito di scriverla, facendosi due risate. Grazie
perchè mi hanno dato l'okay per pubblicarla. Ve la dedico, my sweethearts!
B.
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