Lei,
una ragazza come tante, solare, sportiva, generosa e brava a scuola;
Lui,
un ragazzo come pochi, divertente, sportivo, rompiscatole e
scansafatiche;
Lei,
occhi color nutella, capelli ricci di lunghezza media, labbra rosse
rosse e corporatura media;
Lui,
occhi color smeraldo immerso nell'oceano, boccoli castani, labbra
sottili e sorriso...che sorriso!
Lei,
Amelie. Lui, Harry.
Si
conoscevano da un po' di tempo, tre anni per la precisione, erano
compagni di classe dal primo liceo, e non potevano essere
più diversi, eppure avevano in comune molto più
di quello che pensassero. Se qualcuno avesse chiesto a uno dei due,
quale ruolo occupasse l'altro/a, avrebbero tutti e due risposto
'compagni di classe', niente di più, niente di meno, non
erano mai stati così legati da poter essere definiti amici,
migliori amici, ma non erano mai stati così indifferenti da
poter essere definiti sconosciuti, il termine giusto era proprio
quello.. 'compagni di classe'.
Non
erano mai stati vicini di banco, anzi, le loro sedie distavano di sei o
sette metri l'una dall'altra e non avevano mai condiviso qualcosa di
diverso dall'ansia per le interrogazioni e i compiti in classe, i
sospiri di sollievo al termine della giornata, le maledizioni lanciate
contro i prof, e mille risate, quelle risate così belle,
così naturali, così spontanee che soltanto in
un'area circoscritta come un'aula possono alleviare la tensione che si
accumula durante la giornata.
Amelie
si era sempre trovata bene con i suoi compagni, e anche con i prof, era
la classica ragazza che studia perchè sa di doversi
guadagnare un posto nel mondo del lavoro con il sudore della fronte,
sapeva che una volta terninati gli anni della 'spensieratezza', come
amano chiamarli gli adulti, non ci saranno sconti per nessuno e
tantomeno per lei, era perfettamente consapevole di dover dare il
massimo e la maggior parte della gente che la conosceva, l'apprezzava
per questo...ma non era da confondersi con la ragazza che passa
giornate, anzi nottate, sui libri e che scoppia a piangere per un
brutto voto, assolutamente, Amelie sapeva che oltre ai libri di testo,
esisteva qualcos'altro chiamato vita, e sapeva quando era il momento di
smettere di preoccupparsi e vivere, godersi l'adolescenza.
Non
aveva mai avuto un ragazzo, non si era mai innamorata, non ne
aveva mai sentito la necessità, stava bene con sè
stessa e quella era la cosa più importante di tutte;
naturalmente aveva delle amiche con cui usciva volentieri il sabato
sera e una miriade di interessi: amava leggere vicino al fuoco con un
plaid avvolto intorno al corpo, ma non poteva fare a meno del computer,
amava guardare film in una giornata piovosa, ma la musica era la sua
ancora di salvezza, amava correre, ma le piaceva anche trascorrere
interi pomeriggi sdraiata sul divano senza fare assolutamente
nulla....una ragazza semplice ma allo stesso tempo unica.
Bastava
veramente poco per farla sorridere, e che lei volesse ametterlo o meno,
Harry sapeva esattamente come scatenare la sua risata, che lei volesse
ammetterlo o meno, Harry la conosceva meglio di quanto pensasse, che
lei volesse ammetterlo o meno, quel ragazzo, un suo compagno di classe,
stava cominciando a essere la ragione primaria del suo buonumore la
mattina, della sua voglia di andare a scuola, del suo sorriso durante
quella giornata, la successiva e quella dopo ancora.
Lui
era il più giocherellone, il più divertente, il
più intelligente, il più spiritoso e pure il meno
volenteroso, in fatto di studio...ma in compenso era quello che
strappava un sorriso a tutti, quello che raccontava le barzellette nel
bel mezzo della lezione, quello che si divertiva a fare il verso ai
prof, quello che prendeva tutto alla leggera, come se tutto fosse un
eterno gioco, gli piaceva comportarsi da pagliaccio nelle situazioni
più inopportune e si beccava spesso rimproveri per il suo
essere così 'sconsiderato', così lo chiamavano i
prof, ma in fondo sapeva farsi voler bene, la sua simpatia
contagiava tutti in classe, era il ragazzo più positivo,
più energico, più estroverso...più di
1.80 di altezza, ma bambino nel cuore e speciale in tutto il
resto.
Nemmeno
Harry aveva mai avuto una ragazza, ma sembrava che la cosa non gli
importasse affatto, erano veramente poche le volte in cui i suoi amici
lo avevano sentito parlare di relazioni e discorsi simili, il suo unico
scopo al momento era divertirsi e godersi la vita, e pochi, o forse
nessuno, aveva libero accesso a ciò che intendeva celare con
quel comportamento sempre sopra le righe....dall'inizio di quell'anno
scolastico, si era sorpreso più volte a pensare alla ragazza
per la quale pensava non avrebbe nutrito mai nessun interesse, non era
nei suoi programmi innamorarsi, ma sapeva di non essere in grado di
fermare ciò che gli stava accadendo, Amelie, la sua compagna
di classe Amelie, quella che conosceva da ben tre anni, la ragazza
amata dai prof per il suo essere seria e costante nello
studio, stava lentamente diventando qualcosa in più che 'una
compagna di classe'.
Quella mattina di fine gennaio,Amielie entrò in classe da
sola, la sua migliore amica e compagna di banco Sharon doveva essersi
ammalata e ovviamente avrebbe saltato la scuola per qualche giorno
"buongiorno" esclamò incontrando lo sguardo dei suoi
compagni, ognuno le rispose a modo suo, chi con semplice sorriso, chi
con un gesto della mano, chi ricambiandole il saluto con parole; come
al solito si sedette al suo banco, suonò la campanella e
dopo qualche secondo la prof entrò in classe, fece l'appello
e quando arrivò al nome di Harry, i suoi amici risposero con
un sonoro 'assente'. Sarabbe arrivato, ovviamente, non mancava quasi
mai a scuola, a differenza di ciò che si potrebbe pensare
visto il suo temperamento, non era un ragazzo a cui piaceva saltare le
lezioni, piuttosto faceva l'impossibile per rendere quelle ore in cui
era costretto a stare a scuola piacevoli, e il più delle
volte ci riusciva anche.
Dopo un paio di minuti la porta si spalancò e un Harry
incappucciato da capo a piedi entrò in classe "scusate il
ritardo" disse andandosene al suo posto e sfoderando il suo
meraviglioso sorriso, Amelie lo seguì con lo sguardo e solo
allora notò che anche Louis, il suo compagno di banco, quel
giorno era assente come Sharon; la prima ora avevano storia dell'arte,
una materia che, a dire la verità, non appassionava nessuno
in quella classe, nemmeno Liam che era il ragazzo più
studioso..."Amelie?" la ragazza si sentì chiamare e si
voltò instantaneamente verso Niall e Zayn, che occupavano i
posti dietro il suo banco e quello di Sharon in classe, ed erano i suoi
migliori amici, nella vita "secondo te biologia interroga?" le
domandò il ragazzo biondo dagli occhi blu "ovvio, ha detto
che interroga proprio te" scherzò lei "e ti chiede tutto il
programma" si aggiunse Zayn "hai studiato?" lo incalzò
Amelie "certo" rispose "..che no!" aggiunse subito dopo facendo
sorridere la ragazza; nessuno dei suoi due migliori amici era il
classico ragazzo studioso, ma Niall si preoccupava dei risultati
scolastici molto di più di quanto facesse Zayn "aiutami Amy,
ti prego" le disse il biondo afferrandola per un braccio, la chiamava
Amy in modo affettuoso "stai calmo! stavamo scherzando!"
esclamò Zayn a quel punto, e Niall tirò un
sospiro di sollievo, dopo aver lanciato un'occhiataccia ad entrambi.
" a parte gli scherzi, potrebbe interrogare davvero" esordì
lei, poi continuarono a chiacchierare abbandonando l'argomento scuola e
parlando tra loro come facevano sempre; terminò la prima
ora, la seconda c'era biologia.
Il professore entrò in classe e calò il silenzio,
Amelie si chinò per prendere il libro nel suo zaino,
ripercorse velocemente le ultime pagine con lo sguardo mentre il prof
firmava il registro e chiedeva quale fosse l'argomento del giorno,
casualmente incontrò lo sguardo di Harry, non fecero nulla,
non si dissero nulla, non si sorrisero neppure, si fissarono per
qualche secondo e basta, come due compagni di classe che per caso si
ritrovano a guardarsi reciprocamente, senza un motivo, semplicemente
perchè non si può fissare sempre il prof; lei
tornò a concentrarsi sul suo libro, per modo di
dire, non poteva negare che quel ragazzo su di lei aveva un
certo effetto, si era resa conto che era grazie a lui, se la mattina
aveva voglia di andare a scuola, sapeva che le sue battute, la sua
simpatia innata, il suo essere irrequieto quasi, il suo sorriso, le
avrebbero rallegrato la giornata, e non era cosa da poco.
Un paio di minuti più tardi se lo ritrovò
accanto, non fece nemmeno in tempo a domandargli cosa ci facesse
lì, il prof la precedette "Styles, torna al tuo posto, come
mai ti trovi lì?" lo ammonì "Prof, io sono solo,
lei è sola, siamo soli insieme" rispose con un sorrisetto
dipinto sul viso, lo aveva detto con il suo solito tono giocoso, e
nessuno ad eccezione di Amelie, seppe trovare la dolcezza in quelle sue
parole, la cosa
finì lì, il prof permise a Harry di restare
seduto accanto a lei, visto che sia Sharon che Louis erano assenti quel
giorno.
"Ciao Amelie" la salutò lui, come se non si fossero ancora
visti prima di quel momento, era decisamente impossibile restare seri
di fronte alle sue sparate "Ciao Harry" rispose lei ridendo, ma
guardandolo davvero negli occhi, voleva capire fino a che punto quel
ragazzo potesse essere importante per lei, voleva sapere se veramente
era di più che il suo compagno di classe burlone "come
stai?" le domandò lui interrompendo i suoi pensieri "..bene"
mormorò lei incerta "tu?" domandò subito dopo, il
ragazzo tardò di qualche secondo a rispondere, sembrava che
si fosse imbambolato "alla grande, cioè bene, insomma
più o meno" "hai le idee molto chiare, devo dire" disse lei,
questa volta fu Amelie a scatenare la risata del ragazzo, lui, che era
quello che faceva ridere tutti, aveva trovato qualcuno che lo facesse
ridere, può sembrare un controsenso ma non lo è
affatto, e quella persona capace di farlo ridere era proprio Amelie,
non avrebbe mai creduto che fosse possibile.
" volevo dire che-" "ei Styles, visto che hai tanta voglia di
chiacchierare, non sarà un problema per te presentarmi la
lezione del giorno" esordì il professore, Harry
alzò gli occhi al cielo, era ovvio che non sapeva nemmeno
quale fosse il tema da presentare, non aveva mai aperto libro in tutta
la sua vita e probabilmente mai lo avrebbe fatto, studiare e istruirsi
non era nei suoi programmi al momento, ci teneva di più a
godersi la vita...ecco perchè lui e Amelie erano
completamente diversi, ma forse erano entrambi attratti l'uno
dall'altra, perchè ciò non si poteva
più negare, esattamente per questo: Amelie adorava il suo
modo di fare, adorava il fatto che fosse bambino nel cuore, adorava la
sua naturalezza nel dire le cose più spropositate, adorava
il modo in cui la faceva ridere comportandosi da pagliaccio, anche se
aveva impiegato tre anni per ammetterlo a sè stessa, e Harry
invece era attratto dalla sua serietà nello studio, e in
tutto il resto, sapeva che era una ragazza di cui ci si poteva fidare,
era attratto dalla sua intelligenza, dal suo essere così
razionale con gli adulti e così sciocca con i
compagni, era attratto dal suo essere riservata e socievole allo stesso
tempo...Amelie pensava di essere una ragazza uguale a tutte le altre,
Harry aveva capito, dopo ben tre anni, che non aveva nulla a che fare
con le altre ragazze che conosceva, persino con le sue stesse compagne,
Amy, come la chiamavano spesso Niall e Zayn, era unica... non che le
altre non fossero ragazze semplici e dai buoni valori, ma in lei c'era
tutto, il lato divertente, il lato serio, il lato saggio, il lato
spiritoso, anche il lato impacciato ...e Harry si sorprendeva
sempre più spesso a pensare che fosse perfetta, e non era da
lui, decisamente.
" allora Harry...dicevamo? prego, a te la parola, presenta la lezione
del giorno" il ragazzo guardò Amelie con la coda dell'occhio
e sussurrò un 'suggerisci, ti prego' , lei non se
lo fece ripetere due volte "parliamo del linguaggio del corpo umano,
dei cinque sensi" bisbigliò nascondendosi dalla vista del
prof "l'argomento di oggi è il linguaggio del
corpo umano, attraverso il quale siamo capaci di dire ciò
che parole accennano soltanto o addirittura non sono capaci di
esprimere" iniziò Harry, era bravo a improvvisare, un'altra
delle sue qualità "la vista è uno dei cinque
sensi, e l'organo attraverso il quale si manifesta sono gli occhi"
proseguì, fino a quel punto aveva saputo cavarsela, ma ora
gli servivano informazioni più tecniche "attraverso la vista
si percepiscono gli stimoli luminosi, cioè la figura, il
colore,le misure e la posizione degli oggetti" Harry
riferì ciò che Amelie gli aveva suggerito
"l'occhio umano raccoglie la luce che proviene dall'ambiente, ne regola
l'intensità attraverso un diaframma, e la focalizza formando
un'immagine che viene elaborata dal cervello, grazie al nervo ottico"
Amelie bisbigliva sotto voce e Harry riferiva al prof, l'uomo lo
fissava con un'aria piuttosto sorpresa, continuarono così
per un bel po', la ragazza gli suggerì tutte le nozioni
fondamentali e Harry ci costruiva abilmente in discorso sopra, ogni
tanto si voltava verso di lei e le rivolgeva un sorriso che voleva
semplicemente dire 'grazie' o 'siamo una bella squadra',
continuò così l'interrogazione fino al punto in
cui le specifiche tecniche e le nozioni scritte sul libro furono
esposte tutte, a quel punto avrebbe dovuto parlare del gusto,
dell'olfatto, dell'udito o del tatto, ma continuò a parlare
della vista, o meglio, degli occhi.
" Gli occhi per un essere umano sono tutto, gli occhi sanno esprimersi
molto meglio delle parole, gli occhi non sanno mentire, costituiscono
una sorta di linguaggio segreto, che senza dubbio è molto
più efficace e più diretto di quello
tradizionale, perchè se mi parli, non potrò mai
essere sicuro al 100 % che tu mi stia dicendo la verità, ma
con gli occhi non si incorre in questo pericolo, non sono capaci di
nascondere i sentimenti. Penso che lo sguardo sia una delle
cose più significative che esistano al mondo, con uno
sguardo si può comunicare tutto ciò che si prova
in un attimo, ma c'è anche anche bisogno di chi sappia
soffermarsi sul nostro sguardo e sappia leggere quello che
c'è scritto, e non è affatto semplice trovare
qualcuno che sappia leggere anche quando non ci sono lettere, ma
soltanto sfumature e luci, non tutti hanno imparato a leggere
in quel modo lì, diverso da quello originale, non tutti
sanno realmente guardarci negli occhi, perchè se
così fosse, non esisterebbe nessun tipo di incomprensione."
quandò finì di parlare, si voltò con
naturalezza verso Amelie e si ritrovò davanti una ragazza
sorridente, un sorriso vero, il resto della classe lo fissava stranito,
compreso il prof, ma lei sorrideva, aveva capito perfettamente
ciò che Harry volesse affermare e credeva che avesse
pienamente ragione, le restarono impresse quelle parole, ma da dove gli
erano venute fuori? Lui, il burlone della classe, lo scansafatiche per
eccellenza che ha soltanto voglia di divertirsi e far divertire, era il
ragazzo più dolce del mondo, non aveva mai mostrato quel suo
lato, ma Amelie aveva sempre pensato che dietro il suo comportamento
ribelle, si nascondesse un ragazzo...speciale, non trovava altre parole
per definirlo, se non speciale, Harry era speciale e finalmente se ne
era resa conto.
Poco dopo chiese di uscire dall'aula, stava provando troppe emozioni,
sentimenti forse, nei confronti di Harry, e averlo accanto non era un
bene per lei in quel momento, raggiunse i bagni e ci restò
per qualche minuto senza utilizzarli, si appoggiò alla
finestra cercando di riflettere, ma l'unica cosa che aveva voglia di
fare era abbracciarlo e lasciarsi stringere da lui, baciarlo, non ne
aveva mai sentito il bisogno prima di allora e si stupì
più di chiunque altro a pensare cose del genere sul ragazzo
che era sempre stato soltanto 'il suo compagno di classe', il
più simpatico di tutti, ma sempre e solo 'il suo compagno di
classe'.
Si decise a ritornare in classe, ma mentre percorreva il corridoio, il
destino volle che incontrasse proprio lui, si
fermò "come sono andato?" le domandò
Harry raggiungendola, Amelie restò accanto al termosifone
mentre lui si avvicinava "bene, direi che non si è accorto
di nulla" rispose guardando in basso e riferendosi ai suoi
suggerimenti, ora aveva paura che lui riuscisse davvero a leggerle
negli occhi, come aveva spiegato poco prima, si sentiva vulnerabile e
sapeva che lo era sul serio, ora di fronte a lui temeva di non essere
più in grado di nascondere nulla, forse era stato quel
discorso a farla crollare definitivamente "lo so, sono bravo" rispose
il ragazzo sorridendo tra sè e rinconquistando la sua tipica
aria spavalda; ma ad un tratto si avvicinò di più
ad Amelie fino a sfiorarle il viso con l'indice e alzarglielo
delicatamente, lei si trovò costretta a reggere il suo
sguardo, non poteva più fuggire dai suoi stessi sentimenti,
nessuno dei due parlò, restarono lì a guardarsi
negli occhi, per davvero, per un tempo indeterminato, forse per un
minuto o due, non se ne resero conto, Harry lesse qualcosa nei suoi
occhi, sapeva leggere sul serio quelle scritte prive di
lettere, e lei aveva trovato qualcuno che fosse capace di soffermarsi
sui suoi occhi e ricavarci un discorso, e la cosa sconcertante ma
meravigliosa era che Amelie scoprì di essere capace di fare
lo stesso con lui, all'improvviso tutto risultò chiaro per
entrambi, al posto delle domande c'erano certezze, si avvicinarono
lentamente, in maniera quasi impercettibile, sempre di più,
fin quando le distanze non si annullarono del tutto.
Un bacio, due baci, una serie infinita di dolci baci scambiati tra un
ragazzo e una ragazza 'compagni di classe', un ragazzo e una ragazza
che si erano immamorati lentamente, ogni giorno un po' di
più, e che quella mattina di fine gennaio, avevano trovato
il coraggio di abbattere i muri e scopire l'amore in un corridoio,
appoggiati a un termosifone, nel luogo in cui erano soliti definirsi
'compagni di classe', ma da quel giorno furono molto di più
di quello, molto molto di più che semplici 'compagni di
classe'.
Salveeeee :DD
E' la mia prima one-shot, spero che vi piaccia !! Non esitate a farmi
sapere cosa ne pensate, non siate timidi :3
Un bacio e buona domenica :))
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