And so here we are
Foresta Incantata, trent'anni fa
Rumpelstiltskin osservò il punto in cui la bimba era
sparita. Non poteva essersi sbagliato, non quando quegli occhi avevano
tormentato i suoi sogni per anni.
Quelli erano gli occhi di Baelfire.
Il colore era diverso, azzurro al posto di nocciola, ma avevano la stessa scintilla di
determinazione che gli aveva visto così tante volte da quando era diventato l’Oscuro.
Così piccola e già
così forte pensò esattamente come sua
madre.
Una risata sfuggì al suo controllo quando si accorse di quel
che aveva appena pensato.
Quella piccola bambina aveva un qualche collegamento con
suo figlio ma certamente anche con la sua allieva, Regina.
Com’era strana la vita!
Era stato pronto ad ucciderla solo perché era sua figlia per
poi scoprire che c’erano elevate possibilità che quella fosse un membro della
sua famiglia.
Si alzò in piedi, cercando qualche traccia della fata che
però era sparita.
Una risata isterica gli uscì dalle labbra mentre una singola
lacrima scappava al suo controllo.
Aveva avuto tra le braccia qualcosa di suo figlio ma anche
lei gli era stata portata via.
Storybrooke, presente
Quando anche Regina uscì dal negozio Gold si permise di lasciare
cadere la facciata dura che aveva tenuto per tutta quella mattina.
Quando l’aveva vista entrare non credeva ai suoi occhi. Nonostante
fosse sicuro di non averla colpita con un pugnale una parte di lui temeva di
aver posto fine alla vita di quella che poteva essere l’ultima cosa rimastagli
di Bae.
Invece aveva fatto il suo ingresso nel suo negozio, con
quell’atteggiamento di superiorità tipico della madre e con lo stesso sguardo
deciso negli occhi che caratterizzava suo figlio.
Ancora non riusciva a crederci.
Trent’anni prima, in quella cella, aveva creduto che tutto
fosse stato creato dalla sua immaginazione, una tortura nella tortura.
Ma quando le aveva stretto la mano, la magia che si era
espansa per il negozio era inconfondibile.
Era quel tipo di magia che solo legami di sangue potevano
produrre, solo persone legate tra di loro da qualcosa di più potente del vero
amore: l’amore per un figlio.
E lui era così felice: gli occhi gli brillavano ed il volto
era illuminato da un sorriso che non aveva indossato per molto tempo.
Finalmente aveva ciò per cui aveva creato il sortilegio,
stava rimettendo insieme la sua famiglia.
Quello che lo spaventava era il venire a conoscenza del
destino di Bae: cosa gli era successo, se stava bene, se lo aveva perdonato.
Eppure guardando quella ragazza non poteva fare a meno di
sentire il suo cuore esplodere per la gioia, di avere il corpo percorso da
tante scariche elettriche che gli impedivano di rimanere fermo.
Era esattamente come voleva che fosse: forte, determinata ma
con quella dolcezza che lui stesso aveva sottratto a Regina.
Di sicuro non avrebbe commesso lo stesso errore.
Non avrebbe permesso che lei passasse ciò che avevano
passato loro.
No, lei doveva avere la vita felice che non era stato in
grado di dare a Bae.
Ciao a tutti!
Questo è un piccolo ‘missing moment’ da “Once Upon A December”,
prossimo capitolo di capitolo di “Love
Is A Ruthless Game Unless You Play It Good And Right” (sì, ho cambiato il nome
alla storia).
Si tratta dei pensieri di Rumpelstiltskin nei due momenti in
cui viene in contatto con Katherine, prima quando è solo una bambina e poi
quando arriva a Storybrooke.
Mi scuso per eventuali errori e/o sviste.
Spero di non averlo reso troppo OOC e di aver stuzzicato la
vostra curiosità.
A giovedì prossimo
Un bacio, Aletheia
|