Vorrei scusarmi per l’altra longfic che ho in
cantiere. Purtroppo per colpa della scuola e di un terribile blocco non so
quando riuscirò a continuarla.
Intanto, dopo aver letto il settimo libro (che ho adorato), sono stata
presa da una fulminante e inaspettata ispirazione.
Prometto di impegnarmi a portare a termine almeno questa storia che forse rappresenta maggiormente la
mia visione del romanzo. Spero di essere riuscita ad esprimermi al meglio e che
il “ malefico blocco” non mi prenda!.
Inoltre volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto e soprattutto
recensito la mia ministoria su Severus (personaggio
da me molto rivalutato)…siete meravigliosi/e e mi
avete fatto commuovere!!
Vi auguro BUONA LETTURA e, come sempre, ricordo che tutti i diritti di Harry Potter appartengono alla
sua grande autrice.
La
Nostra Storia
Un Nuovo Capitolo
Erano passati quasi due mesi dalla morte di Voldemort.
Erano scivolati via con una strana inconsapevolezza, come se
tutti fossero stati troppo intontiti (e anche un po’ sorpresi) da non rendersi
conto che la vita stava continuando, il sangue correva ancora attraverso le
loro vene e che il mondo non era più immerso nel vortice della guerra e della
disperazione.
Tuttavia, non c’era la stessa inconsapevolezza quando
avevano dovuto seppellire Tonks, e Remus, e Fred e ancora tutti gli altri. Era
stato doloroso e ingiusto. Ma in tutti gli sguardi di coloro che con abiti
scuri dicevano addio ad amici, fratelli o figli, c’era anche uno strano
orgoglio perché, dopo tanto tempo e tanta sofferenza non c’era stato nulla di
vano, perché la pace era stata conquistata e il suo profumo era ancora più
dolce e fresco di come ricordavano.
Quegli sguardi, di madri, di padri, di fratelli e di amici, promettevano
un impegno e una determinazione nuova, promettevano la pace.
Intanto, in quel momento Harry si
rigirava insonne nel letto. Era abbastanza nervoso quella notte , perché il
giorno dopo avrebbe cominciato i corsi preparatori per diventare auror. Probabilmente
se l’avesse detto al suo migliore amico, che dormiva nel letto accanto al suo,
questo si sarebbe messo a ridere. Era assurdo essere nervosi per una cosa così
stupida, dopo aver rischiato la vita non sapeva più quante volte. Ma ora la
guerra era finita e doveva cominciare a pensare ad un mestiere e ad una vita
normali.
Ancora faceva un po’ fatica a crederci: in fondo il suo nome
e il pensiero di una vita normale erano due cose poco accostabili fino a poco
tempo prima. Ridacchiò. Rideva molto più spesso ora che poteva davvero ritenere
chiusa la “Spinosa Faccenda Voldemort”, come l’aveva ribattezzata Hermione
durante una discussione piuttosto accesa sui Mangiamorte,
facendo ridere Ron. Probabilmente questa strana allegria lo faceva sembrare un
po’ ebete, ma non gli dava tanto peso –soprattutto da quando una certa rossa
gli aveva detto che era più carino quando sorrideva-. In più sembrava che il
suo buon umore riuscisse a sollevare un po’ gli animi della famiglia Weasley,
naturalmente provata dalla perdita di Fred.
Certo anche lui per le prime settimane si era sentito
addolorato quanto Ron e i suoi, dato che gli Weasley erano una famiglia per lui; però col passare del
tempo, le cose si erano sistemate e tutti si erano convinti che la vita doveva andare
avanti.
Harry interruppe questo flusso di pensieri scalciando via la
coperta. Cercò, nel buio della stanza un paio di pantaloni e una maglietta
puliti, tentando di non svegliare il suo compagno di stanza. Uscito dalla
camera e chiusa la porta con la massima delicatezza, si avviò giù per le scale,
verso la cucina.
Quando entrò nel caotico regnò della signora Weasley, per poco
non gli venne un colpo. La più giovane di casa girava pigramente un cucchiaino in una grande tazza ricolma di
un liquido che fumava copiosamente. Ginny camminava avanti e indietro
sovrappensiero a piedi nudi e con i capelli che sembravano una cascata di fuoco
che le incorniciava il volto e gli accarezzava la schiena fino ai fianchi.
Harry trattenne il fiato: si sorprendeva sempre di quanto
fosse bella. Forse lo diventava di più ogni volta che si incontravano, o almeno
così sembrava al ragazzo.
La situazione tra loro era ancora in sospeso, perché non
avevano ancora avuto occasioni di parlare da soli. In più Harry non voleva
urtare i sentimenti della rossa, che aveva appena perso un fratello.
Forse però quella sarebbe stata l’occasione giusta per un chiarimento.
Non che Harry non avesse le idee chiare: non aveva smesso di pensare a Ginny
neanche per un momento durante quel lungo anno.
Anche durante lo scontro contro Riddle, il ricordo
del suo ultimo bacio gli aveva invaso la mente in modo totalmente inaspettato…
Però non sapeva se Ginny avesse cambiato idea; infondo
l’aveva aspettato per tanto tempo e forse si era stufata (questo pensiero cominciava
davvero a preoccuparlo).
Mentre lasciava vagare il suo sguardo ancora per qualche
secondo lungo la figura longilinea della inconsapevole
ragazza, scosse la testa incredulo: ciò che voleva era sempre stato sotto i
suoi occhi, ma lui era stato troppo cieco per vederlo. D’altronde era rassicurante sapere di avere un futuro davanti per poter
rimediare all’errore…alla fine si era innamorato…
-Harry?- fece la voce dolce della ragazza, mentre Harry
assorbiva l’impatto di ciò che aveva pensato un attimo prima,
-Non ti ho sentito arrivare.- continuò lei avvicinandosi di
qualche passo. Il cuore di Harry gli balzò prepotentemente in gola, mentre il
familiare mostro squamoso nel suo stomaco faceva le fusa ogni volta che quella
vocina insistente della sua coscienza sussurrava “innamorato… innamorato”.
- E’ tutto a posto?- incalzò Ginny, leggermente perplessa.
- Sì…certo...scusa…cioè…non volevo spaventarti- disse ,
cercando di non far caso alle gambe molli. Da quand’è che era così insicuro? Forza Potter, tira fuori la grinta!
Perfetto: ora parlava anche da solo!!
Ginny lo guardò ancora un secondo, - Devi parlarmi, vero? E’ per questo che sei così agitato?- disse, facendosi seria.
Perspicace. La vicinanza di Hermione influiva…
si riscosse con forza dai suoi pensieri. Era ora di agire.
-Non sono molto bravo con le parole…- esordì, - e so che
sono stato io a voler troncare, anche se sai che era per motivi, diciamo… di
forza maggiore,- ridacchiò nervosamente –ma ora che la
guerra è finita…-si interruppe perché Ginny gli aveva premuto con delicatezza
due dita sulle labbra (il cervello di Harry era definitivamente partito) e si era
avvicinata tanto che i loro corpi si sfioravano.
La ragazza si alzò in punta di piedi e, prima che Harry
potesse pensare a qualcos’altro che non fossero le labbra di Ginny, lei lo
stava baciando come quando, un anno prima, gli aveva dato il suo “regalo” per
il diciassettesimo compleanno.
E il tempo sembrò scivolare molto
in fretta per i due ragazzi, mentre il sole saliva in alto oltre la finestra di
quella disordinata cucina e, nelle camere sopra di loro, il resto della
famiglia si svegliava.
*****
La famiglia Weasley sedeva scompostamente alla tavola per la
quotidiana colazione, rispettando le ormai consolidata tradizione del
“dopoguerra”: vicino al signor Weasley,
seduto a capotavola, Bill leggeva il giornale, sbirciando ogni tanto al di là
di esso per osservare la moglie Fleur che conversava, dall’altra parte del
tavolo, con una indaffaratissima signora Weasley. Alla sinistra di Bill, Percy
e George erano impegnati in una fitta e misteriosa conversazione, mentre, di fronte
a loro, Ginny bisbigliava in tono
allegro con Hermione, che viveva con i
suoi genitori a Londra, ma era ospite fissa a tutte le colazioni della famiglia
Weasley. Infine Ron e Harry sedevano alla fine del tavolo e chiacchieravano
della futura stagione di Quidditch e dei corsi che
avrebbero cominciato quella mattina.
Secondo i desideri della signora Weasley
e l’approvazione di tutta la famiglia, l’altro capo della tavola era occupato
da un piatto sempre vuoto, ma perfettamente pulito e in ordine: quello era il
posto di Fred.
Ma in fondo rappresentava il posto che molti non avrebbero
più occupato.
Harry provava una certa malinconia quando guardava quel
piatto vuoto. Poi, però, vedeva la signora Weasley, il signor Weasley e tutti
gli altri che, puntando lo sguardo nella stessa direzione, assumevano
un’espressione orgogliosa, e non poteva fare a meno di essere
anche lui fiero come loro.
Il tramestio quotidiano s’intensificò quando un grosso
barbagianni planò dolcemente verso la finestra che dava sulla cucina. L’uccello
volò lungo tutto il tavolo e si fermò davanti
al signor Weasley. L’uomo posò la tazza di caffè che aveva in mano e
prese le lettere dalla zampa dell’animale.
Era di Charlie, ritornato in Romania da qualche settimana
per sistemare alcune faccende di lavoro.
I presenti aspettarono in silenzio che il signor Weasley
finisse di leggere; poi l’uomo posò il foglio di pergamena sul tavolo e alzò lo
sguardo sul resto della famiglia.
-Dice che tornerà tra qualche giorno e starà per qualche
tempo in Inghilterra.- si passò stancamente una mano sulla faccia, -Dovremmo
stringerci un po’, perché porterà un’ospite.-
Tutti si guardarono interessati.
Poi, scordando per un momento la curiosità iniziale, Harry
si sporse verso il signor Weasley.
-Presto troverò un posto dove vivere. Non voglio essere di
disturbo.- disse gentilmente, mentre Ginny sembrava un po’ dispiaciuta.
La signora Weasley si avvicinò a lui di fretta dicendo, supportata
con forza dal marito, di non fare complimenti e che, assolutamente, non dava
alcun fastidio.
Ma Harry era comunque convinto di
dover trovare casa, per non pesare sulle spalle degli Weasley che erano sempre
stati così generosi con lui senza voler niente in cambio. Inoltre ormai era
adulto e avrebbe avuto bisogno della sua intimità.
Ma le sue riflessioni morirono sul
nascere, perché Percy e George si erano alzati in piedi con aria molto solenne.
Tutta la famiglia ammutolì.
Già da un po’ i due fratelli avevano cominciato a parlare e
a trascorrere molto tempo insieme, forse perché erano stati i più colpiti dalla
morte di Fred; Percy poi si era trasfigurato nella quintessenza dell’umiltà,
della gentilezza e dell’ironia.
-Dobbiamo fare un grande annuncio- esordì
George.
-Ho deciso che non riprenderò il lavoro al ministero- disse Percy tranquillamente, mentre
tutti lo guardavano sbalorditi, -invece aiuterò George
col suo negozio.- gli occhi del signor Weasley erano
grandi come due palline da golf, mentre Ron era quasi
caduto dalla sedia.
-Ma Perce, tu adori lavorare al Ministero- disse Bill,
manifestando i pensieri di tutti i presenti.
Fleur, forse era l’unica che non fosse sconvolta, perché non
aveva conosciuto Percy prima della guerra, ma ne aveva solamente sentito
parlare da suo marito.
-Non m'interessa più, inoltre penso che ci siano cose più
importanti della carriera, giusto?- disse sorridendo, mentre Ron cadeva definitivamente dalla sedia e la signora Weasley cominciava a commuoversi.
-Mi darà una mano con le scartoffie e con i contatti di
lavoro; infondo un aiuto in più mi sarà utile e chissà, magari diventerà un
burlone, non è vero fratellino?- disse George dando una fraterna pacca sulle
spalle al suo nuovo socio.
-Ma è meraviglioso!!- esclamò la Signora Weasley,
asciugandosi col grembiule le lacrime di gioia.
Tutti concordarono con lei: quest’inaspettata notizia era
davvero straordinaria.
La pace aveva cambiato molte cose: Harry
sentiva che era cominciato un nuovo capitolo della loro storia.
Spero che vi sia piaciuta. Ora
potete sbizzarrirvi con commenti e insulti (speriamo non troppi). Che dite, la continuo? Fatemi sapere.
Baci,
Cappychan.