Come
Pervinca
Vaniglia
e Pervinca erano in camera e stavano giocando con la scacchiera che
Jim aveva regalato a Babú prima di andarsene.
"Scacco"
disse Vaniglia "Uffa!" sbottò Pervinca "Vinci sempre
tu". Ví era cosí. Non aveva mai la pazienza di
guardare bene
la scacchiera e cercare una mossa che l'avrebbe salvata. Pervinca
spostò la torre a casaccio. Allo "Scacco matto" di
Babú,
Pervinca uscí dalla stanza sbattendo la porta e io la
seguii, sicura
che a Vaniglia non sarebbe successo niente di male. Ma mi sbagliavo.
Vaniglia
infatti, rimasta sola, iniziò a muovere I pezzi degli
scacchi,
pensando al suo Jim lontano e....
...improvvisamente
la scacchiera si aprí e uscí un forte vortice che
risucchiò Babú
dentro la scacchiera, che si richiuse e tornò normale.
Intanto
Vaniglia scendeva sempre piú giú. Era in un
tunnell con le pareti
piene di specchi e mentre precipitava, vedeva la sua immagine in
tutti gli specchi. Aveva un vestitino arancione con un grande
girasole al centro e una smorfia di paura sul viso.
Ad
un tratto il tunnel finí e si ritrovò in un
grande campo di grano,
guardò in alto, ma non vide piú il tunnel, ma un
immenso cielo
stellato. "Strano" pensò Vaniglia "Credevo fossero le
due del pomeriggio...". Si guardò intorno per capire dov'era
finita, ma intorno a sé c'erano solo spighe di grano e, in
lontananza, qualche ulivo.
Voleva
alzarsi, ma all'improvviso si accorse di essere stanca, cosí
si
sdraiò e si addormentò nel campo.
Fu
svegliata la mattina dopo dal lamento di un uccellino. Era ferito e
cinguettava disperato. Vaniglia si avvicinò e mise le sue
mani sopra
la ferita per guarirlo. La ferita però non guariva, anzi, si
allargava sempre di piú, finché ad un tratto
l'uccellino smise di
cinguettare. Vaniglia lo guardò, guardò le sue
mani e si mise a
piangere.
Le
lacrime appena toccavano terra, bruciavano il grano, che diventava
solo sterpaglia.
Vaniglia
cominciava a capire, voleva fare la controprova, ma aveva paura.
Paura di scoprire che la sua Luce l'aveva abbandonata. Alla fine si
fece coraggio, mise le mani sopra la spiga e fece un incantesimo
semplice per una Strega della Luce, che avrebbe fatto germogliare la
spiga. Invece quella appassí.
Il
dubbio di Babú divenne una certezza, ma sapere che non era
piú una
Strega della Luce, ma una Strega del Buio, non le fece cosí
male
come si era aspettata.
In
fin dei conti sua sorella era una strega del Buio, e anche la sua
miglior amica Flox.
Con
questa consapevolezza si incamminò alla ricerca di un luogo
abitato.
Camminò e camminò finché giunse in un
villaggio.
C'era
una strana atmosfera, tutte le porte e le finestre erano chiuse e
c'era un silenzio irreale, sembrava un villaggio disabitato.
Ad
un tratto la porta si aprí "Vieni dentro che ci stanno
attaccando" urlò una donna "Chi?" domandò
ingenuamente Vaniglia "Che domanda!" sbottò la donna "I
Magici del Buio, ovviamente".
"Cosí
anche qui c'é una guerra" pensò Babú
"Sei forestiera?"
domandò la donna "Sí" ammise Babú "Mi
spiegate cosa
sta succedendo?" chiese "Talassa, cosí si chiama questo
villaggio, é nuovamente attaccata dai Magici del Buio che
vogliono
aggiungerlo al loro oscuro impero, noi Magici della Luce non sappiamo
piú cosa fare, allora ci barrichiamo in casa e ognuno di noi
si
auto-protegge" rispose la donna "E I Nonmagici come fanno?"
chiese allora Vaniglia "Nonmagici?" la donna sembrò
perplessa "La gente senza poteri" spiegò Vaniglia. La
donna scoppiò a ridere "Vuoi farmi credere che esistono
persone
senza poteri?!". Vaniglia restò allibita, ma non ebbe il
tempo
di controbattere perché dal basso si udí una voce
"Stella, con
chi stai parlando?". Sulle scale apparve una vecchia "Cielo
Stella, hai portato in casa una ragazzina!?" esclamò "Non
potevo mica lasciarla fuori con questo pericolo" si difese la
donna "E poi una strega in piú ci fa comodo". Si rivolse
poi a Babú "Che sciocca, non mi sono ancora presentata! Io
sono
Stella e lei é mia madre Marina" disse "Piacere, io sono
Vaniglia" rispose "Sei molto giovane, cosa ci fai da queste
parti?"chiese Stella "Mi sono persa" disse Vaniglia, e
in fondo era la verità "Beh, per ora starai qui, in camera
con
mia figlia" disse "Coralloo!!". Dalle scale scese una
ragazzetta dai capelli rossi "Ti presento Vaniglia, per un po'
starà con noi" disse la madre "Vaniglia, lei é
mia figlia
Corallo, seguila e ti farà vedere dove ti puoi sistemare".
Vaniglia
era contenta e da un lato si sentiva accolta, ma dall'altro era anche
molto a disagio perché non era piú una Strega
della Luce, e questo
a Talassa rappresentava un problema.
I
primi due giorni passarono tranquilli, nessuno si era accorto che lei
non era una Strega della Luce, Corallo le aveva addirittura prestato
un suo vestito molto carino, con delle ampie maniche blu.
Al
terzo giorno ci fu l'attacco. Vaniglia capí subito
perché era stata
scambiata senza esitazioni per una Strega della Luce; I Magici del
buio infatti indossavano delle lunghe tuniche nere, che li coprivano
tutti, fatta eccezione per il viso, che era scoperto. Vaniglia rimase
atterrita, era brutto dover combattere contro degli umani come lei, e
anche se l'aveva già fatto nell'ultima battaglia contro il
Terribile
21, non era la stessa cosa, perché lí c'era
Pervinca, su cui poteva
sempre contare, mentre qui non conosceva nessuno. E non era neanche
se stessa.
Per
fortuna non dovevano lanciare attacchi offensivi, ma principalmente
difensivi.
Vaniglia
e Corallo avevano il compito di rinforzare le mura della casa, mentre
Stella e Marina, davanti alla finestra, recitavano incantesimi per
erigere un muro di arbusti intorno alla casa.
L'incantesimo
che dovevano fare Vaniglia e Corallo era lo stesso che Tomelilla
aveva usato nell'ultimo attacco del Terribile 21. Quandò
però
Vaniglia provò a farlo, sfondò il muro che aveva
davanti "Ma
sei impazzita!!" urlò Corallo "Dovevi fortificarlo, non
distruggerlo". Vaniglia guardò sconsolata le sue mani. Era
una
Strega del Buio e non sarebbe riuscita a fare niente di buono per
quel villaggio.
Nel
frattempo erano sopraggiunte Stella e Marina, che avevano visto il
muro cadere "Cos'é successo" domandò allarmata
Stella
"Vaniglia ha buttato giú il muro" spiegò Corallo
"Non
l'ho fatto apposta" tentò di giustificarsi Babú.
Ma ormai
Marina si era avvicinata al muro e aveva riconosciuto l'incantesimo
di Vaniglia come un incantesimo oscuro "É una Strega del
Buio!"
urlò terrorizzata Marina "Guardate l'incantesimo che ha
compiuto". Fu questione di un attimo, Vaniglia, smascherata,
sentendo l'odio delle parole di Marina, divenne invisibile.
Ciò che
videro gli abitanti di quella casa, fu soltanto una porta che si
apriva e velocemente si richiudeva. Vaniglia se ne era andata.
Vaniglia
vagava per il villaggio protetta dal suo incantesimo di
invisibilità.
Nessuno
la voleva, nessuno l'avrebbe mai accettata. Rappresentava una
sciagura da evitare.
Camminando
ritornò al campo di grano da cui era partita.
Chissà come aveva
fatto ad arrivare lí, chissà se sarebbe mai
tornata a Fairy Oak.
Vaniglia
pensò a Pervinca. Come avrebbe voluto averla accanto, lei
avrebbe
trovato sicuramente il lato divertente della faccenda. Le mancava sua
sorella e si sentiva persa. Anche quando Pervinca era dalla parte del
nemico, Vaniglia sapeva che poteva contare su di lei, che non
l'avrebbe mai tradita, che non l'avrebbe mai lasciata. Ora invece
Pervinca non c'era e chissà dov'era.
Vaniglia
sciolse l'incantesimo di invisibilità. Era sola e nessuno
l'avrebbe
discriminata. Com'era brutto sentirsi odiati dagli altri e vedere che
avevano paura di te. "É come se fossi un mostro" pensava.
"Un
mostro... Quando aveva detto una frase simile?". Imrovvisamente
si ricordò di quell'inverno in cui Pervinca, sentendosi
odiata da
tutti gli abitanti di Fairy Oak, che avevano paura, era fuggita.
Lei
aveva detto di capire come si sentiva sua sorella, tutti la
guardavano come se fosse un mostro, ma era proprio in quel momento
che si rendeva conto che il dolore di Pervinca non era neanche
lontanamente simile a come se lo era immaginato. Solo ora la capiva
veramente e comprendeva quanto stesse male. Provava le stesse cose
anche lei.
Pervinca...
"Se
Pervinca fosse qui di sicuro mi direbbe di non crogiolarmi nella
disperazione, ma di agire" pensava Vaniglia "Eppure anche
lei, siccome non ce la faceva piú, era fuggita. E sapeva
anche dove
andare. Io invece... Ho solo questo campo di grano".
Vaniglia
si guardò intorno e guardò se stessa. Stranamente
il suo bel
vestitino arancione che proprio quel giorno si era rimessa era
diventato nero.
Doveva
agire, se non altro per preservare il ricordo di sua sorella.
Vaniglia
si avvicinò agli ulivi che erano ai margini del campo. Erano
un buon
posto dove stare, cosí si arrampicò e
iniziò a esplorare.
Finalmente
trovò ciò che stava cercando, un punto in cui due
rami si
allargavano e lasciavano un notevole spazio. Soddisfatta ridiscese e
si avvicinò ad un altro albero, un po' le dispiaceva,
perché era
stata una strega della Luce e aveva sempre guarito, mai ferito, ma il
destino le aveva dato ora il potere del Buio e lei voleva usarlo al
meglio, cosí tagliò e levigò alcuni
rami dell'albero fino ad
ottenere alcune tavole che poi dispose tra I due rami del suo albero
per creare una piattaforma.
Ora
che aveva un luogo dove stare poteva pensare al futuro. "Dopo"
si disse Vaniglia. Era infatti molto stanca e, salita sull'albero, si
addormentò.
Quella
dormita le fece bene, infatti il mattino dopo Vaniglia si
svegliò
con la soluzione per risolvere la guerra.
In
fin dei conti, ciò che accadeva a Talassa era simile a
ciò che era
accaduto a Fairy Oak. E poteva essere risolto allo stesso modo, o
quasi.
É
vero che non c'erano Magici del Buio buoni, ma c'era sempre lei. Una
Strega del Buio con l'anima di una Strega della Luce.
Vaniglia
sapeva creare e ora anche distruggere, non era forse questo
l'infinito potere?
Bastava
far capire ai Magici del Buio che I Magici della Luce non erano
mostri da combattere, ma amici.
Cosí
Vaniglia decise di unirsi ai Magici del Buio assedianti per capire le
motivazioni del loro odio verso I Magici della Luce.
Allora
Vaniglia si fece invisibile e raggiunse I Magici del Buio.
"Voglio
parlare col vostro capo" disse Vaniglia al primo mago che
incontrò "Chi sei?" chiese sospettoso "Una strega del
Buio" disse lei e per dimostrarlo divenne invisibile "Cosa
vuoi da lui?" chiese ancora "Voglio unirmi a voi"
rispose Vaniglia. Il mago, che si chiamava Oleandro, come seppe poi
Vaniglia, lo condusse dal grande capo Hocram, che l'accetto, anche se
con una certa diffidenza perché era una femmina e per di
piú
forestiera. Vaniglia fu affiancata ad Oleandro e insieme distrussero
una casetta nella periferia del villaggio.
Babú
si sentiva male ad uccidere tutta quella povera gente e il suo animo
di Strega della Luce si ribellava a ciò, ma si faceva forza
pensando
a sua sorella Pervinca.
Un
giorno, qualche settimana dopo, Vaniglia chiese ad Oleandro come mai
ce l'avessero cosí tanto con I Magici della Luce.
Cosí venne a
sapere che Hocram una volta era un Mago della Luce, ma un brutto
giorno aveva scoperto di essere diventato un Mago del Buio. Aveva
tanto sofferto per questo e aveva iniziato ad odiare I Magici della
Luce, perché gli ricordavano troppo ciò che lui
non era piú. Cosí
aveva deciso di combatterli e aveva chiamato attorno a sé
tutti I
Magici del Buio, con la minaccia che li avrebbe uccisi se non si
fossero uniti a lui.
"Quindi
questa guerra é iniziata con il dolore di qualcuno, che non
potendolo piú sopportare, l'aveva riversato su dei poveri
innocenti"
pensava Vaniglia. Cominciava a capire Hocram, poiché anche a
lei era
successa la stessa cosa, ma lei al suo posto non si sarebbe
comportata cosí, non ci sarebbe riuscita, neanche volendo.
"Come
può un uomo sopprimere cosí la sua anima buona
senza provare
dolore?" si chiedeva Vaniglia. Cosí decise di andare a
parlargli.
Sulle
prime Hocram non voleva ascoltarla, ma quando Vaniglia gli disse che
anche lei era una Strega della Luce, volle che gli raccontasse tutta
la sua storia. Hocram si rivedeva in Vaniglia e quando lei le chiese
di concludere per sempre quell'inutile guerra, lui accettò.
Sapeva
infatti che ora non era piú solo e che aveva finalmente
trovato
qualcuno che lo comprendesse davvero.
Quando
al villaggio si seppe la bella notizia, la festa fu grande, tutti
acclamarono Vaniglia come un'eroina.
I
Magici del Buio tornarono dalle loro famiglie e Vaniglia
scoprí che
Oleandro era il padre della sua amica Corallo.
La
settimana seguente Vaniglia tornò al campo di grano insieme
ad
Hocram. Per lei ricorreva un mese da quando era arrivata a Talassa,
mentre per Hocram ricorrevano dieci anni.
Ad
un tratto si aprí un vortice e I due furono risucchiati
dentro a un
tunnell. Salivano, salivano in quel vortice costellato da specchi e
Vaniglia vedeva la sua immagine riflessa ovunque. Aveva ancora il suo
vestitino nero con il girasole. Un altro vortice separò
Vaniglia da
Hocram e in un attimo lei tornò a Fairy Oak.
Subito
corse ad abbracciare Pervinca, che non si lamentò. Vedeva
infatti
negli occhi della sorella tutta la sua storia, storia che ha
raccontato poi anche a me.
Un'immagine
che mi porterò sempre dentro é quella di una
ragazzina ormai
maturata, con un vestitino arancione, che abbracciava la sorella.
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