Nuova pagina 1
“Incubi”
–Non Sognare-
“Perché non vuoi dormire?” Ash la guardava accigliato.
Lui non poteva sapere.
“Ash… io ho paura di fare un incubo.”
“Oh, andiamo e perché dovresti farlo?”
“Ash, l’ultima volta che ho sognato è morto Gary!”
Ira, dentro di lei, e rabbia per quei sogni.
Una stretta al cuore del ragazzo, l’ultima volta che Misty
aveva fatto un brutto sogno si era venuto a sapere che Gary era morto in un modo
misterioso.
In qualche modo lei si era sentita responsabile, e dall’ora
aveva terrore di dormire.
Pianse come non mai quando scoprì che era morto il migliore
amico e rivale del suo Ash, ed era deceduto in circostanze misteriose, nessuno
sapeva come era morto, non c’erano ne segni di coltello sul suo corpo, ne
niente, era stato ritrovato privo di vita nel bagno.
Ma nessuno sapeva come aveva perso la vita.
…
Quella notte, prima della morte di Gary, Misty aveva
sognato del sangue, tanto sangue.
Sparso per le strade, e mentre vagava verso una stazione
aveva visto treni fermi, rottami, vi era salita spostando con cigolii le porte
arrugginite, per poi ritrovarsi a calpestare cadaveri di tutti i generi.
Anche braccia, ossa, sparse per quel vecchio treno, odori
metallici, odori di putrefazione e sebbene fosse un sogno a lei parve di
risentirli.
Scavalcato un ennesimo cadavere apre una porta bianca, un
filo bianco teso dopo essa le impedisce il passaggio, prende delle forbici
apparse dal nulla e lo taglia.
Il bagliore che c’era dopo di esso rivela il vero contenuto
della stanza, la luce scompare, e delle macchie di sangue appaiono sul muro
della misteriosa stanza dalle luci abbassate e fievole.
Su una sedia, un corpo con il capo chino e le braccia
rilasciate sulle ginocchia, morbidi capelli castani ricadevano su un viso
pallido, appena visibile.
Misty si avvicina, chiedendosi –seppur fosse un sogno- come
aveva potuto passare da un treno ad una stanza.
Tocca la spalla del ragazzo, e sulla sua mano appare un
liquido metallico e denso. La ragazza ritrae con uno scatto la mano, poi cerca
di alzare il viso del ragazzo, ma esso è bianco, talmente bianco che pareva uno
zombi, le iridi erano acquose e non avevano più né vita né colore.
Misty scattò indietro urlando, e il ragazzo alzò la mano
con sua sorpresa.
Era morto o no?
Si alzò dalla sedia e accese la luce del lampadario, fin
ora c’era solo quella di qualche candela.
Per terra solo morti e una scritta sul muro.
“Tu mi hai ucciso.”
Il cadavere che si era alzato doveva aver scritto
precedentemente quella scritta con il sangue di uno dei morti sotto di loro,
sorrideva… ma non era più vivo.
Lei ebbe l’impulso di correre via e un bagliore le fece
concludere l’incubo.
Si era svegliata di soprassalto, impaurita, accaldata e si
guardò la mano.
Non c’era nessuna traccia di sangue ma essa puzzava
ugualmente di quel liquido.
…
“Ash non voglio dormire!”
“ Misty, se continuiamo così la vita non andrà avanti
nemmeno per noi, lo vuoi capire?” Ash pareva arrabbiato, la ragazza aveva delle
occhiaie scavate e era dimagrita, non poteva sentire simili fardelli sulla sua
coscienza.
“Ti vuoi mettere in testa che è stato solo un incidente?”
Però anche Ash si morse il labbro. Infondo, nessuno aveva
capito come era morto.
Avevano trovato il corpo dell’amico seduto sulla sedia, a
capo chino e con il corpo imbrattato di sangue, ma non c’erano tracce di tagli
ne sparatorie sul suo corpo.
Sul muro della stanza c’era scritto di rosso: “Tu mi hai
ucciso.” Esattamente come Misty aveva sognato.
Ash scosse il capo e diede un bacio sulla fronte a Misty.
“Ora tu riposati, io vado a cercare della legna per
riscaldarci.”
Alla fine la ragazza cedette, ma si ripromise di non
addormentarsi, si stese comunque nel sacco a pelo, sperando di non cedere al
sonno.
Vide giusto la sagoma di Ash allontanarsi nel buio della
notte, l’unica luce era quella della luna fievola e dolce che aveva raccolto la
luminosità del sole, lei si nutriva a scapito di qualcun altro…
Strana la vita di quella luna, come strana era la sua
lucentezza.
Misty si addormentò in base a quegli strani pensieri.
A suo malgrado delle immagini le assalirono la mente.
Si sogna sempre e comunque, anche se non lo si vuole.
Era in una foresta, la stava attraversando, gli alberi
avevano strane sfumature nerastre, su di essi un colore cremisi dipingeva
strisce che parevano occhi e bocche fameliche.
Stava correndo, l’erba pareva più viscida del
solito.
Non capì esattamente come mai, era troppo buio per vedere
l’erba e il suo colore.
Camminava esitando, alla ricerca di qualcosa, ma notò con
chiarezza lo scintillio di lame che erano appese ai rami degli alberi.
Lame? Che ci facevano in posto simile?
Stranamente non erano macchiate, e addirittura ben
visibili.
Come poteva vederle se la luce era così scura e la
visibilità così scarsa?
Non si fece altre domande, proseguì a camminare, avendo la
netta sensazione di calpestare cose strane o pezzi strani.
Arrivò ad un tempietto, esso era illuminato di una
lucettina arancione che non proveniva da una lampadina, anzi la fonte non era
proprio visibile, il tempietto si innalzava su delle colonne, e c’erano
accoglienti scalette per risalire sulla piattaforma.
Salì.
Si chinò sul terreno quando fu al centro di esso, sotto di
lei, come una lastra di vetro, la separava da delle fiamme, fonte della fievole
luce.
Non c’era un motivo, ma lei si chinò e tolse il vetro,
guardando dentro le fiamme ardenti, scoppiettavano furenti e il loro colore era
assai ambiguo.
Misty giurò di intravedere qualcosa tra quelle lingue di
fuoco.
Un corpo.
Il fuoco si spense di colpo rivelando ciò che era ormai una
carcassa macerata e bruciata.
Qualcuno, là dentro era morto bruciato.
Scattò in piedi tenendosi il capo, tutto ciò era assurdo,
era assolutamente assurdo. Scappò via correndo velocemente, ma dei fili d’erba
unti li afferrarono le caviglie e la fecero cadere.
Piangeva, piangeva.
Nella realtà nel frattempo il suo corpo si agitava, voleva
sfuggire da quell’incubo, voleva svegliarsi.
Nel sogno, era ancora stesa a terra, e un albero parve
muovere la bocca dipinta di rosso dicendole: “tu lo hai ucciso.”
“IO NON L’HO UCCISO!”
Dopo quelle grida, Misty si svegliò di soprassalto
tenendosi forte il petto, notò con sua sgradevolezza che il fuoco accanto a lei
era morto, e che non c’era nuova legna, e cosa ancora peggiore il sacco a pelo
di Ash era vuoto.
Erano passate ore da quando Ash era andato a cercare la
legna, e non era più tornato, ne il mattino dopo, ne la sera dopo, ne il giorno
dopo, ne quello ancora dopo.
E nemmeno la settimana dopo.
Misty, a suo malgrado era tornata in città evitando di
dormire, bevendosi caffè impaurita.
Non poteva dormire.
Non doveva dormire.
Non doveva sognare.
Ma si sa, i sogni sono inevitabili.
Viveva vagando di città in città chiedendo informazioni di
Ash, se qualcuno l’avesse visto, non dormì mai seriamente per una settimana, e
dell’amico, nemmeno una traccia.
Con lei solo il Pikachu del suo amico, piangeva anche lui.
Nessuna informazione di Ash.
Nessuno sapeva niente.
Ormai i pronostici era che poteva essere morto scomparso.
Misty non voleva crederci, e i flash del suo sogno le
invasero la mente.
Morte, sangue, fiamme, un corpo degradato.
E la scritta: “Tu lo hai ucciso.”
Si rese conto solo all’ora, ripensandoci.
Ma non poteva essere così, perché lei NON voleva che
fosse così.
Lei aveva ucciso Ash Ketchum. Il ragazzo che amava.
Con il suo incubo, lei, lo aveva ucciso.
-Fine One Shot introduttiva.-
Allora, per prima cosa mi auguro che vi abbia inquietato,
quanto ha inquietato me sognare la prima parte della fanfiction. Questa fic si è
ispirata per la parte dei treni ad un incubo di molti mesi fa.
Questa one-shot, però è solo l’introduzione per una fic che
seguirà poi, appena avrò finito Pozioni?No grazie.
Nel seguito si sveleranno tutti i punti interrogativi, ma
non illudetevi, non sarà di certo una storiella d’amore o favoletta.
Il sentimento ci sarà comunque, e presto vedrete arrivare
la fanfiction.
Ora aspetto i vostri commenti!
Ashley |