Parte
28
Angel
sentì quel pensiero scoppiargli nel cuore. Connor. Il suo sorriso si spense. Perché
lui non era lì? Se nessuno di loro aveva vissuto quella vita, se tutto era stato
solo un sogno, allora Connor non era mai nato. Per questo al campus nessuno
sapeva di lui. Suo figlio non era mai esistito. Perché non l’aveva capito prima?
Si alzò e camminò come un automa verso la hall.
C’è
sempre un pezzo da pagare,
pensò. Ma questo era un prezzo troppo alto. Non poteva accettarlo. Riuscì ad
arrivare alla reception e chinando la testa, si appoggiò al bancone.
“No..
per favore no.. ti prego.. no.. Buffy.. non può essere vero..” Mormorò. Furono
subito tutti intorno a lui. Buffy lo fece sedere sul divano e lo abbracciò con
tutto l’amore di cui era capace. “Sono qui.. va tutto bene..” Ma il suo reale
pensiero fu. No, così non va bene. Non va
affatto bene.. troppe emozioni.. troppe e tutte insieme. “È meglio se lo
aiuti a tornare su.. deve risposare..” disse Doyle
“No..
non è niente.. sto bene..” disse Angel, conscio di
mentire.
“Non
stai affatto bene” disse Buffy, “Sei pallidissimo e stai tremando”
“Io..
Buffy c’è qualcosa che devo dirti.. Io.. ti ho accennato qualcosa prima..
”
“Quel
tuo mondo.. in cui hai creduto di vivere?”
“Si,
loro sono tutti qui e non so dirti quanto sono felice di questo. Sono tutti qui,
tranne uno. Manca qualcuno.. qualcuno che era con me in quella mia vita.
Qualcuno che amo moltissimo. Lui è..”
“..è
la persona che volevi farmi conoscere, non è vero?”
“Si..
è lui, ma non è qui. Lui non può essere qui, perché qui.. lui non è mai
esistito..”
Abbassò
lo sguardo, sconfitto. Ancora una volta, il mondo gli crollava addosso e ancora
una volta sentì il peso della colpa. “Avrei dovuto saperlo.. c’è sempre un pezzo da pagare”
“No,
Angel.. non dire così, mi spaventi..”
Doyle
fece un cenno con la mano, per indicare agli altri che era meglio lasciarli
soli. Tornarono in cucina e Lorne li rassicurò dicendo che non c’era nulla di
cui preoccuparsi “Fra pochi minuti, a quel ragazzo gli scoppierà il cuore”
Cordelia lo batté su un braccio “Ma che dici?” Lui sorrise “Dico in senso
figurato, tranquilla pasticcino.. a quel ragazzo gli scoppierà il cuore.. ma
tutto è bene quel che finisce bene..”
Intanto
Angel stava in silenzio, a capo chino. Non riusciva a guardare Buffy negli
occhi. Poi ruppe il silenzio e con un filo di voce, forse più a sé stesso che a
lei, disse.
Io
avevo un figlio
Buffy
chiuse gli occhi come a trattenere il dolore. Lui aveva creduto di vivere una
vita intera, un vita dove era diventato padre, era riuscito a crearsi una
famiglia, e sebbene non fosse reale, ciò non significava che fosse meno
doloroso. Pensare di aver perso qualcuno che si ama, perdere un figlio, era la cosa più
dolorosa che lei potesse immaginare. Ma pensò anche che col tempo, il loro
bambino, il loro figlio reale, lo
avrebbe aiutato a superare il dolore.
“Angel..
c’è una cosa che devo dirti..”
“Io
avevo un figlio, Buffy.. l’ho perduto un infinità di volte.. e ora l‘ho perso di
nuovo.. ”
Come spesso accadeva, era sempre durante i momenti
più duri, che lei riusciva ad attingere forza dall’intuizione ..e si affidò al
suo istinto. Già da un po’, lei aveva intuito che durante il coma, Angel aveva
creato un mondo di fantasia, ma per farlo aveva attinto dalla realtà
circostante. Ecco perché pensava di conoscere già Lorne e gli altri. Loro
andavano spesso a parlare con lui, e Angel, in base a ciò che percepiva dal
mondo reale, aveva creato delle storie su loro, che per lui rappresentavano le
esperienze di una vita vissuta. Doveva essere così anche per quel figlio immaginario. Era certa che se gli
avesse chiesto il suo nome, lui avrebbe pronunciato il nome di loro figlio.
Forte di questa nuova consapevolezza, decise di dirgli tutto. Non poteva
aspettare oltre.
“No.. non è così, tu non l’hai perduto. Tuo
figlio, nostro figlio è qui, Angel.
Lui è qui e sta bene”
“Tu..
sai di Connor? Tu l’hai già incontrato? Lo conosci? hai parlato con lui?” Chiuse
gli occhi solo un momento, e poi realizzò cosa avesse appena detto Buffy
“Nostro.. Figlio?”
Buffy
scoppiò in un pianto liberatorio, erano lacrime di gioia. Connor. Angel aveva usato il nome del
loro bambino e questo confermava che la sua intuizione era giusta. “Si Angel..
nostro figlio. Lui è nato dal nostro amore. Quel giorno di sei anni fa, la vita
ci ha allontanato nel modo più orribile che potesse fare, ma abbiamo ricevuto un
grande dono in cambio. Un figlio. Lui è nato cinque anni fa. È nato il 21 Luglio
di cinque anni fa. È un bambino bellissimo.. era con lui che volevo andare a
pranzo con te.. in quel laghetto di cui hai parlato, e tu volevi che conoscessi
lì, quel figlio che credevi perduto.” Sorrise e gli accarezzò il viso “Ancora
non sapevamo che stavamo parlando della stessa persona.. e questo deve avere un
suo senso. Non può solo essere una coincidenza.”
Angel
non riusciva a credere a ciò che sentiva. Era anche consapevole di non avere il
controllo completo dei suoi ricordi. C’erano delle zone d’ombre e molte
riguardavano Connor. Era certo che lui gli avesse detto molto di più di quella
visione, ma non ricordava cosa. Sperò solo che questa sorta di amnesia, fosse
una fase transitoria, perché non voleva dimenticare niente della sua vita
passata. Ricordò frammenti dei suoi ultimi momenti con Connor, e ricordò di
avergli promesso che non lo avrebbe mai dimenticato. E come avrebbe potuto? Come
si poteva dimenticare un figlio? In quel momento aveva sentimenti contrastanti e
si sentì ancora confuso e disorientato, ma ciò che diceva Buffy, era una cosa
così bella e inaspettata, che pensò che il cuore stesse per scoppiargli in
petto.
“Lui..
lui dove è adesso? Voglio vederlo subito..” disse
sottovoce.
“Fra
un po’ sarà qui.. è a scuola, cioè.. non proprio scuola.. va alla scuola
materna.. insomma una specie di.. asilo infantile..”
Angel
rise, sapeva che cercava di aiutarlo, lei non voleva che avesse paura, e
l’assecondò. “Buffy, so cosa è una scuola materna.. avevo un figlio.. e..”
Poi
abbassò ancora gli occhi, ricordando i progetti futuri che aveva sognato per
Connor, ma lui non andò mai alla scuola materna, né tanto meno al liceo. La sua
scuola fu una dimensione demoniaca e il suo unico insegnante, fu uno folle
psicopatico assettato di vendetta, ma preferì non dirlo a lei. Invece parlò
delle lettere, sperando che lei lo aiutasse a ricordare.
“In
quella lettera hai scritto qualcosa..” disse Angel ancora visibilmente turbato,
“..qualcosa che non riesco a ricordare bene. Parlavi di una cosa bella, ma
volevi aspettare che io tornassi per parlarmene.. era questo che volevi dirmi?
Volevi dirmi di nostro figlio?” Lei annuì, pensando che doveva abituarsi ad
ascoltare i suoi strani discorsi. Lui parlava di un'altra vita e lei non vedeva
alcun motivo per non accettarla come reale. Per Angel lo era stata, e lo sarebbe
stata anche per lei. “Se avessi potuto inviarti una lettera, ti avrei certamente
parlato di lui. L’ho scritto sul mio diario però, ho scritto
tutto.”
“Lui..
ha già cinque anni.. voglio vederlo Buffy.. voglio vederlo subito. Ho.. ho perso
ancora parte della sua vita.. non l’ho visto nascere.. non l’ho visto crescere..
la storia si ripete ancora, è come una.. maledizione..”
Buffy
lo abbracciò, avrebbe fatto di tutto per eliminare quel dolore dai suoi occhi.
“Lo conoscerai adesso. Lo so che non l’hai visto nascere, ma lo vedrai crescere
da oggi in poi..”
“Come..
come si chiama?” Chiese ancora Angel con un filo di voce “Che nome hai scelto
per il nostro bambino?”
“Connor”
urlò Willow, entrando trafelata nella hall dell’Hotel Hyperion
“Non
correre così” Alzò le spalle, quasi a volersi scusare con Buffy, “È sgusciato
via dalla macchina, tuo figlio è più veloce di una lepre. Scusami, ma non sono
riuscita a fermarlo” disse ancora Willow.
“Mamma..”
Angel
scattò in piedi e ciò che vide e udì, lo lasciò senza fiato. Connor. Fu quello il suo unico pensiero.
Buffy aveva scelto quel nome? Lo stesso che aveva scelto lui? Il cuore, per un
momento smise di battere, per riprendere subito dopo, ad un ritmo vertiginoso.
Era Gioia. Seppe che era lui, ancor
prima di vedere bene il suo viso. Era Connor. Il suo Connor.
Il
piccolo corse verso la madre, e lei si precipitò da lui, chinandosi per
abbracciarlo. “Va tutto bene, Willow. Aveva solo fretta di abbracciare la sua
mamma..” disse Buffy. Con un sorriso, mascherò l’ansia, per ciò che sapeva
sarebbe accaduto da lì a breve. Cercò di prendere tempo, non voleva che suo
figlio fosse turbato, nel vedere all’improvviso suo padre, proprio davanti a
lui.
Accidenti,
avrei dovuto prepararlo a questo. Avrei dovuto dirgli che oggi poteva accadere
che Angel si risvegliasse,
pensò.
“Cosa
hai fatto oggi? Ti sei divertito a scuola?” Lui annuì e abbracciò ancora la
madre, “Ho bevuto tutto il succo.. poi
David ha fatto i dispetti e Mark non voleva prestarmi la colla..”
Angel
riuscì a sentire vagamente un ridacchiare sommesso, e la voce di un bambino che
diceva “..poi Connor gli ha picchiati, però non molto..”
Willow
e Oz risero e poi spostarono lo sguardo da Buffy ad Angel. Non sapevano se
correre da lui ad abbracciarlo o se rimandare a dopo. Forse era meglio lascarli
soli. Quella era la prima volta che Angel vedeva suo figlio, e scelsero la
seconda opzione. Willow salutò allegramente Angel, agitando la mano velocemente,
poi lei e Oz raggiunsero gli altri, che stavano appena fuori la porta della
cucina.
Solo
allora Angel notò il piccolo dai capelli rossi, che si nascondeva dietro a loro.
Sorrise. Tommy, pensò fra
sé.
La
sua attenzione però, era totalmente focalizzata su Buffy e sul piccolo che
rideva con lei. “No mamma, non gli fatto molto male.. ma non voglio più andare a
scuola senza la colla..”
La
sua voce era limpida e la risata cristallina. Ad Angel venne in mente la vastità
dell’oceano e il sole caldo sulla pelle. Avanzò verso loro e rimase un passo
dietro a Buffy. Lei stava ancora chinata su suo figlio, ma sapeva che Angel era
proprio dietro a lei. “Va bene, Connor.. dopo mi racconti tutto per bene. Ora
ascolta la mamma, c’è.. c’è una persona che vuole salutarti.. lui è il tuo..”
“..papà”
disse sottovoce Connor, spalancando gli occhi per la
sorpresa.
Buffy
sapeva che era inutile continuare a parlare. Nell’istante in cui Connor sollevò
lo sguardo oltre le sue spalle, lui comprese perché oggi non sarebbe dovuto
andare a scuola. Suo padre si era svegliato, e lui non era lì quando era
accaduto. Avrei dovuto fare i capricci e
piangere più forte, forse la mamma mi avrebbe ascoltato. Lo sapevo che papà sarebbe tornato oggi, io
l’ho visto nel mio sogno.
Angel
fece ancora un passo in avanti, ora era proprio accanto a lui. Il viso
parzialmente coperto dalle spalle di Buffy, non gli permettevano di vedere bene,
e per un attimo fu colto dal panico. Forse non era lo stesso Connor, ma per
quanto cercasse di razionalizzare, fallì miseramente. Non aveva importanza
adesso, lui era suo figlio. Suo e di Buffy. Continuò a guardarlo dall’alto, con
lo sguardo smarrito, cercando un qualche segno di riconoscimento. I capelli
erano certamente dello stesso colore del suo Connor, ed erano lisci proprio come
i suoi. Il piccolo sollevò ancora lo sguardo e vide gli occhi di suo padre
brillare.
Perché
il suo papà piangeva? Non era contento di vederlo? Era forse arrabbiato con
lui?
“..Connor”
disse Angel, sorpreso e confuso.
Connor
gli sorrise, e per la prima volta in vita
sua, vide suo padre rispondere al suo sorriso, con altro caldo e luminoso
sorriso. Fu sufficiente questo, fu sufficiente guardare i suoi occhi e sentire
la sua voce, e Connor seppe che non era arrabbiato. Lasciò le braccia della
madre e corse dal padre, mentre Angel si inginocchiò davanti a lui, pronto ad
accoglierlo fra le sue braccia.
Connor nascose il viso nell'incavo della spalla di Angel e si aggrappò al suo collo. Il suo
papà era tornato ..doveva raccontargli tante cose, doveva dirgli che ora,
avrebbero smesso di ridere di lui a scuola ..doveva dirgli che ora sapeva di non
essere più solo.. il suo papà lo avrebbe difeso. Ora ci avrebbe pensato lui, a
mettere a posto
i suoi compagni dispettosi ..ma soprattutto
voleva dirgli che gli voleva bene.
Invece
disse solo.
“Ciao,
papà”
“Ciao,
piccolo”
Fu tutto quello che Angel riuscì a dire. Lo
stringeva forte, poggiando una mano sulla sua nuca, mentre gli baciava i
capelli. Lo stringeva e lo baciava e poi lo stringeva ancora, mentre continuava
a ripetere il suo nome più e più volte. Il cuore gli scoppiò in petto ancora una
volta, non riusciva a trattenere le lacrime, ma non voleva neanche spaventarlo.
Dio.. stava abbracciando suo figlio ed era una sensazione bellissima. Era Lui,
era il suo Connor, ne era certissimo. Sentì il suo odore, lo avrebbe
riconosciuto ovunque, era solo più tenue e ricordò di averlo notato anche al suo
risveglio.
Certo,
deve essere così, pensò. Il suo
odore era più dolce e puro, era ancora solo un bambino e soprattutto non aveva
conosciuto l’inferno. Angel aveva sempre saputo, che parte delle energie
negative accumulate a Quorthot, avevano avvelenato Connor, impregnando tutto il
suo essere, anche molti anni dopo il suo ritorno. Nonostante fossero passati
anni, in parte erano ancora presenti in lui.
Questo
Connor, invece era libero da
tutto quell’orrore.
“Ehi, piccolo.. fatti guardare bene..” disse
sollevandolo fra le sue braccia. Connor spostò la testa e sorrise, poi afferrò
il viso del padre fra le sue manine e lo guardò negli occhi. In quel momento,
Angel seppe con certezza assoluta, che era proprio il suo Connor, era solo piccolo, ma era
sicuramente lui. Fissando i suoi occhi,
per un istante.. un solo istante, Angel ricordò lo sguardo perduto e confuso che
aveva visto in suo figlio così tante volte, quel misto di paura, di coraggio e
di rabbia, che sempre lo aveva ferito così in profondità. Il suo bambino era forse triste? Poi lo
sentì piangere, “No, amore.. va tutto bene, sono qui adesso, non ti lascerò mai
più solo, mai più. Connor? Ehi.. campione.. cosa è quel musetto serio?” Lo baciò
più e più volte e lo cullò fra le sue braccia. “Connor, guardami.. sono io, sono
il tuo papà..”
Connor annuì,
prendendosi tutte le coccole. Aveva sognato di lui così tante volte, e ora qui.
Adesso a lui poteva dire tutto. Con la sua mamma, non voleva mostrarsi debole,
non voleva che lei piangesse per lui. Connor aveva sempre cercato di proteggere
Buffy dal dolore e così fingeva di essere forte, fingeva di essere un ometto,
perché voleva difenderla da tutto e tutti, ma con suo padre, sapeva di poter
mostrare la sua vulnerabilità. Con lui poteva essere finalmente un bambino. Il
suo papà avrebbe protetto la mamma, e lui adesso poteva essere piccolo. Poteva finalmente essere figlio. Angel
avrebbe protetto entrambi.
“È David
che fa i dispetti, non sono io.. e anche Mark, lui mi tira i capelli. Papà, puoi
dirgli di smettere, per favore?”
“Oh” Angel aveva l’anima in subbuglio. Il suo
bambino gli stava chiedendo aiuto e lui avrebbe fatto di tutto per lui. Avrebbe
fatto di tutto per proteggere la sua famiglia. “Certo. Lo farò
sicuramente.”
Il sorriso che ora splendeva sul volto di suo
figlio, era stupefacente. Lo baciò sulla fronte. “Per prima cosa, devi dire a
questi due, che ora il tuo papà è tornato. Domani ti accompagno io a scuola, va
bene? così me li fai conoscere. Voglio conoscere anche la maestra e il preside”
Il sorriso di Connor divenne risata “Si dice ‘Direttore’, papà, ma lei è
femmina, quindi si dice ‘Direttrice’, però è molto severa e anche antipatica..
sembra una stregaccia, non come zia Willow” Connor fece una smorfia, imitando le
streghe cattive e Angel e Buffy risero, mentre lei accarezzò il viso di Angel.
Vedeva l’emozione nei suoi occhi ed era tutto ciò che voleva
vedere.
Impazzì di gioia. In quel momento, Angel impazzì
di gioia. Quando incontrò ancora gli occhi di suo figlio, quel blu limpido e pieno di casta
innocenza, improvvisamente ricordò tutto. Ricordò gli ultimi mesi, fin nei
minimi particolari. Ricordò che Connor era certissimo che Buffy fosse sua madre,
ricordò i discorsi su Tommy, ricordò il contenuto delle lettere e soprattutto
ricordò gli ultimi momenti con suo figlio. Ricordò, con limpida chiarezza le sue
ultime parole. Noi
non svaniremo. Connor aveva
sempre avuto ragione. Questa realtà, era mille volte più luminosa delle loro
solitudini e dei loro inferni personali.
Buffy si avvicinò di più a loro, e con movimenti
leggeri e rassicuranti, accarezzò ripetutamente la schiena di suo figlio, mentre
con l’altra mano, stringeva il braccio di Angel. “Ti avevo promesso che avresti
trovato una sorpresa al rientro da scuola, ed era proprio questa..” Connor
scosse la testa, sollevando lo sguardo verso la madre “No, mamma.. è stato nonno
Doyle che mi ha detto così..”
“Nonno Doyle?” Chiese Angel e Buffy rise “Oh.. è
una lunga storia, ma te la racconterà Connor.. Ora andiamo a pranzo? Che ne
dite?”
Si
alzarono tutti e tre. Videro gli altri che aspettavano davanti alla porta della
cucina. Erano tutti lì in silenzio, ognuno di loro aveva guardato la scena,
proprio quella che avevano sperato di vedere in tutti quegli anni. Il loro
silenzio andava di pari passo con la commozione. Avevano tutti occhi umidi.
Nessuno escluso, compreso Nonno
Doyle. Angel abbracciò Willow e Oz e si chinò a baciare il piccolo Tommy.
“Io
so chi sei” disse il piccolo, con un sorriso furbetto. “Anche io so chi
sei” Rispose Angel
ridendo.
Cordelia
intervenne per spiegare ad Angel, “Li vedi questi due? ..sono due piccole pesti.
Sempre insieme, sempre a combinare guai, sono proprio culo e camicia.
Tuo
figlio e il
nostro piccolo Ron
Weasley,
sono praticamente inseparabili..
dovresti vederli a scuola poi.. mi sorprende che la maestra non abbia ancora
chiesto il trasferimento.. perché c’è da impazzire. Non oso immaginare cosa
accadrà qua dentro, quando crescerà la bambina di Fred e Wesley”
Tutti risero e Oz intervenne in difesa di Connor e Tommy “Sono ragazzi svegli”
disse laconicamente.
Angel
sorrise a Fred “Hai una bambina? Sono contento” poi rise con Wesley “Ti sei dato
da fare, eh?” Fred rispose subito, felice di vedere che Angel era sereno, prima
si era spaventata molto nel vedere la sua reazione. “Si, Angel. Ha appena un
anno, adesso dorme.. più tardi la vedrai” Intanto, mentre Buffy rispondeva al
telefono, Doyle scherzò con Connor, e fece per prenderlo in braccio, ma lui
scosse la testa in segno di diniego. Nessuno, neppure Doyle, avrebbe potuto far
scendere Connor dalle braccia di suo padre. Non sarebbe sceso facilmente da lì,
come scoprirono poi nei giorni seguenti.
Connor
stava benissimo la su in alto, e Angel non si faceva certo pregare. Ogni
occasione era buona per tenerlo in braccio o per farlo sedere sulle sue
ginocchia.
Si
sedettero a tavola. “Era mia madre, problemi alla galleria d’arte. C’è anche
papà con lei, non possono spostarsi da lì. Nel pomeriggio aprono al pubblico,
oggi c’è l’inaugurazione della mostra sugli Egizi. Era molto dispiaciuta, Angel.
Credo che abbia detto anche qualche parolaccia, non l’ho sentita così infuriata
da quella volta che.. scappai di casa..” Angel la guardò serio “Tua.. madre? Lei
è..” Buffy annuì “Si, lei vive da anni a Los Angeles con papà. Hanno deciso così
e pare che la cosa funzioni..” Angel voleva dire “Lei è.. viva”, ma scelse il silenzio,
limitandosi ad annuire. Ora ricordava bene le lettere, e quindi non fu sorpreso
di sapere che i genitori di Buffy stavano di nuovo insieme, fu sorpreso che lei
fosse ancora viva. Si rese conto che sapeva ben poco delle loro attuali vite, ma
col tempo avrebbe recuperato.
“Possiamo
andare noi da loro. Magari nel pomeriggio facciamo una passeggiata e passiamo a
salutarli..” Poi guardò Connor “Eh, che ne dici campione? Passiamo a salutare i
nonni?”
“Alla
galleria? Che noia, papà.. lì non si può correre e poi..” Si avvicinò di più al
padre e gli disse qualcosa in un orecchio. Angel rise di cuore. Si, era proprio il suo Connor, sempre
con la battuta pronta.
Fingendo
serietà, Buffy lo redarguì con sguardo severo “Connor.. ho sentito tutto.. cosa
credi? I nonni non sono pallosi
..almeno non sempre.. e loro ti adorano, lo sai.. sei il piccolino di casa.
Comunque per oggi, solo per oggi, fingo di non aver sentito e fingo di non
vedere che non sei seduto a tavola.. forse però, è anche colpa di papà, non è
vero? Va bene, per oggi puoi mangiare seduto sulle sue ginocchia, ma che non
diventi un abitudine..” Connor e Angel annuirono seri e lo fecero nello stesso
preciso momento. Entrambi sapevano che lei non era davvero arrabbiata. Entrambi
la conoscevano bene.
Buffy
sorrise, notando quando si somigliassero persino nei gesti. Aveva sempre visto
Angel, in certe espressioni di Connor, talvolta anche nelle semplice parole di
suo figlio, troppo mature e serie per un bambino così piccolo, ma vedere la loro
gestualità adesso, la commosse ancora. Non sarebbe certo stata l’ultima volta ed
era felice di questo. Rispose ad Angel “Si, possiamo fare un salto da loro, ma
giusto un attimo.. queste cose sugli Egizi ..e Fenici ..e popoli scomparsi da
millenni, sono davvero molto noiose.. piacciono molto a Giles, però ..e a Wesley
..e a Fred.. e a Willow. Lorne? A te piacciono?”
La
risata di Cordelia la fermò prima che continuasse oltre “Ok, Buffy.. notizia
flash, queste cose da museo, piacciono a tutti qua dentro, tranne a me, a te ..e
a Connor”
La
risata generale coprì le parole di Tommy. “Neanche a me piace la galleria di zia
Joyce.. è pallosissimo lì. Non possiamo neanche ridere, non possiamo correre..
poi quelle signore sembrano tutte pallosissime mummie” Connor lo guardò serio.
Lui aveva sentito benissimo, lo colpì sul braccio, dicendogli “Smettila di dire
parolacce, vuoi che ci puniscano come l’altra volta? Un pomeriggio intero senza
TV. Che palle, Tommy.. lo sai che poi
fanno quella predica pallos.. noiosa.
La conosciamo a memoria..” Anche Angel aveva sentito e ridacchiò in silenzio.
Non riusciva ad essere severo con Connor. Non ora.
Poi
Buffy sfiorò la sua mano, e poggiò il mento sulle sue spalle. Guardandolo negli
occhi, sottovoce chiese “Stai bene?”
Stringendo
ancora suo figlio fra le braccia, lui la baciò sulle labbra. Un bacio leggero e
delicato ..e il mondo intorno a lui scomparve. Nel suo mondo c’erano solo Buffy
e Connor.
“Si,
sto bene. Non sono mai stato meglio di così”
Mangiò
qualcosa, ma per lo più aiutò Connor. Lo aiutò a mangiare gli spaghetti, gli
pulì più volte il musetto sporco di sugo. Lo aiutò a tagliare la carne e gli
sbucciò la frutta, portandogli via il coltello dalle mani, “No, questo no,
Connor” Lo sbaciucchiò mille volte e Connor fu ben felice di avere tutta
l’attenzione del padre. Erano tutti e due al settimo cielo. Buffy si godeva la
scena e li lasciava fare, dovevano imparare a conoscersi e pensò che fare una
vacanza, lontano da tutti e tutti, poteva essere una bella idea. Solo loro tre,
in qualche angolo sperduto del mondo. Sarebbe fantastico. Certo, se solo non ci fossero emergenze e
demoni vari, pensò fra sé sospirando. “Che c’è?” chiese Angel. “No, niente..
sognavo ad occhi aperti” rispose lei.
“I
sogni sono desideri” disse Lorne “..e per lui, ogni tuo desiderio è un ordine..
penso che l’Europa in questo periodo sia fantastica.. fra un po’ è Natale ..e
anche al piccolino di casa, non dispiacerà affatto una vacanza con mamma e papà”
Buffy sorrise, Lorne ancora una volta, aveva letto la sua anima, ormai si era
abituata a questo. Anche Angel sorrise, intuendo il significato delle parole di
Lorne. “Londra. Solo noi tre. Natale a Londra, o anche Roma ..o ovunque tu
voglia andare..” disse, baciandole il mento. Poi chiese
“A
proposito di piccolino di casa.. Dawn? Anche lei è qui?”
“Chi
è Dawn?” chiese Fred.
L’attimo
dopo, Angel si rese conto di avere tutti gli sguardi addosso. “Come chi è Dawn?
Lei è la sor..” Buffy notò subito il suo disagio e accorse in suo aiuto, mentendo spudoratamente. “Ho
parlato con Angel di alcuni casi che stiamo seguendo e ho accennato anche alla
piccola Dawn Reilly. Il suo è un caso difficile. Angel ci darà una mano a
capirci qualcosa di più. Ricordate? La ragazza adottata da quella famiglia. I
Reilly hanno chiesto il nostro aiuto, perché pare che la ragazza abbia qualche
potere mistico.. ma ancora non abbiamo capito molto. Comunque.. pare sia stata
investita da un furgone e sia rimasta illesa..”
“Ah,
si certo..” disse Wesley “Lei sostiene di essere una chiave mistica.. ma forse
sono solo farneticazione di una adolescente in conflitto col mondo. È stata
adottata, potrebbe essere questa la fonte del suo disagio.. noi non possiamo
aiutarla, qui serve uno psicologo. Pensavo avessimo già archiviato il caso.. se
non ricordo male..”
“NO”
disse Angel, stringendo la mano di Buffy “Voglio.. voglio seguire io questo
caso.. anzi, voglio vedere tutti i casi non ancora risolti ..e anche quelli
vecchi ..avete continuato a mantenere un archivio? Perché.. perché voglio darci
un occhiata..”
Il
silenzio che calò era palpabile, erano tutti a disagio. Buffy non capì il perché
delle sue parole, ma annuì “Va bene, Angel.. va bene..” Anche Doyle lo guardò
con preoccupazione. Pensò che le sue parole fossero troppo cariche d’ansia e
forse non aveva detto tutto, ma pensò che era meglio far cadere la cosa.
“Bentornato capo. È bello riaverti con noi, sono felice che vuoi rimetterti
subito a lavoro. Si, abbiamo registrato tutto.. ma c’è bene poco in sospeso,
Buffy riesce sempre a risolvere. A parte questo di Dawn Reilly, forse ne abbiamo
altri due o tre, ancora non completamente chiusi.. ma per il
resto..”
“Ok..”
rispose Angel “Come avete saputo di Dawn? Una visione o
cosa?”
“No,
questa volta niente Forze dell’Essere” disse Buffy “Sono stati i genitori a
cercare noi. Dopo l’incidente col furgone, erano preoccupati e qualcuno ha dato
loro il nostro indirizzo. Sono delle brave persone e dobbiamo aiutarli. Comunque
il caso non è chiuso, la ragazza dice che può aprire portali e non voglio
trascurare niente, sto continuando ad indagare..” poi sottovoce disse “Con i
portali è meglio starci attenti..”
“Lo
faremo insieme” disse Angel, sorridendole.
“Si,
Buffy.. meglio non sottovalutare i portali” disse Fred “Non sai mai dove possono
condurti”
“Per
me, è una perdita di tempo” disse Gunn “Io concordo con Wesley.. però questa
cosa dei portali non piace neppure a me.. e quell’altro caso che abbiamo in
sospeso? Daniel Holtz..”
Buffy,
Doyle e Cordelia si guardarono a disagio e Cordelia disse “Non ora, Gunn. Non è
il momento di parlare di questo..”
Inconsciamente,
Angel sollevò Connor dalle ginocchia in cui era seduto, e appoggiandolo al
petto, lo strinse forte fra le sue braccia. Sentì la paura fin dentro l’anima.
“Daniel Holtz è qui?” chiese con ansia.
“È
sparito” disse Gunn “Un attimo era qui e l’attimo dopo non c’era più. È
scomparso senza lasciare alcuna traccia, non sappiamo che fine abbia fatto. Per
questo è fra i casi non risolti. Però è ormai storia vecchia, il suo caso risale
a cinque anni fa.. abbiamo avuto a che fare con lui per mesi, subito dopo la
nascita di Connor..”
Buffy,
Doyle e Cordelia continuavano ad essere a disagio e questo non sfuggì ad Angel.
Guardò Buffy e lei comprese. Sapeva bene che lui conosceva Holtz, con Wesley
avevano fatto delle ricerche, dove emerse che era un vecchio nemico di Angel.
Inoltre, Darla aveva informato Buffy di quanto potesse essere tenace e
pericoloso. Non voleva parlarne ora, non davanti a tutti, ma voleva
assolutamente rassicurarlo “Holtz non è più una minaccia” Buffy guardò Doyle e
Cordelia ancora una volta, poi si rivolse di nuovo ad Angel “Posso assicurarti
che non sentirai più parlare di lui. Di questo puoi esserne
certo..”
Angel
annuì con un ampio movimento della testa “Ho capito” disse, guardandola
intensamente negli occhi, e lei seppe che lui aveva veramente capito. Infatti era così.
Angel pensò che, con l’aiuto di Doyle e Cordelia, Buffy era riuscita ad
eliminare Holtz, e per qualche motivo, che ancora non conosceva, avevano deciso
di non informare gli altri. Per ora era sufficiente sapere questo. “Ok” disse
ancora.
Guardò
verso suo figlio e vide che si era addormentato fra le sue braccia. Gli baciò la
fronte con dolcezza infinita, si alzò e prese Buffy per mano. “Ragazzi.. siamo
un po’ stanchi.. non vi dispiace se..”
“Ma
figurati” disse Fred seria, invece Doyle lo prese in giro “Certo. Angel, fai
come se fossi a casa tua..” Anche Cordelia rise “Beh, se abbiamo qualche
visione.. aspetta un momento.. lo sai che ho le visioni? comunque.. se se
abbiamo qualche visione, vengo a buttare giù la porta.. non è quello che hai
detto prima? come se io fossi quel genere di persona..”
Willow
ridacchiò “Tu sei quel genere di persona”
Angel
e Buffy li lasciarono ai loro eterni e bonari battibecchi e quando arrivarono di
sopra, Angel fece per entrare nella loro stanza, ma Buffy indicò la camera di
Connor. “Qua, Angel..” bisbigliò “Mettiamolo nel suo lettino.. crolla sempre
dopo pranzo..” Poi rise “mai una volta che riesca a mettergli il pigiamino.. si
addormenta sempre quando siamo ancora a tavola..” Angel pareva non essere
d’accordo. Tutto quel parlare dei Reilly, di Holtz, di portali, lo aveva messo
in uno stato d’animo ansioso e percepiva pericoli ovunque. Come sempre, quando
si trattava di Connor, entrò in modalità mamma orso, ferocemente protettivo e
pronto ad azzannare chiunque si fosse
avvicinato a suo figlio. A Buffy parve quasi di sentire l’antico ringhio
dell’ormai ex vampiro. Sorrise pensando, che un po’ le sarebbe mancato quel
suono.
“Pensavo
di farlo dormire con noi.. nel nostro letto..” disse Angel, bisbigliando
pianissimo.
“Va
bene” Rispose lei, baciando delicatamente il figlio sulla guancia, “Non è certo
la prima volta, e sospetto che sicuramente non sarà l’ultima. Lui adora dormire
nel lettone con noi..”
“Devi
dirmi tutto di lui” disse Angel, mentre lo poggiava nel letto. Poi guardò Buffy
“Dove è il pigiamino?” chiese ancora mentre gli sfilava le scarpe e lo
spogliava. Lo guardava dormire e si chinò più volte ad accarezzargli il viso e i
capelli, mentre le mani tremavano per l’emozione. Buffy sentì un tuffo al cuore.
La dolcezza che traspariva da Angel, la commosse ancora. In ogni parola, in ogni
gesto di lui, vedeva malinconica tenerezza. Ogni fibra del suo essere vibrava
d’amore per il figlio ritrovato. Cordy ha
ragione, pensò Buffy. Ci vorrà del
tempo prima di riuscire a stare accanto ad Angel, senza piangere per la gioia,
se mai ci riuscirò. Pensò anche che fosse sorprendentemente bravo come papà.
Porgendogli il pigiama, disse “Ci sai fare con i bambini. Io non riesco a
svestirlo mentre dorme.. lui ha il sonno leggero, si sveglia subito ad ogni
minimo rumore..” Angel infilò il pigiamino a suo figlio, che si mosse appena, ma
continuò a dormire. “Lo so che ha il sonno leggero” disse, poi lo coprì bene e a
malincuore si allontanò dal letto, sarebbe rimasto li a guardarlo dormire per
tutto il resto dell’eternità. Aveva sempre sognato che accadesse questo con il suo Connor, e ora stava accadendo
davvero.
Prese
Buffy per mano e andarono a sedersi in soggiorno. “È una questione di respiro.”
Disse con naturalezza, “Ho sentito che dormiva profondamente, per questo sapevo
che non si sarebbe svegliato. So che di solito non dorme così. Si, lui ha il
sonno leggero, come se non si concedesse mai riposo.. è sempre un po’ vigile.
Connor è sempre pronto a balzare in piedi ad ogni piccolo rumore.. è una cosa
istintiva.. istinto di sopravvivenza..” Buffy comprese che parlava dell’altro Connor e annuì senza dire
nulla.
“Devi
dirmi tutto di lui” disse Angel, “Voglio sapere tutto..” Buffy si alzò e aprì
una porta scorrevole, che nascondeva un armadio a muro, dove vi erano un
infinità di ripiani, stracolmi di video, album di foto, alcuni quaderni ..e una
scatola di scarpe piene di lettere. Quella scatola di scarpe, piena di quelle
lettere, le sue lettere. Quelle che lui aveva scritto per Buffy negli anni in
cui era solo.
“Da
dove vuoi cominciare?” disse lei ridendo “Qui c’è tutta la nostra vita. Tutto
ciò che abbiamo fatto in questi sei anni e ciò che non è in video, lo trovi
nelle foto o nei miei diari. C’è anche il primo diario di Connor, scrive già
benissimo e sa anche leggere.. legge persino il gaelico, merito di Nonno
Doyle..” disse ancora ridendo, poi aggiunse “Anche io voglio sapere tutto del tuo Connor.. a dire il vero, voglio
sapere tutto di tutto. Voglio sapere della tua vita.. voglio sapere perché
conosci Tommy, perché hai reagito così per mia madre, per Dawn Reilly, per
Holtz. Soprattutto, quanto diversi sono i
nostri Connor?”
Lui
si alzò e raggiungendola, le circondò i fianchi cingendole la schiena da dietro,
lei poggiò le spalle al suo petto, stringendo più forte le sue braccia. Sentire
il suo fiato caldo sul collo, era una sensazione bellissima. Mentre Angel le
baciava la sommità del capo, disse “Ci vorrà un vita per riuscire a vedere
tutto. Si, ti parlerò di ciò che ho creduto di vivere, ti racconterò tutto, ma
c’è una cosa che devi sapere subito. Non esiste il mio e il tuo Connor. Non ci sono due
Connor, loro sono la stessa identica persona, hanno solo vissuto in modo
diverso. Certo che ti racconterò tutto, anche di Dawn.. e di Holtz.. e dei
Reilly e di tutto ciò che è capitato ai nostri amici ..e a tua madre ..e a te.
Però prima dimmi.. quella scatola di scarpe perché è lì? Non dovrebbe esserci..
quella appartiene al mio mondo. Nella mia realtà, quelle lettere hanno avuto un
ruolo molto importante. Credo che sia grazie ad esse se oggi sono
qui..”
“No,
Angel.. tu sei qui grazie a Doyle” disse con fermezza Buffy. “Da tempo sapevano
come farti tornare, ma mancava l’ingrediente fondamentale. Il sangue del demone
Mohra. Abbiamo cercato ovunque, Wesley e Giles andarono persino in india, Cina e
in un sacco di altri posti, ma non riuscirono mai a trovarne uno vivo, parevano
ormai estinti, come fossero scomparsi dalla nostra dimensione. Fred tentò anche
di ricreare quel sangue in laboratorio, sai lei si è laureata in fisica e riuscì
a riprodurre un sangue sintetico. Per un po’ parve funzionare, sembrava che in
te vi fosse qualche reazione, ma non era abbastanza. Pensammo fosse una
questione di dosi, o così disse Doyle, anche se non ho mai capito cosa intesse
dire. Poi alcune settimane fa, grazie ad un suo informatore, Doyle scoprì che in
Camerun esisteva un intera colonia di demoni Mohra. Siamo riusciti a catturarne
uno e Doyle ti ha dato un intera dose del suo sangue..”
“Camerun?”
disse Angel sconcertato. “Oh mio dio.. ho davvero fatto un bel macello.. ho
mischiato tutte queste informazioni, trasformandole in altro.” disse ridendo
“..e quelle lettere?” chiese ancora “Quella scatola di scarpe mi è molto
familiare..”
“Certo
che lo è, Angel. È tua.. ho trovato quelle lettere nel tuo vecchio
appartamento.. sono le lettere che scrivesti a me, non appena arrivasti a Los
Angeles. Non le hai mai spedite, forse le hai scritte pensando che non le
avresti mai inviate, ma grazie ad esse, ho saputo come hai vissuto la nostra
separazione.. è stata dolorosa per te quanto lo è stata per me. Le ho rilette
mille volte e poi.. io e Connor abbiamo creato una specie di rituale. Non
l’abbiamo deciso in modo razionale, è solo accaduto. Una volta al mese.. davanti
a te, rileggevo a voce alta una di quelle lettere..” Si liberò dall’abbraccio,
solo per voltarsi verso lui e guardarlo in viso, per poi riabbracciarlo subito
dopo. “Beh, se Connor era presente, omettevo di leggere certi particolari.. e nascondevo certi tuoi disegni.. so che sai a cosa
mi riferisco..”
“È
vero..” disse Angel. “Scrissi quelle lettere non appena lasciai Sunnydale..
avevo bisogno di mantenere un contatto con te.. era difficile sapere che fra noi
era finita. Ogni singolo giorno, dovevo lottare con il desiderio di tornare da
te, ma nulla era cambiato.. non fino al giorno in cui non divenni umano.. che
però servì a poco.. visto che continuai a non esistere..” Poi rise pensando al
rituale di una volta al mese. “Eh si,
ho proprio preso lucciole per lanterne”
Entrambi
volevano conoscere i particolari delle loro vite, entrambi volevano colmare il
divario delle loro separate esistenze. Non sapevano da dove cominciare, c’era
così tanto da dire. Buffy voleva sapere
soprattutto di Connor, era contenta che Angel pensasse fossero la stessa
persona ..e Angel voleva sapere
soprattutto di Connor, fin dal suo primo vagito.
“Buffy?”
Chiese Angel, baciandola mentre ridacchiava “Mi dici chi sono David
e Mark? ..e perché mio figlio va a
scuola senza colla?”
Buffy
rise “Beh, di solito non accade, ma stamattina andavo di fretta, avevo altro in
mente. Tu potevi svegliarti da un momento all’altro e non avevo tempo di pensare
alla colla, ai pastelli.. insomma non ho controllato lo zaino come faccio di
solito.
David e Mark
sono due compagnetti di tuo
figlio.. un po’ monelli. Un po’
troppo monelli.. oserei dire un po’ stronzi..”
"David
e Mark
sono stronzi completi" disse Connor, stropicciandosi gli occhi e saltando in
braccio a suo padre.
"Beh,
la mamma è d'accordo con te" mormorò Angel. Più forte, però disse "Connor, la
lingua" Ma fu difficile rimanere serio. Poi chiese "Ti abbiamo svegliato, vero?
Mi dispiace tesoro. Vuoi parlare? Vuoi raccontarmi cosa è
successo?"
Connor
scosse la testa “Guardiamo Nemo?” Buffy rise “Connor lo conosci a memoria..
l’hai visto mille volte.. con me, con Tommy, con Doyle..”
Connor
mise su il broncio “Non l’ho mai visto con papà, lui deve conoscere Nemo”
Angel
ascoltava con attenzione, non voleva perdersi niente delle loro interazioni “Chi
è Nemo?” Chiese divertito.
Connor
saltò giù e corse a prendere un DVD dallo scafale della sua camera. Tornò subito
dopo e prendendo suo padre per mano, lo invitò a sedersi con lui sul divano.
Salì ancora sulle sue ginocchia e gli disse. “Prima guardiamo ‘Alla
ricerca di Nemo’
Lui è un pesciolino che nuota solo con una pinna e si è perduto, ma il suo papà lo ritrova e lo salva. Dopo
ti racconto di
David e Mark, va bene, papà?”
“Va
bene” rispose lui con un filo di voce. Buffy non era meno emozionata di lui.
Solo ora comprese perché Connor amasse così tanto quel cartone animato. Mise su
il DVD nel lettore e si sedette con loro. Angel circondò le sue spalle con un
braccio, avvicinandola di più a sé, mentre con l’atro teneva suo figlio stretto
al suo petto. Connor poggiava comodamente le spalle su suo padre ed era
esattamente dove voleva essere.
Buffy
e Angel si scambiarono un delicato e tenero bacio, anche loro erano esattamente
dove volevano essere. C’era tempo per parlare, avevano una vita intera davanti.
Ora il silenzio, interrotto solo dalle risa di
loro figlio, era tutto ciò che volevano sentire.