Sono giorni
che non faccio altro che limitarmi a guardare fuori da questa
portafinestra.
Mi stringo nel mio maglione di lana grigio e mi limito a guardare la
pioggia scendere, cade lentamente ed è così
sottile, che se non le vedessi fare quei gioci ellittici
all’interno del buco sul tavolo da pic nic, quasi non mi
accorgerei della sua presenza.
Non posso farne a meno, non riesco a fare altro che stare qui a
guardare la luce che cambia su questa città che per la prima
volta mi sembra davvero cupa, forse perché mi sento
così anch’io ormai, forse prima non notavo quanto
fosse grigia questa città e quanto lo fosse da casa mia
perché in fondo stavo bene, e quando stai bene tutto intorno
a te è più brillante, o almeno è
sempre l’impressione che ho avuto io.
Ho chiesto un paio di giorni al lavoro, e per fortuna i genitori della
bambina di cui mi occupo me li hanno concessi, in questo periodo
nessuno dei due è impegnato con il proprio lavoro e quindi
per un paio di giorni credono di essere in grado di gestire la casa e
la loro piccola senza di me, possono fare a meno di me, e non solo
loro.
“io temo che tu abbia frainteso la situazione”aveva
detto lui, e l’aveva detto con una tale
tranquillità che la cosa mi aveva infastidita ancor di
più se possibile, tranquillità che era scemata
quando probabilmente quello che stavo provando in quel momento si era
espresso chiaramente sul mio viso.
“non preoccuparti non ho frainteso nulla, eri in un brutto
momento e cercavi soltanto conforto”dissi io giustificandolo,
sapevo che stava parlando ancora di quel bacio, e sapevo che per lui
non aveva avuto nessuna importanza, era soltanto un tentativo disperato
di mettere a tacere i pensieri nella sua testa, sperava che sfiorando
le mie labbra avrebbe smesso di pensare a lei, o forse sperava di
ricordare i suoi baci, oppure molto semplicemente era il livello
alcolico che circolava nel suo corpo ad averglielo suggerito.
“ non ce l’hai con me per quelle foto sui
giornali?”chiese lui confuso, ed in quel momento realizzai
che forse nemmeno ricordava di quel bacio.
“non ce l’ho con te, non preoccuparti, anzi sono
felice per te, siete tornati insieme”dissi io sforzandomi di
fargli un sorriso, dovevo riuscirci, dovevo fargli capire che non mi
interessava quello che mi stava dicendo, dovevo fargli capire che ero
davvero felice per lui.
“no, non sono tornato con lei, ci siamo soltanto rivisti
perché lei è in città per girare e
voleva parlarmi”disse lui sospirando.
“non devi spiegarmi nulla”
“ti ho delusa?”
“no, è giusto che tu le dia una seconda
opportunità, la ami ancora no?”dissi io nascondendo la curiosità per una sua risposta ma sperando in cuor mio che dicesse che non l'amava più, e che non l'avebbe più rivista.
“non lo so, ho paura di sbagliare tutto di
nuovo”disse lui e quelle furono le parole che mi uccisero definitivamente, non sarei mai stata alla sua altezza, forse gli piaceva parlare con me, forse era vero quello che diceva stava bene in mia compagnia, ma non mi vedeva nemmeno, e di sicuro non mi avrebbe mai guardata come guardava lei.
“sono sicura che te la caverai benissimo”avevo
detto prendendo un bel respiro conscia del fatto che io non ce
l’avrei fatta.
Eppure avevo sempre fatto affidamento solo sulle mie forze,
perché questa volta non ci riuscivo? Perché
questa volta non riuscivo a smettere di guardare fuori?
Perché non riuscivo a smettere di tremare?
Avrei tanto voluto sentire ancora le sue braccia intorno alle mie,
probabilmente quello mi avrebbe permesso di smettere di tremare e di
sentire tutto questo freddo dento, ma probabilmente ora che lei era
tornata non sarebbe successo più.
|