Perché....
Quand’ero piccolo spesso mi sono chiesto perché.
Non un perché preciso...ma tanti.
Mi
chiedevo perché tutti mi sfuggissero.
Perché le persone mi deridevano.
Perché
mi chiamassero mezzo-demone e cosa voleva dire?
Mi
chiedevo perché anche mia madre veniva scansata...Era
forse per colpa mia?
Ma io
cosa avevo fatto di tanto brutto?
Doveva
essere qualcosa di terribile ma io nn capivo proprio
cosa potesse essere.
Allora
cominciai a fare attenzione a cosa facevo e alle
reazioni delle persone ma mi accorgevo che non era importante cosa
facevo...quello che contava era che ero io a farlo.
Perché?
Perché se
un bambino raccoglieva una mela da terra e la riportava a ki
l’aveva persa veniva elogiato mentre se lo facevo io la mela non la toccavano
neanche?
Perché
quando i bambini giocavano alla palla corda e chiedevo di unirmi a loro mi guardavano con disprezzo?
Cos’avevo
io di diverso da loro?
Cercavo
di capire ma non ci riuscivo.
Allora un
giorno andai al fiume vicino al villaggio osservai il mio riflesso...ma
non ci trovai nulla di spaventoso.
Cosa
poteva esserci di spaventoso in un bambino?
Mi si
avvicinò un altro bambino che doveva prendere l’acqua e sebbene stesse attento
a non avvicinarmisi, io lo osservai attentamente per
capire cosa c’era d tanto sbagliato in me.
Poi
capii...e tutti i pezzi si unirono a formare un puzzle...
I bambini
non avevano i capelli bianchi.
I bambini
non avevano gli occhi gialli.
I bambini
non avevano artigli e canini affilati.
I bambini
non erano in grado di saltare giù da un albero alto 20 metri senza neanche un
graffio, loro non potevano neanche arrivarci su un albero di 20 metri!!
Il giorno
dopo gli adulti mi presero ancora in giro e mi chiamarono ancora
mezzo-demone...corsi da mia madre e le chiesi cosa mai volesse dire e lei...lei pianse...fu la prima volta che la vidi piangere a la
cosa che mi fece più male, non era il fatto di non sapere il perché
piangesse...ma il terribile dubbio che le lacrime che versava erano causa mia.
Mi spiegò
che un mezzo-demone non è nulla di male.
Mi disse
che io ero un mezzo-demone ovvero una creatura nata dall’unione di un demone e
di un umano.
-Sono sbagliato?-le chiesi
- No
amore mio, no certo che non sei sbagliato...cosa te lo
ha fatto credere?
Le dissi
le scoperte fatte al fiume, le mie diversità e dissi che erano la mia e la sua
condanna.
Lei mi
strinse forte e mi disse:
-Inuyasha
non pensare mai più una cosa del genere. I tuoi capelli color dell’argento e i
tuoi occhi color dell’oro, sono un tesoro prezioso, ricordatelo.
Sono gli stessi che aveva tuo padre e non ascoltare
quello che la gente dice sui demoni. Non sono tutti orribili bestie senza
cuore. Tuo padre era un nobile demone, rispettoso, coraggioso, forte e devo
ammettere anche terribilmente testardo e orgoglioso...in questo gli sei uguale- rise, mio dio com’era bella quando rideva.
- E i miei artigli? E tutto il
resto?- chiesi ancora
- Quelli
sono e saranno la tua salvezza tesoro mio. Quello in cui viviamo
è un mondo duro, crudele e senza pietà. Quelli saranno la tua protezione. –
vedendo tuttavia che non ero ancora convinto continuò- Ora ascoltami bene
Inuyasha perché è molto importante.
Annuii.
- Non
devi e non dovrai mai vergognarti di quello che sei.
Cammina in questo modo a testa alta e sii fiero di te stesso poiché sei figlio
del grande demone maggiore Inu no Taisho,
signore delle terre dell’ovest e di una principessa. Quanti altri in questo
mondo, demoni o umani, possono vantare una tale discendenza? Dovrai essere
forte perchè purtroppo io non potrò proteggerti per sempre e quando non ci sarò
più voglio che tu viva la tua vita serenamente, come lo voglio tutt’ora.
Porta con orgoglio il tuo nome, poiché è il nome che tuo
padre scelse per te. Soffrirai lo so, è inevitabile, tutti soffrono ma tu soffrirai più degli altri in quanto la tua
natura spaventa le persone e i demoni non ti ritengono al loro livello.
Ignorando però che i mezzo-demoni
sono le creature perfette, poiché hanno in loro la spiritualità e la forza dei
sentimenti degli umani unita alla forza e alla resistenza dei demoni. Amerai e
sarai amato e quando questo avverrà non avere paura di un rifiuto voltandogli
le spalle, bensì accoglilo con un sorriso perchè l’amore, figlio mio, è la cosa
più bella di questo mondo...senza di lui tu non
saresti nato e io sarei stata data in sposa a un certo Takemaru
Setsuna, inoltre non avrei avuto l’onore di stare al
fianco di tuo padre. Capito ora?-concluse con un
sorriso.
Io le
dissi di si e nei giorni successivi continuavo a
ripetermi le sue parole fissandomele bene a mente.
Poi un
giorno, sempre al fiume, sembrò che le previsioni si avverassero.
Era un
po’ di tempo che vedevo come un ombra aggirarsi per il
villaggio e osservarmi, così anche quel giorno al fiume la vidi e le dissi di
uscire allo scoperto e di farsi vedere. Ma non accadde
nulla.
Allora
tornai a guardare il mio riflesso e mi guardai le orecchie, le toccai...ed ero
talmente assorto nei miei pensieri che mi prese
letteralmente un colpo quando sentii una vocina alle mie spalle.
-Scusa?
Mi girai
a guardarla stupito. Una bambina con un grazioso kimono blu con dei fiocchi di
neve mi stava fissando e cosa ancora più incredibile, mi aveva parlato.
- Hei sto parlando cn te!- rise
-
Si?-domandai ancora perplesso
- Perché te ne stai qui tutto solo?
- Perché
mi va- “ecco bravo Inuyasha fai tutto il contrario di
quello che ti ha detto la mamma”pensai, quindi aggiunsi in tono più cordiale- e
tu come mai sei qui?
Sembrò
sollevata del fatto che il mio tono fosse cambiato ed era a dir poco entusiasta
del fatto che le avessi parlato.
- Perché mi piaci!- mi disse arrossendo; io dal canto mio
rimasi senza parole- Vorrei diventare tua amica se per te va bene!
-Ma
perché proprio amica mia?- le chiesi
- Perché c’è qualcosa di sbagliato?- chiese con aria ingenua
- Per me
no, ma sono un mezzo-demone...la cosa non ti crea problemi?
- E perchè dovrebbe? Che c’è di male?
Non sei forse un bambino come me?- chiese stupita
- Non c’è
niente di male!! Ma gli
abitanti del villaggio mi trattano con indifferenza...la cosa potrebbe causarti
problemi...
- Ma no!! La mamma è tanto buona sai?
Conosce tua mamma, è una sua amica e anche il papà spesso l’aiuta. La mamma
dice che sei proprio un bel bambino e che quando crescerai diventerai ancora
più bello!!- disse sognante, io la guardavo sempre più
sbalordito.- Come ti chiami?
-
Inuyasha e tu?
-
Yukino^^. Quanti anni hai?
- 8
- Io 7!
Da quel
giorno passammo ogni pomeriggio insieme ma poi suo
padre morì e la madre si dovette trasferire.
Fu
proprio in quel periodo che incontrai per la prima volta mio fratello
Sesshomaru.
Mia madre
me ne aveva parlato spesso, usando le più belle parole
del mondo. Tuttavia la mia prima impressione non fu delle migliori e l’unica
cosa che riuscii a pensare dopo che se ne andò fu:
SERPE.
Ero nella
foresta che saltavo di ramo in ramo, mi piaceva e mi
piace tutt’ora farlo. Adoro la velocità e il vento
che mi accarezza...a quel tempo mi sembrava come se
sferzandomi il viso cancellasse anche i miei problemi.
Saltavo
veloce, senza esitazione ma misi un piede in fallo e
persi l’equilibrio, durante la caduta lo recuperai quindi riuscii ad atterrare
in piedi e sentii un odore particolare, mi piaceva era confortante...come se lo
conoscessi da una vita e come se non bastasse la stessa identica sensazione di
quando percepivo quella presenza seguirmi e osservarmi. Avevo davanti l’ombra
che tanto mi incuriosiva.
Quando
alzai lo sguardo lo vidi davanti a me, fiero come non mai, aveva i miei stessi
capelli e i miei stessi occhi, anche lui aveva artigli e canini affilati...ma
non le orecchie...la mamma mi aveva spiegato perché le
avevo così e quindi ne dedussi che quello che avevo davanti era un demone
completo.
-Chi sei? – chiesi gentilmente
- ...
- Hai un
buon profumo sai?- chiesi ansioso di sapere qualcosa di più sul demone che
avevo davanti e che mi faceva sentire bene, a casa come mi sentivo
solo con mia madre, ma lui non mi rispose ancora una volta.
- Ti
senti poco bene?- domandai pensando che fosse quello il motivo per il quale non
parlasse, però imperterrito, visto che non aveva risposto di nuovo, insistetti-
Come ti chiami?
-Sesshomaru- breve, conciso...ma mi aveva risposto e la sua voce mi piaceva.
- Piacere-risposi felice- io mi chiamo Inuyasha! Sai che hai
un bel nome? Anche mio fratello si chiama così, lo
sapevi?-chiesi sorridendogli
- Lo
avevo sentito dire...- ci rimasi un po’ male perchè non capivo come potesse
saperlo poi però mi venne un idea e decisi subito di
verificare- come si chiama la tua mamma?
- Non me
lo ricordo. È morta quando sono nato.
-E
tuo padre?- eccoci al punto
- Inu no Taisho- persi un battito, mi
ero fatto l’idea che potesse essere lui...ma non credevo potesse essere vero!
- Anche il mio si chiamava così...-dissi un po’ con meno
entusiasmo, mi stavo scervellando per capire come andare sul discorso senza
essere maleducati...ma il problema fu presto risolto. Ci pensò lui.
-Siamo fratelli...anzi fratellastri- disse gelido come il ghiaccio
calcando sull’ultima parola
- La
mamma mi ha parlato del papà e anche di te...volevo
conoscerti sai?
- A si?
- Si...la
mamma dice che somigli a papà e io non avendolo mai visto ero curioso e poi
volevo conoscere da tanto mio fratello –sorrisi, ero
davvero felice di averlo conosciuto. Pensai che sarebbe rimasto con me e mi
avrebbe voluto bene...ma le mie speranze furono
spazzate via e distrutte come un petalo di ciliegio portato via con forza da un
uragano.
- Non
vedo cosa ci sia da sorridere. Mio padre è morto a causa tua. Lui meritava di
vivere e non tu. Un misero e insulso mezzo-demone senza alcuna
importanza. A che scopo vivi!? Nessuno ti
accetta. Tutti ti scansano. Gli umani troppo stupidi e idioti
dietro la loro paura e i demoni troppo superiori anche solo per riconoscere una
nullità come te. Volevo vedere con i miei occhi la tua faccia e rendermi
conto di quale fratello mi fosse toccato...ma ora che
ti ho visto...posso dire di essere stato fin troppo ottimista...
- Perché mi dici tutte queste cose?- chiesi disperato. Lo
avevo visto come un raggio di luna nell’oscurità più profonde della notte e ora
invece, la solitudine che mi cresceva dentro da quando
Yukino era partita si stava impadronendo di me con
una velocità e una facilità che mai avrei pensato.
Proprio
in quel momento dei ragazzi più grandi di me, che si divertivano a prendermi in
giro e a tirarmi le cose, iniziarono a deridermi proprio davanti a lui e io ero
talmente shockato da quello che mi aveva detto Sesshomaru che non solo non li
degnai di uno sguardo facendoli irritare ancora di più, ma non mi accorsi delle
pietre che mi lanciarono se non prima che una mi avesse colpito la schiena con
una tale forza da farmi sbilanciare in avanti, facendomi
finire tra le braccia di Sesshomaru che istintivamente mi aveva afferrato,
stupendo sia me che lui.
Visto che
i ragazzi non smettevano di lanciare pietre, credendo che mio fratello fosse
umano, non notando le orecchie a punta, io ancora in quella posizione, mi
aggrappai a lui con tutte le mie forze stringendogli la vita e chiudendo gli
occhi, dopo averlo guardato con aria terrorizzata; ora che ci penso devo averlo
sorpreso parecchio...
Poi non
so bene cosa accadde di preciso ma sentii un gran
vento alzarli e una grande aura demoniaca venire de Sesshomaru, che dopo
qualche secondo mi staccò bruscamente da se e anche se per poco, cadendo a
terra per lo sbilanciamento, notai i suoi occhi rossi e prima di andarsene, mi
guardò sprezzante dicendomi-Come pensavo non mi ero
sbagliato. Tu non meriti di vivere ne tanto meno
meriti di essere figlio di mio padre e di avere il suo sangue nelle vene.- E
detto questo se ne andò.
Io non
capivo, in quel momento. In quel preciso istante in cui mi aveva
afferrato e quando mi gli ero stretto contro, sono scuro di aver sentito
il suo braccio sinistro sulla mia schiena come in una tenera stretta per rassicurarmi
e poi invece così, di punto in bianco mi butta a terra e se na va dicendo delle
cose orribili.
Poi tutto
avvenne troppo in fretta.
L’episodio
del bosco fece presto il giro del villaggio, i ragazzi avevano detto che li
avevo attaccato aiutati da un demone mio amico senza
motivo. Così tutto il villaggio marciò contro di noi, contro me e la mamma.
Lei cercò
di difendermi, cercò di farli ragionare ma tutto ciò
che ottenne fu uno schiaffo in pieno viso e io in quel momento non so cosa sia
scattato in me, ma non potevo accettare che qualcuno mettesse le mani addosso a
mia madre, quindi scattai verso l’uomo dandogli un potente pugno che lo fece
volare per diversi metri...o almeno io credevo fosse un pugno, invece
istintivamente avevo usato gli artigli, graffiandogli il petto. Tutti erano
ammutoliti e stupefatti, io per primo. Non credevo a quello che avevo fatto.
Poi
mentre gli uomini e le donne del villaggio aiutavano l’uomo a riprendersi, la
mamma mi riportò nella capanna e il giorno dopo mi portò nel bosco per
raccogliere funghi. Ci fermammo abbastanza lontani dal villaggio, mi si inginocchiò davanti e mi disse le sue ultime parole.
Parole che non avrei mai e poi mai dimenticato:
-
Inuyasha ascoltami bene piccolo mio. Son fiera di quello che
sei diventato. Forte, coraggioso e sono sicura che non hai attaccato tu quei ragazzi nel bosco. Ma
non possiamo tornare al villaggio. Non insieme.- ricordo perfettamente che
piangeva e tremava mentre mi abbracciava stretto a se-
Tu devi scappare lontano e non voltarti mai indietro capito? Se torni al villaggio ti faranno del male e io non voglio che ti accada
niente. Sei il mio tesoro più prezioso e per quanto mi dispiaccia
e mi si spezzi il cuore nel lasciarti così piccolo e
proprio quando hai più bisogno di me(avevo 9 anni), non possiamo fare
altrimenti. Tornerò al villaggio e dirò che sei scappato. Ma tu, figlio mio,
non dovrai tornare per nessuna ragione chiaro?
Ricorda
quello che ti ho detto quella volta. Sii fiero di
quello che sei, cammina a testa alta e non vergognarti di te stesso. Sii
coraggioso, leale e forte soprattutto quando ti sentirai
solo e perso. Non permettere alla solitudine, al rancore di prendere il
sopravvento. Vivi serenamente...è tutto quello che mi auguro per te!- mi diede un bacio e sparì correndo nella boscaglia.
Io non
ebbi né il tempo né la forza di dirle niente. Sapevo quanto le era costata
quella decisione. Mi ripeteva sempre che se ci fossimo separati sarebbe stato
perché non c’erano altre soluzioni. E questa volta era
così. Se fossi tornato al villaggio probabilmente mi
avrebbero linciato e avrei messo nei guai la mamma un altra volta.
Così non
potei fare altro che girarmi, voltare le spalle a quello che era il mio mondo e
avventurami per una strada che non conoscevo e che mi
spaventava.
E ora
eccomi qui...ne ho passate tante...ma ora ho di nuovo
una famiglia. Sango, Miroku, Kirara, Shippo e la mia Kagome. Sento di nuovo di
avere una casa. Qualcosa per cui vale la pena combattere e
rischiare la vita.
Tuttavia
non ho ancora smesso di chiedermi il perché di tutto quello che è
successo...anzi si sono aggiunti...con la storia di Kikyo e Naraku sono
raddoppiati!
E in
oltre, nonostante sia passato molto, davvero tanto tempo e nonostante ci siamo
scontrati spesso, abbiamo combattuto cercando di ucciderci a vicenda, io
continuo a sperare in quella lieve e rassicurante stretta dietro la schiena che
un giorno mio fratello mi accetti del tutto...in fondo il fatto stesso che
combatte contro di me, reagisce e mi parla conferma che riconosce la mia
esistenza, quindi c’è anche la possibilità che in futuro mi accetti del tutto.
No? Mah chi lo sa? In ogni caso io continuo a sperare, non si dice forse che la
speranza è l’ultima a morire?
Nel
frattempo mi godo la mia nuova famiglia e spesso mi ritrovo a pensare:”Mamma avevi ragione, Amare ed essere amati. Non c’è niente
di più bello al mondo...guardali e proteggili perché è solo grazie a loro se la
solitudine, la tristezza, il rimorso e la rabbia non mi hanno
sopraffatto...guardali e proteggili perché con loro tuo figlio è tornato a
vivere.”
Ok, ok....l’ho
scritta poco fa quindi non so assolutamente come possa essere venuta fuori... e
scusate gli errori..mi andava di scrivere qualcosa e
visto che non ho mai scritto su Inuyasha mi sono detta...Perché non provare? E allora eccola qui! Ora speriamo che sia almeno decente!!^^ |